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Milano - «Non chiudete il dormitorio». E parte l’occupazione dei clochard
by dal corriere Sunday, Apr. 24, 2005 at 9:32 AM mail:

«Non chiudete il dormitorio». E parte l’occupazione dei clochard.

Continua la protesta dei centocinquanta senzatetto che l’altra sera hanno occupato il dormitorio di via Maggianico, a Quarto Oggiaro. Ieri mattina i rappresentanti del comitato contro la chiusura del centro hanno ricevuto la visita di un collaboratore dell’assessore ai Servizi sociali, Tiziana Maiolo, per fissare un incontro tra le parti che potrebbe già avvenire all’inizio della settimana.
Un’autogestione che ha ricevuto la solidarietà di numerosi abitanti della zona che si sono prodigati nel fornire agli ospiti del dormitorio tutto il necessario per fare pulizia: scope, scopettoni e detersivi. «Sono per un tavolo del dialogo - spiega l’assessore - ma vorrei fare un distinguo tra assistenza per il freddo e un percorso che intendo fare con ogni singolo disagiato per trovare un inserimento nella vita. Niente discorsi collettivi».


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Solidarietà degli abitanti di Quarto Oggiaro con gli ospiti del ricovero. Fanzago (Margherita): protesta strumentalizzata dai centri sociali (???). «Senza dormitorio rischiamo di non sopravvivere». Gli occupanti del centro di via Maggianico: tra noi malati e disabili. L’assessore Maiolo: nessuna contrattazione collettiva.


MILANO - Senza casa. Senza famiglia. Senza documenti. In centocinquanta. In prevalenza stranieri. Uniti nella protesta che è cominciata l’altra sera con l’occupazione del dormitorio comunale di via Maggianico, a Quarto Oggiaro. «I senzatetto - spiegano alcuni esponenti dei centri sociali che hanno appoggiato l’iniziativa - hanno un’unica esigenza, che il centro non chiuda». Sulla questione dormitori, il Comune si era espresso l’altro giorno prorogando a data da destinarsi il giorno della chiusura che sarebbe dovuta essere oggi, una volta cessata l’emergenza freddo. Una decisione che non aveva soddisfatto i clochard. Così sono scattate l’occupazione e l’autogestione che ha ricevuto la solidarietà anche da numerosi abitanti della zona. Alcune persone, infatti, si sono prodigate nel fornire agli ospiti del dormitorio scope, scopettoni, stracci, detersivi e tutto il necessario per pulire. E qualcuno ha già lanciato un appello: «Servono beni di prima necessità. Chi condivide la nostra protesta ci dia una mano».
Ieri mattina i rappresentanti dei centri sociali e del comitato contro la chiusura dei dormitori, hanno ricevuto la visita di un collaboratore dell’assessore ai Servizi sociali, Tiziana Maiolo, per fissare un incontro tra le parti che potrebbe già avvenire all'inizio della settimana. «Sono per un tavolo del dialogo - spiega Tiziana Maiolo -, ma vorrei fare un distinguo tra assistenza per il freddo e un percorso che intendo fare con ogni singolo disagiato per trovare un inserimento nella vita. Niente discorsi collettivi».
Per oggi era prevista la chiusura del dormitorio, poi c’è stata la proroga. «Ma agli ospiti - è l’unanime lamentela - non è stata offerta nessuna alternativa concreta ed accessibile per rimediare ad una condizione di estremo disagio. Non ci resta che iscriverci nelle liste d’attesa in dormitori già sovraffollati o in strutture le cui rette sono superiori alle nostre possibilità». L’intera giornata di ieri è poi trascorsa all’insegna delle pulizie generali: dalle camere alla cucina, ripristinata per poter essere utilizzata per pasti caldi. E, ogni sera, ci sarà un momento di assemblea, aperto al dialogo.
«Speriamo in una soluzione positiva - si augurano i clochard -: l’alternativa ad una soluzione della vita da strada è impossibile da sostenere per alcuni di noi, malati e portatori di handicap. Rivendichiamo quindi l’utilizzo di questa struttura che, rimanendo aperta oltre i termini dell’emergenza freddo, garantirebbe la sopravvivenza di molti di noi». L’occupazione andrà avanti fino a quando una delegazione si recherà in Comune per cercare di ricucire lo strappo tra istituzione e clochard. «Non vorrei che qualche appartenente ai centri sociali - dice Andrea Fanzago, capogruppo in Comune della Margherita - stia strumentalizzando la situazione, facendo solo del male a quella gente. Lo scorso giovedì avevamo incontrato una delegazione di senzatetto e avevano avuto la garanzia che il centro non lo avremmo chiuso. E così è stato, con una data ancora da definirsi per la chiusura».
Ma Giorgio, 67 anni, non vuole più lottare contro il freddo e la fame. Non vuole più essere invisibile come altri 4 mila uomini e donne che vivono nella metà oscura delle città.



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PRIMA DI PARLARE IL COGLIONE DELLA MARGHERITA FAREBBE MEGLIO AD INFORMARSI.
L'OCCUPAZIONE CI SAREBBE STATA CON O SENZA I COMPAGNI.

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