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+ Antifa KombAt!°
by not-in-my-name Monday, Apr. 25, 2005 at 8:17 PM mail:

+ SOLID NOW!

+ Antifa KombAt!°...
situationniste_kombat.gif, image/gif, 320x329

• CONTRA gov.-repreSSion [<<Germania, elicotteri a caccia di graffitari>>, article from
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/04_Aprile/10/germania.shtml],

y CONTRA nazi-aggreSSions:

• SOLID? NOt(a)W!ord
>La solidarietà non può essere solo una parola.
>E, affinché sia anche un’arma, dev’essere ATTIVA.

/ ° / ° / ° / °

Non se ne può più.
I destri, p2isti ed eversivi, smargiassi o “liftati”, hanno tappezzato tutta una città come Milano di schifezze in-carta(-pecorite) con impressi faccioni da c**o e ganasce da mastini di regime.
Hanno ricoperto a bizzeffe i pali con pseudo-gonfaloni che è sembrato di navigare in un mare di liquame.
Erano comparsi loro mega-cartelloni su intere pareti dei palazzi (basti citare i devastanti, lugubri simulacri di f.i. da effetto “città-cosa-nostra” alla Stazione Centrale), roba da far impallidire l’orwelliano Grande Fratello, che al confronto pare un innocuo cartoon-fantasy.
Per non parlare dei gazebo, che spu(n)tano come funghi dal veleno mortale, di “an” e “fogna nuova”, cui non dovrebbe essere riconosciuta e consentita alcuna agibilità politica, per i nostalgici richiami, ipocritamente malcelati o sfacciatamente palesati, alle ventennali “rovine di civiltà” della dittatura fascista, e che, al contrario, con voracità da piranha stanno impossessandosi del territorio, marchiandolo con i loro simboli infami.
Imperversano e dilagano nell’impunità loro, gli eredi delle squadrismo coltello-manganello e (de)gli esecutori dello stragismo nero, fregandosene dell’equità sociale e di ogni “par condicio” politica, etnica, religiosa o sessuale che sia, facendosi beffe della Costituzione Repubblicana, che vorrebbero stravolgere a loro uso e consumo.
Laddove le loro affissioni non sono pienamente abusive, le possono cmq fare poiché detengono il potere economico in maniera odiosamente esclusiva, tracotante ed elitaria, con miliardi a palate da buttare in questa funesta opera ipnotica di inquinamento visivo e mentale. Deleterio, deteriore e degradante.
Poi criminalizzano il movimento di Resistenza per due telecamere del video-controllo invasivo totale debitamente occultate o per alcune scritte di dissenso sui muri! BASTARDI!

> Prendiamo atto che non bastano assolutamente più (se mai fossero bastati) ragionamenti che si risolvano in lunghi giri di sole parole, pena il rischio di cadere in vacue ciance.
> Occorre pensare e passare a un coinvolgimento maggiore, fattivo, contrastando l’invasione della feccia nazifascista colpo su colpo, senza che questo debba unicamente comportare scendere ai loro infimi livelli d’(in)espressione politica, fatta solo di roghi ed aggressioni VIGLIACCHE! ((... per quanto, beninteso, quattro calci nel sedere ben assestati a degli “irriducibili”stronzi, amanti del saluto romano, sia, in termini relazionali minimi, il “massimo di gentilezza ed educazione” che, con elementi di siffatta bestialità, si possa avere! - e sia detto, ovviamente, senza alcuna intenzione d’offesa per gli altri esseri viventi del mondo animale... -)).
> It’s time to ACT. Se ci siamo battiamo un colpo.
> E cerchiamo di invertire la rotta moltiplicando l’impegno con AZIONI “comunicative” DIRETTE, tese a conseguire il costante martellamento per giungere alla fibrillazione e allo sfinimento del sistema di/al potere.

<< Mordi e fuggi e aspetta e spia e torna a mordere e a fuggire e così di seguito, senza dar tregua al nemico >> (CHE Guevara).

[Traslando il concetto al presente, nello specifico socio-politico attuale, ed analizzando il momento contingente geo-locale come inserito nella cosiddetta “era dell’immagine”, nel ribadire “don’t hate the media, become the media”, il Movimento di opposizione radicale, che meglio sa immaginare un altro mondo possibile, deve volgere l’attenzione nel dare volto alle speranze di Giustizia e alle attese di R/EVOLUTION esistenziale, creando pratiche che incidano sull’immaginario collettivo. E lo sforzo va inteso nel produrre forme adeguate per trasmetterne il senso di disagio correlato, che in modo rizomatico cova sottopelle, i nostri corpi stessi essendo un mezzo per veicolare protesta, diffondere contestazioni, linfa vitale per pensiero critico e libera espressione, potenziale energetico di emersione pubblica di una rabbia ribelle, che come lava scorre sotto un mai sopito vulcano].

È fattibile? Io penso di sì. E che, senza dover per forza andare sull’eclatante, sia essenziale, nella condivisione che nasce dalla solidarietà, la conseguente buona volontà per coordinarsi in gruppi che a livello cittadino potrebbero partire alla riconquista del territorio.
A cominciare dall’andare a volantinare pressantemente nei quartieri popolari e durante i mercati ambulanti, per denunciare questi loschi figuri modello guaglianone, le loro connivenze (più o meno sottobanco), e quanto nocivi siano alla civile convivenza (senza tralasciare l’innesco di pubblica sorpresa con possibili sessions teatrali, incursioni situazioniste, presidi in forme “mascherate”...: per “piazzare” un buon colpo tocca “spiazzare” l’avversario, destando contemporaneamente l’attenzione di folle passive o peggio indifferenti).
Per continuare con la lotta all’insopportabile scempio mediatico-cartaceo che tutti abbiamo avuto di fronte. Così, ad ogni occasione si potrebbe, zona per zona, andare all’attacco in massa delle loro porcilaie elettorali.
Identico trattamento “di riguardo” andrebbe riservato alle agenzie interinali (a proposito del nauseabondo ricatto lavorativo di cui esse sono prime portatrici, emblematiche icone delle politiche fascio-liberiste/liberticide), e alle immobiliari (riproponendosi di fare costantemente pressione sul versante del problema abitativo, lasciato volutamente incancrenire con prezzi da capogiro fino alla delittuosa creazione di una continua emergenza-casa, totalmente ignorata da ignobili politicanti locali e nazionali, mentre migliaia di appartamenti sono lasciati perversamente vuoti e sfitti).
Non bisogna attendere solo l’occasione di un mega-corteo per agire. Importante è riuscire a ripetere più sovente esperienze di notevole portata e grande effetto, sull’archetipo di quelle svolte in mattinata nella scorsa MAY-DAY, in modo da conferire carattere di CONTINUITÀ alla giusta protesta, e maggior peso a rivendicazioni quali quella della casa e del reddito come diritto per tutte/i. Lanciamo SEGNALI, la nostra è lotta ad oltranza!
E non si creda che occorra poi granché per eseguire tali azioni sparse su vasto raggio, senza che questo renda troppo semplificatrice la risposta: sempre meglio del lasciare il tutto ad iniziative di singoli, troppo facilmente isolati ed attaccabili, o addirittura di un’inerzia che, a furia di subire, può portare all’apatia. Ci stiamo forse annichilendo?
Dal DÉTOURNEMENT ironico alla copertura con strisce figurative da incollare sopra quanto preso di mira, dallo strappo/taglio alle scritte di denuncia, a seconda del metodo d’intervento di volta in volta contestualmente ritenuto più opportuno, adeguato e rapido, creiamo squarci al buio pesto che la reazione al potere ha diffuso nel panorama urbano.
Dall’area underground fioriscano folte schiere di ribelli armati di spray, colla, vernice, per dare voce contro chi ci vorrebbe tutti omologati decerebrati, e per rendere VISIBILE intensità all’ “urlo della guerriglia”.
E che la notte sia cosparsa da miriadi di estrose scie e graffi (s)folgoranti di caustici GRAFFItari nomadi in branchi.

Per La Sede, il Barattolo, il Conchetta, il Cantiere, il Bulk, l’ORSo, il Mag.47, il Pacì Paciana, il Vittoria, il Morion di Venezia..., con Dax nel cuore, e reclamando piena libertà per Orlando:

ADELANTE, COMPAÑEROS, A LAS BARRICADAS!
“ORA ALDO DICE: 26 x 1!”

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