Etichette false, manifesti di contro-informazione, codici a barre goliardici... Il MayDay 2005 arriva anche da noi
All’attacco dei supermercati Territorio 29/4/2005 - Tutto è cominciato con una mail firmata “drugstore” arrivata martedì scorso nella posta elettronica della nostra redazione: «Bollettino n° 1, si aprono le danze. Esselunga di Abbiategrasso: 127 prodotti impazziti, 12 nuove qualità di vini». E così è approdata anche da noi la campagna “Nuovo marketing verso la MayDay 2005”, che sta colpendo in alcuni supermercati e centri commerciali di Milano e provincia (nel 2° bollettino si citano anche la Ricordi e un Blockbuster milanese). Il “mistero” è risolto aprendo una pagina nel sito internet italy.indymedia.org (ovvero i professionisti della contro-informazione): «L’idea è quella di investire i super iper mercati centri commerciali con una campagna di marketing simpatico-informativa, colturale/culturale». Detto in poche parole, si tratta di applicare dei codici a barre adesivi sopra quelli veri, o di sostituire le etichette dei vini con delle copie quasi perfette, ma prezzi molto più bassi, per sensibilizzare il compratore e complicare la vita ai centri commerciali. I codici a barre - che i promotori invitano a scaricare dal sito - riportano scritte ironiche e/o impegnate, da “codici a sberle” a “consumatore consumato”, da “il supermercato fa male” a “+sapere +sapori”. Tra le etichette dei vini si può invece trovare, ad esempio, un “Lavoratore in Nero d’Avola”, a 1,25 euro la bottiglia, tanto per ricordare la manodopera precaria che spesso sta dietro ad un prodotto arrivato sullo scaffale («questo nero si abbina a varie forme di totalitarismo fresco, di flessibilità piccante, di precariato stagionato»). In seguito arriveranno anche i cartelloni pubblicitari e le etichette con "il prezzo sorgente", ovvero quanto viene pagato in realtà un prodotto a chi lo produce. La campagna andrà avanti fino al primo maggio ,al May DAy per "interferire con i normali meccanismi di consumo". Gli antagonisti non vanno per il sottile e annunciano di volercolpire tutta la grande distribuzione. I motivi?"Prodotti ortofrutticoli senza stagione che arrivano da mezzo mondo e non sanno di niente,carni che arrivano da laboratori specializzati nelle modificazioni genetiche...",maq anche" doppi turni devastanti,contratti interinali e precari, territori devastati da tonnelate di cemento...". Quindi da una parte c'è la richiesta di qualità al postodella quantità, di trasparenza contro le false etichette, con appelliper un nuovo rapporto(diretto) tra produttori e consumatori e per favorire il consumo critico. Dall'altra ci sono le problematiche legate al lavoro precario, in difesa delle persone costrette a fare orari impossibili, a volte senza tutela perchè senza contratto. Per ora, scrivono i promotori, sono stati colpiti magazzini Sma, Esselunga, Pam e Coin. Ma si annunciano nuove incursioni... F. Tassi (O&Libertà)
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