Vilipendio? O Vili!
VILIPENDIO? O VILI!
E’ di questi giorni la notizia che il sito di Indymedia è di nuovo sotto accusa per un supposto reato commesso da qualche individuo; in questo ultimo caso si tratterebbe nientemeno che di vilipendio alla religione.
Subito si pongono alcune considerazioni: prima di tutto, come tutti sanno (inclusi i vari gradini dei solerti servitori dello stato), sul sito di Indymedia può pubblicare chiunque e, se si esclude una specie di censura preventiva da parte degli amministratori, quasi qualsiasi cosa; prova ne sia che persino il sottoscritto, i cui modestissimi parti nessun giornale si sognerebbe di pubblicare, riesce molto occasionalmente a contribuire.
Quindi sequestrare Indymedia per il contributo di qualcuno, sarebbe come far chiudere un quotidiano perché ha pubblicato nella pagina dei lettori una lettera che potrebbe risultare offensiva per qualcun altro, cosa che probabilmente non succederebbe (al momento, per il futuro non garantiamo).
Bisogna ben concludere che, ancora una volta, ogni scusa è buona per punire questa spina nel fianco globale che è Indymedia.
Inoltre, in queste occasioni, molte anime pie si ostinano a ricordare che il cattolicesimo non è più religione di stato, nonostante sia ovvio che politici e “giornalisti” non lo sappiano. Tuttavia vogliamo ringraziare entrambe queste categorie per aver dato, solo poche settimane fa, un forte incentivo a milioni di italiani per spegnere finalmente la TV e riscoprire il piacere della conversazione.
Insomma, c’è chi si richiama alla presunta laicità dello stato, chi guarda con nostalgia ai bei tempi del Risorgimento nazionale, quando l’eroe bello e biondo, Giuseppe Garibaldi, poteva scrivere: “…solo in istato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi a un discendente di Torquemada.”
Certo piacerebbe a molti vedere l’espressione “vilipendio alla religione” sparire non solo dai reati passibili di pena, ma anche e soprattutto dalla psiche degli individui; tuttavia sembra una vera aberrazione giuridica identificare una religione con un suo rappresentante umano, sia pure il più importante. Se la religione cattolica può essere offesa nella persona di un papa, perché non in quella di un vescovo, suora o anche prete pedofilo messo sotto accusa dai ragazzini che ha molestato? A quando un reato di miscredenza di Inquisitoriale memoria (pardon, volevo dire Congregazione per la Dottrina della Fede)?
Diventa quindi importante ricordare brevemente quale sia stata l’origine del papato, di cui Benedetto XVI è l’ultimo rappresentante umano (e volesse l’umanità che fosse veramente l’ultimo!).
Intanto pare che Gesù non abbia mai pronunciato la famosa frase in cui fondava una chiesa sopra una roccia. Questa frase si trova solo nel vangelo di Matteo, e secondo la maggior parte degli studiosi (ahimè non cattolici) si tratta di un’aggiunta più tarda, operata su questo vangelo da parte dei rappresentanti della chiesa nascente. Questo è dimostrato anche dal fatto che San Paolo non ne fa parola, ma accenna invece a dei contrasti con l’assemblea di Gerusalemme, di cui sembra che Giacomo (il fratello di Gesù) fosse il capo, e non Pietro.
Inoltre non esiste alcuna prova che Pietro sia mai stato a Roma. L’annuncio, risalente al 1950, che la tomba di San Pietro era stata trovata sotto l’omonima basilica non è stato comprovato. Molti sospettano che in realtà, sotto il nucleo più antico della basilica di San Pietro, si trovi un altare a qualche divinità pre-cristiana (Mitra forse?).
Quel che è certo tuttavia, è che San Pietro non fu mai papa, semplicemente perché il papato non esisteva. Questo è un falso storico paragonabile alla Donazione di Costantino. Nelle comunità cristiane antiche esisteva l’ufficio del Vescovo, che veniva eletto dalla comunità (“ecclesia” o “assemblea”). La comunità di Roma non era certo la più importante, bensì quella di Gerusalemme, e poi Antiochia, Alessandria, Cartagine, ecc.
I vescovi divennero sempre più potenti nel corso dei secoli seguenti, ma quello di Roma cominciò ad assumere preponderanza sugli altri solo dal V secolo in poi. Inoltre, il termine “Papa” (=padre) era attribuito a tutti i vescovi, e solo dalla fine del secolo VIII i vescovi di Roma cominciarono a pretendere che solo loro potessero fregiarsi di questo titolo. Ancora oggi il Patriarca di Alessandria, uno dei capi della chiesa cristiano-ortodossa, si chiama ufficialmente “Papa”.
Questo ci porta a ricordare anche un altro fatto importante, che però sembra ignorato da molti nostri connazionali: lungi dall’essere il leader della Cristianità, il Papa è solo il capo della chiesa cattolica. Milioni di cristiani (Protestanti, Evangelici, Anglicani, Calvinisti, Luterani, Ortodossi, Avventisti del Settimo Giorno, Copti, Pentecostali, Cristadelfi, Presbiteriani, Metodisti, Mormoni, Quaccheri, Testimoni di Geova, Valdesi, Battisti, Anabattisti, ecc.) non riconoscono il Papa come loro capo spirituale.
Da ateo io chiedo (a quelli che atei non sono): Chi avrà ragione? E’ mai possibile che un Dio così misericordioso lasci perire nelle fiamme dell’inferno miliardi di persone solo perché sono nate nel posto sbagliato? Il dogma dell’infallibilità papale, proclamato da Pio IX nel 1870 (un anno a caso!) ha effetto retroattivo? Se sì, ciò significa quindi che Innocenzo III (1198-1216) era infallibile quando bandì la Crociata contro gli eretici Albigesi, in cui furono massacrate 15.000 persone solo nella città di Beziers nel sud della Francia? O che Alessandro VI era infallibile (religiosamente parlando) quando ebbe rapporti sessuali con sua figlia Lucrezia durante un’orgia in Vaticano (Visto che a noi non ci lasciano scopare neanche se siamo sposati, se non per procreare)? O che Giovanni Paolo II era infallibile quando ha dato la benedizione a Pinochet? E gli esempi potrebbero continuare ad nauseam…
CHE IL SEME DEL DUBBIO GERMOGLI, E FIORISCA LA LIBERTA’.
|