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Lecce - «Fomentavano rivolte nel Cpt». 5 arresti
by dal manifesto Saturday, May. 14, 2005 at 11:36 AM mail:

Lecce, anarchici accusati di associazione eversiva e di minacce al prete del Regina Pacis.

Dopo due anni di pedinamenti e intercettazioni ieri mattina, a Lecce, si sono mossi centocinquanta poliziotti accompagnati dalle unità cinofile, supportati da sofisticate attrezzature satellitari e da un elicottero arrivato apposta da Bari. Un'operazione in grande stile per arrestare cinque anarco-insurrezionalisti salentini, tre uomini e due donne di «Spazio anarchico», sui quali adesso pende un'accusa gravissima: associazione eversiva. Secondo la Procura avrebbero «promosso, costituito, organizzato, diretto e partecipato a un'associazione finalizzata al compimento di atti di violenza ai fini di eversione dell'ordine democratico». L'inchiesta si è estesa anche Trieste, Aosta, Torino, Trento, Chieti, Cagliari, Taranto e Catania, dove però non ci sono stati arresti. Sono invece finiti in manette il 27enne Salvatore Signore, di Casarano, Saverio Pellegrino, 38enne di Monteroni e Cristian Palladini, leccese di 27 anni. Agli arresti domiciliari due ragazze: la leccese Annalisa Capone, 30 anni, e Angela Marina Ferrari, 27 anni, di Casarano. Sedici i capi d'imputazione, raccolti nell'ordinanza di custodia cautelare emessa da Antonio Del Coco, gip del tribunale di Lecce, su richiesta del pm Lino Giorgio Bruno. Sullo sfondo c'è quasi sempre la battaglia politica per la chiusura del cpt «Regina pacis». Una battaglia senza esclusione di colpi, che da un lato ha riempito i faldoni delle cancellerie giudiziarie e dall'altro ha serrato i ranghi dei maggiorenti politici italiani, di destra e sinistra, intorno all'ex direttore del cpt, don Cesare Lodeserto, e al capo della curia, monsignor Cosmo Ruppi. Secondo l'accusa, intanto, con la complicità di una decina di indagati a piede libero, gli anarchici avrebbero ripetutamente compiuto attentati contro il cpt. L'elenco delle accuse è lungo: minacce a don Cesare e attentati incendiari contro l'abitazione della sua famiglia. Inoltre avrebbero fomentato una rivolta nel cpt, intimidito telefonicamente i medici del centro, scritto sui muri minacce e frasi offensive contro il sacerdote e monsignor Ruppi, incendiato una porta secondaria del duomo di Lecce, danneggiato diverse pompe di benzina della Esso (per contestare la guerra contro l'Iraq) e bancomat del gruppo bancario Intesa (perché depositaria dei conti dei cpt). «L'operazione», commenta il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone (An), «restituirà serenità alla gente che vuole vivere nell'ordine e nel rispetto delle regole democratiche». E se qualcuno volesse obiettare che le accuse agli anarchici, considerate singolarmente, non sembrano talmente gravi da giustificare il reato di terrorismo, il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovani risponde: «E' una raccolta di elementi apparentemente marginali, che hanno assunto valore nella lettura di insieme, alla quale si è giunti con pazienza e senza forzature». E a proposito di forzature, ecco il commento del ministro Rocco Buttiglione, quando mancano pochi giorni all'udienza in cui don Cesare è imputato per violenza a 17 maghrebini e all'incidente probatorio in cui è accusato di sequestro di persona: «Quest'operazione getta luce su vicende che sono sotto il giudizio della magistratura: mi riferisco a don Cesare, che ritengo innocente, ingiustamente esposto al pubblico ludibrio e coinvolto in situazioni create ad arte per gettare discredito sulla Chiesa salentina». I ranghi si serrano, appunto, per la serenità dei magistrati e dei testimoni.



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