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GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA, SERIO PERICOLO (note tecnico-legislative)
by campagna regionale Saturday, May. 14, 2005 at 4:22 PM mail:

LA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA È IN SERIO PERICOLO. (nota tecnica relativa allo stato dell'arte sulla privatizzazione del servizio idrico integrato) Negli ultimi anni l’art. 113, comma 5, del Testo Unico Enti Locali (che disciplina le modalità di gestione dei servizi pubblici) è stato modificato due volte. La prima con l’art. 35 Legge Finanziaria 2002 che imponeva agli Enti d’Ambito (ATO) di affidare la gestione del Servizio Idrico Integrato mediante gara ad evidenza pubblica ma consentiva loro di evitare di andare subito a gara affidando, direttamente ma temporaneamente, la gestione del S.I.I. ai Consorzi Acquedottistici che, necessariamente, dovevano trasformarsi in SPA e dovevano vendere mediante gara, entro due anni dall’affidamento, almeno il 40% delle quote ai privati, pena la decadenza dall’affidamento stesso. A fine 2003 è intervenuta la seconda modifica dell’art. 113 grazie all’art. 14 del c.d. Decretone” collegato alla Legge Finanziaria 2004. Riprendendo un orientamento pacifico nella Comunità Europea, l’art. 14 cancella l’obbligo di privatizzare la gestione del S.I.I. ed introduce la possibilità del c.d. “affidamento in house”. In sostanza l’Ente d’Ambito può affidare direttamente la gestione ad SPA che abbiano capitale interamente pubblico a condizione che a) gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulle SPA un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi; b) che la SPA realizzi la parte più importante della propria attività con gli enti pubblici che la controllano. In Abruzzo, in applicazione dell’art. 35, alla fine del 2002 i Consorzi sono stati trasformati in SPA e nel giugno 2003 sono stati fatti gli affidamenti diretti e temporanei, imboccando la strada della privatizzazione cui inevitabilmente l’art. 35 conduce. Attualmente tutti i soggetti interessati sostengono, a parole, di voler usufruire dell’art. 14 e quindi di voler fare gli affidamenti “in house” ma, di fatto, nessuna delle SPA ha adeguato il suo Statuto secondo le prescrizioni dello stesso art. 14. Ora i tempi stringono: entro il 30 Giugno 2005 vanno fatte le modifiche agli Statuti delle SPA e vanno fatti i nuovi affidamenti “in house” perché, in mancanza, c’è il rischio concretissimo che si vada alla gara di evidenza pubblica. Le SPA, infatti, non hanno fatto le modifiche statutarie previste dall’art. 14 ma non hanno neanche venduto almeno il 40% delle quote ai privati, così come previsto dall’art. 35. Ciò dovevano fare entro due anni, cioè entro il 30 Giugno 2005, pena la decadenza dall’affidamento. Infatti, pur sussistendo ancora una certa difformità di giudizi nell’interpretazione delle norme vigenti, studi specializzati sostengono che la deroga al 31 dicembre 2006 come termine ultimo e inderogabile per le gare, non sia valida per le Spa abruzzesi che hanno ricevuto l’affidamento in base all’Articolo 35. In Abruzzo si configura quindi il rischio concreto che le SPA decadano dagli affidamenti e, a seguito di ciò, gli Enti d’Ambito siano costretti a procedere con gare di evidenza pubblica. Per evitare questo e per essere sicuri che gli affidamenti non decadano l’unica strada è quella da noi indicata: le SPA abruzzesi, interamente pubbliche, possono continuare a gestire l’acqua solo a condizione che, entro il 30 Giugno prossimo, modifichino i propri Statuti ed in tal modo possano ricevere direttamente un nuovo affidamento “in house”. Restare immobili significherebbe consegnare in breve tempo l’acqua abruzzese alle multinazionali.

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