L’incubatrice dei sovversivi
L’ennesima sveglia anticipata, gli ennesimi titoli sui quotidiani online, l’ennesimo scalpore mediatico. Carne da cannone.
Per il carrierismo di magistrati in vena di scoop, per la volontà d’azione e d’adrenalina di gendarmi in missioni sotto copertura, per l’audience televisiva di qualche cronista d’assalto, per i sociologi che devono fornire al Paese per bene il segno tangibile del Male che morde le caviglie della nostra società, dell demonio che lavora instancabilmente per abbattere il senso comune di convivenza civile.
In celle frigorifere: una vita di apparente normalità pedinata e seguita come fosse la scia di un crimine; un reality-show denso d’umanità da marchiare col bollo del reato associativo.
Per gli accusatori, niente da provare: nessun “crimine” specifico, ma una deviazione complessiva dalla “normalità” servile e obbediente. Il più infamante dei reati per i nostri feudatari, insomma.
È sotto accusa un modo di vedere la società. Un’idea di cambiarla. Una sete di dissenso mai sopita.
Soltanto sabato scorso un giornalista si permetteva pubblicamente di definirci “terroristi” per aver osato pensarla in maniera diversa dai missini di Stato, senza sentenze né indagini (come se pure queste potessero bastare). Stamane ci hanno comunicato dell’arresto di Luca, un compagno che abbiamo potuto conoscere in questi mesi, con cui abbiamo convissuto gomito a gomito.
Mossi da questo, e dal più complessivo sentimento pratico della solidarietà, noi non ci perderemo in analisi onnicomprensive, nella definizione del “grande piano” contro gli anarchici e i sovversivi in genere; non aggiungeremo altro “interessante materiale cartaceo” .
Ricapitoliamo, piuttosto, quello che è il clima nero di questi giorni di maggio.
Gli arresti di Lecce e di Cagliari, le perquisizioni, la lettera scarlatta sul dorso di compagni additati e sempre lì, utili per ogni evenienza, che tornano buoni quando bisogna montare il tendone del circo mediatico e dare aria alla fanfara dell’informazione. Le cinquantasei perquisizioni dell’alba di oggi, 19 maggio. Tutte figlie di un’illazione giuridica fascista, mussoliniana …alla faccia di chi dice che il fascismo è lungi dall’essere riabilitato!
Con questo bagaglio saremo a Lecce sabato prossimo, per tutti i compagni reclusi e inquisiti.
I soldati di Sua Maestà hanno due giorni pieni per impedircelo.
Le compagne e i compagni del Laboratorio Politico “Jacob” di Foggia
Il Collettivo Comunista AgitProp (Foggia)
la redazione di "Quarantacinque
www.agitprop.com
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