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sulle elezioni (farsa) libanesi
by kilo Tuesday, May. 24, 2005 at 9:24 PM mail:

il 29 i libanesi al voto

Duro colpo per l'opposizione antisiriana, che oggi non è riuscita a dar vita a una lista unica e si è divisa in due campi pronti a darsi battaglia all' ultimo voto nelle imminenti elezioni legislative, ma che a dispetto delle divisioni sembra comunque destinata a conquistare la maggioranza nel nuovo Parlamento libanese.

Un Parlamento in cui anche i due movimenti sciiti filosiriani Hezbollah e Amal sono tuttavia destinati ad assicurarsi fin d'ora una consistente rappresentanza tra i 128 deputati, per metà cristiani e per metà musulmani.

In una prova di forza in vista delle elezioni che, a partire dal 29 maggio a Beirut, si svolgeranno lungo quattro domeniche successive, Hezbollah ha intanto indetto per domani una grande manifestazione nella cittadina di confine di Bint Jbeil per celebrare il quinto anniversario della 'Giornata della liberazioné (25 maggio 2000), che segna la fine dei 22 anni di occupazione israeliana del Libano meridionale sull'onda della guerriglia del movimento sciita.

Rispettivamente guidati da sheikh Hassan Nasrallah e dal presidente uscente del Parlamento, Nabih Berri, Hezbollah e Amal hanno già concluso un'alleanza elettorale nel sud del Libano, dove si voterà il 5 giugno e dove i due movimenti sciiti filosiriani non hanno in pratica rivali.

I protratti negoziati tra i pilastri dell'opposizione antisiriana - l'ex generale cristiano Michel Aoun da una parte e i leader druso e sunnita Walid Jumblatt e Saad Hariri dall'altra - non sono invece riusciti ad aprire la strada a una loro lista comune nella circoscrizione chiave di Baabda-Aley nella regione centrale del Monte Libano (dove si voterà il 12 giugno).

"Non abbiamo potuto raggiungere un accordo", ha annunciato stamani Aoun. L'ex generale ha lamentato che Jumblatt e Hariri - che hanno stretto un'alleanza con l'altro movimento cristiano delle Forze libanesi - avrebbero respinto la sua richiesta di potere scegliere non solo candidati cristiani ma anche musulmani, come hanno fatto sia il leader druso sia quello sunnita (figlio di Rafik Hariri, l'ex premier ucciso nell'attentato di San Valentino).

Ma i suoi rivali hanno ribattuto accusando Aoun di aver sovrastimato la propria forza politica e di aver preteso che Jumblatt e Hariri sacrificassero alcuni dei candidati scelti tra i loro alleati cristiani in favore dell'ex generale, rientrato in Libano il 7 maggio dopo 15 anni di esilio in Francia.

"Stiamo andando verso una battaglia elettorale", ha detto Aoun, lasciando intendere che l'unità dell'opposizione è ormai in frantumi dopo che, sull'onda delle proteste di piazza per l'uccisione di Hariri, aveva spinto la Siria a porre fine a 29 anni di egomonia in Libano.

Aoun potrebbe però trovare ancora un compromesso con i suoi rivali cristiani in altre zone del Monte Libano e concludere un accordo con il movimento Al-Mustaqbal (Futuro) di Hariri nel nord del paese, dove il secondogenito dello scomparso ex premier si appresta a diventare l'indiscusso leader dei sunniti, dopo che il successore del padre, il filosiriano Omar Karame costretto a dimettersi il 28 febbraio, si è ritirato dalla competizione elettorale. Resta tuttavia da vedere se nel nord del Libano, dove si voterà nell'ultima domenica elettorale del 19 giugno, Saad Hariri preferirà il Movimento patriottico libero di Aoun ai suoi nuovi alleati delle Forze libanesi.

Ma finché la battaglia elettorale sarà limitata ai candidati dell'opposizione nel Monte Libano, i commentatori prevedono che i vincitori saranno comunque parte della generale tendenza antisiriana. A meno che, all'ultimo momento, il settantenne Aoun non decida di tendere la mano ad alcuni dei suoi ex avversari politici filosiriani.

Ziad Talhouk (ansa)

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