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[pma] lettera pensante
by incollato da me Monday, May. 30, 2005 at 9:35 AM mail:

pillole di informazione e riflessione sul referendum pma

Care amiche, cari amici,
siamo femministe, libertarie e di sinistra e al referendum del 12 giugno sulla legge 40 non andremo a votare. Non ci riconosciamo nello schieramento del Si né in quello del No e neppure nell’appello dei vescovi per l’astensione.
Vi spieghiamo le nostre ragioni, se avete voglia di leggerle, e vi passiamo alcuni links.

Con affetto,
Alessandra Di Pietro e Paola Tavella

Siamo la prima generazione pienamente consapevole che si può essere fecondi e creativi anche senza avere figli, biologici o meno.
Siamo turbate dall’attuale offensiva politica e scientifica che esaspera il desiderio di maternità e paternità come essenza dell’essere una donna e un uomo completi.
Le tecniche di fecondazione assistita sono pesanti, invasive, grezze, ancora poco sicure e ignote nelle conseguenze, (http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=004342), consegnano la procreazione nelle mani della tecnica e la sottraggono nei fatti, nel simbolico e nell’immaginario, al potere femminile che la governa con amore e saggezza fin dagli inizi del mondo.
Veniamo indotti a credere che i medici e gli scienziati siano sempre alleati benevoli del nostro desiderio e possano cancellare rischi, paure e malattie, ma l’esperienza su sessualità, contraccezione, parto e aborto ci ha insegnato che così non è. Medici e scienziati fanno di solito i loro interessi, non solo i nostri, e la procreazione medicalmente assistita è una potente chiave emotiva di un’operazione di marketing per far apparire le applicazioni dell’enorme business biotech soltanto un vantaggio e un progresso per l’umanità (http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/r/rifkin.htm) e (http://italia.attac.org/spip/article.php3?id_article=132)
Non siamo contrarie alle biotecnologie per principio e ci serviamo dei progressi che dobbiamo alla scienza, ma siamo diffidenti, caute e interessate a mantenere desto il nostro spirito critico, soprattutto perché è sulle donne e sulle sorti delle generazioni future che avviene la prima sperimentazione di massa del biotech sugli umani. Di questa diffidenza, di questa cautela, dell’esperienza critica del femminismo e dell’ambientalismo che riguarda corpi e scienza, salute e medicina, non c’è invece spazio nella campagna referendaria per il Si. Ma, a proposito di salute, basta spostare di poco l’attenzione dallo scontro elettorale, e magari dare una telefonata all’Istituto superiore di sanità, per scoprire che l’infertilità maschile e femminile è in crescita esponenziale, ma a nessuno – né ai legislatori né ai referendari - sembra importante intervenire sulle sue cause, che sono inquinamento, stress, problemi psicologici, lavori a rischio, malattie trasmesse per vie sessuale, sulla prevenzione, e sulle cure, che hanno alte possibilità di successo ma per le quali non ci sono investimenti di attenzione né di risorse pubbliche.
Noi contestiamo questa logica totalmente allopatica, che cura i sintomi e ne perpetua le radici, che divide l’essere umano in pezzi, che lo riduce a puro corpo malato. Non possiamo fare a meno di riflettere sul dato che dice che dal punto di vista strettamente medico l’infertilità è, fra il 14 e il 20%, sine causa.(http://www.cecos.it/info_sterilita.php#DIMENSIONI%20DELLA%20STERILITA%20IN)
Pensiamo che l’uso della procreazione medicalmente assistita non vada banalizzato. Siamo preoccupate e sbalordite che la campagna referendaria abbia trasformato le mere condizioni di accesso a una tecnica in una “battaglia di civiltà e di libertà per le donne”, e addirittura in un baluardo dell’autodeteminazione. Eppure noi c’eravamo quando il movimento delle donne, dopo Chernobyl e quando nacque Louise Brown, la prima bambina in provetta, si poneva con inquietudine le domande che ancora poniamo noi. Dove è finita questa riflessione? E dov’è l’autodeterminazione se la pressione culturale che spinge verso la maternità tecnologica e l’affidamento acritico alla scienza è così forte, così avara di conoscenza e di informazione? Come mai non leggiamo sui giornali di sinistra che Vandana Shiva, Naomi Klein, le organizzazioni femministe e non solo nei Paesi Terzi, gran parte dei no global hanno posizioni durissime e diffidenti nei confronti delle tecniche di fecondazione assistita e di manipolazione degli embrioni?(http://www.impegnoreferendum.it/NR/exeres/AF599094-B02A-4095-A525-FD5EA5862970.htm)
Non riusciamo a capire per quale ragione essere contrari alla manipolazione genetica del mais o dei pomodori e non a quella degli esseri umani.

Chiesa e scienziati si contendono l’embrione. Gli uni dicono che è di Dio, gli altri lo reclamano perché per la prima volta nella storia dell’umanità il mistero dell’inizio della vita, che è sempre stato celato agli sguardi e nascosto dentro di noi, può essere osservato, studiato, manipolato, clonato.
Su questo argomento molti, uomini e donne, sono a disagio, e non riescono a trovare una misura. Abbiamo sentito alcune/i dire che l’embrione è un grumo di cellule, altre/i sostenere che è già un bambino. Entrambe le tonalità emotive hanno il sapore della rimozione, dell’imbarazzo, dell’angoscia. Noi non intendiamo schierarci sulla natura dell’embrione dal punto di vista scientifico o spirituale, ma sappiamo che è sempre stato delle donne in virtù di una relazione carnale e non metafisica. Abbiamo deciso dalla notte dei tempi se farlo crescere o sbarazzarcene, se accoglierlo o respingerlo, se amarlo o detestarlo, e ci siamo comportate con saggezza, altrimenti nessuno di noi sarebbe qui a discuterne. Della nascita della vita noi, le donne, sappiamo più di chiunque. Come mai oggi, improvvisamente, non ci interessa la sorte degli embrioni? Siamo così ferme nel non volerli lasciare in custodia ai preti, ma ci sentiamo davvero tranquille nel permettere agli scienziati di scassinarli? I preti vogliono salvare le anime, gli scienziati ci raccontano di agire per il bene dell’umanità, ma sul bene dell’umanità lasceremo il monopolio a chi già fa crescere orecchie umane sui topi da laboratorio? (http://www.bairo.info/Pag29.html)
Forse dovremmo dirci che la relazione con i misteriosi embrioni è titolarità della madre e di nessun altro, anche quando accetta che vengano prodotti fuori dal suo corpo, e partire da questa semplice verità per discutere.
Su questo punto però navighiamo nelle incertezze del mare aperto. Perché se abbiamo esperienza di gravidanza e di aborto, non ne abbiamo di procreazione medicalmente assistita. E’ un territorio nuovo e inesplorato, minato e inquinato, quasi del tutto fuori dal nostro controllo. Che cosa sentiamo nei confronti dell’embrione? Che cosa dicono quelle che ne hanno prodotti, impiantati, congelati, conservati altrove? Abbiamo bisogno di ascoltare e di parlare, o altri lo faranno al nostro posto.
Ci sembra che questa riflessione sia coerente e niente affatto antagonista con quello che pensiamo a proposito dell’aborto. Molte sono preoccupate che la soggettività dell’embrione introdotta dalla legge 40 metta in dubbio la nostra libertà, e anche noi lo siamo. Eppure, mentre sentiamo che la legge 194 non può essere più messa in discussione proprio perché è stata chiarita la relazione carnale e di libero arbitrio della donna sul frutto del concepimento, avvertiamo che oggi la minaccia alla nostra libertà e alla nostra umanità si è spostata più avanti, sulle frontiere del biotech, là dove l’embrione è fuori di noi e quindi lo si dichiara non nostro, aprendo una gara per la sua custodia. Se è vero che si spalanca uno scenario inevitabile e destinato a trasformare il modo di pensare alla vita e alla sua creazione, questo ci riguarda per prime. La scienza deve fare i conti con la nostra etica del limite, con la nostra sapienza sulla maternità e sul rifiuto o l’indifferenza verso la maternità.

Cautele, dunque, e limiti, e una libera, ampia discussione, e pieno accesso alle informazioni, questo è quello che vogliamo. Vogliamo sapere quali conseguenze devono aspettarsi le donne sottoposte a pesanti stimolazioni ormonali, e che cosa succede alle coppie che affrontano questo percorso con successo o meno. Siamo preoccupate della salute fisica e psicologica dei bambini nati in provetta, rispetto alla quale non ci bastano le generiche assicurazioni di benessere che vengono dai medici che praticano la Pma, ma sono smentite da altri.

Se avessimo il potere di farlo, imporremmo una moratoria. E la nostra astensione chiede questo, non ci interessa con chi ci accompagniamo.
Si potrebbe obiettare che se i divieti della legge 40 venissero abrogati la discussione riprenderebbe su altre basi. Purtroppo non ci crediamo. Le argomentazioni dei referendari ci sono sembrate disoneste, ipocrite, e talvolta perfino manovrate dal potere economico, scientifico e tecnologico. Abbiamo aspettato che donne autorevoli dei partiti referendari, donne che stimiamo, di cui ci siamo fidate in più occasioni, esprimessero dubbi, offrissero tavoli di discussione, si sottraessero alle contrapposizioni ideologiche fra laici e cattolici e trovassero il coraggio di soluzioni controcorrente. Forse era una pretesa esagerata, ma l’abbiamo nutrita.
Così ci rassegniamo temporaneamente alla legge 40 perché, sia pure attraverso un percorso che non condividiamo, è cauta quanto noi siamo caute e limita pratiche che ci inquietano.
(http://www.parlamento.it/parlam/leggi/04040l.htm)
In tutto il mondo le leggi bioetiche vengono costantemente riviste, aggiornate, riscritte, discusse da capo, perché i cambiamenti sono molto veloci. Succederà anche in Italia, e speriamo che per quel giorno in campo non ci siano slogan ma opinioni libere e informate.

Si dirà che potremmo votare No, e lo abbiamo preso seriamente in considerazione, ma non ce la sentiamo di difendere attivamente con il voto la legge 40 perché mette al centro la tutela dell’embrione e non quella delle donne, considerando l’uno un soggetto autonomo dall’altra, una strada non praticabile. Abrogare la soggettività del concepito ci interessava molto, e avremmo voluto poterlo fare, ma dopo aver letto il testo dei quesiti referendari abbiamo scoperto con grandissima rabbia che il terzo quesito, pubblicizzato come quello “in difesa dell’autodeterminazione della donna”, abroga anche il divieto della diagnosi preimpianto, che a noi invece ad oggi preme mantenere. ((http://www.fiom.cgil.it/eventi/2005/ref_si/4_quesiti.htm)

Non ci piace la legge 40 perché stanzia fondi ridicoli e insufficienti su prevenzione e cura dell’infertilità, pone ipocritamente l’adozione come alternativa preferibile alle tecniche di Pma.
Non ci piace, infine, perché è segnata dal pessimo clima ideologico che l’ha prodotta. Siamo due convinte libertarie che avrebbero preferito un regolamento semplice, flessibile, rivedibile, realistico e di basso profilo, che diminuisse l’enfasi su queste tecniche senza venderle come una panacea e come un diritto sul quale misurare la libertà delle donne.

Ci preme dire con chiarezza che giudichiamo l’informazione sui quesiti un inganno: è una materia complessa, spinosa e difficile su cui, invece di creare consapevolezza, si è fatta propaganda. Da una parte e dall’altra si vuol vincere, non ragionare, discutere, capire. Dov’è la “battaglia di civiltà”, se è basata su un imbroglio e fa leva sulle paure e sulle debolezze delle persone?
La controinformazione è stata il nostro mestiere per tanti anni. Siamo giornaliste, veniamo l’una da “Noidonne” e “Avvenimenti” e l’altra da “il manifesto”. In questi mesi abbiamo letto, navigato in rete e siamo andate a caccia di quello che non viene proposto dai media ufficiali, abbiamo parlato con moltissime donne. E abbiamo avuto la possibilità di farci un’opinione libera, informata e critica.

Vi proponiamo quindi alcune pillole di controinformazione, oltre ai links da consultare direttamente, se ne avete voglia e tempo.

“La legge 40 impone tecniche lesive della salute e della dignità della donna, perché la produzione e il contemporaneo impianto di tre embrioni espone la donna a ripetere i cicli di stimolazione”.
La legge 40 infatti, impone di creare solo gli embrioni che si intende impiantare ed è ormai sconsigliato dalla pratica medica impiantarne più di tre alla volta, tanto che anche la legge Zapatero riconosce lo stesso limite di impianto per proteggere le donne da gravidanze plurigemellari. Molti medici ritengono inoltre che sia meglio sottoporre le donne a più cicli di stimolazione a basso dosaggio piuttosto che a un solo bombardamento a dosaggi molto alti, che può essere molto pesante, per produrre più ovuli possibile e poi congelare gli embrioni eccedenti e averli disponibili per successivi impianti. Secondo le stime della “National Summary and Fertility clinic reports” (US Departement of Healt and human service), per ogni trasferimento in utero si ha il 31,3% di probabilità di nascita quando si utilizzano embrioni non congelati, quando si trasferiscono cioè immediatamente. Se invece si utilizzano gli embrioni congelati la percentuale scende al 17,6% . La discussione, quindi, verte quindi sull’opportunità o meno di applicare alcuni protocolli medici, e il secondo e il terzo quesito referendario – quasi uguali e ai limiti della incomprensibilità - si potrebbero tradurre così: “Siete favorevoli ad eliminare il divieto presente nella legge 40 di crioconservare (congelare) gli embrioni in modo da non dover ripetere i cicli di stimolazione ormonale necessari a produrre gli ovuli da fecondare?”. Va inoltre detto che alcuni operatori delle Pma lavorano ormai anche sulla crioconservazione degli ovuli e non degli embrioni, tecnica che ha dato risultati incoraggianti. Ma – e qui sta il punto che ci turba – i ginecologi impegnati sul fronte abolizionista sono tutti favorevoli al congelamento degli embrioni, mentre i pionieri (e sono soprattutto pioniere, in verità) del congelamento degli ovuli sono dall’altra parte insieme ad altri genetisti e scienziati che lavorano sulla Pma ma in un’altra ottica. Perché chiedere ai cittadini di pronunciarsi sulla bontà o meno di una singola tecnica come se fosse un problema giuridico o morale, mentre in realtà la guerra in corso è fra lobbies scientifiche e economiche contrastanti?

“Le donne saranno costrette a farsi impiantare gli embrioni anche se malati”.
Non è vero. Le linee guida di applicazione della legge 40 specificano che, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, nessun atto invasivo è permesso senza il consenso dell’interessata.
(http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/procreazione_linee_guida/decreto.html)

“La legge 40 vieta la diagnosi preimpianto sugli embrioni, che permette di scoprire se l’embrione sia portatore di malattie genetiche”.

La diagnosi preimpianto consiste nel prelievo (rischioso) di una cellula dall’embrione per analizzare la presenza di alcune malattie e scartare gli embrioni portatori. È una tecnica ancora imprecisa (il margine di errore del tre per cento costringe comunque ad una successiva amniocentesi), potrebbe funzionare solo in pochi casi di malattie monogeniche e non tiene conto di una elementare osservazione: molti di noi sono portatori di malattie che non si sviluppano nel corso della nostra vita perché anche i fattori ambientali hanno la loro importanza. Jacques Testart, uno scienziato francese molto progressista che pratica la fecondazione assistita, respinge anche la selezione embrionale sulla base della presenza di un solo gene, perché nulla sappiamo delle sue combinazioni con gli altri geni. E porta un esempio: nelle grandi pestilenze che in passato hanno afflitto l’umanità – e oggi nel caso dell’Aids – c’è una fetta di popolazione che rimane immune dalla malattia proprio perché portatrice di una mutazione genetica che la preserva. Con una diagnosi preimpianto gli embrioni portatori di un gene modificato sarebbero eliminati, impedendo alla natura di creare una riserva di persone resistenti alla malattia.
A noi sembra che la diagnosi preimpianto rischi di portarci verso un’eugenetica che non si basa più sulla selezione dei tratti somatici (che comunque già avviene in paesi in cui è legale, come gli Stati Uniti) ma su un presunto criterio di salute ottimale e arbitrariamente deciso sulla base delle attuali conoscenze che domani potrebbero essere smentite proprio dal progresso scientifico. Anche in questo caso invochiamo cautela e vogliamo mettere al bando le illusioni di avere un figlio perfetto. Il rischio è insito nella vita e nel dare la vita, le donne lo sanno. E’ giusto fare prevenzione, ma è una follia far credere che la scienza possa controllare l’incontrollabile e che a questo scopo sia giusto pagare qualunque prezzo.
Più studiamo questo argomento e più ci rendiamo conto che diagnosi preimpianto è un terreno molto complicato dal punto di vista scientifico e etico, che sarebbe opportuno affrontare presa di coscienza dei vantaggi e degli svantaggi.

“La legge 40 proibisce la ricerca sulle cellule staminali embrionali e blocca l’avanzamento di importanti ricerche per la cura di gravi malattie”.
Questa argomentazione ci indigna più di altre perché i cittadini vengono convinti che per ragioni misteriose la legge in vigore sbarri la strada alla cura certa e immediata di malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e l’Alzehimer, diffuse e temute. Ma non è vero. Finora tutte le sperimentazioni con cellule staminali embrionali sugli animali hanno dato esiti negativi, eppure la sperimentazione viene già fatta sulla natura umana. A tuttoggi non esiste nessun protocollo di cura con cellule staminali embrionali e anche i fan più accaniti ammettono che è un traguardo incerto e molto lontano. (http://www.lucacoscioni.it/node/2486) . Ci chiediamo allora perché destinare fondi e personale di lavoro su una ricerca rischiosa e ancora agli inizi distraendoli da filoni già avviati. Cure con le staminali adulte sono già praticate - esistono 58 protocolli di cura - e proprio l’Italia ha ricercatori brillanti e internazionalmente riconosciuti in questo campo, tanto che la comunità scientifica stessa non è affatto compatta sui miracoli che vengono attribuiti alle staminali embrionali. (http://www.ecologiasociale.org/pg/biotecnologie_home.html). Noi ci diciamo che l’embrione non sarà un soggetto separato dalla madre, ma indubbiamente è un potenziale di vita. Non è meglio, dunque, applicare un principio di precauzione e rispetto piuttosto che lasciare ad eventuali dottor Stranamore le briglie sul collo? Secondo noi sì.

“La legge 40 vieta la fecondazione eterologa , ma i genitori sono coloro che crescono i figli e non chi fornisce il materiale biologico”.
Non ci interessa la tutela della famiglia patriarcale né di quella biologica come vorrebbero i cattolici contrari all’eterologa. Ci piacciono tutte le combinazioni familiari, comprese quelle omosex. Ma siamo colpite dal fatto che quando si parla di eterologa la scena è dominata dallo sperma, mentre nessuno o quasi nomina la donazione di ovuli, che pure è la parte più complicata. Per donare gli ovuli bisogna fare apposite stimolazioni e un intervento ad hoc per asportarli. Proprio la maggiore complicazione fisica espone le più povere delle terra a diventare serbatoio di ovuli. Esiste già un fiorente mercato, alimentato non solo dalle coppie sterili ma anche dalla scienza, che ha bisogno di un numero enorme di ovuli per le sperimentazioni.
Siamo inoltre fermamente contrarie all’anonimato del donatore di materiale biologico e l’esperienza della liberale Inghilterra dovrebbe insegnare qualcosa (da aprile, al compimento del 18 anno è possibile conoscere il proprio genitore biologico). Anche chi è adottato può non sapere delle sue origini ma nessuna legge gli impedisce di andarle a cercare. In Svezia l'eterologa è stata vietata di recente per ragioni molto laiche: il numero di separazioni tra chi l'aveva fatta erano il doppio che nelle altre coppie. Anche gli psicanalisti avvertono: l'ordine simbolico familiare è profondamente modificato e ricomporlo non è una faccenda risolvibile solo nelle relazioni private.
E poi l’esperienza omosessuale di un desiderio di paternità e maternità, spesso citata come argomentazione progressista a favore della liberalizzazione delle tecniche di Pma, è molto più complessa e interessante di quanto si creda. Molti e molte non si arrendono alla soluzione scientifica che viene loro proposta come unica possibilità, ma cercano altre vie. Conosciamo maschi gay che hanno stipulato in amicizia accordi con femmine gay, e hanno concepito figli a letto o con i kit fai-da-te, in modo che i bambini nascessero per vie naturali e sapendo chi sono i loro genitori. Un amico gay americano che desiderava un figlio ci ha raccontato che, di fronte al medico che gli proponeva di comperare un ovulo da una donna colombiana, fecondarlo con il suo sperma, reimpiantare l’embrione dentro la donatrice pagandola come utero in affitto, ha pensato: “Preferisco di gran lunga andare a letto con una mia amica e avere un bambino con lei”, e così ha fatto.

Con questo scritto non vogliamo convincere nessuno a fare come noi ma testimoniare una passione politica e una posizione femminista, di minoranza, che non ha voce. Ci piacerebbe seminare qualche dubbio, ma soprattutto il desiderio di chiudere le orecchie alla propaganda del capitalismo biotech che ha incantato anche la sinistra e di cercare, indagare, riflettere, parlare con le altre. In questi mesi abbiamo fatto una curiosa esperienza. Basta nominare questo argomento per essere subissate di domande. Tante donne e tanti uomini sentono che quel che la propaganda dice non è vero, che c’è di più e che la faccenda è di importanza cruciale. Lo sanno con il corpo, madri o non madri, padri o non padri che siano.

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fate una cazzata
by femminista, donna e mamma Monday, May. 30, 2005 at 10:20 AM mail:

Lasciatevelo dire, ma fate una solenne cazzata a non votare.

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Siete contro le donne
by Claudia Monday, May. 30, 2005 at 10:42 AM mail:

Non andando a votare (si o no) vi schierate contro la libertà di decidere delle donne, quindi vi definite "erroneamente" femministe.
Se resta in vigore questa legge saranno libere di decidere cosa fare solo le coppie con soldi che potranno andare in Francia a cercare di risolvere il problema che hanno mentre in Italia (come preannunciato da Gasparri, zittito da Storace, solo perchè non bisogna parlarne prima del referendum del 12/13 giugno prossimo) la prima cosa che si farà, nel caso vinca l'astensione, si ritoccherà anche la legge 194 sull'aborto.
Da "femministe" sapete cosa significa questo? O si tornerà a rivolgersi alle mammane con tutti i rischi già sperimentati prima della legge 194 oppure, sempre per chi ha i soldi, si fa un viaggio a Londra per abortire.

Da semplici cittadine, l'unico modo che abbiamo per far sentire la nostra voce, è votare Si o No, MA VOTARE soprattutto perchè è questa la paura che hanno tutti quelli che sono per l'astensione: "che gli elettori vadano a votare".

Io ho 48 anni, ho votato per il referendum sull'aborto, non ho mai abortito, ho due figlie e andrò a votare 4 SI perchè voglio che loro possano in futuro decidere, in caso di bisogno, cosa fare.

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libertarie?
by marco Monday, May. 30, 2005 at 11:25 AM mail:

Vedete, tutte le vostre parole, care Alessandra e Paola, per quanto all’apparenza sagge, non riescono a nascondere il vero effetto delle vostre scelte: due voti in meno per il quorum. Vi scagliate contro l’uso – possibile o certo – della fecondazione e di altre pratiche ambigue e pericolose, senza rendervi conto che il vostro atteggiamento pratico, alla fin fine, tolte tutte le parole, contribuirà a tenersi la legge 40 e a chiudere ogni discussione sulla questione. Il fronte anti-referendario si esalterà e si preparerà alla prossima mossa: la legge sull’aborto … Altro che “una libera, ampia discussione, e pieno accesso alle informazioni” …
Anch’io, padre consapevole, sono a disagio su questi argomenti, e alcune delle vostre considerazioni le condivido totalmente. Però sono stato abituato a valutare la portata pratica delle mie scelte. Il fallimento del referendum farà acquisire consapevolezza ulteriore alle persone sulle questioni che ponete? Andiamo, non siate ingenue … Con la vostra astensione volete simboleggiare la richiesta di una moratoria, che sapete benissimo impossibile, perché gli astensionisti se ne sbattono delle donne, dell’infertilità, del nascituro, dell’embrione: vogliono imporre il loro punto di vista sulla vita e sulle relazioni umane, nonché sul considerare la donna un corpo “da limitare” se in contrasto con la loro visione … Figuriamoci se sono intenzionati ad aprire un confronto serio sulla fecondazione; non l’hanno fatto sino ad oggi davvero pensate che possano farlo domani? Ma se poi, per caso, anche voi sapete che è così, che non lo faranno, (e la vostra “saggezza” mi fa sospettare che lo sapete), allora la vostra è una posizione di principio che somiglia tanto al nascondere la testa sotto la sabbia.
Ma la cosa più importante, e devo dire per me intollerabile, è che avvalorando la legge 40 come il meno peggio (dite esattamente “è cauta quanto noi siamo caute e limita pratiche che ci inquietano”), accettate di fatto il pensiero autoritario che la ispira; e non mi riferisco tanto al "concepito", quanto al fatto che una legge dello stato possa prendere posizione e stabilire la giustezza di una corrente di pensiero scientifico a scapito di altre. Altro che libertarie … Potete trincerarvi dietro le parole più belle di questo mondo, ma restano i fatti, i crudi e muti fatti, quelli che vi vedono schierate per un legge che è un unico divieto, che decreta in maniera errata su una materia così complessa, che riduce a quasi zero la libera scelta delle coppie sterili … Avete salva la coscienza, ma a che prezzo?

(PS: se scegliete di essere feconde e creative “senza figli”, libere di farlo, ma perché volete che altri seguano i vostri precetti? Vi sembra libertario? Suvvia, scendete dal vostro piedistallo … Ci può essere una maternità e una paternità consapevole, anche ricorrendo alla fecondazione assistita, e se davvero pensate che non ci sia certezza sull’esito positivo della crescita, anche psicologica, di figli nati “in provetta” con la eterologa, non vi rendete conto che con il vostro atteggiamento “purista” assecondate l’idea – propria della legge 40 – che solo il legame “di sangue” sia foriero di positività? Ripeto: potete scrivere con parole che non è così, e infatti lo scrivete, ma i fatti contano molto di più di mille parole … Una persona non si giudica in base a quello che dice di essere, ma in base a quello che fa: e voi, col vostro comportamento, confermate l’anti-libertaria legge 40 … Contente voi … ma almeno, per favore, non forgiatevi del titolo di libertarie … )

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l'astensione di sinistra serve
by alessandra Monday, May. 30, 2005 at 3:54 PM mail:

la mia militanza per un'astensione di sinistra serve per non fare intascare il senso politico dell'eventuale mancato quorum ai preti. ricordatevi che all'astensione invita anche parte della margherita, cioè un partito delal coalizione di centrosinistra. se non si vuole lasciare la coscienza del limite e del governo dell'embrione ai preti, alla margherita cattolica, serve un pensiero politico di sinistra cauto e riflessivo, critico sulle applicazioni della scienza. La legge 40 sarà comunque cambiata, ne parleremo per i prossimi trent'anni, siamo nel medioevo del biotech, adda venì ma è proprio qui alle porte.
infine la legge 194: c'è un uso dissenato, politicista e tattico dei SI sulla sempre possibile revisione della legge (lo sappiamo, ce la manacciano di continuo). fa male alla sicurezza della legge questo casino. pensate che metteranno le donne in galera? o le costringeranno in un lager a partorire? no, i rischi ci sono e per me sono legati all'aborto terapeutico. ce la smettessero allora i referendari di dire che la diagnosi preimpainto serve per non abortire dopo e aggiungendo : allora mettiamo in dubbio i test di diagnosi pre-natale? appunto, fanno passare le donne come eugenitrici che fanno l'amniocentesi solo per abortire se il ragazzino è down. come se l'mniocentesi fosse selezione del migliore, come se tutte la facessero, come se non ne esistesse una che il down magari se lo tiene. ecco come si costruisce una piattaforma di attacco alla libertà di una madre di decidere che cosa fare del proprio feto. La differenza tra 194 e 40 c'è e si vede. nella 40 si parla di embrioni fuori dal corpo della madre, nella 194 di embrioni e feti dentro il corpo. non la vedete la differenza? è il corpo delle donne.

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L'ASTENSIONE SERVE A LORO
by marco Monday, May. 30, 2005 at 6:19 PM mail:

anch’io credo di avere un pensiero "cauto e riflessivo" ... però cerco di stare attento alle situazioni in cui mi trovo e cerco di comportarmi di conseguenza ... per usare una metafora: cristo una volta porge l'altra guancia, l'altra impugna la verga e scaccia i mercanti dal tempio ... l'astensione di sinistra è una cretinata o, per dirla più finemente, è una contraddizione in termini ... non in generale, sia chiaro ... io stesso, alle ultime tornate elettorali, mi sono astenuto, visto che proprio non me la sentivo di dare il mio voto ad una sinistra molto "sinistra", fatta ad immagine e somiglianza della destra ... però questo referendum è un'altra cosa … in questo caso, professarsi di sinistra e astenersi è davvero una contraddizione non sanabile, il cui unico risultato sarà la conferma di una legge ambigua, che sa tanto di rivalsa su questioni tipo adulterio (che cos’è l’eterologa se non una forma di adulterio?), uso sfrenato di contraccettivi (o forse bisogna prendersela con le industrie di lattice che spingono per un uso dispiegato dei preservativi?), ma soprattutto su ciò che sta alla base della legge sull’aborto, ossia il fatto che il feto “dipenda” dal corpo della donna … e qui, proprio su questo punto, cara Alessandra, cadi in una ulteriore contraddizione, visto che tutti i maramaldi cattolici, papa in testa, con il loro impegno anti-referendario stanno cercando di ribaltare questo assunto a favore del rispetto di un qualcosa che è sì vita, ma non è ancora persona (embrione), decretandone i diritti come se potesse esistere al di là del corpo femminile … e dunque, stringi stringi, il diritto alla vita del nascituro andrà salvaguardato con l’impedimento dell’assassinio … certo, probabilmente non mireranno ad una cancellazione totale della 194 … ma la “vittoria” contro il referendum aprirà la strada alla revisione di quella legge … o no? … e se invece pensate che sì, che la vittoria degli anti-referendari aprirà la strada alla revisione della 194, allora perché insistere con l’astensione e non dichiarare un SI “cauto e riflessivo”? perché invece, per la vostra più volte sostenuta riflessività e cautela, portate acqua al mulino di chi è portatore di una idea di vita anti-storica, opprimente, degradante, e che ha fatto partire una crociata (contro il “relativismo”) che mira ad eliminare dal corpo sociale tutto ciò che sa di libertà della donna, di sessualità consapevole e senza possesso, di convivenza “di fatto”, di famiglia allargata? Davvero, pur trovando alcune vostre considerazioni sensate e apprezzabili, non riesco a comprendere l’astensione, il cui senso politico è, se permetti Alessandra, già chiaro fin da ora, e non saranno certo le vostre voci a farlo tacere o a colorarlo diversamente …

il “medioevo biothec” allo stato non mi preoccupa; mi spaventa di più la clonazione delle coscienze, che è già operante. L’etica dell’impresa (del profitto dispiegato, costi quel che costi), per sopravvivere ha bisogno di mostrare anche la sua anima buona, l’etica della vita in chiave cattolica. Sono due facce della stessa medaglia. La legge 40 getta le basi per una ulteriore passo avanti di questo connubio infernale … Astenersi fa gioco …

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Uscite dalla nostra storia
by Ne stato ne chiesa ne patroni Monday, May. 30, 2005 at 6:37 PM mail:

L'astensionismo a sinistra serve solo a chi vuole decidere sui nostri corpi, scusateci care Alessandra Di Pietro e Paola Tavella ma intanto che voi giocate alle "rivoluzionarie" prezzolate da libero e rivalutate da vari giornali la figura di Condoleeza Rice mentre in Iraq si continua a morire, noi preferiamo dare la possibilità di autogestire e autodeterminare le nostre scelte, poi ognuno faccia quello che vuole.
Ma per correttezza scrivete cosa vuol dire per le donne se tutto rimane così perchè la vostra continua ricerca di una posizione di visibilità andrà bene per il vostra carriera ma a noi rischia di cancellare 30 anni di diritti, salutatemi Ferrara e Ruini a pugno chiuso compagne..
http://www.ecn.org/contrazione

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E' la cosa più interessante che nho letto finora
by S-Tek Monday, May. 30, 2005 at 8:07 PM mail:

Sono ancora in dubbio sul da farsi il 12 e 13 ma credo che questa sia una delle analisi più interessanti che ho letto finora sul tema dei referendum (anche se come voi stesse sottolineate, non è che si sia detto veramente gran che).
La maternità come unico orizzonte di vita per le donne ec ome unico orizzonte di definizione del sè, l'amicizia con la scienza medica maschile e la supremazia della scienza sono tutti temi nei confronti dei quali coltivo profonda diffidenza (e avversione) da anni e mi stupisce che le donne, tranne poche,ne parlino così poco.
Come è stato detto da molte appena questa legge è comparsa (a marca DS se non sbaglio) ciò che la caratterizza è che nessuno l'aveva chiesta e questo anche perchè non ci siamo ancora date gli strumenti per comprendere in quale direzione vanno e tecniche di riproduzione e la scienza.
Io detto sinceramente, non so che fare!!!
S-Tek

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Mi spiego meglio
by S-Tek Monday, May. 30, 2005 at 9:06 PM mail:

Mi spiego meglio, perchè ho avuto il dubbio di essere fraintesa. Io credo nel diritto di orgnuna/o di scegliere come gestire la propria vita, se e come fare i figli. Mi oppongo a tutti i tentativi di stabilire dei diritti giuridici degli embrioni.
Credo però anche che quello in cui ci stiamo muovendo non è affatto un terreno di libertà, la libertà è un'altra cosa.
Possiamo decidere di fermare l'oscurantismo e lo stato etico (e spero che lo faremo) ma secondo me dobbiamo tenere presente che stiamo resistendo e non rilanciando.

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per le amiche pink
by alessandra Tuesday, May. 31, 2005 at 1:03 PM mail:

Scusate care amiche pink
sono molto sorpresa e amareggiata dalla vostra risposta. non posso fare a meno di pensare che è tipicpo di fascisti aggrediire le persone senza discutere le idee. siccome voi fasciste non siete, mi sarei aspettata anche un'agressione ma sulle cose che ho scritto nella lettera e non sulla mia persona oppure sulla mia scelta di non voto.
sul vostro sito, bellissimo peraltro, non c'è informazione e in compenso brilla qualche grossolano errore (la legge impedisce la ricerca sulle staminali embrionali e non sulle adulte, il quesito tre è uguale al 2 ma ha in più soggetto embrio etc...).
in bocca al lupo
salutatemi Fini e Prestiagiacomo

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il pink vi dà alla testa
by sister j Wednesday, Jun. 01, 2005 at 12:01 AM mail:

Ragazze pink, come siete offensive con le altre donne. A volte succede che alcune non la pensino come voi. Io non vado a votare perchè sono un'anarchica e non voterò mai in vita mia, però vorrei sapere: ma quanto paga Libero? Veramente si fa carriera con Condoleza? Un prete mi darebbe un buon lavoro? Spiegatemi che sono in ansia.

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patroni in che senso, scusa
by wendy Wednesday, Jun. 01, 2005 at 12:11 AM mail:

Cara Né chiesa né stato né patroni, quando leggo quel che scrivono donne come te penso che è giusto che si offrano per la sperimentazione del biotech. Guarda che se ti fai iperstimolare e poi asportare gli ovuli fai felice uno scienizato nella sua cantina, e poi ti pagano anche, poco ma è pur sempre qualcosa. Perché lasciare questa onesta fonte di reddito alle donne povere, a quelle del Terzo Mondo o alle sinti e alle rom? Ci possiamo fare due lirette anche noi, qui in occidente, che siamo padrone del nostro corpo, no?
Love
w.

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Secondo me siete pazze
by seve Wednesday, Jun. 01, 2005 at 9:07 AM mail:

Non capisco, ma siete impazzite, votate quello che volete o non votate come ratzinger, ma non mi raccontate che togliendo una parte di una legge che non ci lascia libertà di scelta sui nostri corpi peggioriamo la nostra situazione.
Potete girarla come volete, ma non scegliete anche per noi, tanto voi ricche e saccenti donne del primo mondo non avete frontiere e diritti da difendere potrete andare all’estero anche se toglieranno aborto. Spero proprio che la vostra sia una provocazione radicalschic, anche se stupida e autolesionista, pensate ai danni che fate se la vostra è ancora una posizione sincera e non strumentale.

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il posto giusto
by mae Wednesday, Jun. 01, 2005 at 11:30 AM mail:

è molto interessante tutto quello che passa su indy sull'argomento pma. ma perchè questa sta nella categoria del sex e gender come fosse solo una questione di femmine?. l'avrei più vista in ecologie o in repressione e controllo, insomma qui si discute di scienza che detta legge sui nostri corpo, di leggi che frena le scelte personali, di natura più o meno offesa. mi sembra riduttivo discuterne qui in questa sezione.

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pink
by pink Thursday, Jun. 02, 2005 at 4:03 PM mail:

premettendo che anche io pink, anche io in contrazione e che non mi sognerei di apostrofare nessun° che dimostrasse di avere un'idea diversa dalla mia in tema di procreazione (non stiamo forse lottando perché vi sia libera scelta ed opinione in uno stato laico?)
La sperimentazione tout cout non è male. La scienza non è male in sé. La ricerca scientifica può essere nociva e eseercitare potere se non è controllata da chi vi si sottopone (vedi pillola del giorno dopo o il laser ottico contro la cecità). Per questo l'obbiettivo delle referendarie come noi è quello di ristabilire un rapporto tra risirse tecnologico-scientifiche e persone. Andando a votare si può urlare che non ci staimo a che uomini prelati, prezzolati e onorevoli decidano su di noi.
La maternità non è un orizzonte di vita e tantomeno auspichiamo che lo diventi. Ci battiamo perché si possa liberamente scegliere. perché nessuno ci dica come amare, come procreare, come usare ciò che ci appartiene (vedi l'embrione).
Pensiamo, e uso il plurale perché condivido con molt° queste opinioni, che ogni persona debba sentirsi libera di cedere parte di sé alla ricerca senza un divieto etico che non parta da lei.
Quando si porrà il problema di ostracolare un'intervento eugenetico della scienza in materia di procreazione, faremo lo stesso casino che stiamo facendo ora. Vogliamo che chiunque possa scegliere di avere, fare e adottare un bimb° con problemi genetici, ma che sia post° in grado di operare tale scelta.
Ogm non è uiguale a PMA. Nel primo caso sappiamo già che l'invasività ambientale e organica della diffusione degli OGM non è salutare. Nel secondo caso, quello delle PMA, sappiamo che solo migliorando le condizioni della loro applicazione, formulando terapie ormonali ad personam, migliorando le tecniche in generale, la procreazione assistita potrebbe essere qualcosa di meglio di quella pratica difficile e dolorosa che è oggi.

basta con l'intoccabilità di madrenatura. Genere non è sesso, persona non è natura, o per lo meno non slo quello. Cultura è tecnologia, la tecnologia è parte integrante del nostro quotidiano. Sta dentro i nostri corpi, come il pacemaker di mia nonna.

amica pink

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la dal punto di vista del mostro...
by synner Monday, Jun. 06, 2005 at 4:50 PM mail:

il 13 giugno andrò a votare 4 si.
perché considero intollerabile una tale ingerenza del diritto nella sfera intima.
perché non tollero l'alleanza tra la parte più conservatrice della comunità scientifica, un parlamento formato al 90% da uomini e la chiesa.
perché non accetto la negazione del primato della madre in tema di riproduzione né l'attribuzione di soggettività all'embrione né l'uso del concetto di vita abusato dall'asse RuRu (ruini + rutelli).
perché l'evocazione del ritorno alla (presunta) natura mi fa orrore così come il modello di famiglia eterosessuale e i colpi di coda reazionari di fronte al mutamento.
perché credo che questa legge produca danni sui corpi delle donne.

mi occupo della legge sulla fecondazione assistita dal 2002 insieme alle altre donne di A/matrix (http://www.amatrix.it).

In 3 anni abbiamo fatto tantissimi di incontri pubblici con altre donne, attiviste, scienziate/i, giuriste, storiche della scienza, biologhe ecc.ecc. Nel 2002 abbiamo coniato lo slogan "L'unica legge è il desiderio" e reclamato l'accesso alle tecnologie di riproduzione per donne single, lesbiche e gay come possibilità di sfuggire al "destino biologico".

Tuttavia ci siamo anche interrogate sulle modalità in cui le tecnologie di visualizzazione hanno contribuito a rappresentare il feto come entità autonoma dalla madre, come tecnofeticcio (http://www.thething.it/ultrasound - http://www.carta.org/campagne/diritti/procreazione/031223Videofeticismi.htm),
Abbiamo discusso la spinta alla maternità compulsiva che il marketing dell'industria reprotech alimenta (soprattutto negli Stati Uniti dove diversi gruppi (cyber)femministi hanno lavorato sul tema). Abbiamo ragionato sul gap tra scienza e società, sull'opacità di protocolli, procedure e pratiche mediche, sulle ripercussioni della privatizzazione della ricerca, sui conflitti interni alla comunità scientifica, sulle connessioni tra fecondazione assistita e un contesto tecnoscientifico in cui il brevetto sulla vita è un business di dimensioni inimmaginabili.
Tutte questioni non di poco conto quando di mezzo ci sono i corpi e la gestione del vivente.

Tutta 'sta pippa per dire che, sebbene non condivida minimamente la scelta di Alessandra e Paola né alcuni dei loro argomenti, non condivido neppure chi liquida in modo tanto sprezzante le questioni che sollevano. Credo che nel "fronte del si" la discussione su una serie di temi cruciali (vedi sopra) sia stata semplificata per ragioni di realismo politico o per cattiva fede. riprendere in mano le fila del discorso è necessario. ne va dei nostri corpi e dell'ecosistema a cui sono connessi.

in questi casi la complessità non fa mai male. la superficialità e l'approssimazione si.

“Dal punto di vista del mostro, in cui mi posiziono, i discorsi sull'armonia naturale, il non-alieno e la purezza non servono a capire la nostra genealogia nel Nuovo ordine Mondiale. Piaccia o meno, io sono imparentata al Pu 239 e a ogni genere di creature transgeniche, transpecifiche e tradotte” D.J.H.

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