Sabato 11 giugno si è svolta a Milano una serie di iniziative in solidarietà con il prigioniero ecologista radicale Jeffrey “Free” Luers, arrestato nel 2000 e condannato a scontare una pena di 22 anni e 8 mesi.
PER “FREE”, PER LA TERRA E PER LA PALESTINA
Sabato 11 giugno si è svolta a Milano una serie di iniziative in solidarietà con il prigioniero ecologista radicale Jeffrey “Free” Luers, arrestato nel 2000 e condannato a scontare una pena di 22 anni e 8 mesi. Free ha incendiato tre S.U.V. (Sport Utility Vehicles, macchinone super inquinanti) in una concessionaria di Eugene, Oregon, ma un processo falsato e una evidente montatura lo hanno incastrato per altri incendi di cui ha sempre negato la paternità, fino a dargli questa spropositata condanna. Free era un attivista noto per l’impegno con Food Not Bombs, per la liberazione animale, contro le discriminazioni sessuali e la devastazione della Terra. Dal 1998 ha passato due anni sugli alberi, in un accampamento di lotta che ha salvato la foresta centenaria di Fall Creek dal disboscamento.
Il primo presidio si è svolto davanti al consolato americano, esponendo cartelli per la libertà di Free e uno striscione: “uomo, natura, animali o si salvano o si perdono insieme”. Dato il passaggio di gente chic ma disinteressata e di turisti stranieri, il senso della nostra presenza stava nel fatto che in molti altri paesi del mondo ambasciate e consolati americani si sono visti persone sotto le loro sedi che parlavano di Free e della sua lotta contro le devastazioni ambientali e per la libertà degli esseri viventi. Poi ci siamo trasferiti davanti al McDonald’s di p.zza San Babila per mangiare e distribuire delizioso cibo vegano. Abbiamo gustato ricette prive di crudeltà sugli animali ( senza carne, latte, uova) e abbiamo distribuito volantini informativi sulle attività devastatrici di McDonald’s, che sembrano ormai evidenti ma che non impediscono a molti di consumare quei pasti pieni di sofferenza animale e di nocività che portano danni alla salute dei consumatori. Se proprio ci tengono… Avendo avvistato una bandiera di Israele che sventolava da un gazebo alcuni di noi si sono avvicinati e hanno visto che era degli Amici di Israele (nome già piuttosto eloquente) sponsorizzati da El Al (compagnia aerea israeliana) e dall’ufficio del turismo israeliano. In realtà non ci è interessato sapere se stavano promuovendo il turismo nella terra strappata ai palestinesi o se stessero facendo finta di promuovere il dialogo tra i popoli perché entrambe le cose erano inaccettabili visto che si tratta di una organizzazione che ha molte cose da nascondere dietro ai depliants e a quelle facce da bravi democratici. Abbiamo dimostrato il nostro ribrezzo per tanta sfrontatezza circondando a lungo il loro gazebo, scandendo parole per la libertà della Palestina e ricordando che il sionismo non è altro che una ideologia razzista equiparabile al nazismo e che era vergognosa la loro presenza. Presto il presidio si è spostato lì davanti e con un megafono, abbiamo parlato alla gente in piazza della storia di Israele dimostrando ai sionisti di conoscere le cose e smascherando le loro menzogne mentre questi ci accusavano di essere indottrinati. Le solite argomentazioni per chi si trova di fronte persone che sostengono la lotta di liberazione dei palestinesi dall’oppressione. “Non siete stati in Israele”, “quanti anni hai? Io sono più grande e conosco la storia”, “io ho perso 8 parenti nell’Olocausto”. E allora non hai imparato niente, è stato replicato in quel caso. Per circa due ore li abbiamo letteralmente sovrastati di urla, fischi, cori che ricordavano il genocidio che è insito nello Stato israeliano e cori per l’intifada. Hanno anche cercato di smentire quel che dicevamo parlando al microfono del fatto che Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente e banalità del genere, ricevendo solo più fischi e un boato tale che nessuno riusciva a sentire le loro menzogne. Molte persone si sono avvicinate, simpatizzanti con la nostra prtesta, mentre ben poche, ed evidentemente già di parte, erano quelle che hanno avuto il coraggio di applaudire ai loro discorsi. I sionisti sono stati smascherati e allora hanno avuto il coraggio di venire da noi tutti calmi con l’intenzione di parlare volendo farci credere di essere di sinistra, pacifisti, contro il muro e l’occupazione. Questi furbi quando abbiamo detto loro che Amici di Israele è una associazione sionista hanno avuto la faccia tosta di negare. Dato che noi non siamo di certo nazionalisti, non hanno potuto fare leva sul fatto che una bandiera italiana sventolava di fianco a quella con la stella di David. Anzi, questo non poteva che confermare la loro non considerazione per la bandiera di quello stato fantoccio che i palestinesi hanno ricevuto come contentino. Abbiamo ribattuto a quel che dicevano e poi, visto che non ci interessava parlare di governi di sinistra buoni e di destra cattivi, abbiamo girato loro le spalle e siamo andati via verso un nuovo presidio ecologista.
Stavolta l’appuntamento era alla Chevrolet, per ricordare il danno ambientale dei SUV e la parte delle multinazionali automobilistiche nel cambiamento climatico, nelle guerre per il petrolio e nella cementificazione del pianeta. Centinaia di volantini sono stati distribuiti, trovando anche molto supporto tra i negozianti e gli abitanti del quartiere, stupiti dallo spiegamento di forze poliziesche di fronte alla concessionaria.
Libertà per Free! Libertà per tutti i popoli in lotta! Libertà per tutti gli esseri viventi!
Laboratorio Antispecista – Milano
laboratorioantispecista@yahoo.it
ps: Per l’occasione è stato stampato un breve opuscolo con uno scritto di Free: “Come sono diventato un guerriero ecologista”. Per averne delle copie contattateci.
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