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Oggi processo a 21 detenuti di corelli - sciopero della fame in 4 cpt!!
by comitato di sostegno alla lotta dei detenuti Thursday, Jun. 23, 2005 at 4:05 PM mail:

---

Aggiornamento: Venerdì 17, di mattina, Bocea Marian è stato espulso dal
CPT di Corelli verso la Romania. Certamenente non ci sarebbe nessuna novità
in questa notizia; ormai ci abbiamo tristemente fatto abitudine alle
deportazioni
(curioso notare che anche l'Alitalia tecnicamente li definisce "passeggeri
deportati con accompagnatore").

Ma quella di venerdì è una deportazione un po' speciale perchè si tratta
di uno dei tre testimoni a difesa dei 16 imputati che giovedì 23 giugno
affronteranno l'udienza di 1° grado per gli episodi accaduti la sera del
23 maggio in via Corelli.

A seguito di quegli incidenti c'era stato l'arresto per danneggiamento di
21 detenuti. Di questi 4 hanno scelto il rito abbreviato e sono stati
condannati
a 8 mesi senza sospensione della pena (la difesa ne chiedeva l'assoluzione,
il PM chiedeva sei mesi con sospensione della pena). Un altro ha patteggiato
e si è preso una condanna a 6 mesi sempre senza sospensione della pena.

Ma la maggioranza degli arrestati, rivendicando la protesta "per la libertà"
(testuale nelle udienze di convalida) si è dichiarato estraneo ai
danneggiamenti
e, pertanto ha scelto di andare al rito ordinario.

Formalmente si tratta di un processo a 21 persone accusate di aver
danneggiato
gravemente una struttura di cui sono ufficialmente "ospiti"; questa è la
definizione testuale che si legge nelle testimonianze della croce rossa,
le uniche fornite dall'accusa. Testimonianze che riguardano direttamente
solo 4 dei detenuti di cui due sono stati già condannati e due si dichiarano
estranei.
Bocea Marian era esattamente uno dei testimoni chiave a discapito degli
accusati.

*****

Da qualche mese, a partire da via Corelli, si è accesa la lotta all'interno
dei Centri di Permanenza Temporanea che in alcune occasioni ha assunto la
forma di vera e propria rivolta.

"Siamo stati spogliati dei nostri diritti come esseri umani, ci hanno
ingabbiato
come animali", diranno nel loro comunicato i detenuti del CPT di via Mattei
a Bologna.

Alle condizioni di reclusione all'interno dei CPT, va sommata la violenza
dei rastrellamenti che dai quartieri come San Salvario a Torino fino ai
campi rom di MIlano, vengono eseguiti da polizia e carabinieri.

Di fronte all'intensificarsi della lotta, al tentativo di coordinarla dal
basso, alla radicalizzazione dei contenuti stessi delle lotte che, a partire
dalla denuncia delle pessime condizioni interne di sopravvivenza, tendono
ad assumere le caratteristiche di una battaglia più complessiva per la
chiusura
dei CPT, lo stato risponde con violenze, arresti, deportazioni.

A Milano, il 23 maggio, l'ennesima protesta dei detenuti di via Corelli
si è così "risolta" con manganellate sul tetto, 21 arrestati di cui 9
tuttora
in carcere a San Vittore.

L'azione repressiva, tesa ad intimidire i detenuti nei CPT e a
criminalizzare
ed isolare chi solidarizza con la loro lotta, rivela l'inquietudine dello
stato nei confronti di una possibile generalizzazione della lotta che se
da una parte potrebbe aprire un pericoloso varco all'interno di un sistema
detentivo sempre più diffuso e differenziato, di cui i CPT costituiscono
un anello (forse il più debole poiché ancora non completamente integrato
e per molti versi indefinito da un punto di vista giuridico e normativo),
dall'altra pone immediatamente questioni politiche e interrogativi più
generali
per esempio rispetto all'utilizzo in chiave militare e poliziesca di
porzioni
sempre più consistenti della società (Croce Rossa, Vigili del Fuoco,
personale
salariato del trasporto pubblico e privato, lavoratori aeroportuali), fino
ad arrivare al ruolo non più mascherabile ricoperto dall'Italia nella guerra
imperialista in corso in molti dei paesi di provenienza degli immigrati
reclusi e quindi alle finalità reali dell'allarme terrorismo.

Crediamo pertanto che sia necessario sostenere e contribuire a generalizzare
questa lotta, allargando questo nuovo varco che è andato aprendosi
all'interno
dei progetti oppressivi e repressivi che lo stato, in tutte le sue varianti
politiche, persegue sul "fronte interno" per mantenere una pacificazione
forzata del conflitto sociale e di classe.

LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA: USIAMOLA!
GIOVEDI' 23 GIUGNO PRESENZIAMO NELL?AULA DEL TRIBUNALE DOVE SI TERRA' IL
PROCESSO CONTRO I 21 DETENUTI DI VIA CORELLI.

Non lasciamoli soli il 23 giugno!
Appuntamento dalle 9 dentro il tribunale, 1° piano, II sezione d'Assise

CHIUDERE I CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA
BLOCCARE LE ESPULSIONI
IMPEDIRE I RASTRELLAMENTI
SOLIDARIETA' CON GLI ARRESTATI E I PERQUISITI DI QUESTI ULTIMI GIORNI

Comitato di sostegno alla lotta dei detenuti in via Corelli
***
E' del primo pomeriggio (ieri 22 giugno)la notizia che nei CPT di Milano,
Bologna, Torino
e Modena è iniziato oggi un altro sciopero della fame.

La protesta è ripresa per denunciare le condizioni di reclusione e quindi
per chiedere la chiusura dei CPT, prigioni speciali per gli immigrati che
non hanno un permesso di soggiorno.

A queste motivazioni, che sono alla base dello stato di agitazione dentro
i CPT da ormai quasi tre mesi, si aggiunge la solidarietà con i 16
immigrati
che domani subiranno a Milano il processo per la protesta in via Corelli
del 23 maggio.

E' nostro dovere aiutare i nostri fratelli che sono sotto processo perché
hanno fatto la cosa giusta: hanno denunciato l'esistenza di veri e propri
lager e hanno chiesto la libertà per tutti.

Questa è la dichiarazione che arriva dagli scioperanti: un appello alla
solidarietà e alla mobilitazione per sostenere le ragioni di una lotta anche
all'interno dei Tribunali

Tutti al processo domani mattina!
Appuntamento al Palazzo di giustizia di Milano alle ore 9, 1°piano, II
sezione
penale

CHIUDIAMO I CPT!
FERMIAMO LE DEPORTAZIONI
CANCELLIAMO LE LEGGI RAZZIALI

Comitato di sostegno alla lotta dei detenuti di Corelli

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