Lo scorso 29 aprile un operatore sociale, Giampietro, è stato licenziato dalla cooperativa per cui lavorava. Si tratta della “I.SO.LA.”, che assieme ad altri enti gestisce il servizio di emergenza sociale per conto del V dipartimento Comune di Roma. Lavorava con un contratto che molti di noi conoscono, data la precarietà dilagante nel settore dei servizi sociali: il contratto a progetto.
Lottiamo con Giampietro, contratto nazionale per tutti/e!
È proprio vero: certe vicende per poterle comprendere a fondo, bisogna provarle sulla propria pelle! Così come è vero che chi appartiene ad un mondo fatto di privilegi, magari ottenuti a spese degli altri o esercitando un “potere”, baserà sempre la sua condotta su principi di potere e di privilegio. Lo scorso 29 aprile un operatore sociale, Giampietro, è stato licenziato dalla cooperativa per cui lavorava. Si tratta della “I.SO.LA.”, che assieme ad altri enti gestisce il servizio di emergenza sociale per conto del V dipartimento Comune di Roma. Lavorava con un contratto che molti di noi conoscono, data la precarietà dilagante nel settore dei servizi sociali: il contratto a progetto. Di strada Giampietro ne aveva fatta tanta: al Co.Pro. ci era approdato dopo una lunga gavetta grazie alla quale ha potuto fare esperienza, necessaria oggigiorno per un corretto disciplinamento ai nuovi valori della flessibilità, del turn over, del mercato. Le amarezze di un rapporto occasionale prima, lo sfuggente rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, fino alla promozione, conquistata a prezzo durissimo (…e salario bassissimo!) del progetto! Un contratto sicuro, perché previsto da una legge, la 30/2003, che si è posta l’obiettivo di far emergere il lavoro parasubordinato e trasformarlo in lavoro dipendente o autonomo a seconda dei casi. Gran bell’affare per i detentori di questo contratto, la cui posizione lavorativa è rimasta identica a prima: precaria, sottopagata, ricattabile. Con l’aggravante che ora c’è la legge, quindi ciò che prima era permesso, ora è legale! Il servizio in questione è uno di quelli maggiormente sponsorizzati dal Comune di Roma, vero e proprio fiore all’occhiello dell’Assessorato alle Politiche Sociali per efficienza e capacità di coniugare l’utilizzo delle migliori tecnologie con le risorse umane nel campo del sociale. Le sfreccianti macchine dell’ SOS, dotate di impianto satellitare monitorato dalla Sala Operativa Sociale, offrono soccorso e primo intervento ai bisognosi della città, un encomiabile intervento a protezione delle fasce sociali ultra-deboli che riempiono le nostre luccicanti metropoli. Forse sarebbe il caso di dire “infestano” dato che i racconti degli operatori che ci lavorano mostrano un lato del servizio a dir poco inquietante, assimilabile ad un pronto intervento di pulizia delle strade dai casi più disperati di disagio sociale! L’operatore, privo di ogni possibilità reale di aiuto immediato, compie gli interventi segnalati dalla Sala Operativa e, caso strano, spesso si tratta di barboni “troppo puzzolenti” da far sloggiare, miserabili rifugiati nel terrazzo di qualche condominio ecc. In più, nel servizio di punta del Comune di Roma, quello su cui convergono i migliori investimenti anche mediatici, i rapporti di lavoro continuano ad essere precari e da oggi c’è anche il licenziamento facile! Giampietro ha avuto la colpa di chiedere l’applicazione del Contratto Nazionale di categoria, uno dei peggiori contratti firmati negli ultimi anni, che non prevede neanche una contribuzione piena, salari da fame, aumenti fittizi. Troppo per la presidente di “I.SO.LA.”, questi operatori non si sono ancora abituati a rigar dritto e non rompere le scatole, avrà pensato! E allora a chi le rompe non si rinnova il contratto, così anche gli altri perderanno la voglia di reclamare il giusto, ciò che spetterebbe loro di diritto! Poco importa se la persona licenziata ha perso l’unica, esigua fonte di reddito, se vivrà questo incubo per i prossimi tempi, se dovrà inventarsi chissà quali espedienti per tirare avanti, in attesa di un altro contratto a progetto! Eppure la presidente di “ISOLA” sa bene cosa vuol dire poter contare su garanzie economiche e normative: dipendente del ministero di Grazia e Giustizia con tutte le tutele previste in quanto lavoratori/trici. Perché lei invece precarizza i lavoratori della sua cooperativa? Come fa a gestire contemporaneamente l’attività di manager di cooperativa e la sua mansione Ministeriale? Forse attraverso rapporti familistici con dirigenti di altre cooperative? E noi? Noi che lavoriamo in questo settore, che sappiamo come si vive con questo lavoro, che conosciamo le regole non scritte del lavoro nelle aziende-cooperative, paghe basse, retribuzioni in ritardo, precarietà, usura fisica e mentale: come rispondiamo? Diamo la nostra solidarietà a Giampietro, chiediamo a gran voce il suo reintegro! Potrebbe essere un passo decisivo per imporre il contratto nazionale per tutti/e, in nome della giustissima rivendicazione che a Giampietro è costata il lavoro! Appuntamento sotto l’Assessorato al Lavoro per un sit-in - Lunedì 27 giugno 2005 ore 10,00 Lungotevere De Cenci, 5 COCITTOS (Coordinamento cittadino operatori sociali) Riunioni ogni giovedì alle 21,00 Via Appia Nuova, 357 Informazioni sul sito internet: http://WWW.SOSPRECARI.IT
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