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Lavoro nero, lavoro negato, lavoro che manca: post dinamico
by ImcCalabria Wednesday, Jul. 20, 2005 at 9:46 PM mail:

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Lavoro nero in nome del turismo
by grilloparlante Thursday, Jul. 28, 2005 at 7:24 AM mail:


Lavoro nero in nome del turismo

La Foderauto sta per chiudere. I sindacati cercano di prendere tempo, ma la sorte della più grande fabbrica della costa tirrenica è oramai segnata. In uno scarno comunicato lo scrive la stessa LEAR , la multinazionale che da qualche anno gestisce i sub appalti della Fiat. Non solo i dipendenti di Belvedere verranno messi fuori dalla LEAR , ma ben 8000 in tutto il mondo. I mercati del lavoro si spostano ad Est ed in Cina e la Lear , da buona multinazionale, ne segue le scie. Ora alla Foderauto non resta che la speranza di un rilancio della FIAt stessa che sembra voglia dirigersi verso nuove operazioni, quali quella davvero interessante della riconversione di tutta l’industria automobilistica nell’idrogeno. Potrebbe essere una boccata d’ossigeno, non solo per i cittadini costretti a respirarsi piombo ogni giorno ma a anche per le migliaia di lavoratori e lavoratrici che vedrebbero confermato il proprio lavoro. Ma questi sono processi lunghi ed intanto la Foderauto nessuno crede che possa resistere, anche perché sembra che ci siano in vista finanziamenti governativi che alcuni politici vorrebbero si spostassero nell’area cosentina piuttosto che sulla Foderauto. Intanto è arrivata l’estate. Alberghi, ristoranti,stabilimenti balneari, sono tutti aperti e tutti alla ricerca di personale. Ma guarda caso di personale calabrese non se ne vede in giro. Sono tutti polacchi, ucraine, ceche . Un fenomeno che si ripete da qualche anno ed è immediatamente legato alla panacea turistica. A quanti sostengono ancora che questo turismo porti lavoro e sia pari ad una industria. E’ quanto di più falso si possa sostenere. Non esistendo controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro, che dicono a Cosenza , abbia poco personale , sono molti gli albergatori, i ristoratori,i baristi, i proprietari di campeggi, all’affannosa ricerca di personale che sin dal mese di maggio, lasciano nelle mani dei loro lavoratori misere paghe dopo ore e ore di sfruttamento. Gli alberghi, che dovrebbero essere l’industria vera della costa tirrenica, intanto infrangono una regola. Quella di non stare aperti sei mesi l’anno piuttosto che i miseri due mesi di luglio e agosto. Il 30 agosto la totalità degli alberghi chiude , chiedendo al comune di appartenenza una licenza per lavori di ristrutturazione. Ogni anno ristrutturano, non si sa bene cosa, senza alcun progetto e senza alcun controllo. La legge dice che gli alberghi dovrebbero stare aperti sei mesi all’anno. Così non è. Tutto si riduce quindi ai soli due mesi. Un albergo della costa che conta fino a cinquecento ospiti, ha al massimo 15 persone addette alla pulizia delle camere ed alla lavanderia. Questo vuol dire lavorare 12 ore al giorno, con una paga finale al mese di circa 400 500 euro. Una miseria. Lo stesso dicasi per gli affollatissimi bar. Si inizia a lavorare alle 6 del pomeriggio e si finisce alle 3 / 4 del mattino. Paga finale 500 euro. Campeggi, chioschi sul mare, pizzerie sono tutti a questo livello e possono testimoniarlo tutti coloro che vi hanno lavorato.


Molti operatori turistici preferiscono, per non avere grane, avere a che fare con ragazze straniere. Alcuni offrono lavoro attraverso Internet e trovano subito ragazze dell’est che per tre mesi scendono a fare l’esperienza italiana. Non hanno permessi di soggiorno, né altro e quindi non possono fare la voce grossa. Se si lamentano vengono cacciate dal posto di lavoro e messe subito fuori dall’appartamento che li ospitano.
Alcune storie raccolte fra la loro comunità sono terribili. Una ragazza polacca aveva cominciato a lavorare in un piccolo ristorante della costa. Dopo 15 giorni di lavoro ha capito che questo lavoro era troppo pesante e di non farcela fisicamente, per cui ha chiesto di essere licenziata per ritornarsene nel suo paese. I padroni del ristorante hanno cominciato ad inveire contro di lei , sbattendola immediatamente fuori senza neanche una lira. Quando il ragazzo della ragazza è andato a protestare , lo hanno picchiato mandandolo all’ospedale. Per la ragazza non c’è stato niente da fare che ritornare al suo paese senza neanche poter fare una denuncia.

Le fabbrichette dell’indotto tessile.
Sono una decina e sono sparse nel territorio fra Cetraro e Belvedere ed in quello di Praia. Sono garage adibiti a fabbrichette del tessile. Vivono delle molliche di pane che escono dalla Marlane di Praia , dalla Foderauto di Belvedere M.mo e dalla vecchia Emiliana tessile di Cetraro. Tutte aziende in crisi, con già grossi tagli al personale. Molti operai finiscono in questo indotto occulto. Si lavora in garage, privi di aria condizionata e di tutte le misure minime di sicurezza. Non esiste la paga sindacale e si viene licenziati alla minima protesta.


Nei cantieri edili è peggio. Si trova molta mano d’opera. Ex contadini che si accontentano di poco. Hanno già la casa, la terra che gli da frutti, e piccoli animali di allevamento. Le mogli preparano il pane accudiscono agli animali, spesso vanno anche ai mercati di paese a vendere qualcosa in sovrabbondanza. Qualsiasi paga porti il marito a casa è guadagnato. Gli imprenditori edili conoscono bene questa situazione e ne approfittano oramai da anni. I cantieri non rispettano nessuna misura di sicurezza ed ancora si vedono impalcature senza sicurezze con operai fino ai quarti piani senza casco né cintura. Chi vuoi che controlli.

La disoccupazione nella costa tirrenica ha oramai superato le 40 mila unità. Il lavoro nero è dilagante. Molte fabbriche della costa, che hanno licenziato e messo in mobilità centinaia di operai, hanno aperto piccoli laboratori di supporto alle fabbriche stesse. Piccoli lavoretti che prima si facevano nella fabbrica stessa e che ora invece affidano a laboratori esterni. Spesso sono gli stessi operai che ottengono tali ordini e si licenziano, in accordo con l’imprenditore stesso. Laboratori del genere esistono in garage insalubri, nascosti nelle campagne di Cetraro, Praia, Belvedere. Tutti conoscono questa realtà. Ma tutti tacciono, perché dicono , bene o male, queste donne che vi lavorano portano sempre quelle 200 /300 euro a casa ed in periodi come questo, come si dice , tutto fa brodo.

Dove sta la ricchezza proveniente dal turismo quindi non si capisce. Si lavora poco, si lavora male, e soprattutto si continua ad emigrare. I paesi dell’interno sono oramai spopolati e l’inverno anche quelli della costa vedono centinaia di giovani spostarsi al nord o addirittura all’estero.



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...
by bo Thursday, Jul. 28, 2005 at 10:20 AM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2005/07/840241.php

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animatori dei villaggi vacanza
by animatore Wednesday, Aug. 10, 2005 at 10:21 AM mail:

ogni anno nei villaggi vacanza sono assunti come lavoratori stagionali gli animatori. La loro paga è di circa 250 euro mensili, non hanno assicurazione, dormono negli scantinati, non hanno un minuti di tregua e anche quando mangiano a volte sono costretti a farlo fra i clienti per animare anche qeul momento !!!!! SE si ammalano sono fatti loro insomma!!! Sono i moderni schiavi del turismo insomma. Però le agenzie rassicurano: qeusto è un lavoro che ti piace, ti fai le vacanze e quindi se prendi pochi soldi, se ti ammali perchè dormi negli scantinati, fatti tuoi tanto ti paghiamo per divertirti...
credo che anche qeusta sia una emergenza del lavoro.

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dipendenti della Tesi in agitazione a cosenza
by copiaincollamonitore Wednesday, Aug. 10, 2005 at 10:25 AM mail:

L'Amministrazione comunale interviene in merito all'agitazione dei dipendenti di Tesi attraverso una dichiarazione dell'assessore Franco Piperno. "La Città di Cosenza – dice l'assessore - richiede con forza a FinCalabra di far fronte agli impegni assunti, ben prima delle ultime elezioni regionali, per il rilancio produttivo dell'azienda informatica Tesi. E' del tutto deplorevole che i trentotto dipendenti di questa società non ricevano lo stipendio da alcuni mesi; e che la sorte dei loro posti di lavoro resti, anche nell'immediato, assolutamente incerta. Purtroppo, le serie difficoltà nelle quali si dibatte l'azienda sono riconducibili ad una politica pubblica che, a destra come a sinistra, ha puntato sulla clientela ed il consenso elettorale piuttosto che sulla diminuzione dei costi e sulla capacità di reggere sul mercato dei servizi e dei prodotti informatici. Questa politica ha finito col mutilare seriamente le competenze professionali, che certo sono presenti in Tesi, rendendole subordinate alle strategie dei partiti e, più in generale, alla gestione della mano pubblica. Il Comune di Cosenza, che peraltro partecipa con una piccola quota al capitale aziendale, ribadisce l'esigenza di ristrutturare Tesi in modo che acquisti autonomia produttiva. Infatti, ogni misura meramente assistenziale da parte delle autonomiulla diminuzione dei costi e sulla capacità di reggere sul mercato dei servizi e dei prodotti informatici. Questa politica ha finito col mutilare seriamente le competenze professionali, che certo sono presenti in Tesi, rendendole subordinate alle strategie dei partiti e, più in generale, alla gestione della mano pubblica. Il Comune di Cosenza, che peraltro partecipa con una piccola quota al capitale aziendale, ribadisce l'esigenza di ristrutturare Tesi in modo che acquisti autonomia produttiva. Infatti, ogni misura meramente assistenziale da parte delle autonomie locali, oltre ad avere un respiro ben corto per la sicurezza dei posti di lavoro, apparirebbe profondamente iniqua nei confronti di molti nostri concittadini che versano in condizioni economiche assai più disagiate che i dipendenti di Tesi". (Pubblicato il: 3 - 08 - 2005)
fonte: monitore brutio
http://www.monitorebrutio.net/

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finanziaria avevola lavoro nero
by mino60 Friday, Feb. 10, 2006 at 9:36 AM mail:

Non so se siete al corrente che attualmente non vengono più fatti controlli, (se non in numero irrisorio), su tale fenomeno e nessuno informa l'opinione pubblica che da inizio 2006 gli ispettori del lavoro, stanchi della situazione, stanno protestando rimanendo tranquilli in ufficio come i più fortunati altri "impiegati".
Il motivo della protesta? Invece di ottenere un riconoscimento per i rischi, la finanziaria ha tolto anche l'indennizzo di 26 oppure 86 centesimi all'ora.
Tale indennizzo era l'unica "retribuzione" per le ore di viaggio, non retribuite come ore di lavoro.

Come è possibile non considerare adeguatamente il rischio, il disagio e la professionalità di chi deve controllare gli ascensori, chi deve arrampicarsi sulle impalcature dei cantieri pericolosi, chi deve verificare
se ci sono sostanze tossiche nell'ambiente di lavoro di minori e lavoratrici madri, chi viene aggredito da clandestini e lavoratori in nero, controllare macchinari e lavorare sempre con esigenze di alta
professionalità non solo per la tutela altrui ma anche per evitare rischi penali personali?

Non si vuole disprezzare il lavoro altrui, ma non è accettabile l'irrisoria differenza di stipendio di un ingegnere, che se sbaglia va sotto processo, o di un ufficiale di polizia giudiziaria del Welfare, con
quello di un usciere o di un dattilografo.
Il dover utilizzare la propria automobile, considerando non solo il carburante ma anche l'acquisto, l'usura ed il deprezzamento, con il rischio di incidenti e guasti sulle strade di campagna, non è adeguatamente rimborsato.
A titolo di altro esempio, chi ha respirato amianto negli anni '90 ha avuto un indennizzo, poi abrogato, di 800 lire giornaliere tassate, per un totale di circa 10-20.000 lire all'anno.
Chi è andato sotto processo perchè dopo il controllo un lavoratore si è fatto male ha dovuto anche pagarsi l'avvocato.
Chi è stato aggredito da clandestini o lavoratori in nero (oppure ha avuto l'autovettura danneggiata) ha avuto parole di solidarietà dai colleghi, ma questo è un pò poco.

La protesta dei funzionari del Ministero del Lavoro, sottopagati e senza neppure un'assicurazione per i rischi che corrono, è messa sotto silenzio.
Ora questi funzionari hanno deciso di starsene in Ufficio e non uscire per i controlli o farlo solo dove arrivano con i mezzi pubblici purchè venga loro comperato il biglietto.
E questo fino a quando sarà necessario.
Forse che ai giornalisti interessa poco la lotta al lavoro nero e contro la pericolosità dei cantieri?

Distinti saluti

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