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[Allarme Fame] Post dinamico
by imc italy Tuesday, Aug. 02, 2005 at 1:58 PM mail:

post dedicato a raccogliere i commenti alla feature allarme fame

:: leggi di piu' a proposito dei post dinamici ::

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Per donare occorre avere soldi
by Testarda Wednesday, Aug. 03, 2005 at 11:02 AM mail:

Ci sono tante emergenze a cui non posso che assistere.
Perche'?
Perche' io non ho un lavoro, non ho soldi da dare ad altri perche' ne ho fin troppo pochi per me-e neppure tutti miei.
Fin troppo pochi...
Sono pochi i soldi che mi bastano anche per qualche uscita e qualche birra... per caricare il telefonino e parlare di cazzate... per connettermi ad internet...
Se mi fermassi a pensare tutto, TUTTO perderebbe il suo senso.
Mi giustifico da sola con la scusa che, comunque, c'e' qualcuno che ha di piu', e mi incazzo con chi potrebbe dare e non da.
Se ci fossero persone conosciute, la', anziche' migliaia di persone lontane, sarebbe diverso, sicuramente.
Mah, continuiamo a vivere, loro continueranno a morire.
Mandare dei soldi la', non e' una buona ragione per lavorare?

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Mali
by Nemo Wednesday, Aug. 03, 2005 at 12:03 PM mail:

Per quanto riguarda il Mali, la colpa principale è di George W. Bush, che qualche anno fa bloccò l'importazione di cotone con norme protezioniste, per non danneggiare i già multimiliardari e pasciuti produttori di cotone americani. Il cotone era l'unica voce dell'economia del Mali e l'ingresso del Mali nel mercato mondiale era il primo passo per risollevarsi dalla fame, ma Bush non vuole che l'Africa si risollevi, vuole che ogni singolo abitante di quel continente continui a crepare di fame e malattie.
E' per questo che George W. Bush è da considerare il nemico principale dell'umanità.

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La carne ? Come il tabacco
by tepee Wednesday, Aug. 03, 2005 at 8:13 PM mail:



Controllate cosa comprate, certo, ma soprattutto che MANGIATE. E' appena uscito l'ultimo libro dell'economista alternativo Jeremy Rifkin, "ECOCIDIO", presentato qui da Corrado Augias. [...l'alimentazione dei bovini richiede una quantità di cereali che sfamerebbe centinaia di milioni di persone,...]

"Ho scritto questo libro nella speranza di contribuire a portare la nostra società oltre la carne".Chi può permettersi di chiudere una prefazione con parole di tale peso?
Jeremy Rifkin nel suo Ecocidio, un atto di accusa così documentato che, non esito a dirlo, ha cambiato molte mie idee sui bovini e sull'alimentazione. Non è solo questione di "mucca pazza", anche se le pagine dedicate a questa epidemia sono impressionanti sia per la descrizione di che cosa davvero sia la ripugnante sindrome spongiforme bovina (Bse), sia per la descrizione dell'incoscienza con la quale produttori di mangimi, allevatori e governi hanno affrontato le prime avvisaglie del male. "L'uomo, trattando senza coscienza e raziocinio le altre creature viventi, ha messo a repentaglio la propria salute".
Ricordo che Rifkin parla con cognizione di causa: presiede importanti fondazioni economiche, ha una cattedra sui rapporti tra sviluppo tecnologico ed economia. C'è tutto questo nel libro. L'autore vi esamina il rapporto che ha legato attraverso i millenni l'uomo ai bovini: divinità, merce di scambio, strumenti di lavoro, materia prima per abiti e scarpe, alimento. Oggi il loro peso supera quello dell'intero genere umano, la loro alimentazione richiede una quantità di cereali che sfamerebbe centinaia di milioni di persone, la superficie occupata è pari a un quarto delle terre emerse della Terra.Di più : i bovini emettono metano, un gas che contribuisce all'effetto serra. Infine:"Gli americani e gli europei si ingozzano di carne e muoiono delle malattie del benessere, infarto, cancro e diabete".
La prerogativa di Rifkin è di fare analisi e previsioni che hanno la sciagurata tendenza ad avverarsi. Nel suo precedente "L'era dell'accesso" analizzava alcuni dei più importanti mutamenti nell'economia; molti fatti successi poi gli hanno dato ragione. Qui si tratta di una requisitoria ampia (motivata con la storia, l'economia e l'ecologia), arricchita da elementi medici ed etici, secondo la quale l'allevamento bovino ed il consumo di carne sono fra le principali minacce al futuro benessere della popolazione umana. Abbiamo bistrattato questi animali, scrive, li abbiamo considerati come pezzi di una macchina, li abbiamo alimentati con carcasse malate della loro stessa specie facendoli diventare cannibali. adesso la macchina si ribella, attacca la nostra salute, minaccia la nostra sopravvivenza. Tra non molto la carne sarà trattata come oggi il tabacco, nella sua cultura si nasconde la morte.

c.augias@repubblica.it

Da "il venerdì" del 17-08-2001

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e il fare?
by io Thursday, Aug. 04, 2005 at 2:26 PM mail:

sono d'accordo con l'articolo,e' chiaramente una situazione da denunciare,pero' dire l'allarme e' stato ignorato,gli aiuti sono diminuiti e' si una denuncia,ma tardiva esenza un' indicazione su come agire.io lo sono venuto a saper soltanto 4 giorni fa',mi sono chiesto cosa potevo fare,mi sono collegato con la fao,con gli affari esteri.nessuna risposta,non so se ci sono indirizzi di movimento a cui rivolgersi per questo caso.come possiamo fare muovendoci da semplici cittadini ad aiutare questi popoli? insieme alla denuncia ci deve esser anche una proposta di azione,che in questo caso puo'essere tripla,1)spingiamo nei confronti dello stato affinche' una parte delle tasse che paghiamo vengano indirizzate immediatamente laggiu'2)organizziamo noi per quel che possiamo una spedizione di aiuti da mandare
3)informando se ci sono' realta' che gia'lo fanno a cui contribuire. altrimenti ci troviamo a leggerlo, saperlo e subirlo, mentre penso che sia ora che il percorso cambi in leggerlo(a parte che lo vorrei aver saputo prima)saperlo,reagire e far reagire, risolverlo.e indy puo' fare molto per andare avanti in questo senso.

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Nigeria: in fondo al pozzo
by ..... Thursday, Aug. 04, 2005 at 9:24 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2005/08/847253.php

Nel delta del Niger, multinazionali dell'energia fanno grandi affari e gruppi rivali si combattono per contendersene le briciole. A uso e consumo del business, il governo nigeriano reprime violentemente disordini e contestazioni, chiudendo gli occhi di fronte a gravi violazioni dei diritti umani e a disastri ambientali.

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Niger, così un'intera generazione sarà cancellata dalla fame
by Emanuele Piano (Liberazione) Friday, Aug. 05, 2005 at 1:20 PM mail:

da Liberazione http://www.liberazione.it
05 agosto 2005

Reportage dal paese africano che attraversa la peggiore crisi alimentare degli ultimi 20 anni. L'allarme dell'Unicef: è una catastrofe.

Niger, così un'intera generazione sarà cancellata dalla fame
Emanuele Piano
Niamey nostro servizio
http://www.liberazione.it/giornale/050802/LB12D6DD.asp

Aereo Ilyushin 76 del Programma alimentare mondiale, aeroporto di Brindisi. Velivolo imponente con delle ampie finestre che coprono la prua. Un ampio cargo nel retro della cabina di comando carico di aiuti alimentari, pare un retaggio di uno di quei film post-guerra nucleare con tanto di equipaggio russo-tagiko ignaro delle sorti del mondo e proiettato dal post-comunismo nel settore dei servizi aerei alle operazioni umanitarie. Gli interni vantano comandi antidiluviani, manopole e leve con scritte in russo, cavi, fili elettrici, spie, lucine, ganci e traini a vista, comfort da stamberga di infima categoria e un equipaggio vestito ancora come quando Yuri Gagarin andò nello spazio. Baffi da cosacco, lenzuolo con i quattro nodi in testa e taglio alla marinaretto. In un mondo senza casa, dall'Africa all'Asia dello tsunami, questi uomini vivono fuori dal tempo. Decollano e atterrano, caricano e scaricano aiuti, hanno famiglie lontane in patria e passati come steward di bordo sull'Aeroflot, sono una ciurma un po' abbrutita che trascura l'igiene e che vive in una perenne scampagnata fuori porta, con il frigo pieno di viveri, le penniche nelle brandine. E gli aeroporti, sempre diversi, Tripoli, Niamey poi Abdijan, Doha, Kuala Lumpur, Banda Aceh...


Niamey
Per le guide, Niamey, capitale del Niger, è stato fino al 1890 un piccolo villaggio sulle rotte commerciali del deserto che portavano ad Agadez. A capirne il potenziale strategico furono i francesi che vi stabilirono delle basi militari. Il secondo cambiamento epocale avvenne negli anni '70. Il boom dei prezzi dell'uranio, ancora oggi rappresenta l'80% delle importazioni di valuta estera, mutarono la città dalla sera alla mattina. Vennero asfaltate strade e eretti lampioni, costruiti sontuosi edifici pubblici ed un museo nazionale, aprirono banche, uffici e alberghi. A differenza di altre capitali africane però, Niamey mantiene un equilibrio con il mondo rurale e non subì il fascino dell'ipermodernismo dei grattacieli che oggi aleggiano spettrali in altre città come Nairobi o Lagos. Se è vero che ancora oggi pascolano in città nel quartiere delle ambasciate mandrie di vacche, non c'è quel degrado urbano e le baraccopoli che fioriscono altrove. Questo non significa che non ci sia povertà visibile. Le strade principali asfaltate lasciano spazio alle vie laterali in sabbia rossa. Le case con mattoni di fango sorgono accanto ai baracchini dei venditori al mercato costruiti in lamiera. Una morfologia in perenne evoluzione che muta ad ogni pioggia con strade allagate e muri da ricostruire. I sarti camminano per le strade con gli scampoli di tessuti legati sulla testa, bancarelle improvvisate con dei rami vendono sigarette, ricariche per il telefono, zucchero, sapone, té, tinozze e bicchieri di plastica, peperoncino, erbe medicinali, mango, pezzi di ricambio di ogni genere, spezie, collanine o borse di pelle lavorate dai Tuareg e qualsiasi altro oggetto che possa essere scambiato, venduto o mangiato. L'immondizia si accatasta ai bordi delle strade, preda di cercatori di ferro o plastica, di bambini che sgusciano i rimasugli di un pesce o cercano qualcosa con cui giocare.

Salif è tassista in proprio. Dopo anni in Costa D'Avorio è riuscito a comprarsi una macchina e a tornare a casa. Per un rosso ad un semaforo - ma lui dice giallo - i poliziotti gli hanno ritirato la patente. In realtà volevano 3mila Cefa (circa 5 euro) di "multa", per Salif la metà di una giornata lavorativa. «Ho la mia macchina e non ho padroni, come gli altri miei colleghi che devono pagare a fine giornata 7mila Cefa al proprietario». Stranamente non sposato, Salif guida il suo taxi, anche con i turni di notte perché pagano di più, sperando di non incrociare la polizia.

Il Niger attraversa la peggiore crisi alimentare degli ultimi 20 anni, 3,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuti ed è agli ultimi posti nelle classifiche di sviluppo con Liberia e Sierra Leone. Il 60% delle persone vive con meno di un dollaro al giorno, l'85% è nelle campagne, ma soltanto un terzo delle terre è coltivabile, il resto è deserto. La crisi alimentare che sta colpendo il paese viene da lontano ed era stata ampiamente annunciata. Lo scorso anno l'invasione delle locuste in Africa occidentale distrusse i raccolti. La successiva siccità fece il resto. Già nell'ottobre scorso il governo aveva lanciato l'allarme: un quarto dei circa 12 milioni di abitanti sarà minacciato da mancanze di cibo. Nove mesi dopo, nell'indifferenza della comunità internazionale, il fabbisogno alimentare ed economico è praticamente triplicato. E' stato necessario l'arrivo della Cnn e della Bbc, con le strazianti immagini di bambini malnutriti, a scuotere le coscienze occidentali. Solo nell'ultima settimana il Pam ha visto confluire oltre la metà dei 16 milioni di dollari di fondi necessari alle proprie operazioni.


Radio Alternative
Da una decina di anni a questa parte il Niger ha avviato un percorso di democratizzazione. Due elezioni presidenziali consecutive, nel 2004 e nel 1999, hanno visto confermarsi alla presidenza del paese Mamadou Tandja. La stabilità e uno Stato laico - qui, a differenza dei confinanti stati del nord della Nigeria, non vige la Sharia, la legge islamica - hanno aperto l'etere alla radiofonia indipendente. Decine di stazioni radio sono state aperte in tutto il paese. Si danno consigli per la cucina o si salutano parenti in sperduti villaggi, si prega verso la Mecca o si fa politica. Proprio come fa Radio Alternative, «voce dei senza voce», come si autodefinisce.

segue a pagina 4

Nata come mezzo di comunicazione della società civile nigerina raggruppata sotto la sigla Societé Civile Democratique Nigerienne (Scdn), abbraccia tutte le tematiche del movimento altermondialista preservando tutte le peculiarità dell'Africa. La Scdn è parte integrante del Forum sociale africano e mondiale e rappresenta i principali sindacati del Niger, organizzazioni per i diritti umani, associazioni di promozione sociale e Ong. Radio Alternative è a tutti gli effetti un esperimento di comunicazione dal basso - dove la radio è il principale mezzo di informazione - aperto a tutte le categorie più deboli della popolazione: giovani disoccupati, i venditori informali che bazzicano sulle strade, le donne...

Un piccolo edificio dove campeggia l'antenna di trasmissione è l'anticamera agli studi. La sala dove siedono gli speaker è tappezzata con il poster del "Che", il lampeggiante "On Air", in diretta, e con foto di giocatori di calciatori francesi - spicca un poster autografo di Zinedine Zidane quando ancora aveva i capelli - si apre davanti alla sala regia con il mixer. In onda una trasmissione registrata su una cassetta che parla di cambiamenti climatici, effetto serra e desertificazione.

Il direttore dell'emittente, Moussa Tchangari, ci accoglie nel suo ufficio. Vorremmo andare al di là delle immagini dei bambini malnutriti per capire come mai un paese arriva a dover chiedere aiuti internazionali per sfamare la propria popolazione.


Assalto liberista
L'analisi di Moussa è chiara: «Il Niger è in uno stato di crisi permanente. Ogni anno va più o meno peggio. Nel 2005 abbiamo toccato il fondo anche per colpa delle cavallette che hanno distrutto i raccolti e delle piogge che sono terminate troppo presto. Ma non è solo una questione climatica, il mio paese è stato ridotto in questo stato da un sistema neo-liberista che ci ha imposto le politiche di aggiustamento strutturale che ci impoveriscono, ci riducono in uno stato di emergenza permanente e non ci danno vie d'uscita». Le riforme del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale hanno stravolto negli ultimi vent'anni i già precari equilibri del Niger. «Il primo settore ad essere stato preso di mira è stato quello agricolo. Ci hanno detto che uno Stato che sosteneva i coltivatori in un paese dove quasi l'80% delle persone vive di quello che cresce non era una cosa buona per il "mercato". Dovevamo liberalizzare e aprirci alla concorrenza. Dovevamo coltivare dei prodotti da esportazione che non potevamo mangiare. Sono state chiuse le Casse rurali, ridotti i sussidi e smantellato il sistema di controllo statale dei prezzi. Quest'ultimo garantiva ai contadini dei prezzi di vendita allo Stato minimi, ma anche la certezza di poter comprare, se necessario, da mangiare a dei prezzi di poco superiori. Oggi assistiamo ad una crisi alimentare che colpisce 3,5 milioni di persone in totale balia degli speculatori che ad ottobre hanno comprato dai produttori a 8mila Cefa (circa 12 euro) al sacco e che oggi rivendono allo Stato ed al mercato a 23mila Cefa (quasi 40 euro)». Le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno colpito anche la sanità - dove non esistono più cure gratuite - l'educazione - abolita la scuola gratuita nel nome del principio della "sostenibilità", che tradotto significa che genitori e comunità devono contribuire al mantenimento delle scuole - l'elettricità e l'acqua - in mano alla multinazionale francese Vivendi - e praticamente tutti i settori prima detenuti dallo Stato. L'approccio neo-liberista, e la volontà di farsi vedere come un buon alunno, hanno spinto, nel dicembre scorso, il governo del neo-rieletto Tandja ad approvare, in un sol giorno, una legge che allargava la base imponibile introducendo l'Iva su beni e servizi essenziali. Significava aumentare immediatamente i prezzi dei prodotti del 20%. «Questa iniziativa - racconta Moussa - è stata presa alla chetichella e soltanto due mesi dopo l'annuncio che in estate il paese avrebbe attraversato una gravissima crisi alimentare.


Per farsi belli davanti alle istituzioni finanziarie hanno colpito le fasce più deboli della popolazione con un provvedimento che non esito a definire criminale».


La reazione
La società civile ha reagito. Ci sono state manifestazioni e proteste. Moussa Tchangari, insieme ad altri quattro leader del movimento, è stato arrestato ed accusato di «complotto contro lo Stato». Uno sciopero generale ed altre manifestazioni sono servite a farlo uscire di galera dopo dieci giorni e a far aprire al governo un tavolo per i negoziati. Il congelamento del provvedimento è stata una vittoria, ma non ha impedito comunque il verificarsi dell'inevitabile (grazie anche alla mancata risposta dei donatori internazionali ai ripetuti appelli dell'Onu sull'imminenza della crisi). Per gestire la ciclicità delle crisi alimentari le riforme hanno portato alla creazione di una Cellula di Crisi Alimentare di nomina governativa. Il suo compito istituzionale è quello di gestione delle crisi acute grazie a degli stock di riserva e di predisposizione di interventi duraturi che migliorino la produttività degli agricoltori. I suoi fondi annui ammontano a 11 miliardi di Cefa (circa 18 milioni di euro), dieci provengono dai donatori internazionali mentre il Niger contribuisce simbolicamente con uno. «A Marzo il governo ha interpellato i donatori dicendogli: qui si mette male dovremmo utilizzare gli stock di viveri. Questi hanno risposto che non era ancora necessario. A giugno, durante un'altra riunione, il Niger ha chiesto di poter aprire i magazzini e di distribuire gratuitamente il cibo. Gli è stato detto che questo avrebbe provocato una dipendenza nella popolazione - perché noi africani siamo sempre indicati come fannulloni, stupidi e selvaggi - e che quindi andava evitata».

Eppure, secondo Moussa, il problema non è quello delle risorse, ma di volontà politica. «Il nostro paese si è piegato ai diktat delle istituzioni di Bretton Woods che non sono degli enti democratici, ma sono popolati da tecnocrati che non rispondono a nessuno. Il Niger ha, invece, un governo eletto dal popolo e deve quindi tutelare gli interessi della sua gente. Ma così non ha fatto. Ha atteso il peggiorare della crisi e l'intervento dei donatori internazionali senza agire e venendo meno al diritto all'alimentazione di tutti. Ma noi i soldi per comprarci da mangiare li abbiamo. Ogni anno spendiamo 129 miliardi di dollari (20 milioni di euro) nel servizio del debito. Uno Stato responsabile - perché non possiamo aspettarci gesti di generosità da chi ci ha messo coscientemente in questa condizione - avrebbe detto ai creditori: siamo in crisi e questi soldi non ve li diamo perché dobbiamo sfamare la nostra gente. Ma non lo ha fatto. Questo è irresponsabile da parte di uno Stato che ha l'obbligo di tutelare i propri cittadini».

Secondo un rapporto dell'agenzia Onu per il Commercio (Unctad), l'Africa ha ricevuto, tra il 1970 ed il 2002, 540 miliardi di dollari in prestiti. Ad oggi ne ha ripagati tra interessi e capitale circa 550 miliardi e ne deve ancora altri 295. L'Africa sub-sahariana ha accumulato debiti per 294 miliardi, ne ha rimborsati 268 e ne dovrà versare altri 210. «E' sfatato così il mito degli Stati africani debitori e della generosità del donatori internazionali. Anzi, a ben guardare, siamo noi i generosi sovvenzionatori degli Stati del nord del mondo e non il contrario. Ma siamo purtroppo anche noi a continuare a morire di fame».


Unicef «bolscevica»
«Mi sono vergognato quando ho visitato con il ministro della Sanità nigerino i campi per i bambini malnutriti. Vederlo così impotente davanti alla catastrofe, mi ha fatto pena». A parlare il direttore dell'Unicef in Niger, Aboudou Karimou Adjibade, dal vicino Burkina Faso: «Venti anni fa l'Unicef aveva annunciato che le politiche di aggiustamento strutturale avrebbero distrutto lo Stato sociale nei paesi in via di sviluppo. Quando si comincia a dire che bisogna tagliare le spese i primi ad essere tagliati sono sanità, educazione e mai le spese belliche o gli stipendi dei parlamentari. Quello a cui assistiamo oggi è il risultato di queste politiche che hanno lasciato senza protezione gli strati più vulnerabili delle nostre popolazioni: le donne - già in difficoltà in un contesto patriarcale - anziani e bambini. La liberalizzazioni non hanno portato alcun beneficio perché il privato, a differenza dello Stato, cura solo i propri affari e se ne frega dello sviluppo». Questo fa sì che in un sistema senza reti di protezione, davanti ad un deficit del 10% sul fabbisogno alimentare (230mila tonnellate) il 25% della popolazione, pari a 3,5 milioni di persone, sia a rischio.

Di questi, secondo le stime dell'Unicef sono 350mila i bambini malnutriti, tra casi severi e moderati. Per Karimou questa è di per sè una sconfitta pesantissima. «Ho gli incubi al solo pensiero che questa sarà tutta una generazione perduta. Quando sei malnutrito ed hai meno di cinque anni le conseguenze dirette sono non solo la debolezza fisica, ma soprattutto il mancato sviluppo celebrale. Questo significa che questi bambini saranno un passo indietro ai loro coetanei senza averne una colpa». Forse non a caso «ci dicono che l'Unicef è un covo di bolscevichi, ci sono addirittura dei paesi che non ci finanziano. In realtà oggi sono le stesse istituzioni finanziarie che hanno fatto qualche passo indietro sulle loro politiche. Hanno detto che è possibile fornire dell'educazione gratuita. Finalmente ce l'hanno fatta, anche se sono anni che noi lo diciamo».

Eppure il lupo perde il pelo... A marzo scorso la Banca mondiale ha concesso al Niger di attingere ad un fondo di 40 milioni di dollari per comprare dei viveri. I soldi però non sono stati donati. Sono stati stornati da quelli per lo sviluppo e dovranno essere rimborsati. La questione economica relativa ad un'emergenza umanitaria è altrettanto rilevante. Se nove mesi fa si fosse risposto agli appelli quando si sarebbero risparmiati molti soldi. «Ad ottobre avevamo chiesto 1,35 milioni di dollari, poi c'è stato lo Tsunami ed il mondo si è dimenticato del Niger. Oggi servono 14 milioni e subito. La differenza è dovuta alle modalità di gestione della crisi. Nove mesi fa per portare degli aiuti potevamo usare un traghetto sul fiume Niger sino alle zone rurali. Ora siamo in emergenza e usiamo il ponte aereo. Prima pagavo dieci oggi 115. Quando sono andato a Parigi a Marzo con un rapporto ed un video che mostrava i primi bambini malnutriti, mi hanno risposto che la situazione non era ancora grave e che potevano farcela. Ieri ho visto in televisione il ministro degli esteri francese a Tahoua che mostrava la sua generosità davanti alle telecamere».

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Niger, affamati e offesi: la catastrofe era annunciata
by Emanuele Piano (Liberazione) Friday, Aug. 05, 2005 at 1:23 PM mail:

da Liberazione http://www.liberazione.it
05 agosto 2005

Niger, affamati e offesi: la catastrofe era annunciata
http://www.liberazione.it/giornale/050802/LB12D6C1.asp

Viaggio nell'emergenza alimentare più devastante del pianeta. Tra siccità, epidemie e locuste, le responsabilità politiche dell'Occidente
Emanuele Piano
Niamey nostro servizio

Nata come mezzo di comunicazione della società civile nigerina raggruppata sotto la sigla Societé Civile Democratique Nigerienne (Scdn), abbraccia tutte le tematiche del movimento altermondialista preservando tutte le peculiarità dell'Africa. La Scdn è parte integrante del Forum sociale africano e mondiale e rappresenta i principali sindacati del Niger, organizzazioni per i diritti umani, associazioni di promozione sociale e Ong. Radio Alternative è a tutti gli effetti un esperimento di comunicazione dal basso - dove la radio è il principale mezzo di informazione - aperto a tutte le categorie più deboli della popolazione: giovani disoccupati, i venditori informali che bazzicano sulle strade, le donne...

Un piccolo edificio dove campeggia l'antenna di trasmissione è l'anticamera agli studi. La sala dove siedono gli speaker è tappezzata con il poster del "Che", il lampeggiante "On Air", in diretta, e con foto di giocatori di calciatori francesi - spicca un poster autografo di Zinedine Zidane quando ancora aveva i capelli - si apre davanti alla sala regia con il mixer. In onda una trasmissione registrata su una cassetta che parla di cambiamenti climatici, effetto serra e desertificazione.

Il direttore dell'emittente, Moussa Tchangari, ci accoglie nel suo ufficio. Vorremmo andare al di là delle immagini dei bambini malnutriti per capire come mai un paese arriva a dover chiedere aiuti internazionali per sfamare la propria popolazione.


Assalto liberista
L'analisi di Moussa è chiara: «Il Niger è in uno stato di crisi permanente. Ogni anno va più o meno peggio. Nel 2005 abbiamo toccato il fondo anche per colpa delle cavallette che hanno distrutto i raccolti e delle piogge che sono terminate troppo presto. Ma non è solo una questione climatica, il mio paese è stato ridotto in questo stato da un sistema neo-liberista che ci ha imposto le politiche di aggiustamento strutturale che ci impoveriscono, ci riducono in uno stato di emergenza permanente e non ci danno vie d'uscita». Le riforme del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale hanno stravolto negli ultimi vent'anni i già precari equilibri del Niger. «Il primo settore ad essere stato preso di mira è stato quello agricolo. Ci hanno detto che uno Stato che sosteneva i coltivatori in un paese dove quasi l'80% delle persone vive di quello che cresce non era una cosa buona per il "mercato". Dovevamo liberalizzare e aprirci alla concorrenza. Dovevamo coltivare dei prodotti da esportazione che non potevamo mangiare. Sono state chiuse le Casse rurali, ridotti i sussidi e smantellato il sistema di controllo statale dei prezzi. Quest'ultimo garantiva ai contadini dei prezzi di vendita allo Stato minimi, ma anche la certezza di poter comprare, se necessario, da mangiare a dei prezzi di poco superiori. Oggi assistiamo ad una crisi alimentare che colpisce 3,5 milioni di persone in totale balia degli speculatori che ad ottobre hanno comprato dai produttori a 8mila Cefa (circa 12 euro) al sacco e che oggi rivendono allo Stato ed al mercato a 23mila Cefa (quasi 40 euro)». Le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno colpito anche la sanità - dove non esistono più cure gratuite - l'educazione - abolita la scuola gratuita nel nome del principio della "sostenibilità", che tradotto significa che genitori e comunità devono contribuire al mantenimento delle scuole - l'elettricità e l'acqua - in mano alla multinazionale francese Vivendi - e praticamente tutti i settori prima detenuti dallo Stato. L'approccio neo-liberista, e la volontà di farsi vedere come un buon alunno, hanno spinto, nel dicembre scorso, il governo del neo-rieletto Tandja ad approvare, in un sol giorno, una legge che allargava la base imponibile introducendo l'Iva su beni e servizi essenziali. Significava aumentare immediatamente i prezzi dei prodotti del 20%. «Questa iniziativa - racconta Moussa - è stata presa alla chetichella e soltanto due mesi dopo l'annuncio che in estate il paese avrebbe attraversato una gravissima crisi alimentare. Per farsi belli davanti alle istituzioni finanziarie hanno colpito le fasce più deboli della popolazione con un provvedimento che non esito a definire criminale».


La reazione
La società civile ha reagito. Ci sono state manifestazioni e proteste. Moussa Tchangari, insieme ad altri quattro leader del movimento, è stato arrestato ed accusato di «complotto contro lo Stato». Uno sciopero generale ed altre manifestazioni sono servite a farlo uscire di galera dopo dieci giorni e a far aprire al governo un tavolo per i negoziati. Il congelamento del provvedimento è stata una vittoria, ma non ha impedito comunque il verificarsi dell'inevitabile (grazie anche alla mancata risposta dei donatori internazionali ai ripetuti appelli dell'Onu sull'imminenza della crisi). Per gestire la ciclicità delle crisi alimentari le riforme hanno portato alla creazione di una Cellula di Crisi Alimentare di nomina governativa. Il suo compito istituzionale è quello di gestione delle crisi acute grazie a degli stock di riserva e di predisposizione di interventi duraturi che migliorino la produttività degli agricoltori. I suoi fondi annui ammontano a 11 miliardi di Cefa (circa 18 milioni di euro), dieci provengono dai donatori internazionali mentre il Niger contribuisce simbolicamente con uno. «A Marzo il governo ha interpellato i donatori dicendogli: qui si mette male dovremmo utilizzare gli stock di viveri. Questi hanno risposto che non era ancora necessario. A giugno, durante un'altra riunione, il Niger ha chiesto di poter aprire i magazzini e di distribuire gratuitamente il cibo. Gli è stato detto che questo avrebbe provocato una dipendenza nella popolazione - perché noi africani siamo sempre indicati come fannulloni, stupidi e selvaggi - e che quindi andava evitata».

Eppure, secondo Moussa, il problema non è quello delle risorse, ma di volontà politica. «Il nostro paese si è piegato ai diktat delle istituzioni di Bretton Woods che non sono degli enti democratici, ma sono popolati da tecnocrati che non rispondono a nessuno. Il Niger ha, invece, un governo eletto dal popolo e deve quindi tutelare gli interessi della sua gente. Ma così non ha fatto. Ha atteso il peggiorare della crisi e l'intervento dei donatori internazionali senza agire e venendo meno al diritto all'alimentazione di tutti. Ma noi i soldi per comprarci da mangiare li abbiamo. Ogni anno spendiamo 129 miliardi di dollari (20 milioni di euro) nel servizio del debito. Uno Stato responsabile - perché non possiamo aspettarci gesti di generosità da chi ci ha messo coscientemente in questa condizione - avrebbe detto ai creditori: siamo in crisi e questi soldi non ve li diamo perché dobbiamo sfamare la nostra gente. Ma non lo ha fatto. Questo è irresponsabile da parte di uno Stato che ha l'obbligo di tutelare i propri cittadini».

Secondo un rapporto dell'agenzia Onu per il Commercio (Unctad), l'Africa ha ricevuto, tra il 1970 ed il 2002, 540 miliardi di dollari in prestiti. Ad oggi ne ha ripagati tra interessi e capitale circa 550 miliardi e ne deve ancora altri 295. L'Africa sub-sahariana ha accumulato debiti per 294 miliardi, ne ha rimborsati 268 e ne dovrà versare altri 210. «E' sfatato così il mito degli Stati africani debitori e della generosità del donatori internazionali. Anzi, a ben guardare, siamo noi i generosi sovvenzionatori degli Stati del nord del mondo e non il contrario. Ma siamo purtroppo anche noi a continuare a morire di fame».


Unicef «bolscevica»
«Mi sono vergognato quando ho visitato con il ministro della Sanità nigerino i campi per i bambini malnutriti. Vederlo così impotente davanti alla catastrofe, mi ha fatto pena». A parlare il direttore dell'Unicef in Niger, Aboudou Karimou Adjibade, dal vicino Burkina Faso: «Venti anni fa l'Unicef aveva annunciato che le politiche di aggiustamento strutturale avrebbero distrutto lo Stato sociale nei paesi in via di sviluppo. Quando si comincia a dire che bisogna tagliare le spese i primi ad essere tagliati sono sanità, educazione e mai le spese belliche o gli stipendi dei parlamentari. Quello a cui assistiamo oggi è il risultato di queste politiche che hanno lasciato senza protezione gli strati più vulnerabili delle nostre popolazioni: le donne - già in difficoltà in un contesto patriarcale - anziani e bambini. La liberalizzazioni non hanno portato alcun beneficio perché il privato, a differenza dello Stato, cura solo i propri affari e se ne frega dello sviluppo». Questo fa sì che in un sistema senza reti di protezione, davanti ad un deficit del 10% sul fabbisogno alimentare (230mila tonnellate) il 25% della popolazione, pari a 3,5 milioni di persone, sia a rischio.

Di questi, secondo le stime dell'Unicef sono 350mila i bambini malnutriti, tra casi severi e moderati. Per Karimou questa è di per sè una sconfitta pesantissima. «Ho gli incubi al solo pensiero che questa sarà tutta una generazione perduta. Quando sei malnutrito ed hai meno di cinque anni le conseguenze dirette sono non solo la debolezza fisica, ma soprattutto il mancato sviluppo celebrale. Questo significa che questi bambini saranno un passo indietro ai loro coetanei senza averne una colpa». Forse non a caso «ci dicono che l'Unicef è un covo di bolscevichi, ci sono addirittura dei paesi che non ci finanziano. In realtà oggi sono le stesse istituzioni finanziarie che hanno fatto qualche passo indietro sulle loro politiche. Hanno detto che è possibile fornire dell'educazione gratuita. Finalmente ce l'hanno fatta, anche se sono anni che noi lo diciamo».


Eppure il lupo perde il pelo... A marzo scorso la Banca mondiale ha concesso al Niger di attingere ad un fondo di 40 milioni di dollari per comprare dei viveri. I soldi però non sono stati donati. Sono stati stornati da quelli per lo sviluppo e dovranno essere rimborsati. La questione economica relativa ad un'emergenza umanitaria è altrettanto rilevante. Se nove mesi fa si fosse risposto agli appelli quando si sarebbero risparmiati molti soldi. «Ad ottobre avevamo chiesto 1,35 milioni di dollari, poi c'è stato lo Tsunami ed il mondo si è dimenticato del Niger. Oggi servono 14 milioni e subito. La differenza è dovuta alle modalità di gestione della crisi. Nove mesi fa per portare degli aiuti potevamo usare un traghetto sul fiume Niger sino alle zone rurali. Ora siamo in emergenza e usiamo il ponte aereo. Prima pagavo dieci oggi 115. Quando sono andato a Parigi a Marzo con un rapporto ed un video che mostrava i primi bambini malnutriti, mi hanno risposto che la situazione non era ancora grave e che potevano farcela. Ieri ho visto in televisione il ministro degli esteri francese a Tahoua che mostrava la sua generosità davanti alle telecamere».

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I media
by bystander Friday, Aug. 05, 2005 at 3:18 PM mail:

I media *nostrani* tacciono. E' da ormai una settimana che la CNN sta dedicando un servizio giornaliero sul Niger.

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piccole proposte
by io Friday, Aug. 05, 2005 at 7:06 PM mail: ecologic1977@yahoo.it

ho scritto delle mail al comune,e alla fao con questa proposta:mettiamo dei raccoglitori nei centri di vendita di alimentari,facciamoli raccogliere da una rete di volontari,con mezzi del comune,e spediamoli con mezzi dello stato,e che i produttori, i distributorie i supermercati applichino uno sconto sui cibi comprati per il niger.chiaramente e' presto per avere una risposta, lo scrivo anche qui affinche' se c'e' qualche ong o qualche onlus o qualsiasi altra realta' che ha la capacita' di organizzare,in breve tempo prenda l'idea.o se c'e' qualc'uno che ha la capacita' di farsi ascoltare dai comuni,e dagli altri enti si attivi per farlo. a me sembra che si possa fare, e anche in poco tempo.

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emergenza niger
by io Saturday, Aug. 06, 2005 at 7:21 PM mail:

si poterbbe chiedere(chi ha i canali per farlo)di aumentare le quote di immigrazione dei paesi in emergenza.

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Niger Receives Emergency Aid
by ............ Sunday, Aug. 07, 2005 at 1:41 PM mail:

August 5, 2005—The World Bank has responded swiftly to the food crisis in Niger making funds from existing operations available for emergency food aid for people on the brink of starvation.
The Government of Niger has estimated at least 2.5 million people are suffering from food shortages - with an estimated 80,000 children at risk of severe malnutrition in the country's east and north.

The World Bank's Country Manager for Niger, Vincent Turbat, says the crisis has hit the country's women and children the hardest.

"The rain stopped abruptly at the end of 2004 and therefore the harvest was lower than expected," Turbat says.

"Then the locusts arrived and destroyed part of the harvest. So the existing malnutrition, rain and locusts led to the situation we have today. We have pockets now where people have no more food and they need to be helped until the next harvest, about mid September."

Emergency food funds

The Bank has already informed the Government of Niger that it can redirect part of the funds of the Public Expenditure Reform Credit (US$40 million) to fight the food crisis, starting with the grant component of US$11.7. Similarly the Government could use part of the funds made available under the HIPC (US$84 million annually) for emergency food.


In addition to that, the Bank is using $180,000 from a community driven development project already in existence in Niger to buy cereals. The cereals will be deposited in cereal banks - venues where villagers are usually able to buy cereals at a low cost.

The World Bank has already financed through the Locust Emergency Project the purchase of US$0.5 million in improved millet seeds and gave approval to the mobilization of additional US$1.2 million for the purchase of cereals and food supplements to be distributed to villagers in need.

According to Peter Kristensen, senior environmental specialist in the Bank's Africa region, the Bank has also given its stamp of approval for the purchase of 850 tons of cotton grains for animal feed - worth about US$200,000.


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Business Opportunities
by ............ Sunday, Aug. 07, 2005 at 1:45 PM mail:

Niger is endowed with enormous opportunities in several sectors that could be transformed, exploited and directly exported. Opportunities exist in the context of the privatization of public enterprises, rehabilitation of private industrial units and creation of new units. The availability of agro-pastoral products, particularly leather and hide, diary products, cattle, meat, tomatoes and sugarcane makes the country a good ground for the creation of industrial processing units.

Sector of Interest

The business opportunities presented here represent priority sectors for Niger.

Promising agro-pastoral sectors

The Government has elaborated a project on specific support for export of agro-industrial products with technical and financial assistance of the World Bank. The promising sectors identified are notably: Cowpeas, Onions, Souchet, Sesame, Arabic Rubber, Cattle, Meat, Leather and Hide.

Regarding exports, cattle breeding occupies the second place after Uranium. High value added products derived from cattle breeding are milk, meat and leather and hide.

However, the most promising sector for trade between Canada and Niger is MINING and ENERGY.

Mining and Energy Opportunities

The provisions of Order 93-16 of 2 March 1993 on the Mining Law lay down, among other things, conditions of prospecting, research, exploitation, possession, detention, circulation, marketing, processing and the tax system for mineral resources in Niger. The Mining Law also comprises measures for promoting investment on importation, exploitation, capital movement, stability of the tax system and tax on profits. The modalities for applying the Mining Law are fixed by Decree 93-04/PM/MME/MMEI/A of 12 March 1993. Since October 2003, a community mining agreement was adopted by UEMOA. Consequently, the Mining Code of Niger must be aligned with the said agreement.

Mines:

Niger has considerable mining potential (uranium, iron, copper, gold, phosphate, cassiterite, gypsum), discovered through research. Apart from uranium in the Agadez region, marketed for the past 20 years, the exploitation of other underground resources is still weak. Gold reserves in the Niger region of Liptako are estimated at about 50 tons of metal gold. Gold has also been discovered in the Maradi (Centre) and Aïr (North) regions.

The country has considerable iron deposits (1.1 billion tons of reserves); phosphate (1.25 billion tons of reserves); and salt (25 million tons of reserves), which have been discovered and are awaiting funding to ensure their exploitation.


Gold: a project for gold exploitation is being developed by the Liptako Mining Company involving Canadian interests, including Eutruscan and Semafo, providing capital for the project on construction and exploitation of the gold processing factory, which is ongoing.


Iron Metals: mining prospecting has helped to discover non-iron metals, such as copper, lead, zinc, nickel, chrome, titanium, varradium.

Energy:

Niger also has an enormous potential of energy resources, whose exploitation will help to create conditions for real competitiveness. They include, notably:


Coal in the North of the country, whose exploitation by the Anou-Araren Coal Mining Company of Niger (SONICHAR) is already helping to meet the needs of the entire Agadez Department and supplying a thermal plant providing electricity mainly to the uranium mines in the region.


Oil, represented by two vast reserve basins, was discovered in the East of the country (about 300 million barrels). A Canadian company, TG World Energy, carried out exploratory works in the region under the "Ténéré" permit. However, the difficult conditions of its withdrawal from the country confirm that it is still thwarted with major difficulties in doing business in Niger. The prospecting is still ongoing. A Chinese company signed in November 2003 an agreement in the Ténéré and at Bilma, in the North East of the country. With Chad's success, it is now envisaged to exploit Niger's reserves, which were discovered more than forty years ago.

Renewable energy sources, namely solar energy, biomass and hydroelectric power, are retained as a centre of interest for the Niamey Solar Energy Station, which has been operational for the past twenty years. For hydroelectric power, the Kandadji Dam project on River Niger is now on the agenda. Salt and natron are other non-metallic mineral substances to be developed, just as clay, aggregate, feldspaths, kaolin and marble.

Other opportunities


Residential constructions

There are opportunities for housing construction because of the importance of the needs of families, particularly in urban areas. In 2000, the demand was already estimated at 25 263 housing units in urban areas, including 5 185 for the Niamey Urban Community. The forecasts for 2005 are 34.544 housing units, including 6 555 for the Niamey Urban Community alone.


Craft industry:

There are opportunities for the creation of small and medium enterprises for the production and marketing of craft industry products and manufacture of high-class leather goods and products in jewellery, weaving and dressmaking products.


Tourism

With the political stability and the end of hostilities in the North of the country since September 2001, following the organization of the « Peace Flame » ceremony, the tourism sector envisaged its development with serenity. Niger is especially known for its "desert products" and the magnificent sites of the Aïr Massif, the Ténéré desert and the Djado Plateau. River Niger Valley and W Park also constitute other tourist attractions.

Privatization

Out of the 12 public enterprises slated for privatization, six (6) are scheduled to be privatized in 2004 in the transportation, agro-food, hydrocarbon, electricity and hotel sectors. The different legal, commercial, economic, financial and technical preparatory studies for their privatization are being finalized. The relevant information on the enterprises and their financial health are available at http://www.nigerprivatisation.com


http://www.infoexport.gc.ca/ie-en/DisplayDocument.jsp?did=43569#1_2

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Privatization Background
by ............ Sunday, Aug. 07, 2005 at 1:49 PM mail:

Privatization Background


During the 1990s, state control of a broad range activities (e.g., cement production, textiles, hotels, transportation, petroleum distribution, agro-industries, and utilities) had undermined private sector development and imposed significant economic and social costs on the country. With few exceptions, state-owned enterprises in Niger are characterized by low competitiveness because of overstaffing, lack of adequate access to investment capital and management weakness. As a result of these conditions, most of Niger’s public enterprises (PE) exhibit some of the lowest profitability and efficiency indicators in the region. Moreover, some enterprises have been repeatedly used as a source of funds for extra-budgetary expenditure. The PE sector also suffers from significant and chronic payment arrears from the Government and cross-arrears among the enterprises.
In its Policy Framework Paper of July 1997, to address the poor operational performance of the public enterprises, the Government of Niger expressed its commitment to divest the state from the productive sectors. Its strategy for public enterprise reform called for privatization and the introduction of private participation in key infrastructures sectors that were previously closed to private investors (i.e., telecommunications, water and electricity) within an adequate regulatory framework.

Institutional Framework for Privatization

A law enacted in 1996 established the legal framework for Privatization Program and the Privatization Agency (Cellule de Coordination du Programme de Privatization-CCCP). The Inter-Ministeriel Committee for privatization acts as the decision making body taking the strategic decisions and approving the transactions design in each case. In 1998, the Government completed a Declaration on the Privatization Program in which the objectives, timetable, sequencing, methods and principles concerning the privatization program are explained to the general public.

The World Bank is currently supporting privatization in Niger through a Privatization and Regulatory Reform Technical Assistance Project for an amount of US$ 18.6 million. The project will close in December 2001.

Privatization Program Status

A major transaction occur during the first quarter of 2001, with the divestiture in March 2001 of the Société Nationale des Eaux (SNE), the national water company. An affermage contract for a period of 10 years was signed with a French company, Vivendi, which acquired 51 percent of shareholding. The government’s stake is now reduced to 5 percent while the remaining shares are distributed among private local investors (34 percent) and the workers (10 percent). A list of companies divested can be accessed in the Africa Privatization Database.

Outlook

In July 2001, in its letter of intent presented to the IMF, GoN emphasizes its commitment to continue structural reforms and accelerate its privatization program in collaboration with the World Bank. In that sense, a multi-sectoral regulatory agency is planned to be set up.



List of major companies to be divested:



1- Société Nigerienne des Télécommunications- SONITEL (Telecommunications). The necessary steps to bring the company to the point of sale have been taken. Three consortiums are in negotiation for the privatization: France Câble Radio-Sonatel, Tunisie Télécom-Intercel Holding and Créatel-Détécom. 51 percent shareholding will be retained by the consortium while 35 percent will remain to the State, 11 percent to local private investors and 3 percent to workers.


Also, for the mobile telephony, a system of interconnections and a regulatory framework will be established by end-September 2001 to support liberalization of the sector in which we can however note that two mobile GSM telephony licenses were sold in December 2000.



2- Société Nigérienne d’Electricité-NIGELEC (Electricity). In the recent letter of intent, GoN noted that the “National Assembly is expected to adopt the legislative and regulatory framework for the electricity sector before launching a call for bids by end-December 2001 to operate NIGELEC under a concession arrangement”.



3- Société Nigérienne de Distribution des Produits Pétroliers- SONIDEP (Energy, Oil products). The company, which holds a monopoly on petroleum product imports, is getting closed to a point of sale with the introduction of a new petroleum product pricing system and the clearance of the petroleum sector's past deficits. GoN ensured that efforts to privatize the company through equity participation will continue in 2001 with the establishment of a regulatory framework to govern the activities of this enterprise.



Other companies to be divested include a rice company (le Riz du Niger- RINI); a financial institution (Crédit du Niger); an international railway transport company (OCBN), an abattoir and meat processing company (Abattoir Frigorifique de Niamey-AFN) and an hotel (Hotel Gaweye).



Sources

Project Appraisal Document (PAD) on a Proposed loan in the amount of US$ 18.6 Million to the Republic of Niger for a Privatization and Regulatory Reform Technical Assistance Project, August 1998



Niger Letter of Intent, Memorandum of Economic and Financial Policies, and Technical Memorandum of Understanding, July 19, 2001



Republic of Niger -- Interim Poverty Reduction Strategy Paper, October 2000

IMF website: NIGER and the IMF, http://www.imf.org/external/country/ner/index.htm



http://www.ipanet.net/documents/WorldBank/databases/plink/factsheets/niger.htm

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trduzione ultimi commenti
by io Sunday, Aug. 07, 2005 at 5:31 PM mail:

agosto 2005 -- la banca mondiale ha risposto rapidamente alla crisi di alimento nel Niger che fa i fondi monetari dai funzionamenti attuali disponibili per l'aiuto alimentare di emergenza alla gente sul bordo di inedia. Il governo del Niger ha valutato almeno 2,5 milione di persone sta soffrendo dalle scarsità dell'alimento - con 80.000 bambini valutati al rischio di malnutrizione severa nell'est e nel nord del paese. Il responsabile del paese della banca mondiale per il Niger, Vincent Turbat, ad esempio che la crisi ha colpito le donne ed i bambini del paese il più duro. "la pioggia arrestata bruscamente alla fine di 2004 e quindi la raccolta era più bassa di quanto previsto," Turbat dice. "allora le locuste sono arrivato e distrutto la parte della raccolta. Così la malnutrizione, la pioggia e le locuste attuali condotte alla situazione ch'abbiamo oggi. Ora abbiamo tasche dove la gente non ha alimento e devono essere aiutate fino alla raccolta seguente, circa metà di settembre." I fondi monetari dell'alimento di emergenza la Banca già ha informato il governo del Niger che può riorientare la parte dei fondi monetari dell'accreditamento di riforma di dispendio pubblico (USS40 milione) per combattere la crisi di alimento, cominciando dal componente di concessione di USS11.7. Il governo potrebbe usare similmente la parte dei fondi monetari resi disponibili sotto il HIPC (USS84 milione annualmente) per l'alimento di emergenza. Oltre che il quel, la Banca sta usando $180.000 da un progetto di sviluppo guidato Comunità già in atto nel Niger per comprare i cereali. I cereali saranno depositati nelle serie del cereale - sedi della riunione in cui i villagers possono solitamente comprare i cereali ad un basso costo. La banca mondiale già ha finanziato con il progetto di emergenza della locusta l'acquisto di USS0.5 milione in semi migliorati del miglio ed ha dato l'approvazione alla mobilizzazione di USS1.2 supplementare milione per l'acquisto dei cereali e dei supplementi dell'alimento da distribuire ai villagers nel bisogno. Secondo Peter Kristensen, l'esperto ambientale maggiore nella regione dell'Africa della Banca, la Banca inoltre ha dato il relativo bollo di approvazione per l'acquisto di 850 tonnellate di grani del cotone per alimentazione animale - valore circa USS200,000. versione stampabile|amico dell'annuncio ONU di invia|commento di aggiungi ONU|occasioni di affari della tribuna del sul di dibattito di apri ONU da............ Domenica, 07 agosto 2005 alla posta 1:45 di PM: Il Niger è dotato d'occasioni enormi in parecchi settori che potrebbero essere trasformati, sfruttati e direttamente essere esportati. Le occasioni esistono nel contesto della privatizzazione delle imprese pubbliche, della riabilitazione delle unità industriali riservate e della creazione di nuove unità. La disponibilità dei prodotti agro-agro-pastoral, particolarmente le di cuoio e si nascondono, prodotti del diario, i bestiami, la carne, pomodori e la canna da zucchero rende al paese una buona terra per la creazione delle unità di trattamento industriale. Il settore di interesse le occasioni di affari presentate qui rappresenta i settori di priorità per il Niger. I settori agro-agro-pastoral promising il governo ha elaborato un progetto su sostegno specifico l'esportazione dei prodotti agro-industriali con concorso tecnico e finanziario della banca mondiale. I settori promising identificati sono considerevolmente: Fagioli dall'occhio, cipolle, Souchet, sesamo, gomma araba, bestiami, carne, cuoio e pellame. Per quanto riguarda le esportazioni, l'allevamento di bestiami occupa il secondo posto dopo uranio. Gli alti prodotti a valore aggiunto derivati dall'allevamento di bestiami sono latte, carne e cuoio e pellame. Tuttavia, il settore più promising per commercio fra il Canada ed il Niger STA ESTRAENDO ed ENERGIA. Le occasioni di energia e di estrazione mineraria le disposizioni di ordine 93-16 del del 2 marzo 1993 sulla legge estraente stabiliscono, tra l'altro, gli stati di ricerca, la ricerca, lo sfruttamento, il possesso, la detenzione, la circolazione, vendita, procedendo ed il sistema fiscale le risorse minerarie nel Niger. La legge estraente inoltre contiene le misure per la promozione dell'investimento sull'importazione, sullo sfruttamento, sul movimento dei capitali, sulla stabilità del sistema fiscale e sulla tassa sui profitti. Le modalità per l'applicazione della legge estraente sono riparate da Decree 93-04/pm/mme/mmei/a del del 12 marzo 1993. Da ottobre del 2003, un accordo estraente della Comunità è stato adottato da UEMOA. Di conseguenza, il codice estraente del Niger deve essere stato allineato rispetto all'accordo detto. Miniere: Il Niger ha potenziale estraente considerevole (uranio, ferro, rame, oro, fosfato, cassiterite, gesso), scoperto con ricerca. Oltre ad uranio nella regione di Agadez, di marketing per i 20 anni scorsi, lo sfruttamento di altre risorse sotterranee è ancora debole. Le riserve di oro nella regione del Niger di Liptako sono valutate a circa 50 tonnellate di oro del metallo. L'oro inoltre è stato scoperto nelle regioni di Maradi (centro) e di Aïr (nord). Il paese ha giacimenti considerevoli del ferro (1,1 miliardo tonnellate delle riserve); fosfato (1,25 miliardo tonnellate delle riserve); e sale (25 milione tonnellate delle riserve), che sono stati scoperti e stanno attendendo costituire un fondo per per accertare il loro sfruttamento. Oro: un progetto per sfruttamento dell'oro sta sviluppando dal Liptako Mining Company che coinvolge gli interessi canadesi, compreso Eutruscan e Semafo, fornenti il capitale per il progetto sulla costruzione e sullo sfruttamento dell'oro che procede la fabbrica, che è continua. Metalli Del Ferro: la ricerca estraente ha contribuito a scoprire i metalli del non-ferro, quale rame, il cavo, lo zinco, il nichel, il bicromato di potassio, il titanio, varradium. Energia: Il Niger inoltre ha un potenziale enorme delle risorse energetiche, di cui lo sfruttamento contribuirà a generare i termini per competitività reale. Includono, considerevolmente: Carbone nel nord del paese, di cui lo sfruttamento dal Anou-Araren Coal Mining Company del Niger (SONICHAR) già sta aiutando per soddisfare le esigenze di intero reparto di Agadez e sta assicurando un impianto termico che fornisce l'elettricità pricipalmente alle miniere dell'uranio nella regione. L'olio, rappresentato da due bacini ampi della riserva, è stato scoperto in ad est del paese (circa 300 milione barilotti). Un'azienda canadese, energia del mondo di TG, ha effettuato gli impianti esplorativi nella regione sotto il permesso "di Ténéré". Tuttavia, gli stati difficili del relativo ritiro dal paese confermano che ancora è contrastato con le difficoltà più gravi nel fare il commercio nel Niger. La ricerca è ancora continua. Un'azienda cinese ha firmato nel mese di novembre del 2003 un accordo nel Ténéré ed a Bilma, nel nord ad est del paese. Con successo del Ritaglio, ora è previsto per sfruttare le riserve del Niger, che sono state scoperte più di quaranta anni fa. Le fonti di energia rinnovabile, vale a dire energia solare, biomassa e forza idroelettrica, sono mantenute come centro di interesse per la stazione di energia solare di Niamey, che è stata operativa per i venti anni scorsi. Per forza idroelettrica, il progetto della diga di Kandadji sul fiume Niger è ora all'ordine del giorno. Il sale ed il natron sono altre sostanze minerali non metalliche da diventare, appena come argilla, complesso, feldspaths, caolino e marmo. Altre edilizie residenziali di occasioni là sono occasioni per la costruzione di alloggi a causa dell'importanza dei bisogni delle famiglie, specialmente nelle aree urbane. In 2000, la richiesta già è stata valutata a 25 263 unità abitative nelle aree urbane, compreso 5 185 per la Comunità urbana di Niamey. Le previsioni per 2005 sono 34,544 unità abitative, compreso 6 555 per la Comunità urbana di Niamey da solo. Industria artigianale: Ci sono occasioni per la creazione di piccole ed imprese medie per la produzione e l'introduzione sul mercato dei prodotti di industria artigianale e della fabbricazione di merci e di prodotti di cuoio di alta classe in monili, tessenti e dressmaking i prodotti. Il turismo con la stabilità politica e la conclusione delle ostilità nel nord del paese da settembre del 2001, seguente l'organizzazione "della cerimonia della fiamma di pace", il settore di turismo ha previsto il relativo sviluppo con il serenity. Il Niger è conosciuto particolarmente per i relativi "prodotti del deserto" ed i luoghi magnifici del massiccio di Aïr, del deserto di Ténéré e del plateau di Djado. La valle del Niger del fiume ed il parco di W inoltre costituiscono altre attrazioni turistiche. La privatizzazione dalle 12 imprese pubbliche previste per privatizzazione, sei (6) è prevista per essere privatizzata in 2004 nel trasporto, nell'agro-alimento, nell'idrocarburo, nell'elettricità e nei settori dell'hotel. Gli studi preparatori legali, commerciali, economici, finanziari e tecnici differenti per la loro privatizzazione stanno finendi. Le informazioni relative sulle imprese e sulla loro salute finanziaria sono disponibili al versione di http://www.nigerprivatisation.com http://www.infoexport.gc.ca/ie-en/DisplayDocument.jsp?did=43569#1_2 stampabile|amico dell'annuncio ONU di invia|commento di aggiungi ONU|priorità bassa di privatizzazione della tribuna del sul di dibattito di apri ONU da............ Domenica, 07 agosto 2005 alla posta 1:49 di PM: La priorità bassa durante gli anni 90, controllo di privatizzazione della condizione attività di vaste della gamma (per esempio, produzione del cemento, tessile, hotel, trasporto, distribuzione del petrolio, agro-industrie e programmi di utilità) aveva insidiato lo sviluppo del settore privato ed aveva imposto i costi economici e sociali significativi al paese. Con poche eccezioni, le imprese di stato nel Niger sono caratterizzate da competitività bassa a causa overstaffing, di mancanza di accesso sufficiente al capitale di investimento e della debolezza dell'amministrazione. Come conseguenza di queste circostanze, la maggior parte delle imprese pubbliche del Niger (PE) esibiscono alcuni degli indicatori di efficienza e di profitto più bassi nella regione. Inoltre, alcune imprese sono state usate ripetutamente come fonte dei fondi monetari per dispendio fuori budget. Il settore del PE inoltre soffre dagli arretrati significativi e cronici di pagamento dal governo e dagli traversa-arretrati fra le imprese. In relativa carta dalla struttura di politica di luglio del 1997, richiamare le prestazioni operative difficili delle imprese pubbliche, il governo del Niger ha espresso il relativo impegno per privare la condizione dai settori produttivi. La relativa strategia per la riforma di impresa pubblica ha richiesto privatizzazione e l'introduzione di partecipazione riservata ai settori chiave di infrastrutture che precedentemente sono stati chiusi agli investitori riservati (cioè, telecomunicazioni, acqua ed elettricità) nel quadro regolatore sufficiente. Il quadro istituzionale per legge di privatizzazione A promulgata in 1996 ha stabilito il quadro giuridico per il programma di privatizzazione e l'agenzia di privatizzazione (Cellule de Coordination du Programme de Privatization-CCCP). Il comitato Inter-Ministeriel per privatizzazione funge da corpo di risoluzione che prende le decisioni strategiche ed approvando le transazioni progetti in ogni caso. In 1998, il governo ha completato una dichiarazione sul programma di privatizzazione in cui gli obiettivi, orario, ordinante, metodi e principii riguardo al programma di privatizzazione sono spiegati al grande pubblico. La banca mondiale attualmente sta sostenendo la privatizzazione nel Niger con una privatizzazione e un progetto regolatore di assistenza tecnica di riforma per una quantità di USS 18,6 milioni. Il progetto si chiuderà nel mese di dicembre del 2001. La transazione principale di condizione A di programma di privatizzazione si presenta durante il primo trimestre di 2001, con lo spodestamento nel mese di marzo del 2001 del DES Eaux (SNE), l'azienda nazionale di Société Nationale dell'acqua. Un contratto di affermage per un periodo di 10 anni è stato firmato con un'azienda francese, Vivendi, che ha acquistato 51 per cento di partecipazione azionaria. Il palo del governo ora è ridotto a 5 per cento mentre le parti restanti sono distribuite fra gli investitori locali riservati (34 per cento) e gli operai (10 per cento). Una lista delle aziende private può essere raggiunta nella base di dati di privatizzazione dell'Africa. La prospettiva nel mese di luglio del 2001, nella relativa lettera d'intenzione presentata al FMI (fondo monetario internazionale), GoN dà risalto al relativo impegno per continuare le riforme strutturali ed accelera il relativo programma di privatizzazione in collaborazione con la banca mondiale. In quel senso, un'agenzia regolatrice multi-sectoral è progettata per essere installata. Lista delle aziende importanti da privare: 1 DES Télécommunications- SONITEL (telecomunicazioni) di Société Nigerienne. Le misure necessarie per portare l'azienda al punto di vendita sono state prese. Tre consorzi sono nella trattativa per la privatizzazione: Radio-Sonatel della Francia Câble, holding di Tunisie Télécom-Intercel e Créatel-Détécom. 51 per cento di partecipazione azionaria sarà mantenuto dal consorzio mentre 35 per cento rimarranno alla condizione, 11 per cento agli investitori riservati locali e 3 per cento agli operai. Inoltre, per la telefonia mobile, un sistema delle interconnessioni e una struttura regolatrice saranno stabiliti entro end-September 2001 per sostenere la liberalizzazione del settore in cui possiamo tuttavia notare che due autorizzazioni mobili di telefonia di GSM sono state vendute nel mese di dicembre del 2000. 2 d'Electricité-NIGELEC di Société Nigérienne (elettricità). Nella lettera d'intenzione recente, GoN ha notato che "l'Assemblea nazionale si pensa che adottasse la struttura legislativa e regolatrice per il settore di elettricità prima del lancio del bando di gara entro end-December 2001 per funzionare NIGELEC sotto una disposizione di concessione". 3 DES Produits Pétroliers- SONIDEP (prodotti petroliferi, di energia) del Société Nigérienne de Distribution. L'azienda, che tiene un monopolio sulle importazioni del prodotto petrolifero, sta ottenendo si è chiusa ad un punto di vendita con l'introduzione di nuovo prodotto petrolifero che valuta il sistema e la distanza del settore del petrolio oltre i deficit. GoN si è accertato che gli sforzi privatizzare l'azienda con partecipazione di equità continuassero in 2001 con l'istituzione di una struttura regolatrice a governare le attività di questa impresa. Altre aziende da privare includono un'azienda del riso (le Riz du Niger RINI); un'istituzione finanziaria (Crédit du Niger); un'azienda ferroviaria internazionale di trasporto (OCBN), un macello e un'azienda di elaborazione di carne (Abattoir Frigorifique de Niamey-AFN) e un hotel (hotel Gaweye). Le fonti proiettano il documento di valutazione (RILIEVO) su un prestito proposto nella quantità di USS 18,6 milioni alla Repubblica di Niger per una privatizzazione e un progetto regolatore di assistenza tecnica di riforma, una lettera d'intenzione agosto 1998 di Niger, un memorandum delle politiche economiche e finanziarie e un memorandum d'intesa tecnico, 19 luglio 2001 Repubblica di Niger -- documento strategico di riduzione di povertà di interim, website di FMI (fondo monetario internazionale) di ottobre del 2000: Il NIGER ed il FMI (fondo monetario internazionale), versione di http://www.imf.org/external/country/ner/index.htm http://www.ipanet.net/documents/WorldBank/databases/plink/factsheets/niger.htm stampabile|amico dell'annuncio ONU di invia|commento di aggiungi ONU|tribuna del sul di dibattito di apri ONU

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hanno ammesso
by io Sunday, Aug. 07, 2005 at 8:21 PM mail:

bene, anzi malissimo,i signoroni hanno risposto e hanno ammesso. i documenti che hanno mandato sono vecchi di almeno 5 anni,i loro progetti e le loro belle migliorie nel frattempo sono state attuate,(privatizzazioni,passaggio delle risorse del niger nelle grinfie di imprese multinazionali,programmi di sfruttamento etc)e ora ne vediamo le conseguenze.i loro aiuti consistono solo in 2 tipi di sementi che non portano all'autosostentamento,ma sempre ad una dipendenza dei mercati,e i soldi per pagarli li prendono da quelli che gli hanno dato a chissa' quali interessi, chissa' quanto li pagheranno. se c'e' un,organizzazione che sa' come affrontare il problema intervenga,c'e' bisogno di cibo urgente e di varieta' di semenze che possono in futuro non fare ricadere il paese nello stato attuale.so' che sul posto c'e' l'unicef che ha un c/c postale numero745000 (casuale per i bambini del niger)chi ha altre proposte le scriva,ripeto poi il mio primo commento visto che e' stato cancellato,mettiamo dei raccoglitori per alimenti non deperibili nei centri di vendita' di alimentari,raccogliamoli poi con una rete di volontari e con mezzi del comune,e inviamoli con mezzi dello stato, cosi' da ripartire le spese tra tutti,chiediamo che i produttori,i distibutori e i venditori di generi alimentari scontino i prezzi per i cibi da mandare in niger,(lo stesso anche per le sementi),un aumento urgente delle quote di immigrazione dal niger,anche temporanea,(un lavoratore pagato 3 mesi qui'salva almeno 10 persone li')indirizzare le organizzazioni di adozioni a distanza verso i paesi in emergenza alimentare,trasferire i piu' deboli negli stati vicini che possono aiutarli finche' non finisce l'emergenza,chi puo' inoltri le proposte ai comuni,agli enti e ai governi,e meglio farlo collettivamente,scrivete gli indirizzi di chi puo'intervenire ,scriviamo ai giornali. se indymedia puo' allunghi la lista dei commenti almeno fino a 20 o piu'

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IN TROPPI SIETE RIMASTI NEL 800-solutions!!
by xisabellax Thursday, Aug. 18, 2005 at 12:12 PM mail:

Ma chi è quello scenziato....
...del oscurantismo medievale che ha scritto la features in prima pagina? Lamenta della privatizzazione dell'allevamento .. a parte che gli animali andrebbero lasciati liberi - e non cacciati proprio- ... ! siccome son stufa di ripetere le stesse cose, non per spocchia..ma cercate di capirmi.. faccio copia e incolla (che alla fine non c'è nulla di male ;) )


L'alimento carneo risulta essere il più antieconomico esistente in natura, per il fatto che per produrre 1 kg di carne sono necessari dai 5 ai 20 kg di cereali., frumento, mais e soia.
>>>>(QUI) Se tali alimenti fossero consumati direttamente dagli esseri umani si potrebbe sfamare una popolazione mondiale almeno 5 volte superiore all'attuale, mentre il 40% di tutti i cereali prodotti nel mondo servono ad ingrassare gli animali d'allevamento.<<<<<<<<< Per produrre 1 kg di frumento sono sufficienti 190 litri di acqua, per avere 1 kg di carne è necessario un quantitativo di acqua 100 volte superiore.Una mucca consuma derrate alimentari quanto 12 persone. Ben 7 persone potrebbero nutrirsi con l'equivalente di quello che mangia un americano carnivoro. Il quantitativo di cereali necessari a produrre 1 hamburger sono sufficienti a sfamare 40 bambini per un giorno.

Un terreno adibito a pascolo dà 1 tonnellata di carne, ma se adibito a coltivazione di legumi è in grado di produrre 20 tonnellate. Lo stesso principio vale per la coltivazione della frutta e della verdura. Se tutti gli umani adottassero una dieta carnivora le riserve petrolifere mondiali sarebbero di 13 anni, mentre se tutti gli umani adottassero una dieta vegetariana la durata sarebbe di 260 anni.

A causa delle deiezioni contaminate da enormi quantità di medicinali somministrati agli animali, i terreni destinati all'allevamento restano improduttivi per moltissimi anni. La principale causa di distruzione delle foreste pluviali è il consumo di carne in USA (1 hamburger costa 5 mq di foresta amazzonica). I paesi maggiormente colpiti dalla desertificazione sono quelli in cui si allevano bovini a scopo alimentare. La quantità di alberi salvati ogni anno da un individuo vegetariano è quella che si sviluppa spontaneamente su una superficie di 4.000 mq.

---

Oltre a questo, l'aumento della popolazione (che tanto piace ai Signori del capitali ed ai loro servitori) attuale è comunque esagerato e fonte di problemi anche gravi se continua di questo passo.

Queste due cose son valide ovunque per ogni zona del pianeta-




Saluti

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insommain"CONCLUSIONE"...e anzichè elemosinare diamogli una mano utile se riusci
by diciamo almeno la verità. GianX Thursday, Aug. 18, 2005 at 12:28 PM mail:



Allora...
di valide proposte per l'immediato nè avete date varie, ma non risolveranno i problemi, mi spiace ma son elemosine anche se per ora giuste e possono aiutare!, così come nell'ultimo post si parla di cose su cui anche tanti compagni o cmq gente che dovrebbe sapere...non sanno!(a parte eccezzioni che cmq vengono sempre "bistrattate")
Se chiediamo di aumentare le quote di immigrazione dal niger verso l'europa..ho validi motivi per pensare che sia proprio quello che vogliono.. magari temporanei dal niger in vicini stati attualmente in condizioni più facili: potrebbe essere cosa validissima!
Comunque alla fin fine il problema rimane il capitalismo ed il sua attuale volto neo-liberista...
finchè non si riesce a combattere totalmente, sembrerò forse banale ad alcuni, ma l'unica soluzione per loro è PRENDERSI le risorse: terre, acqua (anche se la privatizzano)
E DALL'ESTERNO: volontari che vadano a tenere corsi su come coltivare bene e naturalmente(no a modi inquinanti e capitalisti con pesticidi ecc),spiegargli riguardo gli allevamente da abbandonare per sempre, per un futuro cercare di portargli sincera e valida cultura, mandargli dei bei pannelli solari per ricavare energia elettrica(li non avran problemi di sole ;) ) pulita e non dipendente da multinazionali speculatrici o da stato al servizio di queste...

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aggiornamento
by kuntyg Monday, Aug. 22, 2005 at 1:58 PM mail:

dalle ultime notizie pare che il governo del niger abbia cominciato a distribuire cibo ai mercati,che le organizzazioni tipo unicef,m.s.f. distribuiscano un concentrato di proteine a base di arachidi(500 g. - 1 euro)(il prezzo mi sembra un po' alto),ma sono notizie incomplete,e non verificate.chi puo'aggiorni.

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plumpy nut e altro
by Doa Thursday, Aug. 25, 2005 at 5:38 PM mail:

1) Riguardo a MSF:

Emergenza Niger: MSF sta portando avanti una delle più vaste campagne nutrizionali degli ultimi 30 anni.
(02/08/2005)
MSF prevede di curare circa 25mila bambini affetti da malnutrizione grave quest'anno in Niger. Il Paese è colpito da mesi da una crisi nutrizonale ben più grave di quelle degli anni scorsi: i piccoli bisognosi di cure quest'anno sono circa il doppio rispetto ai casi trattati l'anno scorso. Si tratta di una delle più vaste campagne nutrizionali condotte da MSF nei suoi 30 anni di attività.


Oggi più di 50 volontari internazionali insieme a oltre 500 collaboratori nigerini stanno lavorando per garantire assistenza ai bambini gravemente malnutriti del Niger. Nella provincia di Maradi sono inoltre iniziate distribuzioni gratuite di cibo a favore dei bimbi affetti da malnutrizione moderata. MSF è anche impegnata nel sostegno alle strutture sanitarie locali per far si che tutti i bambini al di sotto dei 5 anni possano ricevere cure gratuite: questo impegno aumenterà progressivamente in previsione dell'arrivo dei picchi stagionali di malaria.

I programmi di assistenza per la malnutrizione grave

MSF si aspetta di curare circa 25mila bambini affetti da malnutrizione grave quest'anno: circa il doppio rispetto ai casi trattati l'anno scorso. Si tratta di una delle più vaste campagne nutrizionali condotte nei 30 anni di attività. dell'organizzazione umanitaria. I team medici stanno attualmente gestendo 6 centri nutrizionali terapeutici intensivi (TFCs - therapeutic feeding centers) nelle seguenti località: Maradi, Aguie, Dakoro, Keita, Tahoua, e Zinder. MSF gestisce anche altri 26 programmi di alimentazione terapeutica nelle aree circostanti.

Alcuni dati sui bambini affetti da malnutrizione grave:
Ø n° totale di bambini ammessi nei centri MSF nella settimana del 19 luglio 989
Ø n° totale di bambini ammessi nei centri MSF nella settimana del 24 luglio 1.283
Ø n° totale di bambini trattati dal primo gennaio 2005 1 4.121
Ø n° totale di bambini in trattamento al 24 luglio 2005 4.778

Nei progetti di MSF l'85% dei bambini trattati è guarito, il 5% sono morti e del 10% si sono persi i contatti (molti dei bambini di cui non si hanno più notizie erano stati trattati a Maradi e provenivano dalla Nigeria dove sono probabilmente tornati dopo che MSF ha aperto un centro nutrizionale anche in quel paese).

Alle famiglie dei piccoli ricoverati presso i centri nutrizionali terapeutici MSF somministra settimanalmente una razione di cibo di sopravvivenza. Alla dimissione del piccolo la famiglia riceve inoltre 25 chili di Unimix (farina arricchita di elementi nutritivi), 50 kg di miglio, 25 chili di fagioli e 15 litri di olio per cucinare.

I programmi di assistenza per la malnutrizione moderata

MSF ha avviato il monitoraggio delle condizioni dei bambini affetti da malnutrizione moderata nella zona di Maradi. Alle famiglie dei piccoli cui viene diagnosticata malnutrizione moderata, MSF somministra aiuti alimentari composti da: 25 chili di Unimix (farine arricchite) e 5 litri di olio da cucina. A tutti i bimbi di età compresa 6 mesi e 5 anni vengono somministrati integratori a base di zinco per prevenire la diarrea o ridurne la gravità.
Le località a Sud-Est di Maradi interessate fin qui da queste distribuzioni sono: Dan Issa, Djirataoua, Danja, Dan Dije, Dan Malam, e Tapkin Guiwa.

Alla fine di luglio MSF ha somministrato integratori di zinco a 26.444 bambini e razioni alimentari a 7.186.

Nella prima settimana di agosto screening e distribuzioni simili saranno condotte nell'area a Sud-Ovest di Maradi: Gabo, Safi, Maradoufna e nella zona verso Guidam Roumdji. MSF stima che in queste aree i team dovranno somministrare supplementi di zinco a 32mila bambini e aiuti alimentari a 8-9mila bambini.
Subito dopo MSF si occuperà delle aree vicino a Tiberi e al Nord-Est di Madaroufna, dove le razioni alimentari saranno distribuite in base alle stime a 5-9mila bambini

I team di MSF hanno anche iniziato a distribuire pacchi da 10kg di noccioline alle centinaia di bambini con malnutrizione lieve che incontrano quando si spostano con le cliniche mobili.

2) Poi qualche notizia su cosa è la plumpy nut:
http://www.msf.it/msfinforma/news/10082005.shtml

3) Info varie:
http://www.reliefweb.int/rw/dbc.nsf/doc104?OpenForm&rc=1&cc=ner

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COLERA, OMS TEME ESTENSIONE CONTAGIO IN NIGERIA
by misna Monday, Aug. 29, 2005 at 8:26 PM mail:

L’aumento dei casi di colera in distretti del Niger lungo la frontiera con la Nigeria fa temere che il contagio possa estendersi presto nel paese vicino: l’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso il suo portavoce in Niger. Gli ultimi accertamenti, infatti, riportano dodici nuovi casi di colera, inclusi quattro morti, nel distretto nigerino di Konni, mentre altre cinque persone hanno manifestato i sintomi della malattia nel vicino distretto di Madaoua, entrambi a ridosso del confine con la Nigeria. L’epidemia di colera in Niger si è manifestata nella regione meridionale di Tahoua dove finora sono stati registrati complessivamente 108 casi e 11 decessi, con un tasso d’incidenza della mortalità considerato dall’Oms molto alto.

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x isabella
by non hai capito tu Monday, Aug. 29, 2005 at 9:21 PM mail:

dici:

"A causa delle deiezioni contaminate da enormi quantità di medicinali somministrati agli animali, i terreni destinati all'allevamento restano improduttivi per moltissimi anni."

tutto questo non vale ASSOLUTAMENTE per il Niger, tantomeno per il Nord del paese

qui non parliamo di allevamenti industriali, ma di pastori nomadi, i cui animali NON vengono macellati se non dopo un ciclo lunghissimo durante il quale hanno forniti latte, pelo, trasporto ed energia (sterco che viene bruciato) ai pastori.
I nomadi NON allevano cammelli per mengiarli appena grassocci, e neanche le capre hanno questo destino; inoltre NON sono rimpinzati di medicinali (che non esistono e anche se ci sono non si possono permettere) e NON pascolano su terreni produttivi (che non esistono) ma si nutrono di arbusti e sterpi. NON vivono su aree recintate o in stalle, ma su aree vastissime, spesso impraticabili ai mezzi meccanici.

Mi sa che TU abbia usato un'analisi poco adatta ad una realtà molto diversa da quella dell'industria dell'allevamento; la pastorizia nomade esiste da prima dell'agricoltura, è l'agricoltura che ha influenzato la "coltivazione" degli animali su base industriale, e non viceversa, sono gli "stanziali" i colpevoli e non i nomadi che da sempre vivono in ambienti poco ospitali in armonia con il poco che li circonda, visto che le aree "buone" sono divenute di proprietà degli stanziali.

Quindi ritengo che le TUE categorie di analisi siano completamente fuori luogo nel caso in oggetto.

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CARESTIA O NO? PRESIDENTE E PRIMO MINISTRO FORSE AI FERRI CORTI
by misna Tuesday, Aug. 30, 2005 at 1:41 PM mail:


NIGER 30/8/2005 4.17 Africa
CARESTIA O NO? PRESIDENTE E PRIMO MINISTRO FORSE AI FERRI CORTI
Altro Altro, Brief

Potrebbe forse causare una crisi di governo l’emergenza alimentare in corso dallo scorso ottobre in Niger. Almeno secondo vari organi di stampa, il presidente nigerino Mamadou Tandja e il suo primo ministro Hama Amadou sarebbero ormai ai ferri corti proprio per le profonde differenze di posizione assunte nei confronti della crisi alimentare di alcune zone del Paese. Amadou ha lanciato due appelli internazionali chiedendo aiuto per una situazione definita “grave”; il presidente Tandja ha ripetutamente e fortemente ridimensionato la crisi alimentare, pur riconoscendo le difficoltà in cui da alcuni mesi versa parte della popolazione. In un’intervista radiofonica all'emittente inglese Bbc, Tandja ha recentemente smentito che il Paese sia colpito da carestia, definendo “falsa propaganda” i rapporti delle agenzie umanitarie internazionali, divulgati per “motivi politici ed economici” dall’opposizione e dall'Onu. “Come tutti gli altri paesi del Sahel, stiamo affrontando in alcune aree una crisi alimentare dovuta a raccolti scarsi e al passaggio delle locuste del 2004, ma questa situazione non è inusuale per il Niger” ha detto Tandja. “É solo con l’inganno – ha aggiunto il capo di stato - che alcune agenzie stanno ricevendo fondi.” [MZ]

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Il paese più disgraziato del mondo
by nyt Tuesday, Oct. 11, 2005 at 11:27 PM mail:

Year After Year, Grave After Grave

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By NICHOLAS D. KRISTOF
Published: October 11, 2005

Gouré, Niger

Welcome to the most wretched country in the world.

Niger is dead last of the 177 nations ranked in the latest U.N. Human Development Report, based on its heartbreaking rates of poverty, illiteracy and mortality. On a 650-mile drive across the country from the Niger capital, Niamey, to this eastern city of Gouré, I stopped in village after village where peasants told of young children dying of starvation in the last few months. One man named Haroun Mani had just buried three of his eight children.
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Fred R. Conrad/The New YorK Times

Nicholas D. Kristof.
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TimesSelect Famine in Niger

"They didn't have enough to eat, and then they got diarrhea and weakened and died," he explained. None had seen a doctor; in Niger, there is one doctor for every 33,000 people.

Granted, it's difficult for Western readers who are dieting to comprehend people who are starving. But Niger seems a good place to ponder the failings of a system of international aid that is often irrational and catastrophically inept, leading to the deaths of those children, Suraj, 5, Barida, 3, and Hawau, 2 - along with millions more across the continent.

A crucial mistake is our refusal to provide substantial agricultural assistance to increase African food production. Instead, we ship tons of food in emergency aid after people have already started dying. It's like a policy of scrimping on manhole covers because we're too busy rescuing people who fall into manholes.

In Niger, it has been apparent since the beginning of this year that a food crisis was coming, but the world ignored a U.N. emergency appeal for $3 million in aid in February. Then in July, BBC television showed wrenching images of children dying. Niger promptly received more aid in the last 10 days of July than it had received in the previous eight months.

In fact, the situation is more complex than the television images suggest. The reality is that people in Niger are always starving.

"There was a crisis last year, and there'll be a crisis next year," said Claude Dunn, who runs the World Food Program office in Maradi. This year's crisis was especially bad, but year in, year out, 160,000 children under the age of 5 die in Niger - one child in four never reaches 5. In other words, every single week this small country faces a 9/11-sized toll, composed entirely of dead children. And yet no one is declaring: We are all Nigeriens.

One problem is that U.S. law generally requires our food aid to be purchased in American markets and transported on American ships. The upshot is that much of the donation is wasted on shipping costs, the aid is delayed, and when it arrives our grain risks depressing local prices and long-term production incentives. To his credit, President Bush has pushed to ease this requirement, but members of Congress are blocking him, because they value farmers' votes more than African lives.

Above all, we need a major new international initiative to extend the green revolution to Africa. Farmers in tropical Africa get only 1,500 pounds of cereal grain per acre, compared with 4,900 pounds in China. Pedro Sanchez, an agricultural expert at Columbia University, has estimated that Africans could triple food production if they used modern seeds and methods.

In the village of Angaual Goge Haouna, where seven children died in the last few months of starvation, villagers said they wanted more fertilizer above all, as well as better seeds and help exploiting a nearby lake for irrigation.

"I'm not only using the same techniques as my grandfather, I'm actually using the same implements," said Momom Bukhary, a 63-year-old man. "And this land used to be far more productive than it is now. When I was young, the annual harvest would last a full year, longer in good times. Now it only lasts three months, and then we run out of food."

A major reason is that the soil has been depleted of nutrients. But in sub-Saharan Africa, farmers apply an average of 9 kilograms of fertilizer per hectare, compared with 206 kilos in industrialized countries.

In the news business, we don't lead with headlines like "Millions of Children Dying in Africa," because that's not actually news. It's the wallpaper.

Yet realities like that should inspire our priorities. And we're not even using our aid money wisely. Unless we help start a green revolution in Africa, we'll be back in Niger year after year - and every village will be surrounded by more tiny graves.

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La speranza media di vita precipita
by Africa e Russia Tuesday, Oct. 25, 2005 at 1:11 AM mail:

Speranza di vita, migliora, ma per alcuni no


by mazzetta Monday, Oct. 24, 2005 at 4:58 PM mail:

Gli ultimi dati di Human Watch report.


Per cercare di farsi un'idea sullo stato di salute dell'umanità al di là delle descrizioni spesso interessate che ci vengono proposte, l'indicazione della speranza media di vita è uno degli indicatori più imparziali e utili per farsi un'idea dell'evoluzione della famiglia umana.

Vivere più a lungo è il risultato di un insieme di fattori -sociali- e condizioni di vita materiali; dove si raggiungono i risultati peggiori sicuramente c'è qualcosa da correggere in questo senso.

Il rapporto ci racconta che esistono due umanità, una che può dirsi nella sua media locale se raggiunge i 40 anni di vita, e una che dovrà vivere 80 anni per restare nella propria media.
Queste cifre ci dicono anche che la forbice tra l'età più bassa, la disuguaglianza, e la più alta vanno aumentando.

Il tutto avviene con un miglioramento medio poco significativo, un rallentamento vistoso della tendenza al miglioramento degli ultimi decenni.

Il rallentamento è dovuto non ad un mancato progresso, ma ad alcuni tonfi clamorosi. Se Asia e Sud America hanno migliorato di 5 anni la speranza di vita media dal 1990 al 2005, l'intera Africa è passata da 50 anni di media a 45, e la Russia da 70 a 65.
La retrocessione dell'Africa non stupisce, nel periodo considerato in Africa si sono succedute guerre mondiali, epidemie, la pandemia dell'Aids; il tutto peggiorato dall'impatto delle politiche neoliberiste imposte dalle organizzazioni internazionali che hanno praticamente azzerato la sanità pubblica africana.

La Russia stupisce maggiormente, anche se non era levito attendersi grandi risultati. Con una popolazione per il 25% sotto il tasso di povertà, con il 10% di cittadini che vivono con meno di 1$ al giorno, la spesa sanitaria percentualmente alla metà di quella dei paesi industrializzati, non ci si possono attendere grandi performance.
Anche qui ha pesato il drastico taglio ai servizi sociali e alla sanità pubblica, anche quella affondata nel vortice corruttivo russo, una delle poche classifiche, quella della corruzione, scalata in questi anni dalla Russia, in buona compagnia del nostro paese, non sia mai.
In ogni caso un russo al giorno d'oggi ha una speranza media di 59 anni, se è russa di 72.
I russi pagano un grosso tributo anche a suicidi e patologie legate al consumo di alcool, problemi che non affliggono i più sfortunati africani.
Il paese che è retrocesso di più in questi 15 anni presi in esame, è il Botswana, dove la speranza di vita media si è ridotta di 31 anni (meno trentuno anni di vita).

E' evidente che il grosso dei problemi della famiglia umana siano concentrati in Africa, ma dopo aver dedicato all'Africa un bel concerto, fino all'anno prossimo non se ne parla.
Il punto di crisi più grosso ottiene sempre la minor attenzione, forse perchè troppi dovrebbero spiegare troppe cose; resta la nettezza di questi dati a testimoniarlo, e poco più.

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