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GANDHI, LA NON VIOLENZA E LE CASTE
by viviana Wednesday, Aug. 24, 2005 at 10:04 AM mail:

Siccome su questo newswire ho sentito infamare Gandhi come uno avrebbe difeso il sistema delle caste in India, vorrei protestare contro queste eresia storica, che serve a qualcuno solo per attaccare Bertinotti come difensore del sistema gandhiano della non violenza.

Gandhi è una figura leggendaria, il suo lavoro fu gigantesco dal punto di vista politico e etico: egli liberò l’India dal giogo britannico, ma la sua fama oltrepassa i limiti dell’India per iscriversi nella storia dell’umanità tra i grandi dello spirito ed e’ tutt’ora l’emblema di lotte politiche ed economiche. Tra i suoi eredi la lotta di Martin Luther King per la parita' dei neri e quella di Mandela contro l'apartheid e per la liberazione del Sudafrica, l'italiano Capitini, Zanotelli e tutto il mondo no global. La tecnica del digiuno ha ispirato i radicali, la non violenza Bertinotti.
Gandhi apparteneva a una casta alta, di gran rigore morale e estremismo ascetico, che per la sua rigidità si era ridotta a un milione e mezzo di fedeli. La madre era molto religiosa ed egli si attenne per tutta la vita ai precetti fondamentali del suo credo:
- aimsha = rifiuto della violenza
- satya = fedeltà assoluta alla verità
- asteya = astensione dal furto
- brahmacarya = continenza dai piaceri dei sensi
- aparigraha = repressione dei desideri
Questa setta esaltava la bhakti, la devozione amorosa in cui il fedele dà la sua anima a Dio, e praticava la dottrina giainista della non-violenza. I Jaina credono in un divino immanente, che è nell’anima e rifiutano i Veda e l’autorità sacerdotale. Pensano di raggiungere la liberazione con la retta fede, il retto comportamento e la retta conoscenza, in particolare predicano la non-violenza (AHIMSA), che consiste nel non offendere nessun essere vivente. L’AHIMSA è anche una delle 5 virtù del primo livello del Raja Yoga.
Grazie alla fede e alla lotta di Gandhi, L’AHIMSA divenne, un concetto universale, e fu la bandiera della liberazione dell’India dal dominio coloniale britannico, la prima liberazione di popolo avvenuta grazie alla non violenza. Gandhi applico’ alla storia un concetto paradossale, guidando una grandiosa guerra di resistenza con il concetto della non violenza.
Gandhi amò intensamente la Bhagavad Gita, la imparò a memoria, la seguì in tutta la sua vita. Il campo di battaglia del poema sacro era il cuore dell’uomo, dove ogni giorno il bene e il male si scontrano e dove a ogni momento si deve scegliere tra l’interesse personale e il bene del mondo.
Gandhi era giainista e la sua religione gli vietava la lotta violenta, capiva che il giusto può mettersi contro l’ingiusto, purché la sua azione non gli rechi un vantaggio e purché nella lotta non usi violenza.
Gandhi si interesso' sempre di religione, ma diffidava del Cristianesimo per l’esperienza fatta coi missionari cattolici, per il loro assolutismo, per il loro disprezzo per le religioni degli altri. Diceva:
“Non predicate il Dio della storia, ma mostratelo come vive oggi... Non credo alla gente che parla agli altri della propria fede soprattutto con lo scopo di convertirla. La fede non ammette di essere esposta. Deve essere vissuta e allora si diffonde da sé”.
Secondo l’Induismo Dio ha molte incarnazioni salviche, gli avatara, per lui Gesù Cristo era un avatara, una delle tante incarnazioni di Dio, per cui non capiva la pretesa cattolica che Cristo fosse "l’unica" incarnazione divina. Gli risultava senza senso pensare che solo chi credeva a Gesù potesse salvarsi. Gandhi ammirava la figura del Cristo e gli piacevano i Vangeli, ma non poteva accettare una chiesa che si poneva in modo assolutistico e prevaricante come unica depositaria della verità. In India ci sono molte grandi religioni, in genere molto tolleranti l’una verso l’altra, mentre l’Europa è stata schiantata dalle guerre religiose e dall’intolleranza. Gandhi non capiva come il Cristianesimo potesse pretendere di essere la religione superiore. Molte religioni avevano tesori di sapienza e grandi persone pie. Negare i valori delle altre religioni e culture e’ fanatismo e faziosita’, caratteri che si legano all’errore. Diceva: “Credo nella fondamentale verità di tutte le religioni del mondo. Credo che tutte sia state date da Dio e che siano state necessarie al popolo al quale furono rivelate. E credo che, se potessimo leggere i libri sacri delle diverse fedi dal punto di vista dei seguaci, scopriremmo che in fondo sono tutte uguali e si aiutano reciprocamente.“ Concluse che la Chiesa cattolica era stata un’istituzione sempre più secolare e mondana, che aveva sempre meno a che fare col Vangelo. La vera religione è quella che trascende la lettera confessionale cristallizzata in sistema e si manifesta in un autentico sforzo di ascesi morale.
“Per me Dio è verità e amore, Dio è etica e morale; Dio è coraggio”
Gandhi conosceva anche il Corano. Fu colpito anche dalla lettura di Tolstoj, che si rifaceva ai principi del Vangelo e affermava la rinuncia alla violenza e l’amore universale.
A 22 anni, divenuto avvocato, Gandhi ritornò in patria, ma, a causa del suo soggiorno all’estero, si trovò espulso dalla casta. Ando’ poi in Sudafrica come legale e prese a cuore la sorte degli emigrati indiani, una massa di disperati analfabeti, angariati dalle autorità, e discriminati da leggi assurde. Per quanto fosse un oscuro e povero avvocatino di 24 anni, l’idea di un compito sociale gli folgorò l’anima. La resistenza era un diritto, la lotta un dovere, così aiutò i suoi compatrioti nella guerra dei passaporti e fondò il National Indian Congress, per difendere i loro interessi. A Johannesburg organizzò la sua prima sathiagraha(forza di verita'): campagna di resistenza non violenta, incitando gli indiani del Sudafrica a disobbedire alle leggi ingiuste. Il governo lo incarcerò con decine di migliaia di Indiani, ma alla fine le leggi razziali furono abrogate.
Cosi’, a soli 25 anni, si trovò ad essere il capo politico dei 25.000 indiani del Natal, incarico che duro' 20 anni.
Tornato in India, assunse una posizione di rilievo nel Partito del Congresso, fino a diventare il leader del Movimento Nazionalista. Riuscì a diffondere il Partito del Congresso anche fra le donne, i commercianti, i contadini poveri e i giovani. Non amava la politica. “Se io mi occupo di politica- diceva- è perché oggi essa ci avvolge come le spire di un serpente di cui non riusciamo a liberarci.. per questo desidero lottare con il serpente”.
Ciò che contava per lui era la religione e visse la politica come un atto religioso. Ognuno porta se stesso in ciò che fa. Per un affarista la politica può essere un mezzo utile a fare affari. Per Socrate fu un atto educativo. Per Gandhi un campo di applicazione morale, diceva: “Per me la politica, spogliata dalla religione, è decisamente una porcheria”.
L'eterogeneo Partito del Congresso era dilaniato da lotte interne, in particolare tra Indu e musulmani, ma il suo carisma fu riconosciuto. I seguaci del suo pensiero aumentavano ed erano pronti a perdere il loro benessere e la loro sicurezza per farsi incarcerare per lui.
C’era chi voleva che l’India restasse nel Commonwealth inglese e chi la voleva indipendente. Gandhi proponeva l’indipendenza e un autogoverno che partiva dal villaggio, formava comitati di villaggio, poi unioni di comitati, comitati distrettuali, provinciali, ecc.... una piramide organizzativa che partiva da una democrazia di base, e arriva a eleggere 350 delegati sotto un presidente.
I suoi scopi eranoro giganteschi: al primo punto l’unione tra Indu e musulmani (questo resto’ irrealizzato), poi l’abolizione delle caste, e in particolare dei paria,i fuocri casta, infine il conseguimento dell’indipendenza dell’intera India, lottando contro il governo inglese principalmente in due modi: il boicottaggio delle merci inglesi, e la disubbidienza alle leggi ingiuste.
Gandhi viveva in un ashram nella boscaglia che arrivò a ospitare 40 persone, l’ashram del sathyagraha. Chi era ospitato si impegnava a rispettare 7 regole dure: spirito di povertà, lavoro manuale, controllo dei sensi, amore per tutti, accettazione dei paria, coraggio spirituale, fedeltà alla verità.
Tutti nell’ashram lo chiamavano Bapu = padre, e con questo nome lo avrebbe chiamato l’India intera. L’ashram riceveva doni ma un giorno una famiglia di tre intoccabili chiese di essere accolta e lui la accetto', questo fece cessare gli aiuti economici esterni. La battaglia per l'abolizione delle caste e l’accoglienza dei paria o fuori casta fu immane e gli mise contro tutta l’India induista. (Poiche’ l’estinzione delle caste fu il primo punto della battaglia di tutta la sua vita e poiche’ fu proprio per questo che egli fu ucciso, continuare a dire che egli al contrario favori’ le caste mi pare proprio una immane bestemmia).
Gandhi aveva uno scopo sovrumano: combattere contro il Commenwelth inglese e liberare dal suo giogo l’intera India. Usando lo stesso metodo non violento che aveva provato in Sudafrica, intendeva portare l’India all’autogoverno (swaraj).
Gli industriali britannici avevano sfruttato in modo indegno i contadini, impoverendoli e distruggendo le povere attività artigianali indiane. Gli Indiani erano stati utilizzati come soldati nella prima guerra mondiale e ora, nel dopoguerra, l’India si aspettava di ricevere nuove istituzioni autonome. L’Inghilterra aveva promesso all’India uno statuto di dominion ma poi si rimangiò la promessa e, con i Rowlatt Acts, prorogò le leggi speciali fatte durante la guerra, che prevedevano processi senza appello, arresto immediato per semplici sospetti, sanzioni durissime.. insomma tratto’ l’India come fosse un paese ribelle, distruggendo gli elementari diritti dell’uomo.
Questi atti gravissimi convinsero Gandhi a intraprendere una lotta non più sociale o sindacale ma politica.
Nella primavera del ‘19 (aveva 50 anni) Gandhi lanciò la sua prima campagna di disobbedienza contro le leggi speciali e indisse una giornata di sospensione generale da tutte le attività con digiuno e preghiera. Concepì la sua prima mossa politica come una battaglia sacra e lanciò il suo appello al paese. L’India rispose. Ma, durante una manifestazione pacifica, si ebbero scontri con la polizia, con morti e feriti.
Il punto massimo delle stragi fu il tragico massacro di Amristar, quando 20.000 persone si erano riunite in un grande spiazzo chiuso, bloccato attorno da un muro. Le truppe inglesi con 50 fucilieri senza preavviso si misero a sparare in modo sistematico sulla folla inerme intrappolata nella grande spianata cinta di mura, in dieci minuti spararono 1600 proiettili. Quando i caricatori furono esauriti, 379 morti e 700 feriti giacevano sul campo, e l’ufficiale ne avrebbe fatti uccidere anche di più se fosse riuscito a far entrare due carrarmati dalla porta. Dyer affermò che voleva dare una lezione agli Indiani e che era disposto a ucciderli tutti, senza curarsi dei feriti. Il mondo inorridi', Dyer fu rimosso dall’incarico ma tutto il mondo parlò della strage e anche i più restii si convinsero a seguire le idee di Gandhi. Intanto l’Inghilterra colpiva duro per stroncare la reazione popolare, proclamava la legge marziale, bombardava i villaggi, moltiplicava gli arresti, i tribunali speciali funzionavano a ritmo serrato.
Gandhi capì che una rivoluzione pacifica aveva bisogno di tempo e che il popolo doveva essere educato e sospese la campagna dimostrativa per un anno. L’anno seguente entrarono nel movimento anche i musulmani.
Il Movimento Nazionalista indiano era finalmente coeso contro gli Inglesi, i martiri di Amristar avevano sconvolto tutti, ora tutti volevano uno stato indiano libero e sovrano. La figura carismatica del movimento fu Gandhi che era riuscito a galvanizzare 300 milioni di Indiani. Egli era convinto che l’indipendenza politica avrebbe avuto effetti limitati se non fosse stata accompagnata da un programma di profonda ristrutturazione della società indiana, occorreva far rinascere la cultura, le idee, l’anima del popolo.
“Devo confessare che l’azione di riforma sociale, l’autopurificazione, mi sta cento volte più a cuore della cosiddetta attività politica”.
Quello che gli importava di più era la libertà interiore dell’uomo, la sua liberazione dall’odio, dalla paura, dall'avidita', da tutte le passioni che riducono in servitù l’anima e portano a sanguinose esplosioni di violenza.
Gandhi capiva che il mondo contemporaneo è a un bivio: o l’amore o la distruzione. Era possibile educare l’umanità, ma un suo rinnovamento poteva partire solo dall’interiorità.
La salvezza si basava su poche verità, ma esse erano ‘antiche come le montagne’. “La storia del passato è stata quella delle guerre, la storia futura sarà quella dell’uomo”.
Il 1921 fu un grande anno per la lotta per l’indipendenza dell’India, come per l’Italia lo fu il 1848. 300 milioni di indiani erano tenuti in servitù da 70.000 agenti dell’Impero,erano stati schiavi ma con Gandhi riscoprivano la loro dignità, i loro diritti, la volontà di lottare sfidando le armi e il carcere, e vivevano la nuova arma, la non collaborazione, con eccitazione ed orgoglio.
Gandhi predicava la non collaborazione come forza attiva per la giustizia.La considerava la migliore unione di Buddha con Cristo, la forza con la dolcezza, la mistica dell’azione. Girava di città in città, piccolo e misero, con un lenzuolo attorno al corpo magro e una bisaccia, parlava alla gente, infiammava, educava. Le folle erano
sempre più grandi. I volontari aumentavano e stramettevano la sua parola. Gandhi raccomandava continuamente l’ordine, la disciplina, l’attenzione ai particolari, tutto doveva essere fatto bene.
Gli Indiani cominciavano a bruciare in grandi falò le stoffe inglesi. Si boicottavano le scuole, i tribunali, i consigli di amministrazione, le cerimonie ufficiali. Una marea crescente di protesta flagellava le istituzioni e il bilancio, i due pilastri del potere britannico. Alla fine Gandhi incito' ad abbandonare il servizio militare e a non pagare le tasse.
Eppure anche la seconda campagna di disobbedienza e di boicottaggio non fini' bene, l’ordine era di non comprare tessuti inglesi, di fare da sé gli abiti (il khadi divenne una divisa nazionale) e di bruciare le stoffe straniere che erano nelle case. Ma ci furono di nuovo sommosse violente, decine di morti, centinaia di feriti, 30.000 persone arrestate, perquisizioni, processi. Gandhi si assunse la responsabilità dell’accaduto e di nuovo riuscì a sospendere le manifestazioni. Ma fu arrestato e condannato a sei anni di carcere. Quando fu liberato, due anni dopo, dopo che tutto il paese e anche parte del mondo avevano chiesto la sua scarcerazione, l’India lo acclamava come il Mahatma= la grande anima.
Gandhi affermò sempre che il suo impegno era morale e civile e non politico. Aveva scritto “Nessun compromesso con l’impero, finché il leone britannico agiterà dinanzi ai nostro occhi i suoi artigli insanguinati... L’impero inglese, sorto sullo sfruttamento sistematico delle razze più deboli della terra e su uno spiegamento di forza bruta, non può durare, se esiste un dio giusto che regge l’universo. E’ ora che il popolo britannico si convinca che la lotta iniziata nel 1920 è destinata ad andare fino in fondo, debba essa durare un mese o degli anni”
“L’India è stata ridotta al punto da essere a malapena in grado di resistere alle carestie,eppure, prima dell’arrivo degli inglesi, essa filava e tesseva.. così da avere un supplemento per le sue magre risorse agricole. Questa industria domestica è stata rovesciata da procedimenti inumani e crudeli.. il governo britannico si propone solo lo sfruttamento delle masse.. nessun sofisma può distruggere la prova tangibile degli scheletri umani che si vedono in tanti villaggi... gli inglesi dovranno rispondere di questo crimine contro l’umanità che non ha l’uguale nella storia...”
La grande fame dell’India lo tormentava, non si poteva parlare di Dio o di non violenza a gente così abbrutita dalla miseria. “La sola forma accettabile nella quale Dio può osare presentarsi a un popolo affamato è il lavoro e la promessa di cibo come salario”.
Come fu scarcerato, si acutizzarono le lotte tra indù e musulmani, allora Gandhi intraprese uno dei suoi digiuni terribili, 21 giorni, che lo portò vicino alla morte “Prima di aspirare alla libertà, indù e musulmani devono amarsi tra loro, tollerare l’uno la religione dell’altro, e avere fiducia reciproca”.
La lotta intestina finì, ma questo odio tra le due etnie doveva essere uno dei suoi fallimenti.
Gandhi era convinto che non si raggiunge nessuna liberazione politica se non si persegue una liberazione morale, occorreva una trasformazione radicale del modo di pensare, occorreva sviluppare l’amore.
Ma non c’era solo l’odio contro gli Inglesi, l’India era divisa in guerre fratricide per l’odio atavico tra le etnie. E all’interno dell’Induismo un’altra divisione, antichissima, terribile, quella delle caste.
Gandhi voleva eliminare la gerarchia di valore tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, voleva che un contadino non fosse considerato inferiore a un intellettuale di città, voleva distruggere l’uso di far sposare dei bambini, voleva soprattutto eliminare le caste, cosa che suonava come una bestemmia religiosa, e sopra ogni cosa combatteva per l’isolamento dei paria, gli intoccabili.
Negli anni successivi lasciò la guida del partito a Nehru e girò in treno e a piedi per conoscere il suo sterminato continente, portando di villaggio in villaggio il suo messaggio di amore e non violenza. Si parlava di lui come di un grande santo, viveva in modo ascetico come un predicatore, praticava il digiuno e la meditazione, rifiutava possessi materiali e vestiva come un paria. Con lui l’Induismo fu radicalmente trasformato.
Il suo lavoro era sterminato e lo affrontava con un fisico gracile e una cattiva salute. Era sempre più debole e stanco, soffriva di vertigini, aveva dei collassi.
Veniva chiamato l’apostolo della non violenza. In base all’ahimsa, l’uomo poteva rifiutare una legge ingiusta e poteva disubbidirla, accettando serenamente le pene relative. Doveva far cambiare l’avversario con un atteggiamento mite. Il suo messaggio fu totalmente paradossale rispetto al suo tempo e al suo paese. Ed egli realizzava nei fatti ciò che predicava. Anche Cristo ha predicato l’amore ma la Chiesa cristiana ha poi esercitato l’odio e la prevaricazione, separando gli uomini piu’ che unirli.Ma Gandhi diceva: “La non violenza dei forti è la forza più potente del mondo”.
”La violenza non conduce né alla pace né alla felicità. Il culto della violenza non ha reso felici né migliori né le nazioni, né coloro con cui esse sono venute a contatto”. La sua convinzione era così assoluta e la sua condotta così pura che le sue parole divennero vento e il vento tempesta, una tempesta che sollevò tutta l’India, riuscendo a operare un miracolo, una disubbidienza pacifica diffusa tra milioni di Indiani che li portò ad accettare le randellate degli Inglesi senza muovere un muscolo, a subire carcere e violenze, a non ribellarsi alle stragi e alle angherie, a perseverare in una lotta che sembrava impossibile.
Fu un'epopea lunga e difficile, e più e più volte Gandhi sembrò sconfitto, piu' volte fu processato e incarcerato, vide i suoi seguaci cedere e tornare alla violenza, ma sempre disse: “Io sono sconfitto, ma non l’idea che porto”.
La non violenza era una verità difficile e, per farla trionfare, bisognava avere il coraggio di viverla fino in fondo a prezzo della vita, perché “Ogni verità astratta è priva di valore se non si incarna in uomini che la rappresentano dimostrando di essere pronti a morire per essa”.
La lotta, il carcere, le malattie, i digiuni, i continui spostamenti lo stremarono lentamente, corrodendo il suo fisico già gracile, ma non desistette. C’era in questo piccolo uomo una fiamma perenne che nessuna sconfitta riusciva a piegare. Era lo strumento di una lotta più grande di lui.
Nel ‘30 (a 61 anni) Gandhi guidò la marcia del sale. Gli Inglesi avevano il monopolio del sale su cui mettevano una tassa particolarmente odiosa. Gandhi decise che gli Indiani si sarebebro presi da soli il proprio sale. Prese dunque a marciare verso il mare seguito da migliaia di Indiani, per centinaia di km, fino alla riva del mare, per raccogliere qualche manciata di sale senza pagare le esose leggi del monopolio. Fu messo di nuovo in carcere per un anno, e cominciò lo sciopero della fame. Fu liberato quando tutti i partiti indiani parteciparono a Londra alla formazione della nuova Costituzione, ma le separazioni interne portarono l’assemblea al disastro..
L’India era divisa in caste, distinte in modo feroce, con costrizioni e divieti minuziosi che paralizzavano la vita e la libertà. Al di sotto di tutte le caste c’erano i paria, i fuori casta, costretti a vivere in condizioni terribili. Il riscatto degli intoccabili era il primo punto del ‘programma costruttivo’ di Gandhi.
Il paria non era nessuno, non aveva rilevanza sociale, era considerato peggio di un animale. I parìa erano costretti a occuparsi di attività considerate impure: cremazione dei morti, pulizia degli escrementi, delle latrine e delle fogne, trattamento del bestiame morto, concia della pelle... Le caste più elevate non tolleravano il contatto dei paria e anche la loro vista era considerata contaminante. La catalogazione degli intoccabili era molto complessa, essi erano divisi in sottoclassi, con nomi e ruoli, una fittissima rete di regole con molti gradi di impurità spirituale. Si tenga conto che gli intoccabili costituivano ben il 14% della popolazione, cioè più di cento milioni di persone. Nelle regioni indiane più integraliste dovevano portare campanelli ai piedi come i lebbrosi. Nelle città vivevano in catapecchie periferiche con i tetti più bassi della persona, simili a covili. Non potevano nemmeno leggere i testi sacri. Se un parìa trasgrediva le regole, gli mettevano del piombo fuso nelle orecchie.
Dopo 4000 anni che l’India praticava questa terribile condizione sociale, Gandhi si scagliò su quella che chiamava "la più grande vergogna dell'Induismo". La sua lotta per la reintegrazione dei Paria fu durissima, e alla fine, teoricamente, essi vennero reintegrati, almeno sulla carta, nel 1950 dall'art. 17 della Costituzione indiana, come il Mahatma voleva, ma nei fatti, specie nelle campagne presso i gruppi piu' integralisti, le cose andarono diversamente.
Gandhi lottò strenuamente per la loro riabilitazione, ritenendo che essi fossero creature di Dio come tutti. Il suo fu uno sforzo immane contro un costume radicato nei millenni.
Quando, dopo la grande marcia del sale, tutte le forze politiche indiane si riunirono a Londra per elaborare la nuova Costituzione, ogni trattativa si arenò di fronte al problema insormontabile di dare ai parìa gli stessi diritti degli altri. Allora Gandhi annunciò che avrebbe smesso di mangiare finché fosse morto. Si scatenò un’onda emotiva senza precedenti. L’India intera si fermò.
Il digiuno di un uomo così venerato produsse miracoli: si aprirono i tempi agli intoccabili, si dettero pranzi con loro, barriere antichissime caddero, per milioni di reietti brillò la speranza di un mondo nuovo. Finalmente i politici indiani concessero ai paria 148 seggi in Parlamento. Dopo 4000 anni di esilio umano, i paria entravano di diritto nella vita politica dell’India, erano di nuovo persone.
La nuova India nasceva da un violento sforzo della sua interiorità, lo sforzo voluto da un uomo solo.
Nel ‘50 i principi di uguaglianza, che Gandhi aveva difeso, trionfarono e le caste furono abolite e fu abolita condizione di Parìa.
Il grande movimento morale e sociale che egli aveva promosso aveva svegliato le coscienze e suscitato la pietà.
Prima era venuta la lotta per la liberazione morale, poi la lotta per la liberazione politica. Il processo fu estenuante.
Nel 39 l’Inghilterra avvertì l’India che doveva combattere nella seconda guerra mondiale, Churchill prometteva la concessione dello stato di dominion a guerra finita. Ma la risposta fu: “QUIT INDIA” “Lasciate l’India”. Gandhi disse che ogni Indiano doveva appuntarsi sul petto un pezzetto di stoffa con su scritto “Agire o morire!” O vedremo l’India libera o moriremo. L’India esplose come una polveriera. Le stragi furono enormi, scioperi, violenze. Città intere proclamavano la loro indipendenza. Il governo inglese non si era mai trovato davanti una insurrezione simile. La rivolta d’agosto durò 20 giorni. Tutto il mondo ne parlo'. Il sessantacinquenne Gandhi iniziò un altro sciopero della fame che durò venti giorni e lo portò alle soglie della morte.
Aveva fatto 2.338 giorni di carcere. La moglie era morta, aveva avuto la malaria e un’infezione amebica. L’India era squassata da una carestia. La fame continuava a infierire.
In Inghilterra Churchill se ne andava, salivano al potere i laburisti, nemici da sempre del vecchio imperialismo.
In India l’odio tra indù e musulmani porto' alla guerra civile, il 16 agosto del ‘46 indù e musulmani si scagliarono gli uni contro gli altri con efferate violenze, in un’orgia di sangue, di stupri, di incendi che travolse il paese, con migliaia di morti.
Gandhi aveva 77 anni, furono i giorni più terribili della sua vita, un insensato massacro, ed egli imputo' a se stesso perche' non era riuscito a fermarli.
Il 2° febbraio del '47 la Gran Bretagna annunziò la sua intenzione di ritirarsi dall’India.
L’India poteva darsi una Costituzione.
L'India era libera dal dominio inglese. Un miracolo a cui nessuno avrebbe creduto, un miracolo dovuto a un solo uomo, alla sua ferrea costanza, alla sua ferma determinazione, alla luce del suo spirito, al suo coraggio e alla sua purezza.
Restavano grossi problemi irrisolti, in primo luogo l’odio tra Indù e Musulmani, che nessuno, nemmeno Gandhi, era riuscito a placare. La nuova India nacque con una lacerazione dolorosissima: il Pakistan musulmano si staccava costituendo uno stato a sé, abitato solo da Musulmani e cominciava un esodo spaventoso di Indù cacciati dalle loro case in Pakistan e di Musulmani cacciati dalle loro case in India.
E’ impossibile raccontare le vendette, gli stupri, gli incendi, le stragi ...che questa divisione comportò. Gandhi lottò fino all’ultimo per evitare questo orrore, ma i Musulmani furono senza appello.
A Nuova Delhi il 14 agosto 47 una folla in delirio applaudiva l’indipendenza, ma parte dell’India era separata, con milioni di indù da parte musulmana e milioni di musulmani da parte indù, una scia lunghissima di profughi, 15 milioni di disperati, che lasciavano il loro paese e il poco che avevano, pieni di odio e di vendetta. Gandhi non prese parte a nessuna felicitazione. Il suo cuore era in lutto. Egli era accorso ovunque scoppiassero tumulti e orrori, ma un uomo solo non può tenere a freno la furia popolare. Si uccideva dappertutto, anche nei templi e nelle moschee.

Gandhi pensava che il mondo fosse dominato da intolleranza e fanatismo, razzismo e violenza, per cui solo il ritorno a una vita più semplice, l'amore fra gli uomini, la fratellanza e la sincerità potevano salvarlo. La liberazione umana consisteva nel considerare l'uomo non più un mezzo ma un fine. Egli riusci’, sulla carta, a eliminare legalmente il sistema delle caste, riuscì a liberare politicamente il suo paese, riuscì a farsi seguire da milioni di uomini ma non poteva convincere totalmente un paese così immenso.
Egli fu una personalità estrema, che mescolava politica, religione, ascetismo, filosofia. Aveva un pensiero molto semplice:
tutto l’universo è regolato da una intelligenza suprema, la Verità. Essa si incarna in tutti gli esseri viventi, specie negli uomini, dove assume la forma dell’autocoscienza. Tutti gli uomini partecipano di questa Verita' e per questo formano una unità, gli uomini sono identici nella luce della Verita', per questo tra loro ci dovrebbe essere amore. Amore vuol dire occuparsi degli altri e prendersene cura, ma anche opporsi al male senza fare danno, cioè attraverso una partecipazione sociale non violenta. L’amore può e deve essere applicato a tutti i settori della vita, anche e soprattutto la politica.
Lo stato è “la rappresentazione di una forma concentrata di violenza, tuttavia esso è necessario finché gli uomini non saranno evoluti e responsabili.” In uno stato le decisioni sono prese dalla maggioranza ma uno stato è giusto se promuove lo sviluppo di tutti i cittadini; se la legge è ingiusta ci si deve opporre, dunque e' necessaria la disubbidienza civile, ma questo non vuol dire trasgredire la legge, bensì opporsi a viso aperto, denunciandola come ingiusta e affrontando le punizioni relative alla disubbidienza.
Gandhi pensava che la proprietà privata fosse immorale, e che e' peccato che alcuni siano ricchissimi e che altri non riescano nemmeno a sopravvivere. Se qualcuno è eccessivamente ricco, quello sara' un corrotto.
Gandhi voleva introdurre nella politica una dimensione etica, pensava che il mondo non puo' essere dominato dalla violenza, dal fanatismo ideologico e confessionale e dal razzismo.
I suoi valori erano l'autenticita', la sincerità e trasparenza, l’amore per il prossimo, il rispetto dell’uomo come valore, il ritorno a una vita semplice.
Diffidava per l’India del progresso tecnologico, amava una vita semplice, sobria, pensava all’economia del villaggio, di cui era simbolo il filatoio a mano, e diceva che ogni famiglia doveva filare e cucire da sé i suoi vestiti. Temeva una società tecnologica e scientifica dove si cercano mezzi sempre più perfezionati per dominare la natura e mercificare gli uomini, pensava che essa avrebbe trasformato l’uomo da fine in mezzo violando la sua libertà e i suoi diritti.
Il 29 gennaio del 1948 Gandhi usci' di casa per un incontro di preghiera. Era estenuato dal digiuno. Si fece portare allo spiazzo della preghiera su una lettiga. Aveva sempre rifiutato la protezione della polizia, pru parlando spesso della possibilità di una morte violenta. 500 persone lo aspettavano. Un giovane fanatico indù gli si parò davanti e sparò due volte .
“He, Rama!” disse Gandhi. L’altro sparò di nuovo. Gandhi si afflosciò sul terreno intriso di pioggia.
Così fu ucciso. Fu ucciso per le sue idee, perché chi viene a portare la pace è il più pericoloso degli uomini. Fu ucciso perché gli uomini vivono nel buio e odiano chi porta la luce.

Einstein disse: “Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici di tutti i tempi, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere le nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto”.

Il seguito della storia dell’India non fu felice.
Nehru divenne primo ministro. Sua figlia si fece chiamare Indira Gandhi per onore al maestro ma non fu degna di questo nome. Nel 66 Indira divenne primo ministro, ma nel 75 perse il potere, fece pesanti brogli elettorali per conservarlo e fece arrestare numerosi oppositori politici, nell’80 fu rieletta ma nell’84 venne uccisa da estremisti sikh. Allora fu fatto primo ministro suo figlio, Rajiv Gandhi, che era stato il principale consigliere della madre, egli lottò contro la corruzione, si impegnò in un programma di sviluppo industriale e di riforme interne per il controllo delle nascite, il sistema scolastico e le tensioni etniche. Fu però accusato di corruzione e infine anche lui restò vittima di un attentato nel 91.
Il sistema delle caste e’ vietato dalla Costituzione indiana ma continua a essere seguito da tradizionalisti.

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x la precisione
by golden lady Wednesday, Aug. 24, 2005 at 10:30 AM mail:

le rivoluzioni che lo si voglia o no.. si fanno con le armi. e lo dice 1 ke nn crede alla rivoluzione ma al processo di auto-degradazione del capitalismo, alla deflagrazione, il default sistemico. le rivoluzioni sono "cose" da 800/900.
detto questo anche Gandhi ha fatto una rivoluzione, ma va anche detto che a tutt'oggi rimane la rivoluzione con il più alto numero di morti civili.
chapeau

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ghandi strunz!
by AK-47 Wednesday, Aug. 24, 2005 at 12:25 PM mail:

LENIN NON GHANDI!
UN BOIA BORGHESE CITATO COME GUIDA DEI COMUNISTI E'UNA FARSA!
basta alle stronzate di chi si beve questi "santi"(???) personaggi guarda caso accuratamente propagati dalla amcchina imperialista:


http://www.marxismo.net/fm174/06_violenza.htm


Userò tutta la mia influenza e autorità contro la lotta di classe. Se qualcuno vuole deprivarvi della vostra proprietà mi troverete a lottare al vostro fianco”.
Gandhi

Nelle sue teorizzazioni Bertinotti ha tirato più volte in ballo Gandhi come esempio di pacifismo radicale. Così facendo dimostra proprio il contrario di ciò che vorrebbe. Pochi personaggi sono circondati da un’aura di santità tanto ingiustificata come Gandhi. L’ideologia di Gandhi non era il frutto della testa di un uomo particolarmente illuminato e tollerante, ma era il riflesso di interessi di classe ben precisi. Rifletteva contemporaneamente i sogni e la debolezza della borghesia indiana (di cui Gandhi era un esponente di spicco). Sorta sotto l’ala protettiva dell’imperialismo inglese, la borghesia indiana desiderava la propria indipendenza ma temeva ancora di più la possibilità di una rivoluzione proletaria. Questa contraddizione si rifletteva nell’ascetismo, nella passività gandhiana, nell’auspicio che si ottenesse l’indipendenza attraverso le riforme, senza dover passare per una sollevazione popolare.
Quando nel 1920 scoppia uno sciopero nel settore tessile, il Congresso Indiano approva immediatamente una risoluzione di fedeltà alla corona inglese e Gandhi si scaglia contro lo sciopero come episodio di “anarchia e distruzione rossa”. Nel 1928 un giovane radicale, Bagat Singh, viene arrestato e processato dagli inglesi con l’accusa di sovversione. Attorno al processo di Bagat Singh si solleva un’ondata di proteste e mobilitazioni. È in questo momento che Gandhi decide di far partire la propria marcia della disobbedienza civile, sapientemente tollerata dagli inglesi, per sviare il movimento da una possibile insurrezione. La marcia gandhiana si conclude con la firma il 19 marzo 1931 di un patto tra Gandhi ed il vicerè inglese Irwin, senza alcun accenno alla possibilità della concessione della grazia a Bagat Singh. Quattro giorni dopo Bagat Singh viene impiccato. Tra il 1942 ed il 1946 l’India viene scossa da un’ondata rivoluzionaria che costringe gli inglesi a concedere l’indipendenza formale. Tuttavia, per sviare la rabbia popolare su linee religiose, gli inglesi, di comune accordo con la casta dominante indiana, decisero di dividere il subcontinente in due paesi: l’India a maggioranza indù ed il Pakistan a maggioranza mussulmana. Il pacifico Gandhi alla fine accettò di sollevare un simile barbarico confine in un subcontinente che aveva sempre visto mussulmani ed indù convivere pacificamente. Da allora la “partizione” tra India e Pakistan ha causato un milione di morti e circa 10 milioni di profughi. L’India e Pakistan sono oggi due nazioni dotate di bombe nucleari con una continua tensione alle proprie frontiere. Quanta pace e serenità può sbocciare dai profeti della non violenza.

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Gandhi ammirava Mussolini
by NO AI FALSI MITI Wednesday, Aug. 24, 2005 at 12:47 PM mail:

Gandhi? un merdoso ammiratore del merduce merita solo merda

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ma no
by viviana Wednesday, Aug. 24, 2005 at 1:38 PM mail:

ma ne dite di sciocchezze!

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non tutti i borghesi sono cattivi
by per ak-47 Wednesday, Aug. 24, 2005 at 1:45 PM mail:

ehi ak 47, non tutto cio' che ha prodotto la borghesia storicamente e' negativo.

l'india non era pronta per una rivoluzione proletaria. gandhi voleva abolire il sistema delle caste, perche' era un sistema pre-borghese, e la borghesia ha esercitato una funzione storica progressiva in quell'epoca

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Non so
by viviana Thursday, Aug. 25, 2005 at 8:31 AM mail:

non credo che la coordinata 'borghesia' abbia senso riferita a Gandhi. Aveva studiato si', ma non possiamo confondere uno studioso con un borghese. Gandhi era essenzialmente un uomo religioso. Tutti i suoi principi, valori, forme di lotta discendevano dal suo credo religioso.
Il termine borghesia connota una classe il cui valore fondamentale e' il diritto di proprieta'. Gandhi non possedeva nulla e attaccava la proprieta' come un furto (certe sue frasi sono identiche a Proudhon), sognava un tipo di vita molto sobrio e minimale, attaccava anche la tecnologia, come si fa a chiamarlo borghese? Un borghese presenta un alto grado di conformismo e omologazione ipocrita a modi di fare, usanze, apparenze... Gandhi fu a anacronistico, ando' contro tutti i modi di pensare, i conformismi, le omologazione del suo tempo e luogo.
Nella teoria marxista, la borghesia è definita come la classe sociale che possiede i mezzi di produzione. Quali mezzi di produzione aveva Gandhi? Il telaio?!
La borghesia e' sempre andata d'amore e d'accordo col colonialismo e le sue favole, Gandhi combatteva il colonialismo del suo paese e voleva la sua liberazione. Non usava le categorie marxiste perche' non era marxista, non le uso' nemmeno quando difendeva i diritti del lavoro e del rispetto umano come avvocato, ma questo non vuol dire che fosse un borghese. Queste accuse sono proprie di un sistema mentale binario per cui il mondo e' diviso in due, o stai di qua o di la', ma il mondo non e' binario, e' complesso e presenta molte piu' varieta' di quello che uno immagini.
viviana

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,,
by ak-47 Thursday, Aug. 25, 2005 at 6:43 PM mail:

questo hanno fatto i marxisti in India,Gandhi invece che cazzo ha fatto?


Luogo: India
Tema: il miracolo sull'Oceano Indiano: tutti hanno cibo, scuole e salute
Data: 22/6/2002
Fonte: Il Giornale Ideale - Corriere della Sera
Nell'India infernale che muore per strada e s'infetta di polio e non ha scuole e scoppia di gente, proprio qui c'e' un paradiso del comunismo, dicono. L'unico. Dove la gente s'aspetta ragionevolmente di vivere fino a 72 anni, quasi come in America. Dove c'e' un medico della mutua ogni 7 mila abitanti. Dove l'89% dei bambini e' vaccinato. Dove gli analfabeti sono il 9% e "le opportunita' d'una conversazione su temi d'attualita' sono le stesse che avreste nel Kansas". Dove si figlia come in Europa, due a famiglia. Dove la donna non e' una disgrazia e non viene abortita, ma addirittura si sposa avanti d'età, e' maggioranza e decide il futuro. Dove sono i contadini a scegliere che cosa piantare e quando e come, fissando i prezzi.
Questo paradiso guarda l'Oceano indiano, a meta' fra le Maldive e le Laccadive, e' la culla della medicina ayurvedica e da qualche anno e' diventato anche un modello di sviluppo sociale, studiato dagli economisti: il modello Kerala.
"Tutto quello che abbiamo, lo dobbiamo alle "3M": maharaja, missionari, marxisti". Nel Kerala e' forte, il mito di questa trinita' alfabetica: 32 milioni d'abitanti, antico porto delle spezie scoperto da Vasco de Gama, fu con la pubblica assistenza degli illuminati signori indu' di Travancore, fu con le scuole dei Francescani che "il Paese di Dio", come lo chiamano gl'indiani, si preparo' a 50 anni di governo comunista. I marxisti sono stati al potere dal 1957 al '59, dal'67 all'82, dall'87 al '91: vi sono tornati nel '96, sempre con libere elezioni, e oggi leggono The Economist, accettano la stampa libera, predicano una "vita felice" a metà fra Thomas Jefferson, Cristo e Gandhi.
La ricetta funziona, a quanto pare, anche se il benessere dello stato del Kerala ha un buon alleato nella natura: campi che danno il 92% della gomma esportata dall'India, il 70% delle noci di cocco, il 60% della tapioca e il 100% dei limoni; dal mare, viene piu' d'un terzo di tutto il pesce indiano. Il Malayam Manorama, il giornale del posto, e' uno dei piu' letti del mondo: le statistiche dicono che i kerali comprano in media due-tre quotidiani ciascuno. Merito della Tlc, riconoscono anche gli avversari del governo rosso, ovvero della Total Literacy Campaign che nel '90 ha abbattuto l'analfabetismo: "Abbiamo aperto classi dappertutto - racconta Paolo Freire, brasiliano, uno dei 50 mila insegnanti volontari -: per i pescatori, andavamo sulle spiagge; per le tribù, ci arrampicavamo sulle montagne. Siamo entrati anche nei lebbrosari".
La alfabetizzazione e' il risultato piu' vistoso, ma non l'unico: nessuno qui e' ricorso alle sterilizzazioni forzate, le tre religioni (indù, musulmani e cristiani) convivono, gli ospedali hanno raggiunto i 1.768 posti letto ogni milione d'abitanti, la criminalita' e' al minimo. E il "Pqli", l'indice di qualita' della vita calcolato dagli esperti, e' misurato in 82 centesimi, contro il 60 del resto dell'India e l'85 della Corea del Sud.(...)"Siamo l'unico popolo al mondo - dice Thomas Isaac, ideologo del governo - che ha imparato a redistribuire il reddito. C'e' poco, ma quel poco e' per tutti".

http://ospiti.peacelink.it/buone/bollettini/bn150.htm

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.
by . Thursday, Aug. 25, 2005 at 6:56 PM mail:

Perchè viene nascosto il fatto che Gandhi faoose un fervente appartenente alla Società terosofica di madame Blavatsky?

Anzi fu proprio assieme a loro che a Londra Gandhi lesse x la prima volta i + famosi testi indiani(come la Gita) in lingua originale.
E x la prima volta nella sua testa, sono sue parole, balenò l'idea che forse i missionari cattolici avevano torto quando definivano la cultura indiana un accumulo di superstizioni-

Pure il partito Congress era una filizione della Società-

Oltre a Gandhi erano teosofi il primo presidente dell'India (Ramaqualcosa), il Nerhu, sua figlia Indira, il nipote, Sonia ecc ecc

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mm
by ak Thursday, Aug. 25, 2005 at 6:59 PM mail:

Perchè viene nascosto il fatto che Gandhi faoose un fervente appartenente alla Società terosofica di madame Blavatsky?

forse perchè non gliene fotte un cazzo a nessuno? e cmq dichiarò di essere solo un simpatizzante

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.
by . Thursday, Aug. 25, 2005 at 7:12 PM mail:

<<<mm


by ak Thursday, Aug. 25, 2005 at 6:59 PM mail:

Perchè viene nascosto il fatto che Gandhi faoose un fervente appartenente alla Società terosofica di madame Blavatsky?

forse perchè non gliene fotte un cazzo a nessuno? e cmq dichiarò di essere solo un simpatizzante<<<

Ma sei lo stesso demente che scrive nel forum?
Smamma

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andiamoci piano
by viviana Thursday, Aug. 25, 2005 at 8:11 PM mail:

La storia di madame Blavatsky la conosco bene.
Ovviamente non ha alcun senso dire che Gandhi fu suo seguace, segui' solo alcune conferenze quando studiava a Londra e aveva appane vent'anni.
Pero' e' esatto dire che la baronessa esercito' un grande influsso sia su molti indiani che su molti europei (come Kandinskji per esempio). Le sue conferenze attraevano migliaia di persone, in genere colte o appartenenti al bel mondo. Fu la grande novita' degli inizi secolo.
Nel 1875 Madame Petrovna Blavatski fondò la Società di Teosofia. Era una donna inquietante, con forti capacita' di suggestione, di grandissima intelligenza e volontà, che ebbe una vita romanzesca. Viaggiò moltissimo attraverso il mondo conoscendo varie forme religiose, i lama buddhisti, gli sciamani pellerossa, i riti vudù ecc., in particolare andò più volte in Tibet e, sull’Himalaya, disse di aver contattato alcuni Maestri Superiori della Gerarchia Bianca, che le avevano dato una iniziazione occulta sistematica. Da quel momento, essi le comunicarono mentalmente un insegnamento iniziatico, dettandole in forma telepatica i messaggi che lei mise poi nei suoi libri (‘Iside rivelata’, ‘La dottrina segreta’, ecc.), fitti di citazioni di antichi testi sacri, alcuni dei quali scomparsi da lungo tempo. Il fatto curioso e' che lei indico' dove questi testi perduti potevano essere ritrovati. Il ritrovamente misterioso di antichi testi nel momento in cui la loro parola deve attivarsi e' una credenza del mondo indiamo come tibetano, per cui questi ritrovamenti destarono una profonda impressione in india e Gandhi la ringrazio' per questo in una cerimonia pubblica.
Secondo la credenza dei Teosofi e anche secondo il Buddhismo e l’Induismo, i Maestri sarebbero esseri superiori che hanno conseguito una totale liberazione a livello di vita umana e dunque si sono liberati dalla Ruota delle Vite, essi tuttavia si sono incarnati di nuovo per aiutare gli uomini a liberarsi e cercano dei collaboratori consapevoli o meno. La Blavatski diceva di essere in contatto diretto con due di questi Maestri Viventi. Al di sopra c’erano esseri spirituali ancora più elevati, fino ad arrivare a Buddha.
La Società Teosofica riprendeva alcuni concetti indiani che la Blavatski diffuse in Occidente, come il Kahrma, ovvero la reincarnazione e l’evoluzione attraverso molte vite, l’Aura, i viaggi astrali, la fratellanza universale e il rispetto di tutte le religioni perché in esse si esprime uno stesso Dio.
La Teosofia ebbe subito un grandissimo successo negli ambienti intellettuali e si diffuse in Europa e America, in India e in altre parti del mondo con decine di migliaia di seguaci, in genere l’élite intellettuale e aristocratica, formando una nuova corrente di pensiero che non è ancora cessata e si perpetua nella New Age.
Essa diceva che in tutto il mondo è sparsa una rete di Grandi Maestri, o Maestri Nascosti, uomini santi che lavorano per l’evoluzione dell’umanità; essi possono individuare eventuali allievi e aiutarli inviando loro illuminazioni e intuizioni o veri e propri dettati spirituali. La Blavatski scriveva i suoi libri in modo automatico, come se leggesse e copiasse antichi manoscritti invisibili che le venivano mostrati. L’India fu grata per i testi sacri ritrovati e lo stesso presidente indiano ringraziò la Blavatski pubblicamente.
Ancora oggi, nell'Himalaya, si crede che un guru di nome Padmasambhava, abbia nascosto delle dottrine segrete (gter-ma, Terma=tesori) sotto terra, in caverne, rocce o dentro i pilastri dei templi, per difenderle da razzie o distruzioni. Queste dottrine sarebbero via via ritrovate quando i tempi sono maturi per la loro comprensione. Ci sono perciò i gter-ston (scopritori di tesori) che riescono a trovarle grazie a sogni o visioni di grande esattezza. I testi ritrovati sono scritti in tibetano o in una lingua sacra e misteriosa, la lingua delle Dakini (angeli femminili). Si dice che il libro tibetano dei morti sia stato uno di questi Terma, trovato dall'asceta Carmalinga a soli 15 anni sulla riva di un fiume.
La Blavatski aveva sempre avuto poteri paranormali, usava tranquillamente i raps per avere risposte a domande e ricevette così anche ricette mediche latine. Frequenti erano vicino a lei anche gli apporti, i suoni o i cambiamenti di peso in persone o oggetti. A volte le domande erano scritte su un foglio chiuso in una busta e messo in un luogo in vista e dopo un’ora la busta veniva riaperta e vi si trovava un foglio verde con la risposta. La sua vita fu romanzesca, tra le altre cose fu a fianco di Garibaldi e fu ferita a Mentana.
Ora pero' non cominciare a dire che anche Garibaldi fu suo seguace.
La Società Teosofica per lo studio comparato delle religioni alla luce della fratellanza umana e per la ricerca dei poteri nascosti dell’uomo ebbe sede a New York. Essa doveva preparare un’Umanità futura, alla luce della Fratellanza Universale.
I libri della Blavatski destarono molta sensazione in America e in Europa e anche in India.
La Teosofia si proponeva come un sistema di conoscenza superiore, non di fede. Il neofita non solo imparava un sistema esoterico, secondo vari livelli, ma doveva superare il proprio egoismo e lavorare incessantemente per gli altri. Credeva a una catena di vite, guidate dalla legge del kahrma, per cui ogni pensiero e azione producevano conseguenze che si proiettavano sulle vite future. L’anima doveva purificarsi dalle conseguenze del kahrma fino alla totale liberazione, che l’avrebbe tolta dal ciclo delle rinascite. I Maestri avevano scelto di tornare in Terra per aiutare gli altri, erano i bodhisattva, santi incarnati. Ogni santo incarnato era un Buddha, cioè un risvegliato, ognuno aveva una particolare funzione; ma primo fra tutti sarebbe stato il nuovo Messia, superiore a tutti, il Buddha Maitreya o Buddha della compassione, ‘Colui che ama’, l’energia di amore che si era incarnato 2000 anni prima nel Cristo e ora sarebbe venuto in nuove spoglie in Occidente, i Teosofi aspettavano la sua venuta.
La Società Teosofica fu un grande fenomeno culturale del Novecento, il suo prestigio era enorme, come enormi furono i lasciti e le donazioni che ricevette. Essa credeva nell’unità di tutte le religioni e credeva che lo spirito di Dio potesse incarnarsi nelle varie parti del mondo in personaggi eccezionali per aiutare l’evoluzione umana.
Vi fecero parte moltissime grandi personalità, il ventenne Gandhi a Londra imparo' proprio dai teosofi cosa fosse la Bhagavad Gita, dove egli trovò il concetto di ‘azione disinteressata’, che guidò la sua vita. Altri che furono incuriositi dalle conferenze furono Maria Montessori, fondatrice di una nuova pedagogia, Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, Edouard Schuré, autore del libro ‘I grandi iniziati’, Kandinskij che creerà l’arte astratta, e anche Krishnamurti, che fu uno dei più grandi mistici del nostro tempo.

Io sono arrivata alla Blawatski studiando Krishnamurti.

viviana

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.
by . Thursday, Aug. 25, 2005 at 9:04 PM mail:

forse fu lei da giovane ad essere seguace di Garibaldi-

Nella Iside Svelata vi è riportata una struggente lettera del segretario della massoneria Americana che parla con grande rimpianto dei tempi in cui Garibaldi era un Gran Maestro massone-

Ehm ehm in questi giorni volevo fare una breve biografia da postare su Wikipedia
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Helena_Petrovna_Blavatsky&action=edit
ma mi sembra che il tuo pezzo con qualche accorgimento (x renderlo ad hoc) potrebbe già andare bene-

E comunque non credo che gandhi si sia limitato a qualche conferenza a Londra.
Credo invece che Gandhi e la ST si siano incrociati + e + volte nel corso delle loro esistenze.
Congress non è stato fondato da Annie Besant?

Ciao

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...
by ak-47 Thursday, Aug. 25, 2005 at 10:34 PM mail:

ma chi cazzo sei tu piuttosto,quel pitocco di Child of the Light of the Church of the Paedophilus?

LENIN NON GANDHI
gandhi il borghese va bene per qualche cocainomane holliwodyano,non per i rivoluzionari

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Basta con la cultura imperialista usa!
by proletario Thursday, Aug. 25, 2005 at 10:49 PM mail:

Rinnovare la politica con proletari, giovani!
L'Italia deve voltare totalmente pagina!
Tornare al marxismo per l'Italia comunista senza nessun compromesso: o i comunisti guideranno questo paese o non cambierà niente!

SPARTACO IN OGNI CITTA'E IN OGNI PAESE!

IRAQ LIBERO! KASHMIR LIBERO! YUGOSLAVIA LIBERA!


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Madame Blawatski
by viviana Friday, Aug. 26, 2005 at 8:04 AM mail:

Sullo stato del Kerala si puo' dire di tutto e di piu'.
Si puo' dire per esempio che il governo protegge l'insedimanento della Coca Cola che con le sue fabbriche ha impoverito il paese. Il Kerala e' uno degli stati piu' ricchi dell'India per caratteristiche proprie, tanto che viene chiamata il granaio di riso, perche' e' ricco di acqua, sicuramente il suo governo di sinistra ha favorito processi virtuosi, ma ricordiamo che lo setsso governo ha favorito l'ingresso nel paese della Coca Cola e le sue abnormi depredazioni di acqua, dopo di che le rese agricole sono diminuite del 10% tanto che ci sono state proteste popolari contro la multinazionale. Governo di destra o di sinistra, in India le multinazionali la fanno da padrone e la BM e il WTO non hanno trovato contrasti ufficiali, permettendo alle piu' spietate corporation di fare sporchi profitti aumentando la miseria e lo sfruttamento della gente.
Sul problema delle privatizzazioni e sull'immondo mercato dei beni fondamentali come l'acqua, abbiamo in Italia solo le promesse di Bertinotti che non sono state seguite pero' sul territorio da opere concrete a difesa di cio' che spetta di diritto a un cittadino.
Sicuramente tuttavia in alcune zone dell'India la sinistra ha portato avanti forti battaglie per l'emancipazione del popolo e contro la divisione in caste, promuovendo cultura, civilta' e benessere. Anche Carta ha parlato della felice condizione del Kerala. Bene, speriamo che il modello Kerala si diffonda dappertutto in India.

In quanto al riferimento a madame Blawatski, lo trovo anomalo in un sito come indy.
Il tenore prevalente delle mail di indy e' improntato al materialismo di sinistra. Il sito si occupa in genere di politica e cronaca. Ora, ridurre tutto a questi ambiti usando questi soli parametri puo' essere riduttivo.
Non esiste solo la politica marxista o anarchica, e non esiste solo la politica della cronaca o la filosofia politica di sinistra. L'area umana e' piu' vasta e comprende scienza, letteratura, arte, religione, spiritualita'...
In particolare sulla spiritualita' sono orientati i sistemi di vita di miliardi di persone.
Il post su Gandhi e' stato scritto come risposta alla reiterata affermazione erronea che dobbiamo a Gandhi il persistere delle caste indiane. Punto.
Dato che e' comprovato che tutta la sua vita si e' svolta alla luce della lotta contro le caste, l'affermazione mi era particolarmente odiosa, come tutto cio' che non e' vero ma fazioso.
Ora si tenta di screditare Gandhi parlando dei suoi rapporti con la teosofia. Chiedo: ma che cosa c'entra? e chiedo ancora: come e' possibile valutare Gandhi, che e' un uomo intrinsecamente religioso, alla luce di coordinate materialiste? La magia o il soprannaturale o il paranormale fanno parte delle credenze indiane, siamo noi che lo rifiutiamo come fantasioso e superstizioso solo perche' siamo immersi in un ambito materialista che sta chiudendo la nostra percezione. Le siddhi o facolta' paranormali sono uno degli attributi dell'uomo santo. Nessuno ci vede niente di strano.
Se qui diamo una valutazione sul valore pratico o etico della non violenza, facciam un tipo di analisi,s e tiriamo fuori delle critiche basate sul fatto che Gandhi e' religioso siamo proprio fuori, Gandhi 'e' religioso. Fu uno degli uomini piu' religiosi della terra. E credeva nei poteri immateriali e nel paranormale, era la sua cultura. E con questo?
Alcuni miliardi di persone al mondo sono intimamente religiose, e considerano l'immateriale molto piu' sostanziale e reale del materiale. Il paranormale o il soprannaturale altrove che non nel nostrio piccolo mondo sono l'ordine dell cose, sono la realta'. Uno non ci crede, e allora?
In India addirittura il mondo della materia e' generalmente considerato una apparenza errone, il velo di Maia, una bassa apparenza molto lontana dalla verita', che solo lo spirito puo' vedere, il misticismo e' proprio questa percezione spirituale superiore.
Voler criticare Gandhi perche' non e' materialista o marxista mi sembra fuori dei coppi.
Sarebbe come voler criticare un delfino perche' non e' un faggio.
Proseguendo in questa pertinacia di voler accettare solo cio' che perfettamente ci somiglia, ognuno, a rigor di logica, dovrebbe accettare solo se stesso, nella completa incapacita' di valutare qualsiasi altro dievrso da se'.
Un uomo non potrebbe accettare una donna, un ateo non potrebbe parlare a un religioso, un occidentale non dovrebbe nemmeno riferisi a un orientale. Ognuno chiuso nel suo guscio, sai che bella conoscenza!?
Il mondo umano e' nato perche' ognuno conosca l'altro nelle sue caratteristiche dievrse e non perche' lo riduca a se stesso come una fotocopia.
Gli steotipi limitanti che circolano su questo newswire sono avvilimenti continui: "attacco questo senza conoscerlo solo perche' e' un prete", "odio questo senza sapere nemmeno chi e' solo perche' e' comunista..."
Queste standardizzazioni non sono degne di un uomo, dimostrano solo piccolezza mentale.
....
Poiche' e' stata qui impropriamente ciata la Blawastki ne diro' qualcosa.

Nel 1875 una strana baronessa russa, Madame Petrovna Blavatski, fondò la Società di Teosofia. Era una donna inquietante, con forti doti medianiche, di grandissima intelligenza e volontà, dalla vita romanzesca. Viaggiò moltissimo conoscendo varie forme religiose, i lama buddhisti, gli sciamani pellerossa, i riti vudù ecc., in particolare fu più volte in Tibet e, sull’Himalaya, disse di aver contattato alcuni Maestri Superiori della Gerarchia Bianca, che l'avevano aperta a una iniziazione occulta sistematica. Essi le comunicarono mentalmente un insegnamento iniziatico, dettandole in forma telepatica i messaggi che mise poi nei suoi libri (‘Iside rivelata’, ‘La dottrina segreta’, ecc.), fitti di citazioni di antichi testi sacri, alcuni dei quali scomparsi da lungo tempo. lei contribui' a farli ritrovare, indicando i vari luoghi dove erano nascosti e riconsegnandoli all’India, cosa di cui l'India tutta le fu grata. Secondo la credenza dei Teosofi e anche secondo il Buddhismo e l’Induismo, i Maestri sono esseri superiori che hanno conseguito una totale liberazione a livello di vita umana, liberandosi dalla Ruota delle Vite, essi tuttavia si possono incarnare di nuovo per aiutare gli uomini a liberarsi e cercano dei collaboratori.
La Blavatski diceva di essere in contatto diretto con due di questi Maestri Viventi. Al di sopra c’erano esseri spirituali ancora più elevati, fino ad arrivare al Buddha, secondo una Gerarchia spirituale.
La Società Teosofica riprendeva alcuni concetti indiani che la Blavatski diffuse in Occidente, come il Kahrma, ovvero la reincarnazione e l’evoluzione attraverso molte vite, l’aura o teoria dei molti corpi, i viaggi astrali, la fratellanza universale e il rispetto di tutte le religioni perché in esse si esprime uno stesso Dio....
La Teosofia ebbe subito un grandissimo successo negli ambienti intellettuali e si diffuse in Europa e America, in India e in altre parti del mondo, con decine di migliaia di seguaci, in genere l’élite intellettuale e aristocratica, formando una nuova corrente di pensiero che non è ancora cessata e si perpetua nella New Age avvilendosi progressivamente.
Considerando che l’Ottocento è il secolo del positivismo e il Novecento continua le sue posizioni materialiste nella scienza e nella cultura, la Teosofia portò un nuovo risveglio spirituale al mondo moderno.
Certamente la Blavatski era una potente sensitiva, presentò fin da piccolissima una spiccata fenomenologia paranormale e disse di aver sempre avuto una guida spirituale, un anziano protettore che poi incontrò realmente, da adulta in Inghilterra e che faceva parte di una delegazione nepalese.
Essa diceva che in tutto il mondo è sparsa una rete di Grandi Maestri, o Maestri Nascosti, uomini santi che lavorano per l’evoluzione dell’umanità; essi possono individuare eventuali allievi e aiutarli inviando loro illuminazioni e intuizioni o veri e propri dettati spirituali.
La Blavatski scriveva i suoi libri in modo automatico, come se copiasse antichi manoscritti invisibili che le venivano mostrati. E’ ben curioso che molte delle sue citazioni fossero sconosciute agli stessi Indiani e appartenessero a testi sacri ritrovati solo in seguito, e molti su indicazioni degli stessi Maestri. L’India fu grata per i testi sacri ritrovati e lo stesso presidente indiano ringraziò la Blavatski pubblicamente. (Gandhi ando' ad alcune sue conferenza quando a vent'anno studiava in Inghilterra e da lei ebbe lo stimolo per studiare il testo ispirato della Bagavat Gita che non conosceva).
Ancora oggi, nell'Himalaya, si crede che un guru di nome Padmasambhava, abbia nascosto delle dottrine segrete (gter-ma, Terma=tesori) sotto terra, in caverne, rocce o dentro i pilastri dei templi, per difenderle da razzie o distruzioni. Queste dottrine verrebbero ritrovate quando i tempi sono maturi per la loro comprensione. Ci sono perciò i gter-ston (scopritori di tesori) che riescono a trovare questi manoscritti grazie a sogni o visioni di grande esattezza. I testi ritrovati sono scritti in tibetano o in una lingua sacra e misteriosa, la lingua delle Dakini (angeli femminili). Si dice che il libro tibetano dei morti, il Bar-do, sia stato uno di questi Terma, trovato dall'asceta Carmalinga a soli 15 anni sulla riva di un fiume dopo un sogno indicatore.
La Blavatski aveva sempre avuto poteri paranormali, usava tranquillamente i raps per avere risposte a domande e riceveva in tal modo anche anche ricette mediche latine. Frequenti erano vicino a lei anche gli apporti, i suoni o i cambiamenti di peso in persone o oggetti. A volte le domande erano scritte su un foglio chiuso in una busta messa in un luogo in vista e dopo un’ora la busta veniva riaperta e vi si trovava un foglio verde con la risposta. La sua vita fu romanzesca, tra le altre cose fu a fianco di Garibaldi e fu ferita a Mentana. (ora non ci mettiamo a dire che anche Garibaldi e' da buttare perche' era suo amico!)
Fu il presunto maestro interiore che le ordinò di andare a New York,dove lavoro' per la Teosofia e contribui' a diffondere in America la new age l'interesse per le filosofieindiane.
La Societa' Teosofica fu una societa' creata per studiare antiche religioni, occultismo, Kabbalah ecc.. ,faceva lo studio comparato delle religioni alla luce della fratellanza umana e per la ricerca dei poteri nascosti dell’uomo, in preparazione di un’Umanità futura, alla luce della Fratellanza Universale.
Il cuore della Società era l’esoterismo e la teoria della Grande Gerarchia Bianca. L’esoterismo è una dottrina segreta relativa ai piani superiori della coscienza, ai corpi spirituali piu' alti, una conoscenza interiore elevata che l’iniziato possiede per rivelazione e l’adepto per insegnamento.
I libri della Blavatski destarono molta sensazione in America e in Europa ma anche in India, e cominciò cosi' tutto quel movimento di interesse dell'Occidente sull’aura, i viaggi astrali, gli stati modificati di coscienza... che ancor oggi circola anche se in forma minore e contro cui il Papa si e' recentemente scagliato chiamandola 'religione fai da te'. Io credo che il fenomeno sia in recessione anche perche' il suo tallone d'Achille e' quello di lavorare solo su piani individuali e interiori senza preoccuparsi del cambiamento materiale del mondo, per questo e' stato scavalcato dal movimento no global, che e' molto piu' collettivo , universale, sociale, fattivo e pratico, ma il papa evidentemente, essendo un potere che agisce sulle menti degli uomini, continua a considerare la new age che e' figlia della Toeosofia come una impellente minaccia al suo stesso potere. Dunque non si tratta di un fenomeno, almeno secondo lui, da sottovalutare.
Nel 1878 la Blavatski torno' in India dove ebbero molti seguaci. L'India fu molto grata per il ritrovamento dei testi sacri e la Blawatski ricevette il ringraziamento del governo e onorificenze pubbliche. La teoria teosofica non era molto lontana dall'induismo o dal buddhismo, che sono pensieri diversi ma hanno alcune visioni comuni, e l'India e' poi un paese dove convivono molte scuole di pensiero.
La Teosofia si proponeva come un sistema di conoscenza superiore, non come un sistema di fede. La new age e' po diventata una scuola di tecniche, ancora non di fede, svilendo progressivamente la spiritualia' iniziale. Il neofita della teosofia non solo imparava un sistema esoterico, secondo vari livelli, ma doveva superare il proprio egoismo e lavorare incessantemente per gli altri. Credeva a una catena di vite, guidate dalla legge del kahrma, per cui ogni pensiero e azione producevano conseguenze che si proiettavano sulle vite future. L’anima doveva purificarsi dalle conseguenze del kahrma fino alla totale liberazione, che l’avrebbe tolta dal ciclo delle rinascite. I Maestri avevano scelto di tornare in Terra per aiutare gli altri, erano i bodhisattva, santi incarnati. Ogni santo incarnato era un Buddha, cioè un risvegliato, ognuno aveva una particolare funzione; ma primo fra tutti sarebbe stato il nuovo Messia, superiore a tutti, il Buddha Maitreya o Buddha della compassione, ‘Colui che ama’, l’energia di amore che si era incarnato 2000 anni prima nel Cristo e ora sarebbe venuto in nuove spoglie in Occidente. I Teosofi aspettavano la sua venuta e pensarono di aver trovare l'eletto nel mistico Krishnamurti che fu educato fin da ragazzo dai teosofi al nuovo compito(io ho visto delle cassette delle sue conferenze e sono andata in catalessi).
La Società Teosofica fu un grande fenomeno culturale del Novecento, il suo prestigio era enorme, come enormi furono i lasciti e le donazioni che ricevette. Essa credeva nell’unità di tutte le religioni e credeva che lo spirito di Dio potesse incarnarsi nelle varie parti del mondo in personaggi eccezionali per aiutare l’evoluzione umana.
Vi si accostarono moltissime grandi personalità, già vedemmo il ventenne Gandhi a Londra quando studiava legge, a cui i Teosofi fecero conoscere la Bhagavad Gita, dove egli trovò il concetto di ‘azione disinteressata’, che guidò poi la sua vita. Altri adepti furono Maria Montessori, fondatrice di una nuova pedagogia, Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, Edouard Schuré, autore del libro ‘I grandi iniziati’, Kandinskij che creerà l’arte astratta ispirandosi proprio alla teosofia, e anche Krishnamurti, che fu uno dei più grandi iniziati del nostro tempo, e forse non il Cristo che la Blawatski sperava ma sicuramente fu un personaggio molto strano.

saluti
viviana

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by . Friday, Aug. 26, 2005 at 8:54 AM mail:

Scusa ma chi è che ha attaccato Gandhi x essere stato teosofo?

Non è mica una colpa, anzi, ho solo chiesto perchè non veniva citata l'appartenenza di Gandhi alla Teosofia-

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by . Friday, Aug. 26, 2005 at 9:07 AM mail:

<<<La magia o il soprannaturale o il paranormale fanno parte delle credenze indiane, siamo noi che lo rifiutiamo come fantasioso e superstizioso solo perche' siamo immersi in un ambito materialista che sta chiudendo la nostra percezione. Le siddhi o facolta' paranormali sono uno degli attributi dell'uomo santo. Nessuno ci vede niente di strano.
Se qui diamo una valutazione sul valore pratico o etico della non violenza, facciam un tipo di analisi,s e tiriamo fuori delle critiche basate sul fatto che Gandhi e' religioso siamo proprio fuori, Gandhi 'e' religioso. Fu uno degli uomini piu' religiosi della terra. E credeva nei poteri immateriali e nel paranormale, era la sua cultura. E con questo?<<<


Il punto è questo: nei suoi scritti Gandhi rivela di come siano state le letture della Gita in sanscritto avvenuta a Londra con alcuni teosofi a farlo credere in cose come i poteri immateriali, il paranormale, i Siddha-
X questo non si può lasciare fuori la Teosofia da una sua. pur breve, biografia.

Ma perchè hai postato 2 volte lo stesso "polpettone" su HPB?


Poi in Kerala mi pare siano comunisti nopn di sinistra-

Poi non preoccuparti del rapporti tra HPB e Indymedia.
Ti assicuro che in archivio, sia nel NW che nel forum si è già parlato di Madame che è molto + appropiato del baronessa che usi tu-
Non dimenticare che il suo fu un matrimonio burla da cui scappò di notte a cavallo dopo pochi giorni.
Anzi si può dire che le avventure di madame nascano proprio quella notte.

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No alla farsa delle primarie!
by Lenin non Gandhi ha liberato l'umanità! Friday, Aug. 26, 2005 at 9:54 AM mail:



BERTINOTTI NELL’INDIA DI GANDHI MUOIONO ANCORA DI FAME!
TORNARE AL MARXISMO! NO ALLA FARSA DELLE “PRIMARIE”!!

1 Governo di destra o di sinistra, in India le multinazionali la fanno da padrone.
-Noto con piacere che inizia a capire ch il problema è il capitalismo.
2 Il post su Gandhi e' stato scritto come risposta alla reiterata affermazione erronea che dobbiamo a Gandhi il persistere delle caste indiane.
-L’India di Gandhi non si è mossa di un millimetro!A chi dobbiamo questo? A Lenin?
E’ la politica di Gandhi e dei suoi discendenti che ha fallito!Ricordi Viviana?
“Nel 66 Indira divenne primo ministro, ma nel 75 perse il potere, fece pesanti brogli elettorali per conservarlo e fece arrestare numerosi oppositori politici…. fu fatto primo ministro suo figlio, Rajiv Gandhi, che era stato il principale consigliere della madre, egli lottò contro la corruzione ect….. Fu però accusato di corruzione.. Il sistema delle caste e’ vietato dalla Costituzione indiana ma continua a essere seguito da tradizionalisti”.
-Lo hai scritto tu!Dunque Viviana tra la civiltà comunista e l’india di Gandhi o dei discendenti di Gandhi c’è la stessa differenza tra la libertà e i diritti applicati e la libertà e i diritti scritti sulla carta.
3 La magia o il soprannaturale o il paranormale fanno parte delle credenze indiane, siamo noi che lo rifiutiamo come fantasioso e superstizioso solo perche' siamo immersi in un ambito materialista che sta chiudendo la nostra percezione.
-Purtroppo Viviana noi non siamo nati come Gandhi da una ricchissima famiglia e non ci possiamo permettere di fare delle meditazioni e neppure il governo ci permette di avere ferie garantire e riposo settimanale.In India è anche peggio credimi!
4 Voler criticare Gandhi perche' non e' materialista o marxista mi sembra fuori dei coppi.
Sarebbe come voler criticare un delfino perche' non e' un faggio.
-Lascia stare i delfini che non possono neppure risponderti!Ognuno è libero di credere in quel che vuole, qui stiamo parlando di Gandhi politico.Gandhi si recò a Roma e riconobbe lo stato fascista di mussolini strinse la mano a decine di gerarchi.La sua politica ha fallito completamente perché senza il marxismo i popoli restano oppressi.
5 Ognuno chiuso nel suo guscio, sai che bella conoscenza!?
-Questa frase non significa nulla!Ognuno di noi legge e si confronta questo non significa che debba in ogni caso fare tesoro di quello che viene detto o di quello che viene scritto.Anzi si può dire che il 90% dei libri e dei programmi non dicono niente: sono libri e programmi trash.Conoscere non significa condividere.Il marxismo fa saltare le catene che legano milioni di proletari alla macchina del pensiero unico, dello sfruttamento e libera le sue potenzialità di ogni cittadino/a.
La società fotocopia è questa: il dominio della cultura borghese imposta a tutti.
6 Gli steotipi limitanti che circolano su questo newswire sono avvilimenti continui: "attacco questo senza conoscerlo solo perche' e' un prete"
Tra un ateo ed un prete c’è la stessa differenza che c’è tra il giorno e la notte.L’ateo vuole vivere in un paese libero e democratico il prete vuole imporre a tutti con la forza la sua visione del mondo
E vuole costringere tutti ad osservare dei precetti spesso razzisti o totalmente irrazzionali.Ci sono preti in ogni trasmissione e in ogni partito: se questa non è una società fotocopia!Si dice: “beh gira canale! Ti ritrovi il comizio di berlusconi con tanto di cori angelici e cielo di plastica.Non parliamo poi del Tibet!Sembra che ogni borghese che si rispetti deve oggi intervenire per raccontarci un sacco di cose sul tibet e sul dalai lama ed ovviamente certi discorsi vanno poi a parare su quanto feroci sono i comunisti che si mangiano a colazione miliardi di poveri monaci tibetani perseguitati

Si racconta tutto il contrario di quello che è avvenuto: non erano i preti ed il feudalesimo che fasciavano i piedi alle donne e che sfruttavano i contadini!In realtà i tibetani sono quasi tutti comunisti e a nessuno importa qualcosa dei monaci eremiti né tanto meno qualche funzionario della polizia si arrampica a 5000 metri di altezza per improbabili repressioni di piazza.E di chi? Di quattro monaci ultraottantenni?Ma non crediamo a niente di quello che raccontano i media del pensiero unico.
7 La Teosofia ebbe subito un grandissimo successo negli ambienti intellettuali….. formando una nuova corrente di pensiero che non è ancora cessata e si perpetua nella New Age avvilendosi progressivamente.Grazie a Lenin siamo salvi!La critica allla scienza portò anche ricchezze a tante maghe e ciarlatani per i troppi gonzi che credevano ad ogni cosa.

IRAQ LIBERO! YUGOSLAVIA LIBERA! KASHIMIRE LIBERO!


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Mussolini e Hitler
by viviana Friday, Aug. 26, 2005 at 5:08 PM mail:

Sulla teosofia non avevo capito bene, mi dispiace.
Credevo si volesse bollare Gandhi per questo rapporto che rispondeva alla mentalita' induista e di cui parteciaprono migliaia di europei, americani e indiani...
Ho chiama la Blawatski baronessa perche' lo era.
....
In quanto ai rapporti con Hitler o Mussolini, mi sembra che si vogli atirare l'elastic oltre la sua lunghezza.
Gandhi perorava la causa indiana e solo questa glii importava massimamente, per questo venne in Europa e contatto' tutti i capi di stato che vollero riceverlo, come tenta di fare il dalai Lama quando viene in Europa e si rivolge ai vari governi per perorare la liberazione del Tibet dal giogo cinese, senza eccezioni, ma senza che questo significasse avallare il loro operato.
Dire che il maestro della non violenza sia un borghese fascista mi sembra veramente essere fuori dalla storia e dalla realta'.
....
Gandhi visita Roma nel 1931 e in quell'occasione viene accolto da Mussolini mentre il papa rifiuta di riceverlo.
...
Lettera di Gandhi a Hitler

Caro amico,
se vi chiamo amico, non è per formalismo. Io non ho nemici. Il lavoro della mia vita da più di trentacinque anni è stato quello di assicurarmi l’amicizia di tutta l’umanità, senza distinzione di razza, di colore o di credo. Spero che avrete il tempo e la voglia di sapere come una parte importante dell’umanità che vive sotto l’influenza di questa dottrina di amicizia universale considera le vostre azioni. Non dubitiamo della vostra bravura e dell’amore che nutrite per la vostra patria e non crediamo che siate il mostro descritto dai vostri avversari. Ma i vostri scritti e le vostre dichiarazioni, come quelli dei vostri amici e ammiratori, non permettono di dubitare che molti dei vostri atti siano mostruosi e che attentino alla dignità umana, soprattutto nel giudizio di chi, come me, crede all’amicizia universale.È stato così con la vostra umiliazione della Cecoslovacchia, col rapimento della Polonia e l’assorbimento della Danimarca. Sono consapevole del fatto che, secondo la vostra concezione della vita, quelle spoliazioni sono atti lodevoli. Ma noi abbiamo imparato sin dall’infanzia a considerarli come atti che degrado l’umanità. In tal modo non possiamo augurarci il successo delle vostre armi. Ma la nostra posizione è unica. Noi resistiamo all’imperialismo britannico quanto al nazismo.Se vi è una differenza, è una differenza di grado. Un quinto della razza umana è stato posto sotto lo stivale britannico con mezzi inaccettabili. La nostra resistenza a questa oppressione non significa che noi vogliamo del male al popolo britannico. Noi cerchiamo di convertirlo, non di batterlo sul campo di battaglia. La nostra rivolta contro il dominio britannico è fatta senza armi. Ma che noi si riesca a convertire o meno i britannici, siamo comunque decisi a rendere il loro dominio impossibile con la non cooperazione non violenta. Si tratta di un metodo invincibile per sua natura. Si basa sul fatto che nessun sfruttatore potrà mai raggiungere il suo scopo senza un minimo di collaborazione,volontaria o forzata, da parte della vittima. I nostri padroni possono possedere le nostre terre e i nostri corpi, ma non le nostre anime. Essi non possono possedere queste ultime che sterminando tutti gli indiani, uomini, donne e bambini. E' vero che tutti non possono elevarsi a tale grado di eroismo e che la foza può disperdere la rivolta, ma non è questa la questione.Perché se sarà posibile trovare in India un numero conveniente di uomini e di donne pronti, senza alcuna animosità verso gli sfruttatori a sacrificare la loro vita piuttosto che piegare il ginocchio di fronte a loro, queste persone avranno mostrato il cammino che porta alla liberazione dalla tirannia violenta. Vi prego di credermi quando affermo che in India trovereste un numero inaspettato di uomini e donne simili. Essi hanno ricevuto questa formazione da più di vent’anni. Con la tecnica della non violenza, come ho detto, la sconfitta non esiste. Si tratta di un «agire o morire senza uccidere nè ferire. Essa può essere utilizzata praticamente senza denaro e senza l’aiuto di quella scienza della distruzione che voi avete portato a un tale grado di perfezione.Io sono stupito dal fatto che voi non vediate come questa non sia monopolio di nessuno. Se non saranno i britannici, sarà qualche altra potenza a migliorare il vostro metodo e a battervi con le vostre stesse armi. Non lascerete al vostro popolo un’eredità di cui potrà andare fiero. Non potrà andare orgoglioso raccontando atti crudeli, anche se abilmente preparati. Vi chiedo dunque in nome dell’umanità di cessare la guerra. In questa stagione in cui i cuori dei popoli d’Europa implorano la pace,noi abbiamo sospeso anche la nostra stessa lotta pacifica. Non è troppo chiedervi di fare uno sforzo per la pace in un momento che forse non significherà nulla per voi, ma che deve significare molto per i milioni di europei di cui io sento il muto clamore per la pace, perché le mie orecchie sono abituate a sentire le masse silenziose. Avevo intenzione d’indirizzare un appello congiunto a voi e al signor Mussolini, che ho avuto l’onore di incontrare all’epoca del mio viaggio in Inghilterra come delegato alla Conferenza della tavola rotonda. Spero che egli vorrà considerare questo come se gli fosse stato indirizzato, con i necessari mutamenti.
..
Non ho capito bene se qualcuno intendeva elogiare l'attuale popolo tibetano in quanto felicemente 'comunista'. Io credo che il popolo tibetano sia schiavo, non comunista, e mi auguro di aver capito male, perche' non potrei seguire lo scrivente su una tesi ancora piu' impossibile da dimostrare.
digilander.libero.it/secondaguerra/gandhi.html - 7k
..
Se lui permette, dire che Gandhi e' responsabile dell'operato dei suoi successori e' come dire che Marx e' responsabile di Stalin o Pol Pot o che Cristo e' responsabile della santa inquisizione o che lui stesso sara' responsabile delle degenerazioni dei suoi discendenti. Anche questo, come la teoria sulle caste, mi sembra sia tirare l'elastico della verita' oltre i limiti consentiti da ogni credibilita'.
Comunque ognuno e'libero di dire quel che crede e di credere il possibile e l'impossibile. Forse il vero paranormale e' questo.

Ti allego un pezzo bello di Daniele Novara
Nonviolenza significa disobbedienza. E quasi sempre è "illegale"
intervista a Daniele Novara raccolta da Gianluca Carmosino

Gli chiedono:
"Cosa pensi dei tentativi, fatti in diverse città, di bloccare i treni di materiale bellico, e della Cgil, che dice ai portuali di Livorno "boicottare con lo sciopero le navi statunitensi è lecito"?

"Non posso che pensarne bene. La scelta della nonviolenza da parte del movimento è chiara come non mai. Del resto, la nonviolenza è un concetto epistemologico, vale a dire che il mezzo non può negare il fine: per lottare contro la guerra, è necessario utilizzare strumenti non violenti. Ma c'è di più: questo movimento sta mostrando una maturità straordinaria. Lo dimostrano, ad esempio,...il richiamo all'articolo 11 della Costituzione, ma anche la scelta di non utilizzare "scudi", strumenti della cultura militare. Tutti segnali davvero importanti e utili per far crescere il consenso intorno alla mobilitazione per la pace.
Cominciamo col dire che la nonviolenza senza disobbedienza non esiste. E, quasi sempre, disobbedire significa andare contro la legge, per una legalità più avanzata. Nell'immaginario collettivo, "nonviolenza" è sinonimo di passività e di rassegnazione. Ma chi conosce persone di carattere e di atteggiamento nonviolenti come Gandhi o don Lorenzo Milani, sa che in costoro si annidavano guerriglieri infaticabili, ribelli creativi, politici agguerriti… In "Lettere dal carcere", Martin Luther King, tra l'altro, spiega che l'obiettivo delle azioni dirette nonviolente contro l'apartheid cui erano sottoposti i neri negli Stati uniti, era cercare la tensione per sollevare un problema, ma "la tensione è strumentale e per questo può essere illegale". Se Gandhi fosse rimasto nella legalità, non avrebbe mai liberato l'India. La disobbedienza civile nonviolenta, che vìola la legge alla luce del sole e ne accetta serenamente le conseguenze, è una tecnica che ci è stata insegnata da Gandhi. La nonviolenza si basa sia sulla "non resistenza" al momento dell'azione, che sull'accettazione delle conseguenze giudiziarie del proprio gesto. Tutti i grandi maestri della nonviolenza, da Danilo Dolci a don Milani, hanno mucchi di denunce alle spalle e molti di loro sono stati anche arrestati. Per questo, le azioni vanno ben preparate: tutti devono essere consapevoli di quello che si sta facendo, anche per evitare i rischi dell'euforia mediatica. Quando i fratelli Birningham, negli Stati uniti, invadevano le basi militari per opporsi alle testate nucleari, sapevano bene che rischiavano anni di galera. ...
All'epoca, a chi contestava Gandhi perché si era detto disponibile a incontrare persino Mussolini, Gandhi rispose che gli inglesi erano decisamente peggiori dei fascisti… "
..
Notiamo che se Gandhi avesse voluto trovare degli alleati contro gli inglesi gli sarebbe stato facile con Hitler e Mussolini.
Quando questi signori si affacciarono alla politica europea molti videro in loro degli uomini nuovi, cadde in questo equivoco anche Jung come molte altre serie persone, e anche Gandhi, abbastanza ignaro di politica italiana e tedesca, che conosceva forse dalla stampa ufficiale, vide in Mussolini un grande statista o un superuomo, o forse ripete' giudizi di altri. L'equivoco si dissipo' in breve tempo e Gandhi chiamo' Mussolini 'uno sciacallo'.

http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/08/08carmosino.htm
..
In realta' sono molti gli storici che dissero che Gandhi e Hitler nello stesso secolo formarono due opposti.

Vedo che hai postato di nuovo tutte le tue obiezioni in un articolo distinto. Ho l'impressione che dividi il mondo in due categorie distinte e che tutti quelli che non rientrano nella tua sono demonizzati allo stesso grado. Non fa cosi' un buono storico. Fa cosi' un fanatico.
saluti
viviana

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Mi pareva
by viviana Friday, Aug. 26, 2005 at 5:43 PM mail:

mi e' parso per un istante che avessi ripostato i tuoi commenti da un'altra parte, ma non ne trovo piu' traccia
Ti mando questa citazione, e' da Liberazione, non dal giornale della borghesia. O forse Liberazione per te ' troppo borghese?
Sinceramente io credo che per me non esista come unico faro Gandhi, possibile che tu non riesca a vedere oltre Lenin? Mi sembri claustrofobo. Il maestro non puo' divorare l'allievo.
Le cose che dici su Gandhi non sono comprovate, mi dispiace, esistono nel mondo della fantasia.
Le cose che dici sul marxismo in India sono anch'esse antistoriche, mi dispiace.
Non si puo' portare avanti un'idea fino al punto da stravedere sul mondo e sulla realta' per gratificare il sogno.
Ho cercato su internet qualcosa che desse consistenza alle tue tesi ma non sono riuscita a trovare niente.

Da Liberazione:
"Comunismo e nonviolenza
Due rivoluzioni incompiute

Domenico Jervolino direttore di "Alternative"
26 ottobre 2004

Vorrei sottolineare alcuni aspetti dell’importante contributo di Etienne Balibar che viene pubblicato nelle due pagine seguenti, sia pure in una redazione che l’Autore considera ancora provvisoria. Intanto il confronto fra Lenin e Gandhi viene istituito a livello politico, fra due strategie rivoluzionarie che hanno segnato il destino di milioni di uomini e donne, nel secolo che è da poco finito e che hanno mostrato entrambe contraddizioni e difficoltà.
Le due strategie hanno registrato, almeno a livello delle costruzioni statuali che sono state prodotte dai due grandi protagonisti, un esito assai diverso rispetto alle loro aspettative. Al crollo dell’Unione sovietica e del socialismo reale, corrisponde infatti un subcontinente indiano che si è diviso, sulla base di una partizione confessionale che Gandhi ad ogni costo voleva evitare e che ha comportato la guerra fra i due Stati più importanti, India e Pakistan, dotatisi entrambi di armi atomiche. In un certo senso le due rivoluzioni escono entrambe sconfitte dal secolo scorso e devono fare i conti con la permanente tragicità della politica. L’assassinio di Gandhi e la morte di Lenin con successiva mummificazione ad opera dello stalinismo assumono allora un valore altamente simbolico.
Se l’eredità dei due grandi rivoluzionari lascia ai posteri il compito di un bilancio storico rigoroso sulle rispettive eredità, nondimeno Balibar non si limita a questa esigenza di comprensione storica, ma mi pare che lasci intravedere anche una prospettiva. Forse quell’incontro mancato fra comunismo e nonviolenza potrebbe avvenire in futuro e dare vita ad una nuova stagione del pensiero politico e a una nuova fase storica. Egli parla, nella riflessione pubblicata su "Alternative" sull’idea di Gewalt, che in tedesco vuol dire sia violenza che potere (ambiguità densa di conseguenze), della necessità nel mondo d’oggi di «civilizzare la politica», e nello stesso tempo di «civilizzare la rivoluzione». Ora civilizzare è appunto l’opposto della "barbarie". E qui echeggia nella nostra memoria una parola d’ordine famosa: "socialismo o barbarie". Che si potrebbe oggi, in un momento in cui la barbarie sembra trionfare sotto molteplici forme, completare con la formula convergente "politica o barbarie".
Politica da riscoprire, da reinventare, politica dei soggetti in carne e ossa, e quindi con la loro corporeità vivente, con la loro identità di genere (non è stato soprattutto il movimento delle donne a dirci che bisognava buttare la guerra fra le anticaglie della preistoria?). Politica che, almeno per noi, mira a una democratizzazione radicale della vita quotidiana e dei mondi vitali, e diventa quindi la strada obbligata per un socialismo da riproporre e da riprogettare.
Qui il discorso evidentemente sconfina con l’utopia concreta di cui ci hanno parlato nel Novecento voci spesso tragicamente isolate come quelle di Bloch o di Benjamin. Balibar non è un pensatore utopico, ma un pensatore della politica. Ma forse siamo giunti a un momento della storia in cui i confini fra politica, potere, utopia o, con altra parola, speranza incominciano a farsi fluidi e diventa una necessità vitale per la sopravvivenza stessa dell’umanità sul pianeta terra e della terra stessa come mondo abitabile per gli umani, varcare questi confini e aprire una nuova dialettica innovatrice e liberatrice. Dialettica significa ancora di nuovo conflitto, lotta, ma tale che possa essere gestita in una fase non più barbara, anti-barbara della storia, non con la soppressione fisica dell’avversario, ma col riconoscimento reciproco dei soggetti. Non sarebbe forse questo un passaggio decisivo per un’idea di comunismo a misura della condizione umana e della sua finitudine?

ciao+viviana


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BASTA VIVIANA BASTA
by BASTA VIVIANA BASTA Friday, Aug. 26, 2005 at 6:22 PM mail:

sei logorica, diarrotica frenati mettiti il tappo, FERMATI non ti rendi conto che sei iperinvadente, guarda il alto hai occupato tutto da sola TUTTO non riesci a fare altro che stare su indy, vai a cacare,, veramente vai al cesso portati un libro, sei tremenda,minchia nella realta a starti insieme devessere pesante da sola occuperesti piu di tutti i centri sociali del nord est, vai su un altro sito a spammare, lascia spazio, facci sta cortesia, fai copia e incolla su tutto, ma che cazzo credi che non siamo capaci di navigare e abbiamo bisogno della nonna che ci racconti le favole, qui sappiamo usare i motori di ricerca... FINISCILA DI FARE COPIAINCOLLA !!!!

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con Ghandi l'india delle caste-strinse mani ai fascisti-ECCO VERITA'
by fil Friday, Aug. 26, 2005 at 9:56 PM mail:

Ghandi conosceva benissimo la realtà del nazifascismo, tuttavia strinse la mano di molti criminali fascisti.

Chi pretende di inserire Ghandi nell'album di famiglia, non solo dei comunisti, ma semplicemente della sinistra, è solo un criminale ( o uno che vuole legittimarsi agli occhi della borghesia e della nato con la non violenza e il ripudio del marxismo, come Bertinotti).

Ghandi ha conservato la società divisa in caste e la sua politica della non violenza non ha cambiato di una virgola i problemi di milioni di proletarie e di poveri indiani.
LA realtà è questa: Ghandi era profondamente anticomunista, era un nazionalista borghese e metterlo come fanno alcuni (bertinotti) tra i punti di rifermineto della sinistra (seppur non comunista) è una cosa indegna
Chiudo il discorso su Ghandi

Con Ghandi l'india è diventato un paese in cui le donne sono oppresse dal fanatismo, milioni di proletari muoiono di fame mentre un manipolo di borghesi controlla risorse e ricchezze.
Con le idee di Marx e Lenin si cambia
con le idee della borghesia e del nazionalismo di Ghandi i proletari restano oppressi e in miseria

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imperialismo inglese-nazionalismo borghese: cosa cambia per i proletari..niente!
by fil Friday, Aug. 26, 2005 at 9:58 PM mail:

Quanti invasati e accecati dalla propaganda antimarxista sulla non violenza ghandiana di Bertinotti e i suoi.
LA VERITA' PURTROPPO E' UN'ALTRA
Ghandi ha stretto la mano ai gerarchi nazifascisti e l'India ha conservato la divisione in caste (che Ghandi non ha scalfito di una virgola) e un ordinamento sociale fondato sulla piu' profonda disuguaglianza, con milioni di morti di fame e donne sfruttate e oppresse dal fanatismo.
Questa è la verità, questi sono i fatti. Ghandi era un nazioanlista borghese, profondamente anticomunista che ha conservato la divisione in caste dell'India (ordinamento reazionario ancora presente in quel paese)

Con Marx e Lenin i Paesi escono dalla miseria e ritrovano la dignità
questo è quello che non volete capire alimentando menzogne su Ghandi

ALLE PRIMARIE VOTA LENIN PER CUBA

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con Cuba e le donne libere- non con le caste e il mercato delle donne indiane
by fil Friday, Aug. 26, 2005 at 10:01 PM mail:

A cuba le donne sono libere, tra professionisti e medici, tecnici, intellettuali, le donne occupano posizioni di prestigio; la formazione delle donne cubane è priva di condizionamenti economici e religiosi, la parità sessuale è la normalità e i diritti delle lavoratrici sono garantiti.

In India le donne sono comprate come al mercato, esiste un vero e proprio mercato delle spose nella società delle caste indiane e la religione opprime milioni di proletarie indiane in una società formata da famiglie schiaviste, non esiste uno straccio di parità sessuale;

Quante menzogne racconta la stampa borghese !

In India è questa la condizione delle proletarie, ma (guarda un po' !!) non delle donne borghesi, della borghesia che ha preso il posto degli inglesi (grazie ai disastri di Ghandi e della sua politica nazionalista-borghese, non violenta e anticomunista) alla testa del nuovo stato borghese capitalista indiano.

E' la mia ultima risposta alle fesserie sull'anticomunista Ghandi, sull'India e alle calunnie borghesi su Cuba

CON MARX E LENIN SI CAMBIA, CON GHANDI SI MUORE DI FAME E FANATISMO !

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curioso
by Nemo Friday, Aug. 26, 2005 at 10:36 PM mail:

C'è chi dà della spammatrice diarroica a Viviana, quando Fil o proletario intasano il NW quotidianamente per far fallire le primarie (sono pagati per farlo?) e nessuno dice niente.

Per dare addosso a chi scrive qualcosa che non piace gli si dice "il tuo post non ha contenuto informativo". Hanno contenuto informativo i post di Fil?

La verità è che qui l'atteggiamento mafioso è la regola e si consente tutto a chi scrive qualcosa di gradito, mentre si sputtana chi non è allineato.

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bravo nemo
by bravo nemo hai capito Friday, Aug. 26, 2005 at 10:43 PM mail:

ecco bravo, qua abbiamo una pregiudiziale siamo di estrema sinistra, comunisti, anarchici, antiproibizionisti, antifascisti, atei ,.... in autogestione okkei???

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