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Reseconto assemblea preparatoria campeggio zapatista
by Rete per il Chiapas Wednesday, Sep. 14, 2005 at 12:18 PM mail: osso1978@libero.it

Niente paura. Non è la scimmiottamento di uno degli ultimi personaggi partoriti dalla fantasia zapatista e saltati fuori dalla penna del subcomandante marcos – mister IK – e tanto meno è un documento. E’ solo una sintesi di una libera discussione, a più voci, fatta l’8 settembre del 2005 al Casale podere rosa, tra un piccolo patio, un pergolato non molto più grande, dolci, melanzane e pastasciutta, in preparazione del campeggio di Bisegna.

KRATOS O DELLA KROSTA O DI KHI ASCOLTA CHI

Niente paura. Non è la scimmiottamento di uno degli ultimi personaggi partoriti dalla fantasia zapatista e saltati fuori dalla penna del subcomandante marcos – mister IK – e tanto meno è un documento. E’ solo una sintesi di una libera discussione, a più voci, fatta l’8 settembre del 2005 al Casale podere rosa, tra un piccolo patio, un pergolato non molto più grande, dolci, melanzane e pastasciutta, in preparazione del campeggio di Bisegna. Si fumava anche, ma questo come insegnano “I morti scomodi”, non ditelo troppo in giro. O meglio scrivetelo dappertutto, come altre frasi del tipo dal basso per il basso, comandare obbedendo e camminare domandando che si sono diffuse, ma ancora troppo poco, mi sa.
E dunque, solo per questo, prima di riempire di murales i palazzi delle nostre città, di suoni le nostre strade, di voci le nostre piazze, alcuni spunti sul perché vedersi un fine settimana, a parlar di Chiapas e di come va il mondo.

1)Siamo stati interrogati dalla sesta dichiarazione della Selva Lacandona, che non è un dettame e neppure un concentrato di originalità – c’è chi ne ha scovato le tracce già in un documento del 2001 - ma pure, è un bello stimolo per chiarirsi un poco di più le idee, visto che temi da discutere certo non ne mancano
2)In questo spirito ci si è già incontrati, in Europa, a Barcellona, ci si vedrà di nuovo, forse a Bologna, c’è in programma il secondo incontro intergalattico, si stanno dunque definendo le tappe di una ricerca collettiva aperta
3)Sono successe in questi anni moltissime cose, i luoghi si sono moltiplicati, tanti percorsi differenti sono stati intrapresi, confrontarli con un atteggiamento ad un tempo inclusivo e rispettoso, può soltanto aiutarci. O così ci sembra.
4)Richiamare l’attenzione sul metodo zapatista, chiedersi davvero cosa vogliano dire, ad esempio, proprio i tre pensieri prima richiamati, in questa stagione politica ed in questo paese. Ci saranno le elezioni anche in Italia e noialtri, per quanto non siamo certo l’EZLN, pure sarà bene chiedersi come andare oltre. un dibattito spesso frustrante.
5)Fare informazione sul Chiapas, per facilitare chi si è incuriosito, ad avvicinarsi un po’ di più e chi non ne sa nulla, almeno ad interessarsene. O meglio, fare informazione in genere, perché quella che c’è, beh, lasciamo perdere…
E’ troppo, è poco, è generico? Boh, ma è proprio qui che sta il bello, nel senso che nessuno lo sa che cosa accadrà, a Bisegna e quel che avete letto sono ovviamente solo proposte. Anzi a dirla tutta, sono solo una piccolissima parte di tutte quelle che ci son venute in mente da quando abbiamo cominciato a pensare al campeggio zapatista.
Ecco perché, per chi non c’era, quel che segue è un report un po’ particolare di come è andata l’ultima volta. Un po’ racconto, un po’ gioco per tentare di rendere l’atmosfera. E mica peraltro, perché di solito funziona che quando partecipi ad una riunione torni che sei più stanco di prima – lo ha esplicitato Daniele, ma nessuno ha protestato - mentre l’8 settembre un po’ ne siamo usciti tonificati. E non ci è parso poco.
Merito nostro? Dipende, piuttosto ci pare dal contesto e anche dalla fase, come da ultimo ci ha ricordato sempre Daniele dell’Abruzzo social forum. O meglio da quale fase ci viene narrata, perché - aveva già puntualizzato Fabio, stimolato anche da Alessandro - non bisogna mai dimenticarsi che c’è il buio dell’informazione intorno e che dissipare quello è di solito un po’ come pensare di svuotare l’oceano, con un bicchiere. Detto da Wilma suonava, invece, un po’ diversamente. E non perché sia una fata che magari pure è, ma perchè Wilma è una donna che si è presentata con un bel sorriso, con i dolci di prima – era la prima volta che partecipava - si è autorappresentata come anziana, ma invece di far la saggia - anche perché non sa più che rispondere a chi le chiede della sua esperienza - ha pensato bene di richiamarci Halloway e di regalarci proprio quel verbo lì: dissipare.O più precisamente ci ha aiutato a mettere a fuoco il gran tema di come dissipare la cappa del potere che ci asfissia, di come disfarci dell’inutilità che ci soffoca . Che certo non è facile, ma tant’è e se poi ci provassero sempre più intelligenze, magari è anche meno utopico di quel che sembra e comunque se Bush è diventato l’uomo più potente della terra, qui l’unica cosa impossibile e che continui ad andare come sembra. .
Intanto chissà che Eugenia non si sia pure un po’ rincuorata, visto che ha dedicato il suo intervento proprio al piacere di incontrare persone che lottano - grazie, malgrado o se preferite oltre - la frammentata sinistra italiana. Che tanto per le coerenze si da quel nome – unione – per poi bisticciare come si sa. Uno stile ipocrita al tempo di oggi, così comune – dire a e fare b - che poi è stato quasi un grido: Basta con i birboni e con le birbate. A destra, a sinistra, sopra sotto o dove vi pare. Nei linguaggi e nei fatti. Le parole sono importanti e vogliamo tornarci a giocare, ad usarle, a carezzarle con rispetto. Ecco perché le porte di Bisegna sono ovviamente aperte, ma non a chi venisse con altri fini che non siano quelli di crescere, discutendo, davvero alla pari.
In Messico, questa scelta si è tradotto nel fermo invito anche ai membri di quello che è stato il partito meno lontano, a volte – il PRD – a fare una scelta chiara, prima di partecipare all’altra campagna, quella che le zapatisti e gli zapatisti hanno lanciato in occasione di quella prossima elettorale. Le analogie verrebbero facili e sicuramente ci sono – al riguardo si consiglia un articolo di Casanova che si è divertito a sostituire Italia o altro al Messico delle analisi per vedere se funzionava uguale e pare proprio di sì – ma sarebbe un poco meccanico, oltre che assai presuntuoso fare altrettanto
Ergo, potresti essere stato in un altra vita politica anche Sgarbi e dilettarti a far sgarbi o aver definito Zorro le nostre compagne e ed i nostri compagni zapatisti – lo fecero D’Alema e Fassino - non è tanto questo il problema, ma quanto davvero te sei svegliato. Se hai voglia di tornare a dormire, Bisegna non è il posto giusto. E mica peraltro, perché magari Zorro poi lo incontri davvero, visto che dopo il Gabibbo, uno Zorro telematico, ma vero potremmo pure inventarlo da bravi zapatisti cresciuti, qui, anche con quel mito di lì.

E qui forse è bene ritornare al titolo di questo breve riassunto, anche per spiegarlo perché tanto chiaro non è. Anzi è il caso di riandare a prima.
E’ infatti andata che Noemi dovendo suonarle alla Torre – altro centro sociale romano - con la Titubanda, tra funamboli e giocolieri, aveva fretta che pratica zapatista, proprio non è. Ed allora?
In realtà è che aveva fatto i compiti a casa e come Elio che non poteva partecipare ed ha inviato un testo, ha lasciato le sue suggestioni di lavoro. Che sembrano banalità, ma tu prova ad essere assente ad una riunione importante e vedi se non scompari davvero. Ed invece a Bisegna e non solo lì, ci piacerebbe proprio non scomparisse nessuno. Comunque, morale della favola ha cominciato prima che si cominciasse ed ha ascoltato prima che ci si ascoltasse e per di più ha esclamato “Doppia spirale dall’esterno al cuore e dal cuore all’esterno” in barba a tutte le canzoncine che anche quello - il cuore – ci hanno rubato con le loro rime cretine. E poi, giusto per volare basso, Kratos! Questo è il problema,. Che non lo ha detto così, ma neanche meno bene di quel poeta inglese che citano tutti e leggono in pochi. E che citano tutti proprio perché è uno di quei chi che si scrivono con il K e quindi è un chi che conta. Che è però, anche un modo, per render conto della realistica preoccupazione di Franca che avendo anche a lungo insegnato, sa bene quanto è difficile e quanta calma ci vuole per farsi ascoltare in una società frenetica abituata a riconoscere solo le autorità conclamate. E quanta pazienza implichi coscientizzare senza plagiare e scuotere senza stravolgere perché si arrivi ad una genuina ri-presa di parola . Ad oggi, invece, se va bene, funziona se lo fa Marcos. Tutti corrono. Se invece lo fa Daniele, che almeno si ricorda di quando correvamo alle manifestazioni – e per andarci e per non prenderle – mi sa che non è uguale. Ed ahi voglia a metterla in rima che non hai guru, non hai messia che ti indichino la via – è successo anche questo l’8 settembre - se così fan tutti, un po’ spingono, ostacolano e frenano anche te .
Ed invece a Bisegna, Daniele – e non solo lui – mi sa che sarà sempre quello di prima, con i suoi 26 anni che vengono dopo i 25 e prima dei 27 e la memoria limpida di quando in Abruzzo hanno difeso la montagna dal traforo, le acque dalle privatizzazioni, oltre che di come nacquero i social forum, del gusto nello stare insieme e del clima che c’era. Che non lo si dice certo per nostalgia, ma esattamente per il contrario, perché sembra sempre che non è successo niente, che sono passati 2000 anni e che - disse sempre il poeta - tanto rumore fu per nulla.
Da cui venne naturale a Galeano, che non c’era, ma che ne aveva scritto sul Manifesto il 6 settembre 2005, di dare ragione non al poeta, ma a Daniele, raccontando di come l’onda lunga del movimento dei movimenti muove ancora oggi . E di come, per ciò stesso, un paese chiamato Uruguay, ha potuto fare una partecipatissima consultazione, prima, per stabilire che l’acqua è di tutti. L’avessimo indetta per il petrolio, dell’ Iraq si parlerebbe solo per le belle vacanze che uno ci passa. Poi, per la precisione, in Uruguay è anche saltata che è una bellezza la cornice partitica, che sta stretta a Wilma e non solo a lei. E’ vero che sul tempo del TG1 è stata una notizia di dieci secondi, ma su quello delle storie mi sa che sono molti di più, perché lì i due partiti tradizionali sono letteralmente scomparsi e si è affermata una coalizione inedita di società civile e politica. Risultato almeno atti di buon senso come quello prima richiamato che si potrebbero fare anche da noialtri. Che non si sa se è la campagna su cui ci piacerebbe rilanciare da Bisegna – un bel referendum sull’acqua - ma è tutto meno che una esagerazione.
O qualcuno sa già. quale è la velocità dei sogni?
E comunque solidarizzare davvero con chi sta lottando si può, già da ora, come dare il giusto peso a quello che stiamo facendo che non è la fondazione della 5 internazionale, ma neppure sempre da svalutare. Che sono state le esortazioni di Renato, a cui ha fatto eco un ironico e collettivo “alla rivoluzione mondiale”, che ci si ride, ma dopo che a Genova si era scoperta la formula segreta per cui loro erano 8 e noialtri 6 miliardi e che tendenzialmente il tutto portava all’infinito, non è mica una esagerazione. Anzi nel caso segnala solo un ritardo di altri 4 anni. Ma era la Krosta del potere, anche anagramma di Kratos. E misa che era proprio assai spessa, oltre che camaleontica come poche altre. Nell’ultimo versione si leggeva power,.faceva rima con tower e via 11 settembre associando Nell’attesa che finisca di cadere, come quando una ferita è rimarginata, molto meglio declinarlo nella sua chiave responsabile. Quella per cui c’è anche un potere sano che è in ciascuno di noialtri, nei suoi si e nei suoi no, come ci ha rammentato Paola. E che è forse dove sta la magia per cui anche ciò che era oppressione, pùo viceversa, contribuire ad un più generale processo di trasformazione ed a quelle azioni comuni, a quell’unità reale, a quel far gol e non guardare la partita che sono alcune delle speranze evocate per Bisegna.
E qui il resoconto finisce, se non fosse che ad Alessandro, fuori tempo massimo, gli è tornata in mente anche una frase dei “Morti Scomodi”, quella per cui Elias si presenta da defunto, per chiedere, il perché di quell’assai singolare biglietto da visita, perché chi è defunto di solito non scrive. Come se non fosse mai vissuto in Italia l’Alessandro, dove sono anni che applicano alla lettera il piano di rinascità democratica, che fu della P2 a cui erano iscritti due Khi oggi assai noti come Berlusconi e Pisanu. Come se gli zapatisti anche su questo non abbiamo già detto molto. Come se… E qui ci fermiamo, per il momento, davvero, anche perché c’erano poi i silenti presenti che tacendo non hanno detto di meno di chi ha parlato. Ma ci interrompiamo solo perchè tanto poi magari ne facciamo anche noialtri un libro, a migliaia di mani. O uno spettacolo come da teatro forum sudamericano o quel che verrà, verrà. Intanto, allegramente, a presto


PS: I caminantes per la pace da Perugia ad Assisi non si sa se verranno, ma è sicuro che sono stati un po’ informati e che anche quelli di destra alla parola zapatista, non si sono scandalizzati. Forse perché prendere un volantino è una cortesia che non si nega a nessuno o forse è perché si nuoterebbe naturalmente in oceani, ma tanto ci hanno tenuti in uno stagno o al massimo in una pozzanghera, che tendiamo a dimenticarlo anche noialtri. Chissà…

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