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Foto e video del sit-in presso il carcere di Cosenza
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socialmente pericoloso Saturday, Oct. 08, 2005 at 5:57 PM |
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Un centinaio i manifestanti che chiedevano l'amnistia di tutti i reati sociali.
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Un centinaio i manifestanti del cosidetto movimento altermondista che hanno protestato stamattina di fronte il carcere di Via Popilia. Presenti i compagni del collettivo Zenith e del Filo Rosso, la Casbah, la confederazione Cobas e i trozskisty di Progetto Comunista. Tutti lì per chiedere una grande amnistia che liberi i tanti diseredati ed emarginati che per via di una società classista e selettiva li ha costretti a finire in galera. I reati sociali sono tutti quei reati determinati dallo sfruttamento, dalla miseria e dall'ignoranza, come rapinare la cassa di un supermercato per poter sopravvivere oppure rubare un auto e poi rivenderla ad un ricettatore per potersi fare ancora. Lo stato affronta questi reati con la repressione invece di andare a guardare le cause sociali che li determinano. A questo poi si aggiunge che colui che si può permettere il lusso di avere un avvocato o di potersi pagare una cauzione può trovare subito altre strade per potersi evitare la galera. Logico quindi che in galera vi rimangono soltanto quelli che non hanno mezzi e risorse, quelli dimenticati e lasciati a loro stesso, simbolo chiaro ed evidente della società classista in cui viviamo. Ma in galera non finisce solo chi non ha possibilità economica, nelle carceri ci sono 15.000 uomini e donne incappati nelle maglie della “giustizia” solo per aver lottato e rivendicato i loro diritti. Come i 4.450 tranvieri, per aver esercitato il diritto allo sciopero previsto dall’art. 40 della Costituzione; i 45 dipendenti dell’Alitalia denunciati per interruzione di pubblico servizio; i 310 lavoratori forestali, i 40 operai della Thyssen-Kruppen, i 250 operai della Fiat di Termini Imerese e Cassino, i 120 dell’Alfa Romeo di Arese, tutti in lotta per il diritto al lavoro; gli 800 disoccupati napoletani. A questi vanno aggiunti centinaia di persone colpevoli di essersi battuti contro la guerra e di aver bloccato convogli ferroviari che trasportavano armi; di aver occupato case per i senza tetto; di aver manifestato contro i centri di permanenza temporanea e per i diritti dei migranti; di avere organizzato mobilitazioni per il diritto allo studio e azioni dimostrative contro il carovita. Tra questi “pericolosi” 15.000 delinquenti vi sono cittadini la cui grave colpa è di aver difeso il proprio territorio. Da discariche nucleari, come avvenuto a Scanzano, o da scempi ambientali, come accaduto ad Acerra Ecco chi sono gli incriminati per reati sociali: quelli che hanno lottato per i diritti di tutti.
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