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Sulla sentenza del GIP torinese sui 7 antifascisti
by aaa Friday, Oct. 21, 2005 at 4:50 PM mail:

.

Semeraro
Prezzi di fabbrica, impossibile a meno

Il tribunale del riesame, presieduto dal giudice Giorgio Semeraro, ha negato la libertà ai sette antifascisti torinesi accusati dai PM Laudi e Tatangelo di saccheggio e devastazione.
Non potendo - a causa dell'inconsistenza delle prove a carico - tenerli ancora in carcere ha concesso gli arresti domiciliari.
Ovviamente per poter adottare le misure di restrizione della libertà ha dovuto mantenere inalterati i capi d'accusa esagerati presentati dai due PM: saccheggio e devastazione.
In aula la difesa ha cercato di dimostrare come tali imputazioni non avessero ragione d'essere, sia per l'irrilevanza dei danni, sia perché non esistevano elementi probatori che potevano collegare gli imputati a quanto era successo, ossia non si può accollare a dei singoli manifestanti tutto quanto succede nel corso di una manifestazione.
Laudi ha ribattuto che la devastazione del centro era stata decisa anticipatamente e che non è vero che non si cercasse lo scontro con la polizia perché nel comizio di apertura era stato detto che la polizia proteggeva i fascisti, ergo la polizia era il vero obiettivo del corteo. Ha chiesto la conferma della detenzione in carcere perché, anche se gli arrestati erano incensurati (o quasi), i rapporti dei DIGOS confermavano la loro assidua presenza alle manifestazioni e quindi avrebbero potuto reiterare i reati di cui erano accusati.
Anzi, avrebbe offeso il loro onore non essere considerati pericolosi.
Che brava persona! Sbatte i compagni in galera solo per salvaguardarne l'mmagine antagonista.
E che innovativa interpretazione della legge! Altro che Castelli! Secondo Laudi non si è più considerati pregiudicati a causa delle condanne subite, ma unicamente per designazione della questura.
Che Laudi e Tatangelo nutrano un odio viscerale per anarchici squatter e sovversivi, al punto di perdere il lume della ragione, è cosa risaputa e ampiamente documentata ma che simili teorie strampalate trovino credito in sede giudiziaria è un pericolo per la libertà di tutti, specialmente di coloro che dissentono senza essere allineati all'nterno delle istituzioni.

La perla di Semeraro, il ritorno della minigonna:

"La norma in oggetto [devastazione e saccheggio] dopo una fase iniziale di ampia applicazione durante gli anni '70, dopo un lungo periodo di sostanziale "desuetudine" negli anni successivi è stata in questi ultimi anni nuovamente applicata".
La legge non è immutabile fintanto che non viene sostituita con nuove norme ma, come la minigonna, è suscettibile di mode comportamentali.
Per Semeraro, ammiratore sfegatato del Laudi pret-à-arreter, gli arrestati sono colpevoli di un pericolossimo crimine, l'impegno politico: "Sussiste senza dubbio, nonostante l'incensuratezza (o quasi, posto che alcuni di essi hanno modesti precedenti) dei ricorrenti una pericolosità soggettiva degli stessi [...].
Va al contempo considerato che tutti gli indagati risultano, a pieno titolo, inseriti e particolarmente attivi nei gruppi dell'area antagonista-anarchica e dall'autonomia come si evince dalle schede che per ciascuno di essi sono
state redatte dalla DIGOS [...].
Appare evidente quindi, la totale inutilità, come deterrente a future azioni criminose, della mera denuncia a piede libero [...]"
Come si può vedere, Semeraro anticipa le nuove norme Pisanu. Non è più la magistratura ma la polizia (attraverso le proprie schede) a determinare la pericolosità dei singoli. Il dibattimento è solo una mera formalità in cui ratificare le richieste della questura. A quando le liste delle persone "da arrestare in determinate contingenze"? L'ammonizione e il confino di polizia?
"Peraltro, tenuto conto che quasi venti giorni detenzione in carcere hanno verosimilmente mitigato le originarie, gravi esigenze cautelari [...] e ritenuto pertanto che la meno affittiva misura degli arresti domiciliari [...], allo stato, può ritenersi sufficiente a fronteggiare il pericolo di ripresa dell'attività criminosa [...] ordina, per tutti i ricorrenti, la sostituzione dell'attuale misura di detenzione in carcere in quella degli arresti domiciliari".
Tenuto conto che con il ferragosto alle porte difficilmente gli arrestati avrebbero potuto partecipare a manifestazioni in cui esercitare la loro attività criminosa, tenuto conto che per aver spinto un cordone di sbirri difficilmente
saranno condannati all'ergastolo e, prima o poi, dovranno riprendere la loro attività criminosa (manifestando, occupando case, lottando contro padroni e fascisti) è evidente la volontà persecutoria di Semeraro nel voler privare della libertà persone colpevoli non di singoli reati ma di aver dimostrato un ben preciso impegno sociale e politico.
Libertà totale per i 7 arrestati!
Liberi tutti!

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