Il primo vorticoso ciclo di occupazioni della Statale di Milano va dal 1968 al 1972.
E' difficile addirittura contarle. Un primo duro colpo all'efficienza dei katanga del Movimento Studentesco arriva con il violentissimo sgombero dell'occupazione del Giugno '72. Dopo ci sarą il ciclo di occupazioni del biennio infuocato 1976-1977 cui seguiranno anni di vuoto fine alle occupazioni di fine anni '80 e quella finale durante la Pantera del '90.
1976-1977 Nel novembre si tiene all'Universitį Statale di Milano un ``Happening nazionale del proletariato giovanile'', a cui partecipano 3/4000 persone. Nonostante le divisioni, l'assemblea decide, tra le altre cose, di fare una manifestazione in dicembre per impedire la ``prima'' al Teatro alla Scala, appuntamento storico per la borghesia milanese, visto come momento di massima contraddizione visto il momento di crisi economica del paese e i richiami ai sacrifici che provengono da quasi tutto l'arco costituzionale, Pci in testa. Questa manifestazione finirį in un disastro. Negli scontri con la polizia, che imbottiglia il corteo in via Carducci, rimarranno ferite decine di persone, 250 saranno fermati e 30 arrestati. Nonostante la solidarietį espressa in tutti i quartieri, nonostante la convinzione e la determinazione a proseguire, si puó dire che il movimento dei Circoli non si riprenderį mai piś dalla <<sconfitta>> della Scala o sarį comunque costretto a cambiare pelle e percorso. I territori dei Circoli verranno invasi dai militanti della lotta armata alla ricerca di nuove leve. L'autonomia organizzata sarį a sua volta costretta a reggere il confronto con questa contraddizione scegliendo di alzare continuamente <<il tiro>> della propria azione territoriale. Il <<contropotere territoriale>> diventerį il paradigma degli uni e degli altri. In questo senso si puó affermare che un movimento del '77 (sul tipo di quello di Bologna) a Milano non č mai esistito e che mentre quello esplodeva in tutta Italia, nei territori metropolitani lombardi si consumava la drammatica scelta tra la clandestinazione della vita quotidiana, il bisogno-progetto di continuare a costruire <<spazi sociali>> di liberazione e la forza tragica del diffondersi del <<grande drago>> dell'eroina. [...] I giovani dei Circoli si rendono conto che č in corso una complessa partita a scacchi tra l'area dell'<<autonomia organizzata>> e l'estendersi della <<tendenza armata>>. Molti si convincono che ancora una volta il discorso č quello di accaparrarsi gente per la propria organizzazione, di reclutare. Si sentono un vaso di vetro tra due contenitori di ferro e acciaio. Inoltre una buona metį di coloro che arano leader dell'Aut.Op. era diversa da loro, <<stava bene>>; [...] il loro universo č il precariato, il lavoro nero, la piccola impresa, la loro condizione materiale č giį tutta inserita nei processi che domineranno gli anni '80: la <<centralitį operaia>> non l'hanno mai vissuta. [...] IL tentativo di elaborare un progetto politico partendo dalla propria esperienza territoriale arriva in una situazione metropolitana (e nazionale) dove si sta chiudendo la forbice repressione/lotta armata. [...] L'eroina avanza senza sosta e la scelta armata assume i contorni di una necessitį esistenziale, di un gesto di rigore per reagire alla dissoluzione dei fragili legami sociali appena costruiti. Rimangono nelle periferie e negli hinterland alcuni luoghi (una decina) di resistenza che consumeranno con forza e dignitį la loro esperienaza. All'orizzonte si profilano nuove esperienze che nascono e si formano sulle ceneri delle precedenti.
Sull'onda di Roma e Bologna anche la Statale di Milano verrą occupata il 2 Febbraio 1977. Ma saranno gli ultimi colpi di coda.
http://www.complessoperforma.it/77WEB/77-26.HTM
http://www.storieinmovimento.org/index.php?sezione=4&sottosez=articolicarta&carta_crit=art&idart=1
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