blocco totale della val susa e scontri con la polizia...
Tensioni tra la polizia che scortava i tecnici incaricati dei lavori e il corteo guidato dai sindaci della zona. Tafferugli, un ferito Proteste contro la Tav Torino-Lione bloccati i sondaggi in Val di Susa In mattinata è stata occupata anche la linea ferroviaria internazionale da Torino a Modane. I manifestanti ricorrono alle vie legali
Gli scontri in val di Susa (Photonews/A. Contaldo)
SUSA (TORINO) - Protestano i "No Tav" della Val di Susa e riescono a fermare (almeno per oggi) i sondaggi sui terreni alle pendici del Roccia Melone propedeutici ai cantieri dell'alta velocità ferroviaria. Giornata campale e di tensione con gli abitanti della valle guidati da sindaci e assessori che fronteggiano per ore la polizia in assetto da guerriglia urbana.
Si comincia nella notte, con i primi blocchi e si continua in mattinata con lo stop ai treni sulla linea ferroviaria internazionale Torino-Modane: alcune decine di persone sui binari alla stazione di Bussoleno bastano a bloccare il tutto. Il primo treno ad essere fermato è stato il regionale 10010 Torino-Bardonecchia.
La manifestazione è proseguita per tutta la giornata con momenti di forte tensione verso mezzogiorno quando ci sono stati gli scontri con la polizia nella parte bassa di Mompantero, la località che dà accesso ai siti che oggi dovevano essere recintati in vista dei carotaggi. Nel corso dei tafferugli un giovane è rimasto ferito alla schiena ed è stato portato in ospedale.
La scintilla è scoccata quando l'imponente schieramento di forze dell'ordine ha tentato di rimuovere il blocco di manifestanti che stavano presidiando la zona per impedire l'accesso ai luoghi dei sondaggi.
Il presidio aveva preso il via alle prime luci dell'alba, ma già nella notte si erano verificati momenti di tensione tra la polizia e i manifestanti, capeggiati dai sindaci della valle, che hanno raggiunto le pendici del monte Roccia Melone passando anche attraverso i vecchi sentieri usati dai partigiani. Le tensioni anziché scoraggiare la protesta hanno fatto da richiamo, e con il passare dei minuti si è radunata una folla di oltre 500 persone.
Dopo le prime cariche dalla polizia, i manifestanti sono riusciti a rinserrare le fila e a fermare gli agenti che scortano la squadra di tecnici sul ponte del torrente Ganduia, l'accesso verso il Roccia Melone e verso i siti che dovrebbero essere monitorati. La polizia ha anche tentato di aggirare i blocchi, ma è stata respinta a valle e in tutta la giornata è riuscita a guadagnare soltanto 200 metri. Nel pomeriggio sono arrivati sul posto anche i vigili del fuoco e qualcuno tra i dimostranti teme che possano essere utilizzati gli idranti per disperderli.
I manifestanti tendono a far durare la protesta almeno fino al tramonto poiché i rilievi possono essere fatti soltanto con la luce del giorno. Intanto, il presidente del tribunale di Torino, Mario Barbuto, sta esaminando un ricorso con il quale si vuole bloccare l'accesso ai terreni in questione per le prime operazioni preliminari. L'iniziativa giudiziaria è degli avvocati Roberto Lamacchia e Gian Paolo Zancan (senatore dei Verdi), secondo i quali ci sarebbero state delle irregolarità formali nelle comunicazioni ai proprietari dei terreni. Il ricorso è stato inoltrato "in via di urgenza", e la decisione è attesa già per le prossime ore.
"Il clima è particolarmente pesante", conferma il presidente del Consiglio della Provincia di Torino, Sergio Vallero che, durante un tentativo di mediazione, sarebbe stato spintonato dalla polizia. "Sono cose che succedono in queste circostanze, non voglio esagerarle. Non c'è stata volontà da parte di alcuno", minimizza Vallero che puntualizza di essere presente alla manifestazione come consigliere e non come presidente del Consiglio provinciale, con l'intenzione di trovare un compromesso, evitare - dice - che la situazione degeneri. Ma aggiunge anche di essere stato colpito al volto con un manganello mentre cercava di difendere una manifestante caduta.
Secondo quanto riferiscono alcuni presenti, il sindaco di Condove, Barbara De Bernardi, ha avuto un malore mentre veniva schiacciata dallo scudo impugnato da un agente. Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino e presidente della Comunità Montana Bassa Valsusa, è stato spintonato ed è caduto. Due persone, riferiscono i manifestanti, sarebbero state fermate.
I manifestanti, che possono contare anche sulla solidarietà di diverse fabbriche della zona, scese subito in sciopero per protesta, hanno già annunciato il presidio ad oltranza, ma altrettanto determinate appaiono le forze dell'ordine a far rispettare la data del 31 ottobre per recintare i terreni interessati ai lavori.
"Il ministro Pisanu e il prefetto sospendano immediatamente l'azione di polizia che si sta conducendo in quella zona - ha chiesto il segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio - le opere pubbliche non si impongono con la forza e i manganelli. Pisanu blocchi immediatamente le cariche contro i manifestanti, i sindaci e i cittadini inermi contrari alla Tav".
(31 ottobre 2005)
|