Studenti-polizia, tensione in via Larga. Statale, ultimatum sull’occupazione.
Prove di dialogo in Statale. Ieri una delegazione degli studenti che dallo scorso venerdì occupano l’ateneo ha incontrato il rettore, Enrico Decleva. Le richieste dei ragazzi: una presa di posizione del rettore rispetto alla legge Moratti; uno spazio permanente per discutere di università e altri temi; un’assemblea plenaria fra studenti, ricercatori, docenti e rettore, con un dibattito sui temi dell’istruzione. I risultati: una bozza di compromesso che è stata discussa dagli studenti fino a tarda notte. Solo oggi si saprà se le controproposte di Decleva sono state accettate. Ma ieri non solo gli universitari hanno protestato: contro gli stage i ragazzi delle superiori hanno occupato in via Larga gli uffici dell’anagrafe. Nessun incidente ma momenti di tensione con la polizia.
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Statale, ultimatum sull’occupazione. Nella notte assemblea per continuare la protesta. Tensione in via Larga: irruzione degli studenti all’Anagrafe.
I ragazzi delle superiori che occupano l’Anagrafe, i precari dell’università che entrano gratuitamente allo spazio Oberdan per rivendicare «libero accesso alla cultura», gli studenti della Statale che incontrano il rettore e fino a notte fonda discutono se continuare o no con l’occupazione. Tutto in un giorno. Con una mobilitazione massiccia dei giovani milanesi che contestano la riforma Moratti e dicono no al precariato, agli stage non pagati, alla «cultura a pagamento». La mattinata si apre con i ragazzi dei collettivi, oltre un centinaio, che si danno appuntamento in via Larga e occupano l’anagrafe protestando «contro l'utilizzo degli stagisti negli uffici del Comune». Mezz’ora in tutto, ma la tensione sale quando gli occupanti, fatti sgomberare dalle forze dell’ordine, decidono di bloccare il traffico finché non vengono accompagnati alla stazione del metrò Missori. Nessun incidente, ma l’assessore ai Servizi civici, Giancarlo Martella, annuncia un esposto per interruzione di pubblico servizio. «Mi chiedo - dice - perché il prefetto abbia permesso che questi ragazzi entrassero in uffici pubblici». Le manifestazioni continuano durante tutta la mattina. Nelle scuole superiori si organizzano picchetti, allo scientifico Vittorio Veneto si decide di occupare. E a pochi passi da via Larga, nella Statale occupata, vanno avanti le assemblee. Fuori dall’ateneo è tutto un sussurro: «Caravaggio, Palazzo Reale, andiamo là». Alla fine si decide di dirigersi verso lo spazio Oberdan, dove una cinquantina di «precari della Statale» entra a visitare la mostra Teckne 05 «L’arte nell'era della riproducibilità digitale» senza pagare il biglietto (5 euro l’ingresso). «Rivendichiamo libero accesso alla cultura», dicono. E incontrano l’assessore provinciale alla Cultura, Daniela Benelli. Rimane aperta, nel pomeriggio, la «questione Statale». Andare avanti con l’occupazione, dopo una settimana di dibattiti e polemiche, o concludere la protesta? Di sicuro c’è la convocazione, per domani alle 15, di un'assemblea cittadina per spiegare ai milanesi le ragioni della protesta «che non è un fine - dicono i ragazzi - ma un mezzo per far sentire la nostra voce». Intorno alle 18 una delegazione di occupanti (6 in tutto), chiede - e ottiene - un incontro con il rettore Enrico Decleva. Le richieste dei ragazzi: una presa di posizione del rettore rispetto alla legge Moratti e alla situazione dell’università; uno spazio permanente per chi vuole discutere di università e altri temi; un’assemblea plenaria fra studenti, ricercatori, docenti e rettore, con un dibattito sui temi dell’istruzione; un consiglio di facoltà aperto a tutti. I risultati: una bozza di compromesso da valutare in assemblea. Ovvero, in cambio della «disoccupazione», il rettore si impegna a dare agli studenti - subito - un’aula riunioni. Il resto si deciderà a clima più sereno. «Abbiamo raggiunto un’ipotesi di soluzione a breve termine», dice Decleva. Ma solo oggi, dopo una nottata di discussione tra i ragazzi della Statale, si saprà se la proposta del rettore è stata accettata.
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