Momenti di tensione con la polizia durante la manifestazione di ieri in via Larga. Ancora divisi gli universitari. Alla Statale si cerca un accordo tra gli studenti e il rettore.
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E' andata avanti fino a notte fonda l´assemblea con cui i ragazzi della Statale dovevano decidere se accettare il compromesso proposto dal rettore Decleva per mettere fine all´occupazione dell´università: un´aula a disposizione degli studenti per assemblee e dibattiti e una disponibilità a considerare l´ipotesi di una riunione plenaria e di consigli di facoltà aperti a tutti per discutere la riforma Moratti. La giornata era iniziata con l´occupazione degli uffici dell´Anagrafe di via Larga (momenti di tensione con la polizia) e l´ingresso senza biglietto a una mostra. e ora scendono in campo di nuovo anche gli studenti liceali: da ieri è occupato lo scientifico Vittorio Veneto.
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Statale, si cerca un accordo. Gli studenti al rettore: le nostre condizioni per andarcene: "Consigli di facoltà aperti e assemblee plenarie sulla riforma Moratti".
Si capirà solo stamattina se l´occupazione della Statale può dirsi avviata a finire: è andata avanti fino a notte inoltrata l´assemblea degli studenti che doveva decidere se approvare o respingere il compromesso trovato dai quattro portavoce degli universitari e dal rettore Enrico Decleva. Sulla base di questo accordo, la protesta finirebbe - o meglio, «continuerebbe sotto altre forme», per usare il linguaggio dei ragazzi - in cambio della concessione, ogni volta che venisse chiesta, di un´aula di medie dimensioni per dibattiti e discussioni. Gli studenti hanno posto altre tre condizioni: una dichiarazione di Decleva contro la riforma universitaria (che il rettore peraltro ha sempre criticato), un´assemblea plenaria dell´intera Statale per discutere della legge Moratti e consigli di facoltà aperti agli studenti. Ma l´accordo sarebbe di riparlare di questi tre punti a occupazione finita, e dopo un parere del Senato accademico. Anche se è un accordo più che a rischio: una buona fetta del movimento è per la linea dura, per andare avanti a oltranza, e i primi interventi all´assemblea serale erano tutti negativi. È stata una giornata convulsa, in via Festa del Perdono e dintorni. Dintorni, perché la mattina si era aperta con un´altra occupazione, quella degli uffici comunali dell´anagrafe in via Larga, a 100 metri dalla Statale (dove hanno dato manforte anche alcuni studenti dei licei: il 10 riprenderanno le occupazioni anche alle superiori, anzi, allo Scientifico Vittorio Veneto sono riprese già ieri). Di seguito, una cinquantina di precari universitari era entrata senza biglietto alla mostra di techno art dello spazio Oberdan. Il momento chiave è stato però nel primo pomeriggio nell´aula 102, nella facoltà di Filosofia e Lettere, il fulcro della protesta in Statale: una lunga assemblea per decidere come proseguire la protesta. Dopo oltre una settimana di occupazione, con tanto di notti passate a dormire malaccio sul linoleum, molti ragazzi sono fisicamente stanchi, altri perplessi sui risultati («Volevo creare una scintilla, il fuoco mi ha scaldato e ora si sta spegnendo», dice uno), anche se tutti sono orgogliosi dei risultati («Ora siamo qualcuno, abbiamo creato un soggetto politico», riassume una ragazza nel suo intervento). E la decisione viene presa riconvocando in fretta e furia l´assemblea, che in un primo momento si era chiusa senza votare: una delegazione di quattro persone («Però portavoce, non rappresentanti: la decisione finale è nostra») viene inviata dal rettore con i punti di un possibile accordo. E nella notte, la nuova assemblea per decidere se approvare la controproposta di Decleva. Con un sì, l´occupazione della Statale terminerà già oggi e domani alle 15 ci sarà un incontro con i milanesi davanti all´università, mentre lunedì ci sarà un volantinaggio più che massiccio («Stampiamone 40mila») per spiegare e fare conoscere protesta e controproposte alla riforma Moratti. Con un no, si andrà avanti a oltranza. Anche se l´impressione, annusando l´aria in via Festa del Perdono, è che la spinta propulsiva dell´occupazione si stia in buona parte esaurendo. Come riconoscono alcuni dei protagonisti: «Diciamocelo francamente, siamo sempre meno a partecipare ai momenti di incontro», dice una ragazza nell´assemblea del pomeriggio. «E forse - aggiunge un altro - è il caso di continuare la protesta sotto altre forme, meno mediatiche».
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