Lettera dello spazio 211
In breve
sPAZIO211 non è nè un centro sociale occupato nè un locale commerciale.
sPAZIO211 e stato allestito e viene gestito a carico dell'associazione non a scopo di lucro sPAZImUSICALI, nata nel 2001 dal precedente comitato di gestione dal 1984, anno nel quale i primi giovani residenti nel territorio erano costretti a portarsi la propria attrezzatura musicale necessaria per suonare insieme nell’unico locale disponibile, seppur non allestito.
sPAZIO211 è cresciuto sino ad oggi UNICAMENTE con le proprie forze e risorse umane ed economiche e grazie all'aiuto e sostegno di tante persone comuni con le quali condividiamo attitudine ed obiettivi e rispetto reciproco.
sPAZIO211 crede nella legalità, seppur contesta l'applicazione talvolta ottusa della medesima da parte di certe Amministrazioni.
sPAZIO211 si trova in uno spiazzale ricavato a ridosso di un parco pubblico periferico che si chiude sulle miserie in endovena di tanti che dalle case popolari intorno vorrebbero fuggire; a ridosso di un ingombrante immobile, gigantesco e spersonalizzato, crocevia di spedizioni e trasporti eccezionali; uno spiazzale a ridosso dell'anima popolare di Torino, cercando di rimenere preservati dal mainstream e dalle pailletes nazional- populiste imperanti e mantenendo efficiente ed ampliando ciò che altrimenti sarebbe stato dimenticato ed avvilito, come sovente accade per tutte quelle strutture costruite e poi abbandonate all’incuria di certe Amministrazioni.
sPAZIO211 crede nell'autogestione e non nell'assistenzialismo garantito dallo Stato e si automantiene economicamente quotidianamente.
sPAZIO211 crede che la liberta vada presa e non chiesta.
sPAZIO211 non si ritiene un luogo istituzionale nel significato limitativo della parola nè tantomeno istituzionalizzato, io non ho mai visto qui personale del Comune o per conto di esso pulire o spurgare i nostri cessi.
sPAZIO211 collabora con soggetti dell'Istituzione che ritiene interlocutori intelligenti e credibili e, seppur pochi, ma ce ne sono!
Cerchiamo di consolidare le relazioni e le progettualità tra strutture organizzative agili e burocraticamente non ostili ai non addetti ai lavori.
sPAZIO211 crede nella circolazione di una “cultura altra” che trasformi gli spazi del territorio da sedi di eventi preconfezionati dal monopolizzante mercato di massa a luoghi di cultura e di espressione proveniente dal territorio stesso.
sPAZIO211 è semplicemente sPAZIO211, non centro TO&TU nè altro. Condividiamo gli obiettivi cittadini della politica giovanile inclusi nella rete dei Centri To&Tu ma siamo molto critici sull'applicazione della medesima e sull'attitudine del "predico bene e razzolo male" che molti ostentano autoeleggendosi paladini dell'indipedenza quando poi frequentano gli aperitivi con chi conta.
Collaboriamo, se lo riteniamo interessante, con al rete To&Tu. Non abbiamo ad oggi mai ricevuto nessun contributo economico in quanto parte o non parte della rete To&Tu. Il nostro non è un essere “contro”, ma un lavorare “per”, senza pregiudizi di sorta, attingendo da qualsiasi realtà ci sembri ragionevolmente interessante e stimolante il cui principio cardine sarà la creatività applicata come strumento privilegiato per favorire sinergie, contatti attraverso l'intento di utilizzare risorse esistenti e di crearne di nuove.
sPAZIO211 non ha contatti ad oggi con Belleville o Terra del fuoco e non esprime alcun pensiero su questi soggetti perchè non li conosce e cerchiamo di parlare SOLO di cose che conosciamo...o crediamo di conoscere.
Crediamo che porsi come antagonisti ad un sistema non sia sempre la soluzione migliore per noi , perciò preferiamo, ove ve ne siano le condizioni politiche ed umane, agire per migliorare un sistema dall'intero e crediamo che, seppur in un sistema amministrativo complicato e spesso inconcludente, vi siano persone nell'Amministrazione in grado di comprendere ed agire senza fare compromessi o pensare solo al proprio arrivismo.
Paghiamo un affitto concordato, paghiamo le utenze, paghiamo tutte le spese, il materiale presente in sPAZIO211 e l'allestimento e totalmente di nostra proprietà comprato con soldi (e debiti) nostri (e messo a disposizione gratuitamente per iniziative che condividiamo negli obiettivi).
Viviamo grazie ad un regime di autogestione economica, non riceviamo NESSUN contributo nè finanziamento da Comune, Stato, Regione, enti pubblici o privati continuativo per la nostra attività.
Riceviamo contributo pari a circa il 35% unicamente per il festival musicale sPAZIALE.
Gli orari di coprifuoco per la pace sociale dei cittadini che votano non riguardano solo sPAZIO211 ma TUTTI i luoghi all'aperto della Città di Torino, istituzionali e non, è un'ordinanza comunale. Tuttavia se sPAZIO211 sfora l'orario di chiusura è più facile che le amate forze dell'ordine si presentino con un esposto da noi piuttosto che in altri ambienti forse più "protetti" e non abbiamo parenti avvocati.
Abbiamo pagato 1300 euro di multa per un affissione di 4 locandine sul festival davanti a Palazzo Nuovo e li abbiamo pagati.
Se richiesto e condiviso e per noi interessante gestiamo progetti istituzionali in ambito musicale cercando di migliorarli e renderli meno alieni alle masse.
Pensiamo che ricevere finanziamenti pubblici non sia un reato se i soldi vengono spesi in modo trasparente, sincero, non lucroso e possibilmente per contribuire a dare ossigeno all'asfissia artistica-culturale dei consumi convenzionali che ci governa.
Frequentiamo El Paso da sempre perchè ci piace.
Frequentiamo Hiroshima se ci interessa vedere un concerto che ci piace.
Paghiamo SEMPRE il biglietto d'ingresso o sottoscrizione sia a El Paso che ad Hiroshima.
Non chiediamo accrediti.
Crediamo che lo scopo della 'Cultura' sia quello di contribuire allo sviluppo della coscienza critica che caratterizza la nostra controversa specie animale, e che ciò si possa fare divertendosi ma non necessariamente solo ridendo, ascoltando musica ma non solo quella che già conosciamo da tempo, discutendo ma non per forza essendo tutti d'accordo, guardando un monitor ma non dando per scontata l'univocità del rapporto passivo utente-tv, leggendo libri, fumetti e quant'altro senza la pretesa di riconoscervisi, ma con la tensione di chi cerca altro che non l'ovvietà ed il pressapochismo, altrui punti di vista.
Cerchiamo di “Stare in mezzo” che per noi significa assumere la posizione più critica e autonoma. Possiamo schierarci (la distanza è esattamente la metà rispetto a quella che dovremmo sopportare altrimenti); ma possiamo anche stare dove siamo e proporre la nostra alternativa. “Stare in mezzo”, quindi, non nell’ottica di un compromesso al ribasso, ma tendendo al più alto punto d’incontro possibile tra esperienze eterogenee e generative.
Crediamo di non essere nè migliori nè peggiori di tanti altri ma siamo certi che in ciò che facciamo c'è un pezzo piccolo, ma significativo, delle nostre vite.
Sbagliamo molto.
GIANLUCA GOZZI
sPAZIO211
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