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Milano - Scala, concerto e corteo contro i tagli. Lissner: cultura a rischio, difendiamola
by dal corriere Sunday, Nov. 13, 2005 at 3:04 PM mail:

Manifestazione dei precari dello spettacolo davanti al teatro. Fo: politica criminale.

Beethoven e Verdi contro i tagli del governo sul palco del Piermarini. Nel foyer , il richiamo del sovrintendente Stéphane Lissner: «La cultura è fondamentale per il futuro dell’Italia». E poi l’affondo di Dario Fo, che prende la scena tra gli applausi: «La decurtazione dei fondi sa di disprezzo per la cultura. Spingere verso un declino del pensiero, della fantasia e della creatività è da incosciente, da criminale». La protesta dei lavoratori della Scala è andata in scena secondo programma, ieri pomeriggio. E finito lo spettacolo si è spostata in piazza, per unirsi alla manifestazione dei lavoratori del Piccolo, del Verdi, dell’Elfo, Della Cooperativa e di altri teatri della città. Striscioni («La cultura fa paura»), ironia («Finanziaria: opera da 3 soldi»), citazioni da Brecht: «Chi teme il teatro teme il cambiamento». E una denuncia comune: «Da precari a vita rischiamo di diventare disoccupati a vita».
Doveva essere «straordinario», il concerto dell’Orchestra e del coro della Scala, diretto da Arild Remmereit «a sostegno della cultura» e «contro la precarizzazione». E così è stato. Lissner ha difeso il «lavoro di eccellenza» di un «teatro pubblico che ha bisogno dell’aiuto di tutti e del supporto delle istituzioni». Dario Fo, invitato da «un gruppo di lavoratori della Scala come premio Nobel e uomo di cultura», hanno precisato i sindacati, ha preso la parola prima di lasciare lo spartito agli orchestrali. I tagli allo spettacolo, ha detto, mortificano «la crescita dei giovani». E dopo aver lanciato un appello «all’unità nel mondo dell’arte» si è congedato: «Tenete duro fino in fondo».
Appello subito raccolto. Partiti da via Rovello, circa 200 lavoratori «autorganizzati dello spettacolo» hanno aspettato pubblico e artisti all’uscita dal Piermarini. Silvia Gallerano, della compagnia Dionisi, ha sintetizzato al megafono la paura di tutti: «Con un taglio al Fus del 40 per cento, lo sfruttamento dell’arte andrà a braccetto con l’arte dello sfruttamento».

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