Già radunati a Bussoleno i partecipanti alla manifestazione. Migliaia di persone al corteo contro l'inizio dei lavori di perforazione. I manifestanti: temiamo conseguenze per l'ambiente.
SUSA (Torino) - Sono arrivati a decine di migliaia fin dalle prime ore dell'alba. Secondo gli organizzatori sono almeno 50 mila le persone che prendono parte alla manifestazione contro i treni ad alta velocità (Tav) promossa questa mattina da comitati locali e associazioni ambientaliste che giudicano la nuova linea ferroviaria inutile e dannosa. Il braccio di ferro che va avanti da anni e che nelle ultime settimane ha raggiunto i picchi di maggiore tensione è giunto probabilmente alla fase decisiva.
IL CORTEO - All'appuntamento si sono presentati in tanti, abitanti della valle e gruppi di sostegno provenienti da tutto il Piemonte, ma anche da altre regioni d'Italia. Il concentramento è stato a Bussoleno. Moltissime le persone arrivate questa mattina molto presto. I treni in partenza da Torino Porta Nuova e diretti in Val di Susa sono stati letteralmente presi d'assalto, soprattutto dagli studenti. Tutti i convogli, non solo il treno gratuito delle 7,45, erano stracolmi. In testa al corteo, che si snoda su un tracciato di 8 chilometri per arrivare a Susa, il primo cittadino di Bussoleno, Giuseppe Joannas, di Rifondazione comunista. «Andremo avanti nella nostra lotta. Siamo fiduciosi in un risultato positivo perchè - ha sostenuto - l'Unione europea non ha ancora deciso i finanziamenti dell'opera che, secondo noi, distruggerà la Valle di Susa».
BAMBINI E POMPIERI - In sfilata ci sono anche centinaia di bambini dela valle, che urlano i loro slogan contro la Tav. Un loro cartello è dedicato alle «forze dell'ordine che non sono di Torino»: «Questa volta non ci caricate, ci siamo anche noi bambini». Il corteo è colorato e festoso: una banda musicale intercomunale sottolinea il passaggio del serpentone dei manifestanti e musica rock e blues è diffusa dagli altoparlanti montati su un camioncino. Anche i vigili del fuoco sfilano con le loro divise a sostegno della protesta: avrebbero dovuto far parte del servizio d'ordine predisposto dalle autorità, ma hanno preferito partecipare al corteo tra i manifestanti. La scritta No-Tav è dappertutto: sulle bandiere e sui palloncini bianchi e rossi, ma anche sui pali della luce, sui muri delle strade. I negozi sono tutti chiusi e, sulle serrande, un biglietto spiega: «per una valle viva oggi sciopero no-Tav». Ferme anche molte fabbriche, come l'Azimut dove le Rsu hanno appeso la bandiera No-Tav. Altri striscioni si rivolgono direttamente al ministro Pietro Lunardi: «Ministro Lunardi ti svelo un passatempo per tirar tardi. È tanto bello, prova e vedrai, vai sui binari e gioca a shangai». In alcuni banchetti è in corso la raccolta di firme contro la Tav e si chiede un euro di contributo a sostegno delle lotte.
TIMORI PER L'AMIANTO - Gli abitanti della valle di Susa si oppongono alla realizzazione del nuovo tracciato ferroviario tra Torino e Lione - un'opera che fa parte del progetto europeo di Corridoio 5 per il collegamento tra Lisbona e Kiev - e, in particolare, alle perforazioni delle montagne necessarie per realizzare le gallerie sotto cui transiteranno i binari, su tutti il maxi tunnel di 52 chilometri, punto nodale dell'intero tracciato. Si tratta di interventi che i valligiani giudicano inutili, devastanti e soprattutto pericolosi essendo stata accertata la presenza di amianto nel sottosuolo. Il timore è che i lavori possano contribuire a diffonderlo nell'ambiente, provocando gravi forme di inquinamento.
LE PRESSIONI DELLA UE - L'opera è però considerata fondamentale dalla Commissione Uee ancora ieri la commissaria Loyola De Palacio aveva lanciato un appello a superare le divisioni affinché non vi siano ulteriori ritardi sulla tabella di marcia. Anche le forze politiche italiane sono tendenzialmente concordi sulla necessità di un'opera che consentirà di limitare il traffico su gomma e che permetterà all'Italia di non restare tagliata fuori dalla rete dei collegamenti transnazionali europei. Contrari però i Verdi, che fin dall'inizio hanno sposato la protesta di ambientalisti e istituzioni locali e che ritengono vi siano soluzioni alternative alla supergalleria tanto temuta dai valligiani,
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