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Dalla piazza del mercato di Bussoleno, il corteo sta raggiungendo Susa dopo un percorso di 8 chilometri La Val di Susa si è fermata cinquantamila alla marcia anti Tav Striscioni contro l'alta velocità, critiche al centrosinistra Imponente spiegamento di polizia, ma clima sereno di VERA SCHIAVAZZI
La manifestazione contro la Tav in val di Susa BUSSOLENO (VAL DI SUSA) - Oltre due chilometri e mezzo di corteo, un'ora e mezza di tempo tra la partenza dei primi striscioni e quella degli ultimi. Secondo gli organizzatori, la marcia anti Tav di questa mattina è la più grande mai organizzata. Una prima stima delle forze dell'ordine parla di trentamila persone; ma, sempre secondo il comitato promotore locale, i partecipanti sarebbero ormai oltre cinquantamila, un dato superiore alle più ottimistiche previsioni che loro stessi avevano espresso ieri.
Massiccia la presenza dei delegati e degli aderenti alla Cgil sia da tutta la Val di Susa che da Torino, nonostante la mancanza di un'adesione ufficiale che è stata data soltanto dalla Fiom.
Per ora, il cima resta estremamente disteso, le molte bande musicali presenti nel corteo, alternano l'inno di Mameli a "Bella Ciao", ma si sentono anche "Addio Lugano bella" e canzoni tradizionali della montagna piemontese. Tra gli spezzoni più visibili del corteo, quelli dei vigili del fuoco in divisa, dell'Anpi (Associazione partigiani) e delle rappresentanze sindacali dell'Università e del Policlinico di Torino.
La manifestazione contro l'alta velocità ferroviaria da Torino a Lione, accompagnata dallo sciopero generale dell'intera Val di Susa, era cominciata dalle prime ore del mattino.
Poco dopo le 6 i primi manifestanti si sono radunati con musica, striscioni, bandiere e palloncini sulla grande piazza del mercato di Bussoleno, il paese dal quale la marcia è poi partita intorno alle 10 diretta a Susa lungo un percorso di 8 chilometri.
Le aziende, i negozi, i locali pubblici e la maggior parte dei servizi sono bloccati. I primi dati forniti dalla Fiom Cgil, (unica organizzazione sindacale ad avere aderito ufficialmente) parlano di una riuscita dello sciopero con oltre il 90 per cento di adesioni.
Lo slogan generale, che tappezza muri e vetrine è "Per una valle viva, oggi sciopero: No Tav". Mentre il collegamento veloce è già stato ribattezzato "treno ad alta voracità". Molti cartelli puntano apertamente ai timori per la salute che gli scavi necessari alla galleria di oltre 50 chilometri prevista dal tracciato potrebbero comportare, e vanno anche oltre, evocando l'amianto, l'uranio e la diossina come pericoli imminenti.
Altri attaccano gli amministratori regionali. A cominciare dalla presidente della Regione, Mercedes Bresso (Ds) per proseguire col ministro Lunardi, accusato di "interessi personali" ("Meglio sfaccendati che faccendieri", è lo slogan che lo riguarda), altri ancora prendono di mira i silenzi o l'appoggio al progetto che arriva dal centrosinistra: "Fassino ricordati di tuo padre", dicono i cartelli riferendosi al papà del segretario Ds che fu partigiano nelle valli torinesi.
Il clima, fino ad ora, è molto disteso. Le migliaia di poliziotti e carabinieri che fin da ieri presidiano la valle sono presenti sia sulla piazza, dove fraternizzano con i manifestanti locali, sia lungo tutte le strade dove fin dall'alba non cessano di ispezionare fossati, cassonetti, anfratti, edifici disabitati e qualunque altro luogo potenzialmente pericoloso.
I volantini distribuiti riproducono il testo di alcuni articoli della Costituzione: da quello sulla libertà personale a quello sulla tutela della salute, e ringraziano chi è arrivato da lontano, invitando tutti a respingere le provocazioni violente. Alcuni treni speciali riservati agli studenti sono già arrivati da Torino, mentre stanno per giungere i pullman che dal Sud e dal Nordest porteranno fin qui i leader della protesta No global come Luca Casarini e Francesco Caruso. Ma il "servizio d'ordine" che promette maggiore efficacia è quello garantito da sindaci e amministratori locali, presenti in massa con i gonfaloni e le fasce tricolori.
(16 novembre 2005)
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