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di crocifissi chiodi e cantarella / versione ampliata e nuova del 17 nov 2005
by aletes Thursday, Nov. 17, 2005 at 3:46 PM mail:

ma com'era la croce del presunto cristo? questa versione è molto ampliata rispetto ai 2 precedenti post dunque i troll clericofascisti son pregati di ire in malam crucem grazie

di crocifissi chiodi e cantarella

a ravenna attualmente il museo arcivescovile è in restauro una parte della collezione è ospitata nella cosiddetta sala gialla dell'arcivescovado un tempo usata mi è stato detto come sala di rappresentanza.
entrando a sinistra è appeso alla parete un grande olio su tela - non sono uno storico dell'arte ma tale mi appare - che non fa parte della collezione museale bensì dell'arredo stabile della sala gialla suppongo.
tale tela rappresenta una delle varie torture cui fu sottoposto "sant'apollinare" patrono di ravenna secondo la passio sancti apollinaris testo tardo e leggendario o semileggendario attribuito dagli studiosi al VII secolo o giù di lì.
io l'ho letto per ora nella traduzione italiana di tal pierpaoli erudito locale nel suo libro storia di ravenna fino all'anno mille.
mi riservo di verificare il testo latino.
torniamo al quadro.
il santo è appeso per i polsi a una trave orizzontale cui è legato con corde trave che poggia a incastro su due legni verticali che terminano in alto a forcella.
tale strumento di tortura e/o morte è tradotto da pierpaoli "cavalletto".
evidentemente il quadro di cui parlo che sembra tardo seicentesco o settecentesco "traduce" l'originario termine latino della passio diversamente da pierpaoli che in nota spiega che il cavalletto era uno strumento di tortura a forma di cavallo che permetteva di tirare il suppliziando in 4 direzioni diverse.
il pittore della sala gialla invece mostra il santo appeso come un salame e nient'affatto tirato in 4 direzioni diverse - né lo strumento ha forma equina.
è pur vero che in italiano il cavalletto del pittore ad esempio non è che somigli a un cavallo. o il cavallo dei pantaloni non somiglia a un cavallo ma si chiama così presumibilmente xché è la parte che poggia sul cavallo cioè la forcella del corpo così come anche il cavalletto del pittore poggia su una forcella rovesciata.

dunque descrivo meglio lo strumento di tortura in questione e poi spiegherò xché mi interessa tanto:
il santo è appeso a una corta trave trasversale in alto che poggia su due forcelle che sono a loro volta le terminazioni superiori di due braccia di Y con l'asta verticale che è un grosso palo di legno conficcato x terra e fissato con 2 zeppe di legno.
il santo è legato x i polsi con corde.

ora luigi cascioli nel suo libro la favola di cristo p 182 e sqq 2a edizione 2005 dice che la croce di cristo a cui siamo abituati non esisteva all'epoca del presunto gesù.
il problema con cascioli è che pur dicendo alcune cose interessanti non ha veste scientifica e non cita le sue fonti precisamente o non le cita affatto quindi qualche mese fa leggendo il suo libro sospesi il giudizio sulla croce.
cascioli dice che la croce originaria usata dai romani antichi come strumento di atroce supplizio era una trave trasversale chiamata patibulum che poggiava su due pali verticali terminanti superiormente a forcella e detti stipites. e che il condannato era legato con corde non con chiodi x i polsi al patibulum e lasciato agonizzare x giorni coi piedi poggiati x terra fino a che sfinito piegava la testa in avanti e soffocava.
cascioli dice che plauto e ennio attestano la crocifissione ma non dà i passi quindi non so se i 2 autori attestano la forma della croce originaria.
ricordo dalle mie antiche letture plautine che plauto è pieno di espressioni come
i in malam crucem
i in malum cruciatum
che più o meno corrispondono al romanesco vammoriammazzato ma letteralmente significano va sulla malvagia croce.

dunque io finora non avevo trovato nessuna conferma di quel che dice cascioli poi ho visto il quadro ravennate che certo è tardo ma:
dove ha preso il pittore la FORMA di quello strumento di tortura che somiglia così tanto a quello descritto da cascioli solo che il palo orizzontale o stips è uno solo invece che 2?

x ora lo chiamerò il pittore della sala gialla perché non c'è didascalia e nessuno sembra sapere chi fosse né la data del quadro.
in realtà inizialmente la tela mi sembrava mediocre ma ho rivisto il mio giudizio iniziale penso dovuto al non ottimo stato di conservazione/illuminazione del quadro che non solo avrebbe bisogno di urgente restauro ma lo meriterebbe davvero x la sua bella dinamicità drammatica compositiva con le 4 figure principali 3 sgherri e un angelo attorno al santo a formare quasi un cerchio o una danza sui generis.
raccomando dunque caldamente all'ottimo antonio panaino preside della facoltà x la conservazione dei beni culturali dell'università di bologna a ravenna di far restaurare l'olio beninteso a spese dell'arcivescovo visto che oltre ad avere l'8 x mille ora non paga più nemmeno l'ICI se ho ben capito...

torniamo a noi.
il quadro non sarà un capolavoro ma è interessante dignitoso espressivo.
in primo piano in basso c'è uno sgherro che come racconta la passio sancti apollinaris tradotta da pierpaoli fa bollire acqua in una pentola su un fuoco con l'intenzione di versarla sulle ferite del santo x indurlo non tanto a ripudiare cristo quanto a onorare gli dei romani cosa che ovviamente l'eroico presunto santo non fa.
l'ordine di tortura è venuto da un'autorità romana - la passio colloca il santo nel I secolo dopo cristo.

il quadro fa sorgere però alcuni problemi esegetici.
il dettaglio dell'acqua bollente e del cavalletto giusto o sbagliato che sia il termine di pierpaoli - questi dettagli son nel testo.
come anche la bastonatura del santo appeso.

ma la tela mostra un angelo sopra il santo che gli porge quasi la corona del martirio e quella che mi sembra una fronda di palma simbolo cristiano di immortalità e resurrezione come dicono se non mi sbaglio.
però la passio dice che il martirio non fu questo episodio che era una condanna alla tortura seguita dall'esilio non la condanna a morte.
"sant'apollinare" morirà bensì martire secondo la passio ma più tardi e al settimo pestaggio mentre quello del quadro è solo il quarto se ho contato giusto. nella storia c'è pure l'angelo ma arriva dopo e con funzione diversa cioè x nutrire confortare il santo carcerato.
dunque l'angelo nel quadro è prematuro stando alla passio sancti apollinaris: perché?
forse che il pittore o chi gli fornì il soggetto si confuse?
o compendiò erroneamente la passio? o il gesto dell'angelo che porge la corona è riferito al futuro?
o il pittore o il suo soggettista avevan sott'occhio una versione diversa della passio?
so che esiste un liber pontificalis dello pseudostorico andrea agnello del IX secolo dicono che riassuma e ricami ulteriormente il materiale della passio ma non ho potuto ancora consultarlo - forse è il liber di agnello e non la passio la fonte del quadro?

LA CROCIFISSIONE ROMANA

dunque il primo aspetto che mi interessa in tutto ciò è la possibilità che il quadro ravennate si rifaccia a una antichissima tradizione iconografica che possa aver conservato la forma della crocifissione originaria romana come descritta da cascioli o meglio dalle sue ignote a me fonti.
cascioli dice che in seguito la forma della croce romana si evolvette e poteva anche essere una Y.
e anche della forma a Y semplice si trova una straordinaria attestazione iconografica tarda a ravenna e proprio vicino al quadro dell'arcivescovado cioè nel duomo dove un crocifisso con cristo appeso ligneo a occhio e croce del sette o ottocento ha proprio la forma di Y con le braccia del cristo sulle due braccia della Y.
certo sia il quadro - che peraltro non intende rappresentare una crocifissione ma una tortura e cmq è evidente che un marchingegno del genere poteva essere usato sia come strumento di tortura che di morte vedi una delle ultime scene di per un pugno di dollari di leone dove l'oste amico di clint eastwood è torturato appendendolo per i polsi con corde a una trave come un salame e percuotendolo - sia il crocifisso del duomo di ravenna sembrano non essere casuali come attestazioni di antichissime forme di croce se cascioli ha ragione.
mi piacerebbe proprio sapere chi ha dipinto quel quadro e chi ha scolpito quel crocifisso e a quali modelli iconografici si sono ispirati.
a quanto pare non esiste memoria del quadro nell'archivio arcivescovile ma ciò mi sembra assurdo l'avranno pure assicurata quella tela gli arcipreti!

cmq x saper qualcosa di più serio sulla crocifissione romana ho letto la parte sulle crocifissioni romane nel libro
i supplizi capitali
di eva cantarella
bur 2005
l'autrice in teoria è una studiosa seria in quanto docente di diritto romano e greco a milano a differenza di cascioli che è uno smandrappato dilettante che ignora pure la lingua italiana ma che cmq ha il merito di aver messo insieme materiali di un qualche interesse.
e invece anche cantarella mi ha un po' deluso.
essa sostiene a p 157 che i romani inchiodavano le vittime alla croce.
parla pure lei del patibulum cioè della trave orizzontale che era l'unica parte a esser portata dal condannato durante la via crucis per così dire,la stips era invece dice una sola cioè un palo già infisso permanentemente nel suolo o da infiggere.
al patibulum il condannato era legato con corde x i polsi mentre lo portava al luogo dell'esecuzione.
come sue fonti x la forma della croce la cantarella cita solo letteratura secondaria che non ho ancora potuto verificare ma nessuna fonte antica.
cmq se ha ragione allora già noto che storia della via crucis di cristo è una mezza bufala xché la chiesa ce lo rappresenta con l'intera croce latina sulle spalle mentre ripeto stando a cantarella o alle sue fonti il condannato portava sulle spalle solo il patibulum che tutto sommato non doveva esser poi nemmeno troppo pesante x cui non si spiega nemmeno xché cristo doveva crollare sotto il peso e cedere la croce al cireneo - vabbè che povero cristo era stato torturato aveva perso sonno e la strada al calvario era in salita suppongo...
una volta arrivati al luogo del supplizio secondo cantarella il patibulum veniva fissato sulla stipes o stips tramite incastro in un incavo che poteva essere nel patibulum o nella stips.
se era nel patibulum si aveva una forma a T che infatti si trova come dice anche cascioli in molta iconografia cristiana come ad esempio negli affreschi datati all'VIII secolo in santa maria antiqua in roma.
se invece l'incavo era nella stips cioè nel palo verticale allora il patibulum veniva affondato nell'incavo della stips quindi la parte terminale superiore del palo verticale sporgeva in alto determinando la forma della croce latina che è quella classica a cui siamo abituati del crocifisso di cristo tant'è che sulla parte superiore verticale c'è pure spazio per appendervi la scritta INRI.
la cantarella prosegue poi dicendo che c'eran croci basse o cruces humiles poco più alte di un uomo e con i piedi del condannato che non toccavano terra ma ne distavan pochi centimetri.
e poi cruces sublimes o croci alte con i piedi a un metro da terra e questa sarebbe la croce di cristo.

ed è qui che il discorso della prof inizia a far acqua. perché le uniche fonti che cantarella cita a supporto della sua fantomatica crux sublimis di cristo sono i vangeli documento della cui veridicità storica si dovrebbe quanto meno dubitare se si è professori universitari e non dogmatici clericali lavati nel cervello o in malafede.
in più eva cita un passo di tertulliano padre della chiesa
che direbbe che cristo fu l'unico a essere crocifisso tam insigniter parole che cantarella interpreta nel senso che cristo fu l'unico uomo al mondo a essere crocifisso su una crux sublimis cioè alta e con i piedi a un metro da terra.
tantevvero che il soldato che porse a cristo assetato sulla croce la spugna imbevuta di aceto la dovete mettere in cima a una canna.
sempre stando ai vangeli della cui storicità un professore universitario serio dovrebbe almento dubitare in mancanza di riscontri.
A parte il fatto che la storiella della sete e dell'aceto viene dritta dritta non da una presunta realtà storica ma da Salmi 69:22 "quando avevo sete mi hanno dato aceto" la solita anticipazione/profezia veterotestamentaria avverata su cui son costruiti i vangeli che fa pensare a una ennesima menzogna fabbricata a tavolino x "attestare" che "gesù" è il messia preconizzato dalle sacre scritture ebraiche.
In Luca 23:36 poi non c'è nessuna canna nessuna spugna e dunque nessuna implicita attestazione di crux sublimis ("se hanno messo la spugna in cima a una canna vuol dire che la bocca di gesù era troppo in alto") a differenza di matteo marco e giovanni.
basarsi dunque sui soli matteo marco e giovanni in tutta la letteratura greca e latina x sostenere l'esistenza della crux sublimis è quantomeno una falsa certezza.
se poi uno sostiene che i vangeli son verità storica dovrebbe spiegare come giustamente stavolta osserva cascioli perché matteo fa nascere gesù a casa sua a betlemme mentre luca lo fa venire da nazareth a betlemme e nascere nella grotta...


oddio è vero che flavio giuseppe nel bellum iudaicum ci informa che i romani per ammazzar la noia avevan preso a crocifiggere gli ebrei in posizioni diverse.
e se il presunto gesù era considerato un capo ribelle allora i romani lo potrebbero aver voluto crocifiggere in modo particolarmente visibile e deterrente.
ma con tutti i candidati messia crocifissi nel primo secolo avanti cristo come ad esempio giacomo e simone figli di giuda il galileo ecc perché solo per gesù dovevano sprecar fatica a trovare trasportare e tirar su un palo verticale di almeno 2,60 metri con tanto di cristo inchiodato e patibulum?
per non parlare della laboriosità di costruire l'incavo fidssarci il patibulum inchiodare cristo a tal croce e poi issare il tutto come?
bel casino.
il sistema della crux humilis cioè bassa è molto più semplice perché infiggi il palo verticale poi arriva cristo incastri il patibulum orizzontale se devi inchiodare inchiodi tanto è più o meno altezza d'uomo.
certo se invece il palo era infisso permanentemente già da prima allora il tutto diventa assurdo perché con la crux alta devi salir sulla scala per issarvi cristo con patibulum e poi inchiodare senza appoggio.

si legge che una delle più antiche rappresentazioni figurative della crocifissione di cristo sia in una formella o riquadro intagliato in legno sul portale della chiesa di santa sabina all'aventino in roma.
si fa risalire tal porta istoriata al V secolo cioè tra il 400 e il 499 dopo cristo.
la guida "la basilica di santa sabina all'aventino" del 2000 dice a pag 4 che la basilica fu costruita nella sua forma attuale sotto il pontificato di celestino V 422-432 ma a pag 8 dice che la porta è della seconda metà del V secolo dunque tra il 450 e il 499.non so come si giustifichi questa datazione verificherò cmq x ora ammettiamo che sia giusta.
però attenzione perché la porta pare fu restaurata nel 1836.
la guida dice che tale crocifissione è addirittura il primo esempio conosciuto in assoluto.vedremo sotto che non è vero cmq.
ma non è affatto facile decifrare la forma della croce e la tecnica di crocifissione.
innanzitutto noto che se la formella è davvero della seconda metà del V secolo allora siamo almeno 420 anni dopo la presunta crocifissione del presunto gesù in un'epoca in cui l'autore del pannello non poteva avere la benché minima idea di una vera crocifissione perché costantino aveva abolito questa pena un secolo prima come ci informa la cantarella.
tuttavia l'autore del pannello era certamente più vicino al tempo delle crocifissioni e alla loro memoria storica e tradizione iconografica di eva cantarella.
e cosa vediamo in questo per il vero rozzo pannello?
ammettendo che sia rimasto inalterato dopo il restauro.
vediamo cristo e i 2 ladroni che anzitutto poggiano i piedi per terra apparentemente e niente affatto coi piedi a un metro dal suolo.
non v'è traccia di corde che leghino i polsi ma neppure di chiodi per cui non si riesce a capire come i 3 siano affissi alle croci.
cristo è più alto solo perché è rappresentato molto più alto e grosso dei 2 ladroni non xché sia su una crux sublimis tant'è che i piedi dei 3 sono allo stesso livello e ripeto apparentemente poggiati al suolo anche se il suolo coincidendo col margine inferiore della formella non ci dà la certezza neppure su questo.
i piedi di cristo non sembrano affatto l'uno sull'altro come nella iconografia classica giusto un pochino mentre i piedi dei ladroni sono scavallati e paralleli.
le gambe di cristo sono scavallate e parallele.
nessuna scritta INRI nessuna sporgenza superiore della stipes sul capo di cristo.
inoltre sullo sfondo notiamo 3 edifici contigui col tetto a spiovente che non so cosa siano con quel che sembra un muro di fondo di mattoni.
forse è gerusalemme?
insomma mi sa che aveva le idee confuse pure lo scultore che ripeto operò se le datazioni son giuste in un'epoca in cui la crocifissione era scomparsa da oltre un secolo quindi non poteva averne vista una coi suoi occhi.
la forma della croce sembra essere quella a 4 braccia cui siamo abituati tant'è che in altra formella della medesima porta di santa sabina all'aventino formella detta di gesù davanti a pilato c'è un personaggio che porta una croce latina di tipo classico cui siamo abituati.
altra croce latina come quelle che conosciamo a 4 braccia di cui le 2 orizzontali più corte di quelle verticali è nella formella detta di zaccaria sulla soglia del tempio o trionfo dell'imperatore cristiano.

insomma ricapitolando:
la formella della crocifissione in santa sabina pare sia la più antica iconografia conosciuta della crocifissione di cristo ed è attribuita al 450/499 dopo cristo;
essa non attesta affatto la crux sublimis cioè alta di cantarella anzi al contrario il cristo sembra poggiare i piedi per terra;
però sembra smentire anche cascioli in quanto si vedono anche se a stento croci a 4 braccia non a patibulum su 2 stipites a forcella nè a Y;
non si vedono chiaramente nè chiodi nè corde nè tecnica costruttiva della croce che è in gran parte nascosta dal corpo.

dunque concludendo provvisoriamente sulla croce del presunto cristo dobbiamo sospendere ancora il giudizio perché la crux sublimis di cantarella coi piedi a un metro di altezza non sta nè in cielo nè in terra ma solo in 3 vangeli e nell'iconografia cristiana post-V secolo cioè in fonti la cui attendibilità storica è quantomeno dubbia.

CRISTO FU INCHIODATO?

a pag 160 sqq la cantarella continua sui chiodi e si mostra certa che il cristo fu inchiodato xché i romani inchiodavano.notare come la studiosa dia x scontato che cristo sia veramente esistito e questo assenza di dubbio già la squalifica come studiosa.
stavolta la cantarella sembra attestare i suoi chiodi con fonti antiche cioè plauto lucano e seneca che mi riservo di verificare in edizioni critiche del testo latino.
inoltre cita un'iscrizione pubblicata nel 1967 che attesterebbe i chiodi nelle crocifissioni.
poi la studiosa parla di un tal macabro dottor barbet che nel libro
la passione di ns gesù cristo secondo il chirurgo
racconterebbe di aver inchiodato cadaveri pare di capire e avrebbe dimostrato quel che intuitivamente si immagina e cascioli sostiene cioè che mani trafitte dai chiodi sulla croce non reggono il peso del corpo ma si lacerano trascinando con sé il cadavere nella caduta.
ma se si inchiodano i polsi allora il corpo regge e resta appeso.
quindi la studiosa tutta contenta e raggiante per aver dimostrato con gli esperimenti altrui la plausibilità storica della storia di cristo conclude che nessun ostacolo tecnico si frappone alla possibilità di credere che i condannati alla croce venissero inchiodati.
ma il vangelo di giovanni capitolo 20 versetto 25 parlando dell'incredulità di tommaso verso la resurrezione dice:
"se non vedo NELLE SUE MANI il segno dei chiodi...non crederò".
nelle mani non nei polsi:
"EN TAIS CHERSIN AUTOU".
anche la vulgata x quanto valga traduce in manibus.
è pur vero che in greco antico CHEIR vuol dire anche braccio ma è un uso più raro e poi se giovanni voleva dire polsi non manca certo il termine nella lingua di ippocrate...inoltre a 20:27 gesù dice a tommaso di mettere le dita nei buchi dei chiodi nelle sue CHERSIN e poi di mettere la sua di Tommaso CHEIRA nel suo di gesù costato e qui CHEIR non può significare braccio perché non è che tommaso aveva bisogno di affondare un metro di braccio nel costato x verificare...dunque sarebbe ben strano se la stessa parola CHEIR fosse usata in 2 sensi diversi in poche righe.
dunque:
aut il dottor barbet ha ragione e giovanni 20:25 mente o sbaglia.aut il contrario che però appare molto più inverosimile.
gli esperimenti del dottor frankenstein dunque forse confermano che è possibile inchiodare un uomo a una croce x i polsi ma se veri distruggono la veridicità dei vangeli e di 1000 anni almeno di iconografia cristiana del crocifisso comprese le sacre stimmate di padre pio ecc.
inoltre non riesco a capire come uno inchiodato nei polsi non muoia dissanguato in poco tempo tant'è che molta gente x suicidarsi si taglia appunto le vene e x trapassare polsi e legno del patibulum ci sarebbero voluti dei chiodoni della madonna e nemmeno il dottor barbet avrebbe saputo evitare di recidere vene.
ma tutto lo scopo della croce era di far soffrire al condannato una lunga atroce agonia deterrente di molte ore o addirittura giorni non di farlo morire subito.e gesù secondo i vangeli ci mette ben 3 ore a morire.
insomma sta storia dei chiodi nei polsi di cristo mi sembra un'idiozia e non è attestata per niente anzi visto che la cantarella crede tanto ai vangeli come documento storico si dovrebbe rileggere giovanni 20:25 e 20:27 che parla di chiodi nelle mani non nei polsi.
per non parlare del fatto che per trafiggere un piede adulto o addirittura entrambi i piedi sovrapposti ci vorrebbero chiodi da mezzo metro almeno tenendo conto di doverli far passare attraverso piedi e legno ben in profondità - e chi mai si sarebbe messo a produrre megachiodoni del genere solo per crocifiggere "briganti" ebrei ribelli o schiavi?

certo a parte il presunto cristo restano i passi di plauto lucano e seneca citati dalla studiosa che attesterebbero l'uso di chiodi per crocifissione però almeno x plauto secoli prima del presunto gesù ma ripeto mi riservo di verificare le edizioni critiche di quei passi e sospendo il giudizio per ora.

ma la studiosa porta a supporto dei suoi chiodi anche un'iscrizione di pozzuoli di cui purtoppo ancora una volta non fornisce la trascrizione latina.
però dice che alle righe 8-10 di detta iscrizione di pozzuoli che risalirebbe ai primi anni del principato cioè attorno al 20 avanti cristo cioè almeno 50 anni prima della presunta crocifissione di gesù e dunque non fa testo per il tempo presunto di quest'ultima cmq si parla di crocifissioni private - ma quella di gesù fu pubblica non privata dunque non vedo come norme sulla crocifissione privata supportino l'uso dei chiodi in quelle pubbliche.cmq l'iscrizione citerebbe il materiale necessario alla crocifissione privata che sarebbe asseres vincula restes verberatoribus cioè travi vincoli e corde per i fustigatori.
a questo punto cantarella dice ecco vedete le corde restes servivano per i fustigatori verberatoribus cioè come fruste e non per legare i polsi del condannato alla croce.
ma alla cantarella sfugge un piccolo dettaglio:
a che servivano allora i vincula?
vincula in latino vuol dire corde o catene e a che diavolo potevano mai servire in una crocifissione se non a legare il condannato alla croce?
x non dire che non c'è nessunissima menzione di chiodi x cui non si capisce come questa parte supporti l'uso dei chiodi nella crocifissione romana.
inoltre se x una crocifissione servivano anche i fustigatori vuol dire che forse non era una crocifissione ma una condanna alla fustigazione a morte supplizio esistente a roma come attesta la stessa cantarella.
ma la prof insiste che alle righe 11-14 dell'iscrizione di pozzuoli che vertono sulla crocifissione pubblica cioè dice quella con la supervisione dei magistrati municipali sono elencati anche i chiodi.
ma se è per questo sono elencati anche pece e torce che fanno pensare a un rogo pubblico non a una crocifissione.
inoltre chi dice che i chiodi servivano a crocifiggere e non per esempio ad assicurare insieme stips e patibulum ?
quindi non è chiaro manco per niente dall'iscrizione di pozzuoli che i crocifiggendi venissero inchiodati.

in conclusione provvisoria:
su come esattamente i barbari selvaggi romani antichi nelle varie epoche della loro storia crocifiggessero le loro povere vittime non vi è certezza alcuna.
e sulla storia della via crucis e della crocifissione di cristo vi sono tanti forti dubbi che tali restano anche dopo il libro pur interessante/informativo della cantarella.

IL CROCIFISSO CON TESTA D'ASINO

come accennavo supra la formella di santa sabina non è la più antica attestazione della crocifissione come talora si legge.
la più antica a me nota anche se satirica è il cosiddetto asino crocifisso del paedagogium sul palatino attualmente conservato a roma antiquarium del palatino piano superiore ultima sala in fondo al corridoio a sinistra.
trattasi del graffito di un crocifisso trovato nel 1856 sul palatino stando alla voce croce su una vecchia edizione dell'enciclopedia utet.
rappresenta un certo alessameno fidelis in atto di adorazione di un uomo con testa d'asino crocifisso.
è considerato opera di qualche beffardo pagano.
la didascalia nel museo data il graffito alla prima metà del III secolo dopo cristo cioè tra il 200 e il 250 dopo cristo.
non so come si giustifichi questa datazione mi riservo di verificare ma se vera allora questo crocifisso benché satiricamente rappresenta la crocifissione cristiana ed è allora almeno 200 anni più antico della formella di santa sabina e inoltre risale a un'epoca in cui la pena della crocifissione era ancora vigente dunque il burlesco autore poteva averne vista una coi suoi occhi o averla sentita descrivere di prima mano.
ecco perché mi interessa moltissimo questa eccezionale iconografia se autentica e mi meraviglio che la cantarella non vi faccia cenno come non fa cenno a santa sabina.
cosa vediamo dunque nel graffito?
oddio non è che sia meravigliosamente conservato/leggibile però pare di vedere questo:
1.non v'è nessuna sporgenza della stips cioè del palo verticale sopra la testa d'asino e dunque nessuna scritta INRI dunque pare una croce a T.
2.i piedi dell'uomo crocifisso dalla testa d'asino sembrano poggiare sul cosiddetto suppedaneum cioè su un poggiapiedi come lo ritroviamo in tanta iconografia cristiana anche molti secoli dopo - dunque come nella formella di santa sabina i piedi son poggiati anche se un suppedaneum e non per terra.
3.certo la forma della croce pare appunto a T e senza le forcelle di cascioli,ovviamente tenendo conto che trattasi di un graffito satirico rozzo frettoloso e schematico.
4.ancora una volta non si capisce come il crocifisso sia appeso perché non si riconoscono chiodi o corde.

la scritta pare dica alessameno adora il suo dio e x il motivo degli ebrei e poi dei cristiani sfottuti dai pagani come adoratori di asini vedi il libro di peter schaefer
giudeofobia /l'antisemitismo nel mondo antico editore carrocci.


in conclusione provvisoria su tutto quanto:

1.i chiodi nelle mani sono un'assurdità impossibile quasi certamente e quindi tutta la millenaria iconografia cristiana su cristo crocifisso nelle mani basata su giovanni 20:25 e 27 è una menzogna e così anche cade la storiella delle sacre stimmate padre pio ecc.
2.la forma della croce sia a T sia a 4 braccia pare attestata dalla formella di santa sabina e dal crocifisso asinino che cmq se datati giusto risalgono a secoli dopo la presunta crocifissione del presunto gesù cristo.
3.in entrambe le rappresentazioni che pare siano le + antiche della crocifissione i piedi son poggiati rispettivamente x terra e su un suppedaneum il che appare il modo + logico di sostenere uno appeso a una croce con corde o chiodi che fossero perché i piedi a terra o cmq poggiati scaricano il peso del corpo senza bisogno di chiodi nei polsi che farebbero morire subito dissanguato il condannato mentre lo scopo del sadico supplizio della croce era una lunga atroce agonia/tortura deterrente.

grazie della cortese attenzione e a presto troll clericofascisti permettendo che spero si sian resi conto che TUTTA LA PARTE SUL PALATINO E' NUOVA DI ZECCA E SOPRA SU GIOVANNI 2O HO AMPLIATO E APPROFONDITO + ALTRI EDITING MINORI MA IMPORTANTI PERCIO' NON SCASSATE,SERVI DI REGIME!




aletes

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i 2 commenta qui su=1 troll spam Saturday, Nov. 19, 2005 at 2:57 PM
caro aletes... rafgano Thursday, Nov. 17, 2005 at 6:16 PM
ma incrociati ateo Thursday, Nov. 17, 2005 at 3:55 PM
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