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Il coraggio di Sharon
by Squalo Wednesday, Nov. 23, 2005 at 8:19 PM mail:

Editoriale del foglio e commento di Deborah Fait.


Ariel Sharon ha deciso di abbandonare il Likud, il partito che aveva fondato insieme con gli altri leader, per chiedere direttamente agli elettori israeliani il sostegno alla sua politica di responsabilità. E’ una scelta coraggiosa e utile. Perché Sharon avrebbe potuto probabilmente ottenere la candidatura a premier del Likud e la conferma nel suo ruolo di leader della nazione e del partito, ma poi non avrebbe potuto contare alla Knesset, il Parlamento, su un sostegno sufficiente per affrontare le difficili prove che attendono Israele. Per questo Sharon ha scelto di far uscire la sua disputa con Bibi Netanyahu dal chiuso degli organismi di partito per trasformarla in una sfida elettorale in campo aperto.
In Israele Sharon si è conquistato il riconoscimento di essere l’unico ad avere una visione politica in grado di tenere insieme aspirazione alla pace e garanzia della sicurezza. Questo non è, come sostengono molti osservatori, l’effetto di una sorta di tradimento dell’ispirazione fondamentale del Likud. Se si guarda ai fatti e non alla retorica, si può constatare che soltanto premier del partito di destra, da Menahem Beghin ai due litiganti di oggi, Netanyahu e Sharon, hanno realizzato concessioni territoriali ai palestinesi o ai paesi arabi confinanti. I grandi leader laburisti, che accarezzavano la speranza di una pace generale, non riuscendo a ottenerla, non hanno mai ceduto un solo metro quadrato dei territori occupati. Sharon ha sintetizzato questa linea nello slogan “dalla sicurezza nasce la pace”, che è l’inverso di quella strategia, dimostratasi illusoria, che si aspetta la sicurezza soltanto da una pace pienamente realizzata.
I dirigenti del Likud che si sono opposti a Sharon probabilmente pagheranno carissima questa scelta nelle prossime elezioni. Soprattutto rischiano di trasformare una storica formazione politica intransigente e pragmatica in quella fazione ottusamente estremista che non è mai stata, se non nelle descrizioni caricaturali dei suoi avversari.

Di seguito riporto un commento di Deborah Fait scritto per Informazione Corretta, "Sharon, Re d'Israele":

Sharon ha sciolto la Knesset, si e' dimesso dal Likud e ha fondato un nuovo partito.
Il tutto in un paio di giorni, sempre fresco come una rosa, neanche un tretenne troverebbe la sua forza, e per la prima volta lo abbiamo visto sorridente e rilassato, allegro e pieno di sense of humor , una simpatica particolarita' del suo carattere che negli ultimi anni si era un offuscata per cause di forza maggiore. Credo che nessun uomo, nessun premier sia stato piu' sotto pressione di lui e sono convinta che nessuno sia stato piu' insultato, criminalizzato e demonizzato di lui, manco Berlusconi e nemmeno Bush.
Gli hanno detto di tutto, da nazista ( in Europa) a traditore, in Israele, prima , durante e dopo l'evacuazione da Gaza.
Ma lui e' andato avanti per la sua strada senza farsi impressionare da minacce di morte, da processi all'Aja, da scandali e quant'altro perche' quando il Leone decide una cosa la porta a termine senza mai tergiversare.
"Restare nel likud e' tempo perso" ha dichiarato senza troppi complimenti e, seguito da 15 ministri e deputati del suo ex partito, in testa la bravissima Tzipi Livni, ministro della Giustizia, da Haim Ramon dell'Avoda', dal presidente dell'Universita' di Beer Sheva, da un paio di deputati del Shinui e sicuramente altri si aggiungeranno, ha fondato la "Responsabilita' Nazionale", Achraiut Leumi', il suo nuovo partito di centro.
Niente piu' l'ambiguita' del centro destra e centrosinistra in Israele, grazie a Sharon ci sara' una destra, una sinistra e un centro liberale, il suo, che e' gia' in testa ai sondaggi col 33% dei seggi, seguito a grande distanza dall'Avoda' e a grandissima distanza dal Likud che senza di lui si sta sgretolando.
Non e' che l'Avoda', il partito laburista, stia molto meglio, l'elezione di Amir Perez, focoso ex sindacalista, odiato dalla popolazione per gli scioperi che hanno bloccato e isolato ripetutamente il Paese con le chiusure di porti di mare e aeroporto internazionale, non dara' molto lustro a un partito gia' ossidato.
Perez che amici italiani hanno trovato molto somigliante al Peppone di Don Camillo, non ha nessuna esperienza politica e diplomatica, e' incapace di fare un discorso che non sia urlato, e' un abbastanza buzzurro e ha gia' incominciato a fare, anzi a urlare, discorsi sospetti su Gerusalemme.
I miei amici israeliani di sinistra hanno gia' dichiarato che piuttosto di votare Peppone Perez non andranno alle urne o voteranno Sharon.
Ormai quest'uomo, questo Leone del Neghev, questa forza della natura ha conquistato il mondo, i suoi nemici si stanno innamorando di lui e la sinistra europea, ottenebrata per decenni dalla propaganda palestinese e dagli sputacchi di Arafat, e' diventata la sua piu' grande sostenitrice e, dimenticando di averlo tacciato da bestia nera di Israele e criminale di guerra, adesso lo definisce "unica speranza di pace" per il Medio oriente.
Da non credere! Come cambia il mondo!
Ormai Sharon, insieme a Israele, e' rimasto "boia" soltanto per poveri e miserandi e miserabili fascio-comunisti che non fanno testo e si consolano dedicando strade ad Arafat.
E' di oggi la notizia che , se sara' rieletto, Sharon proporra' la totale autonomia per l'ANP in cambio della sicurezza totale per Israele. Questa e' la cosa che piu' gli sta a cuore, la nostra sicurezza, la certezza che nessun autobus saltera' piu' in Israele e che nessuna citta' israeliana verra' piu' bombardata. Lui vuole un Israele sicuro, sereno e produttivo rivolto al mondo esterno non ghettizzato da esso.
Finito dunque anche lo scandaloso aforisma "terra in cambio di pace".
Basta con questa porcheria ! La pace si da in cambio di pace non di terra. La terra si da in cambio di altra terra.
Per decenni tutti sono caduti in questa trappola, compreso Israele che si e' visto costretto a regalare territori per avere in cambio non pace ma guerra e terrorismo. E dovevamo essere anche cornuti e contenti.
Adesso basta!
Sharon, melech Israel, re di Israele, come si canta da queste parti, dara' politica in cambio di politica, autonomia e aiuti in cambio di sicurezza, e confini sicuri per Israele.
Grande Sharon! Che D*o gli dia lunga, lunghissima vita.

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