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Cosa succederà il 30 novembre?
by notav.it Tuesday, Nov. 29, 2005 at 3:24 PM mail:

Cosa succederà il 30 novembre?



E' strano. Il 30 novembre è una data che incombe. (Cosa succederà?).
Ricorda per certi versi la tensione che si avverte prima di scalare una vetta.
Chi va in montagna conosce questo sentimento, la sera prima, un misto di paura, esaltazione, timore per l'avventura, voglia di accettare la sfida.
Mercoledì il cantiere di Venaus vedrà contrapporsi da un lato, l'opposizione al Tav dei valsusini, e dall'altra le forze dell'ordine chiamati a garantire l'inizio dei lavori.
E' strana questa consapevolezza di "pericolo" che uomini e donne, pensionati e ragazzi (abituati alle assemblee, alle manifestazioni, a far festa nei presidi), sono pronti ad affrontare. E non si può neppure dire che sono cose che non si conoscono, è trascorso giusto un mese dalla "battaglia" del Seghino: 31 ottobre.
Le dichiarazioni dei politici, ai giornali, hanno reso, se possibile, questo ultimo appuntamento ancora più duro. "Il cantiere -deve essere aperto- i lavori devono cominciare".
Nessuna mediazione. Da tutte e due le parti. La sera prima ci sarà un convegno con Revelli, Mercalli, Cancelli, Sergi e molti altri dal titolo: Paradigma dello sviluppo e alta velocità, un bilancio interdisciplinare.
Poiché c'è il rischio che il mattino chiudano la strada, ci si organizza per rimanere a Venaus tutta la notte, bivaccando in strutture messe a disposizione dal comune.
Il freddo è la prima cosa da vincere, dieci sotto zero come niente, arrivati a quindici, di notte. Il Comitato Istituzionale, sabato pomeriggio in una affollatissima assemblea ha messo a punto alcune strategie: portare i camper e le auto sul luogo dove dovrebbe iniziare il cantiere.
Qualcuno porterà le mucche a pascolare. Altri hanno proposto di spandere quintalate di letame. Insomma qualcosa si inventerà per resistere in modo nonviolento. Alle sette del mattino è convocato sul luogo il consiglio comunale (più gelido della storia) di Venaus. Poco più tardi ci sarà una convocazione degli eletti piemontesi, consiglieri provinciali regionali parlamentari. In solidarietà, associazioni della valle d'Aosta, organizzano per mercoledì una manifestazione davanti al tunnel del Bianco con uno striscione: "Non nel nostro nome". Questo per respingere il tentativo di far passare la Tav come un'opera che porterà benefici a tutti. (Storiella delle merci).
Intanto Mompantero, luogo dove è stata portata (di notte), la prima trivella, continua ad essere militarizzato, la gente entra ed esce mostrando i documenti. Paese montano, gli abitanti conoscono bene i danni che i cinghiali fanno, soprattutto quando d'inverno si avvicinano alle case.
Da qualche giorno è apparso un cartello che la dice lunga: "Più cinghiali meno militari". Tuttavia c'è chi non ride, anzi, le reazioni sono sempre più scomposte.
Domenica sulle pagine di la Repubblica, la Bresso, presidente Regione, ha detto: "Se in occasione delle manifestazioni i sindaci violano la legge, possono anche decadere". Delirio di onnipotenza, decide lei su tutto.
Dopo il 30 novembre, dunque, i sindaci non saranno più tali. I preti non diranno più messa. I barman non serviranno più caffè. I becchini non seppelliranno più i morti. Gli insegnanti non faranno più scuola.
Tutto per volontà della "governatrice". In attesa della fatidica ora, tutto continua, e gli insegnanti delle scuole possono correggere i pensierini dei bambini di Mompantero. "L'autunno: L'autunno quest'anno ha colori strani: bianco, blu, nero e rosso. L'autunno porta bandiere bianche e con sopra scritto in rosso No Tav. Porta anche poliziotti neri e blu che riempiono Mompantero e Urbiano, ma i sorrisi della gente non li vediamo più".

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