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DIFENDIAMO BAGNOLI E NAPOLI DALL’ASSALTO SPECULATIVO
by Assise Cittadina per Bagnoli Wednesday, Nov. 30, 2005 at 11:48 AM mail: assisebagnoli@libero.it

DIFENDIAMO BAGNOLI E NAPOLI DALL’ASSALTO SPECULATIVO ASSEMBLEA PUBBLICA PER LA DIFESA DI BAGNOLI lunedì 5 dicembre 2005 ore 16:30 Antisala dei Baroni Maschio Angioino NAPOLI

Le recenti dichiarazioni dell’assessore Oddati hanno svelato il segreto di Pulcinella: esiste una cordata trasversale tra forze politiche, istituzioni ed imprenditori, tesa ad alterare le norme di piano su Bagnoli. Per renderlo più efficiente, dice Oddati; per piegarlo ulteriormente alle esigenze del profitto e della rendita, diciamo noi. Oggi viene allo scoperto chi non ha mai creduto nè al Piano per Bagnoli nè alla pianificazione democratica; per costoro i piani urbanistici non sono patti tra cittadini ma canovacci da interpretare o stravolgere secondo le convenienze. Di Lello sostiene un campo da golf che occupi un terzo del parco urbano e Lettieri propone un polo alberghiero a Nisida? Si può fare. L’Autorità Portuale sponsorizza un porto di 700 barche sulla colmata e la Camera di Commercio invoca una palazzata di alberghi sul lungomare? Ottima idea. Oltre il 70% del litorale di Bagnoli viene privatizzato per favorire enti e personaggi vicini agli ambienti politici di maggioranza? Tutto bene. Cosa importa che il piano dica altro, che altri siano i bisogni dei cittadini? Cosa importa che un campo da golf sia l’antitesi di un parco naturale, che la sua manutenzione richieda massicce quantità di acqua, diserbanti, fitofarmaci e precluda l’accesso libero al green per non rovinarne l’erba? Quel che conta è promuovere strutture sportive d’elitè che valorizzino suoli e immobili contigui (mentre migliaia di famiglie sono in difficoltà o sotto sfratto proprio a causa della speculazione edilizia!). Tutto è ridiscutibile se l’interlocutore porta soldi, mentre il consenso popolare viene acquisito tramite disinformazione e pratiche clientelari; così lo sviluppo si programma con accordi in sede riservata, riducendo le assemblee rappresentative a teatrini dove procedure formali mimano parvenze di democrazia.
A chi rivendica maggiore trasparenza e partecipazione viene risposto che si è discusso fin troppo e adesso occorre agire; ma proprio l’inefficiente gestione del Comune determina ritardi e costi aggiuntivi al processo di trasformazione. Si spendono anni per reperire a Formia un sito di smaltimento temporaneo delle scorie inerti di bonifica, ben altrimenti riciclabili nella sistemazione del parco urbano. Nulla sappiamo dell’ultimo rapporto ICRAM sulla contaminazione degli arenili di Coroglio e Bagnoli nè del piano di bonifica delle spiagge che doveva partire a settembre. Per svendere agli industriali i suoli bonificati e infrastrutturati a spese pubbliche vengono ignorati gli studi milionari commissionati all’ACB-Rotschildt, che invece dimostrano la convenienza di una gestione pubblica della commercializzazione dei nuovi immobili. Si trasferisce alla Fintecna il 10% dei suoli pubblici per sanare i vizi di esproprio delle aree Eternit e CimiMontubi (pericoloso precedente per le trattative con la grande proprietà fondiaria, come FF.SS., demanio militare e Caltagirone). Fino al recente annullamento del concorso per il parco di Bagnoli: il ricorso ad un pretestuoso cavillo ha consentito di rinviare l’avvio dei lavori, aprendo la strada agli stravolgimenti caldeggiati sulla stampa in questi giorni! Una messinscena che espone Napoli al ludibrio internazionale, facendole perdere quei finanziamenti europei in nome dei quali si erano imposte rigide scadenze ai progettisti e castrato il dibattito cittadino!
Non siamo di fronte a semplici incompetenze ma ad un sabotaggio cosciente della pianificazione ordinaria per promuovere interessi speculativi tramite accordi ad hoc. Esiste una regia politica nei posti di comando della Regione Campania che considera l’urbanistica un affare privato da governare secondo logiche monarchiche e utilizza dei prestanome per lanciare segnali ai circoli affaristici senza sporcarsi le mani. Di qui discendono gli innumerevoli tentativi per stravolgere la riqualificazione di Bagnoli con progetti speciali e speciose emergenze (il più organico dei quali è stato l’America’s Cup nel 2003). Di qui le tante, discutibili scelte urbanistiche che collidono con il PRG o con gli interessi pubblici: dalla mancata delocalizzazione dell’aeroporto di Capodichino (sulle cui aree è previsto un parco urbano che non si realizzerà mai, ma serve a rispettare formalmente gli standard urbanistici di verde) all’accordo di programma su Porto Fiorito (che cancella un pezzo del lungomare di S. Giovanni a Teduccio per favorire i disegni espansionistici del Porto), dalla ventilata alienazione gratuita delle caserme dismesse di Secondigliano al dispendioso e deleterio sottopasso Acton. Fino alle manovre per la privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e del sistema di approvvigionamento idrico di Napoli, alla disastrosa gestione regionale dello smaltimento rifiuti e ai devastanti progetti infrastrutturali per le aree costiere e interne della Campania.

Occorre mobilitarsi per contrastare le perniciose derive neoliberiste del centrosinistra regionale, perché siano garantite la potestà pubblica della pianificazione urbanistica, la partecipazione popolare ai processi di trasformazione ed il libero accesso ad informazioni e procedimenti tecnici. Perché il litorale ed il mare di Bagnoli siano risanati e restituiti ad uso pubblico gratuito, rivedendo tutte le scelte sinora compiute (dalle concessioni alla portualità) che inficiano questo obiettivo. Perché siano date garanzie precise sui tempi e i modi di realizzazione della bonifica, del parco, della spiaggia e dei servizi collettivi, che devono avere la priorità sulle altre opere. Perché si blocchi l’espulsione nella periferia metropolitana delle classi popolari, aggravata anche dall’utilizzo speculativo dei programmi di riqualificazione urbana, e sia assicurato il diritto alla casa attraverso il recupero dei vani sfitti e l’edilizia pubblica.

Invitiamo tutti i cittadini, le forze culturali, sociali e politiche che condividono queste ragioni a partecipare

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