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un'altra morte in carcere
by x Saturday, Dec. 03, 2005 at 2:17 PM mail:

da "l'unione sarda"

La vittima è un cagliaritano di 40 anni sieropositivo: si è suicidato legandosi attorno al collo un laccio da scarpe


Detenuto s'impicca a Buoncammino


Vani i soccorsi: la morte dopo tre giorni in ospedale
Era coperto con un lenzuolo e aveva un laccio da scarpe stretto attorno al collo: così, mercoledì scorso, gli agenti di Buoncammino hanno trovato Mario Melis, 40 anni, cagliaritano. L'uomo era privo di conoscenza. La corsa fino all'ospedale Santissima Trinità, il ricovero nel reparto di Rianimazione con una diagnosi che parlava di principio di strangolamento, poi quello che era parso un miglioramento: la terapia sembrava aver avuto buon esito. Il quarantenne, sieropositivo e affetto da epatite, era stato trasferito in una stanza del reparto Infettivi, sorvegliata ventiquattr'ore su ventiquattro dalla polizia penitenziaria. Qui, nei giorni scorsi, la situazione è precipitata: il paziente è morto ieri poco dopo le 13, dopo tre giorni di ricovero. Sarà un'autopsia a chiarire le cause del decesso. Fuori fra un annoA Buoncammino, Mario Melis era entrato tre mesi fa: ne sarebbe uscito fra un anno. Il 10 agosto scorso era stato bloccato dai carabinieri in via Flavio Gioia, con nove dosi di cocaina, due di eroina e quattro di metadone: accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, era stato arrestato. Poco dopo, la condanna: fine pena, aveva stabilito il giudice, dicembre 2006. Un termine che Mario Melis ha preferito non aspettare. «Era un detenuto molto tranquillo», racconta il direttore del carcere cagliaritano, Gianfranco Pala: «Mai dato problemi, mai manifestato segnali di malessere che potessero far sospettare intenzioni suicide. A causa delle sue precarie condizioni di salute, dovute a una lunga dipendenza dall'eroina e a infezioni da Hiv e Hcv, era tenuto sotto costante controllo». Mario Melis non era l'unico ospite di Buoncammino in ricovero al Santissima Trinità: nell'ospedale di via Is Mirrionis risultano ancora ricoverate due persone in regime di detenzione. Occupano due stanze guardate a vista dagli agenti penitenziari. Carceri e misteriSuicidio? Morte dovuta alle infezioni in corso? Quando qualcuno muore in carcere, niente sembra essere scontato. A Buoncammino non ci si attendono grosse sorprese dagli esami necroscopici: quantomeno, però, si tratta di capire il ruolo che il principio di strangolamento può aver svolto in un quadro clinico già seriamente compromesso. Morti senza rispostaLe cronache giudiziarie, a proposito di morte in carcere, hanno consegnato alla storia alcuni casi ancora non chiari a dispetto di anni di indagini, ricerche, accertamenti. Il più celebre, riportato di recente agli onori delle cronache da due interrogazioni parlamentari ancora in attesa di risposta, è quello di Aldo Scardella: incarcerato vent'anni fa con l'accusa di aver partecipato a una rapina, il giovane cagliaritano venne trovato morto in cella con tracce di metadone nel sangue, senza che mai fosse stata accertata una sua tossicodipendenza. Ma sono morti misteriose anche quelle, più recenti, di Sergio Fadda, Claudio Camba e Claudio Murgia. Il primo, un giovane cagliaritano che scontava a Buoncammino una condanna per ricettazione, morì il 16 settembre 2001; il secondo, anch'egli in cella per ricettazione, morì la notte fra il 17 e il 18 ottobre dello stesso anno nel carcere di Iglesias; il terzo fu trovato senza vita tre giorni dopo a Buoncammino. Gli esperti nominati dal magistrato si trovarono nell'impossibilità di stabilire con certezza le cause dei decessi dovuti o a un sovradosaggio di farmaci oppure a un cocktail di antidepressivi e medadone, alcol, fumo, oppure addirittura a gas propano aspirato dalle bombolette per i fornelli: qualche mese fa, in un'aula del palazzo di giustizia, hanno spiegato che la causa era la mancanza di reperti istologici per le analisi cliniche. Ed è mistero, ancora, sulla morte di Rinaldo Ermatosi, cagliaritano di 36 anni, morto due settimane fa nel carcere di Isili in circostanze ancora tutte da chiarire: il decesso, secondo le prime ipotesi dei medici legali, potrebbe essere dovuto a broncopolmonite o a overdose. Ma i familiari dell'uomo sostengono che non si drogasse e sollevano dubbi sui modi in cui l'amministrazione carceraria ha gestito le informazioni su quanto avvenuto. Marco Noce


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Titolo Autore Data
basta io Saturday, Dec. 03, 2005 at 6:14 PM
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