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altre due case liberate!
by m.a.o. Monday, Dec. 05, 2005 at 8:33 PM mail:

due nuove occupazioni di case a Bologna!


5/12/2005
Un altro piccolo gruppo di persone che viveva un disagio abitativo quotidiano oggi ha occupato due appartamenti erp sfitti da tempo. In questo modo le case tornano ad avere una funzione e divengono veicolo di una lotta che riguarda la maggior parte delle persone di questa città: la lotta per il diritto ad abitare dignitosamente.
La situazione di emergenza abitativa è causata dai privati che speculano grazie alla legge 431 sul libero mercato degli affitti e dal pubblico che dismette il patrimonio di case popolari. Leggere o sentire dichiarazioni dell’assessore alla casa Antonio Amorosi che riguardano serie proposte di soluzione al problema è impossibile. Anche l’incontro con gli studenti di Scienze Politiche della settimana scorsa non ha prodotto discorsi che facciano sperare chi non ha una casa o chi vive in situazione precaria e degradante. E intanto intere palazzine di proprietà pubblica restano vuote a marcire con dentro preziosissimi appartamenti che per essere abitabili dovrebbero solo essere abitati. Di recente abbiamo fermato l’attenzione della città sull’edificio in via Rimesse 23/27 : quaranta appartamenti dell’Acer abbandonati al degrado delle zanzare tigre e dei topi e smontati all’interno affinché nessuno decidesse di dare una risposta immediata ed autonoma al proprio disagio. Anche in Bolognina ce ne sono tantissimi e sono facilmente individuabili.
Gli economisti intanto dichiarano che la situazione sta degenerando in tutta Italia e che nel 2007 ad avere bisogno di una casa saranno circa due milioni di persone!
Come se non bastasse è di pochi giorni fa la proposta di inserire nella finanziaria che il Governo Berlusconi sta imponendo al Paese un punto relativo alle case popolari: verrebbero TUTTE vendute a privati per avere dei bonus per le famiglie. Come a dire togliamo la casa a milioni di italiani per fregiarci di aver dato due lire ad un numero limitato di giovani coppie. E’ anche per questo che sentiamo l’affinità con le condizioni degli assegnatari.
Infatti sono facilmente smontabili le calunnie della Giunta Cofferati che ci indicano come fautori di una “guerra fra poveri” poiché noi non intendiamo contrapporci a nessun assegnatario: continuiamo a ribadire che nel momento in cui ci viene garantita una delle centinaia di case sfitte siamo disposti ad abbandonare le nostre abitazioni.
Non creiamo, ma combattiamo la precarietà abitativa, non occupiamo per sport!
Il diritto alla casa è sempre più un problema che accomuna operai, studenti, migranti, precari di qualsiasi genere e nazionalità, ma nell’attuale disinteresse da parte delle Istituzioni esiste una vena di razzismo. Infatti ci chiediamo come sarebbe andata la faccenda degli sgomberi sul Lungo Reno se le famiglie non fossero state rumene, ma italiane: un container non è una casa!
Al silenzio ed all’inattività della Politica dei Palazzi che danno sempre ragione ai potenti proprietari immobiliari rispondiamo con una soluzione dal basso, perché non siamo disposti a barattare diritti e dignità con false risposte.



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