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[tav] Borghezio: «È la nostra gente che va in trincea»
by alice Thursday, Dec. 08, 2005 at 2:58 PM mail:

borghezio sproloquia su corriere.it

Parla Borghezio (Lega Nord)
«È la nostra gente che va in trincea»
Intervista al leader in camicia verde dal "fronte" della Valle Susa




Onorevole Borghezio?
«Sono già in trincea».

Si è portato in Val di Susa?
«L'altra mattina alle 5 mi hanno avvertito delle cariche della polizia. Alle 7 ero all'aeroporto di Bruxelles, alle 11 sono piombato come un falco all'imbocco della valle».

A combattere anarchici e insorti?
«Ma quali anarchici! La Rai inquadra solo e sempre bandiere rosse. Ma io ho visto i vessili del Piemonte. Quella della Val di Susa è una rivolta di popolo. È la nostra gente, la gente delle nostre montagne. È la mia terra: sono di Rivoli, dove finisce la valle. Ho trovato un paese in guerra: polizia, carabinieri, finanzieri, blindati. Mancava solo l'aviazione».
Così l'hanno fermata.
«Macché. Ho fatto valere il mio ruolo e la mia stazza. Alla fine si sono offerti di scortarmi; ho rifiutato. A casa mia vado disarmato. Ho proseguito con un amico fino alla barricata di Bussoleno: tronchi, mattoni e un centinaio di valligiani».

Che l'hanno accolta trionfalmente?
«Con getti d'acqua gelida. Ma erano due o tre no global. Quelli di solito mi accolgono a sputi. L'ho considerata una cordialità».

Comunisti.
«Invece no. Bravi ragazzi. Ho visto qualche passamontagna, ma per il freddo. Non c'è gente pericolosa tra i ribelli. Gli altri erano valligiani, pensionati, donne. Contadini. Parroci. Parlavano di pestaggi, botte, di un anziano alpino malmenato. Molti erano ex leghisti arrabbiati perché ora stiamo con Berlusconi. Ho dovuto improvvisare un comizio volante in dialetto: " Mi sun d' Rivule! I mei vej sun di vostre part!". Li ho riconquistati».

Pisanu dice che la rivolta è infiltrata da soggetti eversivi.
«Se c'è stata qualche infiltrazione in Val di Susa nel passato, sono stati i servizi segreti. C'è stato un processo durato anni per l'armeria di Susa che forniva armi con la matricola abrasa: la proprietaria ha testimoniato in tribunale che i carabinieri volevano nasconderle nelle cantine dei leghisti per incastrarli».
Pisanu è un ministro del governo che voi leghisti appoggiate. Come Lunardi, secondo cui la Tav è una questione di ordine pubblico.
«Lunardi si è anche permesso di definire "banda di scansafatiche" gente come i valsusini, che potrebbero insegnare a lavorare a mezza Italia. Un ministro non può permettersi di sputare sentenze sulla pelle altrui da Roma. Venga su e faccia come i suoi colleghi francesi, che hanno portato i sindaci a vedere i lavori e hanno offerto compensazioni ai comuni. Qui invece hanno trattato la gente prima come coglioni inoffensivi, poi come importuni da bastonare. E hanno mandato i poliziotti».

Poliziotti da dove?
«Da tutto il Centro-Nord. In gran parte meridionali. Certo di piemontesi ce n'erano pochi».

Quindi lei è con i ribelli.
«Sono con i miei vecchi. I valligiani possono aver commesso errori, ma vanno compresi. È gente che ha sofferto molto, che esce da 15 anni di deindustrializzazione selvaggia, che ha perso il lavoro. Non possono togliergli anche la terra e la salute. E la Lega non può ingoiare tutto per fedeltà al governo. Non quando ci sono di mezzo le nostre radici, il nostro popolo».

L'alta velocità è una grande opera europea, che serve anche al Piemonte.
«Mah. Ho qualche dubbio. Vedo una liaison politico- affaristica all'opera. Perché non si verifica se il corridoio 5 è davvero indispensabile, se i lavori sono davvero innocui? Spendiamo un sacco di soldi per cose inutili; perché non fare una bella conferenza internazionale al Politecnico di Torino, se non altro per tranquillizzare gli animi?».

Anche la Bresso considera lo sgombero inevitabile.
«Detto da una piemontese è imperdonabile».

Prodi si è offerto come mediatore.
«Prodi è il presidente della Commissione europea che ha combinato tutto questo. È atteso con ansia dai valligiani».

Sembra di parlare con Pecoraro Scanio.
«Non si permetta».

Proviamo. La tangenziale di Cortina?
«Dipende dall'impatto sull'ambiente».

Il Ponte sullo Stretto?
«Che fa? Provoca? Parlare a me del ponte della mafia è come parlare a Ratzinger del Maligno».

Almeno la Salerno-Reggio Calabria.
«Da qualche parte i soldi si devono pur buttare. Ma a patto che un cartello prevenga i viaggiatori in tutte le lingue occidentali: Hic sunt leones ».
Aldo Cazzullo
08 dicembre 2005

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