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Cinquantamila in marcia. Venaus riconquistata dai No Tav
by dall'unità Thursday, Dec. 08, 2005 at 5:06 PM mail:

Cinquantamila in marcia. Venaus riconquistata dai No Tav.

Sono bastate quarantotto ore alla gente della Val Susa per riprendersi il cantiere di Venaus. Cacciati a bastonate dalla polizia dal presidio davanti al cantiere, questo giovedì dell'Immacolata sono tornati in 50mila per riprendersi quello che ritengono essere loro: un pezzo della terra di Val Susa. Sono così tanti che adesso il cantiere, rioccupato con una manovra a tenaglia sfruttando i sentieri e le mulattiere che solo la gente di qui può conoscere, ha ripreso anche fisicamente i colori della protesta No Tav. Nonostante le migliaia di divise nere e blu di carabinieri e polizia che hanno solo potuto abbozzare una resistenza di fronte al dilagare di una vera e propria fiumana di gente pacifica che scendeva dalle montagne. Giorgio Airoder, della Fiom piemontese, porta la solidarietà dei metalmeccanici: «Voi ci avete insegnato che la lotta democratica può portare alla vittoria. Una lezione per tutto il Paese»

Davanti ai cordoni di polizia, sospinti ai margini del cantiere, la gente ricostruisce le rudimentali barricate rimosse tre notti prima dalla ruspa della polizia comandata da un funzionario che gridava «uccidili, uccidili». Per loro è la storia della gente che si riprende il proprio buon diritto. Se se ne dovranno andare di qui, sarà solo perché così hanno deciso loro.

Appena occupata la zona, Antonio Ferrentino, presidente Ds della Comunità montana Bassa Val Susa, ha parlato alla gente con un megafono: «Anche i poliziotti vogliono andar via, loro non hanno gli stessi interessi di chi gli ha ordinato di essere qui. Qui oggi c'è l'intera valle, gente pacifica che vuole solo rispetto per le sue ragioni».

«Bisogna assolutamente evitare che ci siano scontri e gestire la situazione. L'aver ripreso il pieno possesso del territorio del Comune di Venaus dimostra che questo cantiere non si può aprire contro la volontà della comunità» grida Ferrentino parlando alle migliaia di persone che affollano i terreni dove dovrebbe sorgere il cantiere per la costruzione della Tav Torino-Lione. «Rimarremo qui stanotte e nei prossimi giorni a meno che nelle prossime ore il governo dia l'ordine a polizia e carabinieri di abbandonare il cantiere». Ferrentino, che è uno dei leader più ascoltati della protesta, ha esortato la frangia più «calda» del movimento no-Tav a non fare pressione contro le Forze dell'ordine, che, ha detto, «non vedono l'ora di andarsene e aspettano solo un ordine del ministro dell'Interno». Ferrentino ha detto che sono in corso trattative per capire quali sono le intenzioni del governo. Ed ha aggiunto: «Confrontiamoci. Sappiamo che manderanno rinforzi, ma qui oggi c'è un'intera valle. È una grande vittoria del movimento»


Il corteo, trentamila, forse cinquantamila persone, era partito da Susa alle 10,30 del mattino. Destinazione Venaus, luogo simbolo di questa mobilitazione. Intere famiglie con bambini, anziani, molti giovani. A guidare il corteo sono una trentina di sindaci della Valle, oltre il presidente della Comunità Montana Bassa Valle, Antonio Ferrentino. Presenti anche l' europarlamentare Vittorio Agnoletto e il senatore dei Verdi Giampaolo Zancan. Subito dopo un grande dragone in cartapesta porta lo slogan: «la Tav-talpa mangia soldi e scava veleni». Nel corteo anche il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini.

Ma il tranquillo corteo è stato presto turbato da incidenti. Un cordone di poliziotti ha sbarrato il passo alla manifestazione all'altezza del bivio del Passeggero, a poca distanza da Venaus. Spintoi, manganellate, qualche lacrimogeno. Anche il presidente leghista della Comunità montana dell'Alta Val Susa è rimasto contuso. La mediazione dei sindaci è riuscita a riportare la calma e a concordare che i manifestanti potessero passare a gruppi di tre-quattrocento alla volta. Ma il grosso del corteo si è messo a risalire le montagne eha aggirato gli sbarramenti, fino a dilagare nel cantiere dal quale la gente era stata cacciata tre giorni prima.

Paolo Cento, deputato Verde, dice che «di fronte alle provocazioni del governo è necessario anticipare al più presto l'informativa al Parlamento del ministro Pisanu e ricondurre sotto il controllo parlamentare l'azione del ministero degli Interni. Quanto accaduto questa mattina al bivio Passeggeri che porta a Venaus dove manifestanti anti-Tav sono stati caricati dalle forze dell'ordine è la conferma della strategia del governo che vuole alimentare la tensione in Val di Susa e trasformare la questione dell'Alta velocità Torino-Lione in fatto di ordine pubblico».

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