Val di Susa, gli intrecci e una montagna fragile. Sospetti sul tunnel della discordia. Incidenti e calcoli geologici “inesatti” per 2 gallerie nella valle.
C' è una storia che val la pena di ricordare. Quella di due tunnel paralleli per l'acqua, 4,75 metri di diametro esterno e una decina di chilometri di lunghezza, iniziati una decina di anni fa, proprio in quella zona, per conto dell'Aem, l'azienda municipale di Torino. Nel patto dei costruttori erano in quattro:l'Anstaldi,la francese Eiffage, un'impresa del mezzogiorno poi finita nei guai finanziari e la Selmer, una grossa società norvegese con diecimila dipendenti che lavora spesso in coppia con la Norconsult, specializzata in gallerie. Un patto destinato a durare poco: a metà galleria, la Selmer decise infatti di sfilarsi. Ed'è qui che si affacciano un mucchio di domande. E' vero che la società scandinava prese la decisione di uscire dopo l'ennesimo inncidente, che aveva visto una frana seppellire una costosissima talpa americana di marca Robbins? E' vero che i nosrvegesi si lamentarono degli studi che accompagnavano il progetto dicendo che i calcoli geologici erano inesatti? E' vero che allora la montagna venne definita “Una gran brutta montagna” segnata da fenomeni carsici, fiumi sotterranei, temperatura qua e là molto alte e presenza di amianto? E' vero che la faccenda finì in mano agli avvocati finchè la Selmer- Nocon non se ne andò dopo aver ottenuto una buonuscita? Domande non secondarie. Le perplessità di chi si oppone non sarebbero ancor più “solo un problema di ordine pubblico”. Tanto più che a leggere le cronache di questi giorni, anche la francese Eiffage si ritirò per difficoltà” nel 2004 da un altro cantiere, sul versante francese. Quello che prevedeva la costruzione di una galleria di 2 chilometri che doveva servire a saggiare le condizioni di scavo. Galleria che vedeva impegnata, fra gli altri, anche la Rocksoil di Pietro Lunardi. La quale, come speigava una dettagliata interrogazione dei senatori Donati e Giampaolo Zancan sulla base del bilancio 2002, era stata incaricata della progettazione del tunnel “attraverso una cascata di sub- incarichi e consulenze”. La committente era la società francese Ltf, controllata alla pari dalla francese Rff e dall'italiana Rfi, che gestiscono le reti ferroviarie francesi e italiana. Con il risultato che a pagare una parte dei lavori, stando al cartello filmato ancora da Alessandro Sortino, c'erano ancora il governo italiano e le nostre Ferrovie dello Stato.
Da la Stampa 8 dicembre
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