Per nascondere il fallimento sempre più probabile del sesto summit mondiale del Wto, tutti i massimi responsabili dell'incontro che si apre ad Hong Kong, cercano di presentare come un importante risultato l'accordo della settimana scorsa sui farmaci anti Aids.
Nella Conferenza Interparlamentare che è iniziata ieri nella città cinese (precedendo di un giorno la Conferenza intergovernativa), sia Pascal Lamy, direttore generale del Wto, sia Peter Mandelson, Commissario europeo al Commercio Estero, hanno magnificato l'intesa raggiunta qualche giorno fa a Ginevra. In tale occasione l'accordo siglato il 30 agosto 2003 é stato inserito in modo definitivo, attraverso un emendamento, nei regolamenti Trips, sulla proprietà intellettuale; ora spetterà ai parlamenti nazionali approvare la nuova versione, così emendate, dei Trips.
Contro tale soluzione si sono battuti con tutte le loro forze i Pvs (Paesi in via di sviluppo) e le associazioni di lotta all'Aids che avevano anche rivolto un appello ai governi.
Infatti l'accordo del 30 agosto, formalmente presentato come un tentativo di rendere disponibili i farmaci anti Aids ai Paesi che non erano in grado di produrli direttamente, era talmente complesso sul piano burocratico e talmente restrittivo che in due anni non è stato utilizzato nemmeno una volta. La richiesta, avanzata dai Paesi del sud del mondo e dagli attivisti anti Aids era quindi esattamente l'opposto di quanto avvenuto: modificare l'accordo del 30 agosto 2003 e non renderlo definitivo inserendolo negli accordi Trips.
Nel frattempo la situazione è ulteriormente peggiorata: dal gennaio del 2005 l'India, la Thailandia e il Brasile non possono piu' produrre i farmaci anti Aids come generici, né esportarli in altri Pvs, ma sono stati obbligati ad adeguare la propria legislazione alle regole del Wto e quindi a tutelare i brevetti delle multinazionali e la loro durata ventennale. Il costo dei generici è anche 20 volte inferiore a quello dei farmaci brevettati. Nel caso dei farmaci anti Aids di seconda linea (da usare quando altri farmaci si sono mostrati inefficaci), secondo quanto riportato da Medici Senza Frontiere, la differenza tra i generici e i brevettati è addirittura di 30 volte. Solo il Brasile si è opposto a tale imposizione, ed è riuscito a ottenere dalle multinazionali farmaceutiche un prezzo inferiore, ma solo per il mercato interno brasiliano.
Concretamente questo significa che non vi è alcuna speranza di accedere a terapie efficaci per i 30 miloni di persone sieropositive che vivono in Africa e per altri milioni di malati nel continente asiatico ed in America Latina. Una condanna a morte presentata a Hong Kong come una grande vittoria e un'importante concessione ai Pvs!
Ma alla tragedia non c'è limite; infatti Pascal Lamy ha annunciato, con grande enfasi, che è stato deciso di posporre al 2016 il termine obbligatorio per i paesi più poveri del mondo entro il quale dovranno adeguare le proprie legislazioni nazionali sui farmaci ai regolamenti Trips. Una vera e propria beffa perché le nazioni classificate come «I Paesi più poveri del mondo» non sono assolutamente in grado di produrre i farmaci anti Aids, né li possono acquistare, non essendo stato autorizzato alcun paese a venderglieli.
Durante la Conferenza Interparlamentare moltissimi deputati africani e dell'America Latina sono intervenuti a denunciare questa truffa, ma senza ottenere alcun risultato.
Non c'è miglior sordo di chi non vuole ascoltare. Se simili decisioni sulla lotta all'Aids sono presentate come un risultato positivo, non si può avere, a maggior ragione, alcun dubbio: l'obiettivo è ripetere quanto è avvenuto nel 2003 a Cancun, far fallire l'incontro di Hong Kong.
Almeno questo è l'impegno di chi da anni cerca di fermare un modello di sviluppo che in nome dei profitti continua a seminare morte in ogni angolo del pianeta.
*Europarlamentare Sinistra Europea, responsabile scientifico LilaCedius
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