Da più di un mese occupano uno stabile in via Lecco, adesso non saranno più precari. Lombardi: ora inizi il lavoro d´inserimento. Don Colmegna "Se i posti sono dignitosi faremo noi da mediatori con loro".
Sono pronti i posti letto per i 267 rifugiati politici che, da oltre un mese, occupano uno stabile in via Lecco. «Già oggi - annuncia l´assessore ai Servizi Sociali Tiziana Maiolo - perché possano trascorrere in modo dignitoso il Natale». Una soluzione, quella prospettata dal Comune, che soddisfa il prefetto Gian Valerio Lombardi: «Consente di superare la precaria situazione di via Lecco, favorendo l´inizio di un percorso virtuoso che dà spazio all´inserimento e alla solidarietà». Ma anche il presidente della Casa della Carità don Virginio Colmegna: «Prendiamo atto della grande disponibilità del Comune. Se sono stati trovati luoghi dignitosi con acqua calda e luce, ci impegniamo a fare da mediatori perché queste persone accettino. Finora non sono stati ancora contattati. Quello che mi preoccupa è chi gestirà queste realtà». Il trasloco può partire subito, assicura il Comune. Ieri, la giunta ha accettato con una delibera il milione di euro del governo che servirà per finanziare le strutture di accoglienza. Centoventi posti saranno a disposizione in «un piccolo villaggio di casette prefabbricate», spiega Maiolo, realizzato in via di Breme, sessanta in via Anfossi, altrettanti in via Pucci e una trentina a Legnano. In più, ci sono un´altra settantina di letti in via Sammartini, dove già esiste un centro di accoglienza per donne e bambini. «In totale - commenta l´assessore - fanno 340 posti. Ora spero che gli occupanti accettino queste sistemazioni, visto che in passato hanno rifiutato soluzioni che il Comune aveva proposto. L´albergo è impraticabile e troverei molto triste che scegliessero di rimanere in via Lecco e passassero il Natale al freddo senza acqua né luce». Le strutture, secondo il Comune, offriranno anche assistenza sociale, sanitaria, corsi di italiano, inserimento lavorativo e a gestirle saranno associazioni del privato sociale. È questo il punto che preoccupa don Colmegna. «Alcune avevano già dato disponibilità - risponde Maiolo - altre verranno contattate». Ma per il capogruppo della Margherita Andrea Fanzago: «Sono stati persi due mesi di tempo quando si sarebbe potuto trovare una soluzione più adeguata anche in termini di utilizzo delle risorse».
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