mercoledì, 11 gennaio 2006 5.35 8
ROMA/MILANO (Reuters) - Niente scioperi durante le Olimpiadi di Torino 2006, hanno stabilito oggi governo e parti sociali al termine di una trattativa durata mesi, per evitare una paralisi dei trasporti o un black-out delle riprese tv come accadde ai mondiali di sci di Bormio lo scorso anno.
no_olympic.jpg, image/jpeg, 300x265
Il protocollo d'intesa, siglato stamane a Palazzo Chigi a un mese dall'inaugurazione dell'evento olimpico, impegna i sindacati a una "tregua sociale" dal 31 gennaio al 23 marzo, incluso il periodo dei Giochi che si svolgeranno dal 10 al 26 febbraio a Torino e nelle vicine località di montagna, si legge in un comunicato del governo.
Alla riunione di oggi hanno partecipato Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confapi, Confservizi, Abi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, C.L.A.A.I., Confcooperative, Legacoop, Aggi, Ungi.
L'accordo interesserà a livello nazionale i settori del trasporto, delle telecomunicazioni e dell'informazione, oltre ad altri settori suscettibili di impedire il regolare svolgimento delle gare.
A livello locale è stato stabilito che, in caso di sciopero nazionale, siano comunque assicurati trasporti pubblici locali, sicurezza, servizi sanitari, energia e servizi tecnici radiotelevisivi, in linea con un accordo preliminare firmato lo scorso 4 novembre presso la regione Piemonte.
L'alto tasso di conflittualità sociale in Italia, in particolare nel settore dei trasporti, è sempre stato una spina nel fianco degli organizzatori delle Olimpiadi, che contano sul funzionamento dei trasporti per un pieno successo dell'evento, considerati i necessari collegamenti tra i diversi siti di gara in montagna e in città.
"Sono sicuro che con la ragionevolezza si potranno evitare problemi", ha detto a Reuters prima della sigla dell'accordo il direttore generale del Toroc Cesare Vaciago, torinese, già direttore generale delle Ferrovie dello Stato nel 1993.
"Non sta a me fare appelli, io posso fare il tifo, come faccio il tifo affinché ci sia bel tempo dal 10 al 26 febbraio, un po' di neve prima e poi del sole che spacchi i sassi durante i Giochi", ha dichiarato Vaciago, contattato al telefono a fine dicembre.
TV, LIBERSIND: LA LEZIONE DI BORMIO E' SERVITA
Dice di aver deposto l'ascia di guerra anche il Libersind-Confsal, il piccolo sindacato indipendente che nel febbraio dello scorso anno fu capace di bloccare le riprese televisive delle gare ai Mondiali di Bormio, costringendo gli organizzatori a rinviare lo slalom gigante maschile tra polemiche di risonanza internazionale.
"I lavoratori affrontano queste Olimpiadi portando a casa quanto avevano richiesto. La lezione di Bormio evidentemente è servita", ha dichiarato oggi a Reuters il segretario del sindacato, Giuseppe Sugamele.
"Se ci saranno disfunzioni richiameremo l'attenzione dell'azienda ma dobbiamo riconoscere che le nostre istanze sono state recepite", ha aggiunto.
Diversamente da Bormio, le Olimpiadi di Torino contano su più broadcaster (attesi circa 80 da tutto il mondo) che hanno firmato un contratto con il Tobo (il Torino Olympic Broadcasting Organisation), che ha la responsabilità di produrre e distribuire il segnale radiotelevisivo ad alta qualità.
In totale ai Giochi torinesi ci saranno oltre 400 telecamere e 900 postazioni video e audio. In Italia sarà la Rai a trasmettere le gare, dedicando la seconda rete.
"A Bormio il rischio era molto concentrato, bastava una defezione del broadcaster ospite per creare problemi. La situazione alle Olimpiadi è diversa. Attendiamo un'ottantina di broadcaster", ha detto a Reuters Vittorio Arrigoni, chief operating officer del Tobo, intervistato a dicembre a Torino. "Inoltre, abbiamo a disposizione risorse per poter supplire a eventuali carenze", ha aggiunto.
L'intesa sottoscritta oggi sarà sottoposta alla valutazione della Commissione di Garanzia ai fini dell'efficacia generale.
© Reuters 2006. Tutti i diritti assegna a Reuters.
|