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Milano, trent'anni dopo: ancora in piazza a difendere i diritti delle donne
by dall'unità Saturday, Jan. 14, 2006 at 6:45 PM mail:

Milano, trent'anni dopo: ancora in piazza a difendere i diritti delle donne.

«Siamo le donne e paura non abbiamo»...«Dai nemici mi guardi Dio che da Ratzinger mi guardo io». Migliaia di donne in marcia a Milano sabato chiedono che si fermino le manovre contro la 194. In testa al corteo, la giornalista di Diario, che un mese fa ha lanciato l'appello su internet dal titolo «Usciamo dal silenzio», non si capacita del risultato conseguito. Alle sue spalle un serpentone lungo chilometri di uomini e donne in marcia, taglia in due Milano. Ci sono tutte le generazione in piazza a chiedere che la 194 non venga modificata. Donne con i capelli bianchi al fianco delle più giovani dalle chiome di tutti i colori.

Si danno appuntamento intorno ai loro striscioni. Quasi nessuno è venuto a mani vuote. Ci sono le streghe che con i loro cappelli a punta e i mantelli neri vanno in giro a spaventare i bambini. Ragazzi mascherati da draghi, «come quelli che stanno cercando di divorare i diritti delle donne». Ci sono ragazze e adulte che camminano legate da un lungo lenzuolo bianco sul quale è scritto «Uniamo i cervelli per liberare i corpi» perché «ora che ci siamo ritrovate non possiamo più separarci» . Il coro delle Belle di notte da Como intona «Oh Partigiano». e c'è anche chi le dirige a regola d'arte. C'è il Movimento degli uomini casalinghi che arriva da Triora, il paese delle streghe dove la caccia alle donne considerate demoniache iniziò nel 1558. Ci sono le donne del Movimento Anarchico, «Padrone di nulla serve di nessuno» recita il loro striscione. Sfilano le Giuriste democratiche, avvocati, giudici, notai.

Arriva la banda, ma più avanti è Rino Gaetano che ha la meglio dal camioncino dei Democratici di Sinistra. Janis Joplin e Aretha Franklin gli danno il cambio.

In corteo si vedono alcuni volti noti: c'è il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, i candidati a sindaco Ferrante e Fo. Scappa inevitabilmente la battuta: ma la Moratti dov'è? «Avanti - risponde Fo - con mia moglie. Non l'avete riconosciuta? E si perchè è il suo alterego»

Gli uomini sfilano al fianco delle donne, mariti, fidanzati, fratelli, tutti convinti che se l'attacco del centro destra producesse la morte della 194 sarebbe un passo in dietro per tutta la società.

«Io ho 67 anni e non ho certo bisogno di abortire - racconta Carmela, Spi-Cgil Firenze - ma queste persone vanno rimesse al loro posto altrimenti avranno l'impressione di essere i padroni delle nostre vite e non voglio che le mie nipoti crescano in questo clima». «Io ho 23 anni e non sapevo che avrei dovuto lottare per i diritti conquistati da mia madre - dice Chiara di Torino - Con le mie amiche abbiamo creato un gruppo di discussione all'università per prepararci a questa manifestazione. Credo che il femminismo non sia mai morto». «Io ho 33 anni e nessuno può dire che le donne usano l'aborto come contraccettivo - attacca Sara di Milano - vogliamo fare figli e farli crescere dignitosamente, ma vogliamo anche una casa, un lavoro e dei diritti altrimenti crescerebbero nell'aridità».

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