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[Fascisti su Marte] il manifesto
by il manifesto Tuesday, Jan. 31, 2006 at 3:38 PM mail:

gli articoli del manifesto di oggi sui fascisti

La curva della vergogna
Squalifica in arrivo per gli striscioni nazisti di Roma-Livorno ma la partita andava fermata
MATTEO PATRONO
Domani lo stadio Nou Camp di Barcellona ospiterà la II Conferenza Uefa sul razzismo negli stadi europei, un appuntamento che cade in un momento quanto mai opportuno. Dopo aver chiuso gli occhi per anni sull'intolleranza delle proprie curve, il calcio italiano avrebbe finalmente potuto spedire in Catalogna una sua orgogliosa cartolina dall'inferno. Quella del difensore ivoriano del Messina, Marc Zoro, che a novembre fermò la partita e minacciò di portare via il pallone contro i cori razzisti dei tifosi dell'Inter. Un gesto coraggioso che sembrò una presa di coscienza su un problema troppo a lungo insabbiato nell'indifferenza. Invece, nel grande tempio calcistico di Barcellona, rimbalzeranno le immagini deprimenti della curva sud romanista domenica all'Olimpico: croci runiche, svastiche, bandiere della Decima Mas, ritratti di Mussolini, canti di Faccetta Nera, lo sgrammaticato motto delle SS «Got mit uns» (dio è con noi, scritto senza la doppia t) e lo striscione più schifoso, dedicato alla giornata della memoria ebraica celebrata appena 48 ore prima: «Lazio-Livorno, stessa iniziale, stesso forno». Simboli della vergogna esposti impunemente durante la partita col Livorno, ai quali si sarebbe dovuto aggiungere lo striscione di 9 metri «V'avemo bruciati vivi» ritrovato dalla Digos insieme a sei bottiglie molotov in un borsone abbandonato ai piedi di Ponte Duca D'Aosta, vicino allo stadio. Era la vendetta che gli ultras più neri della sud avevano preparato per i comunisti livornesi, dopo che l'anno scorso un sostenitore giallorosso era rimasto ferito a una mano proprio nella sfida con i toscani. La polizia è al lavoro su immagini e fotogrammi per dare un nome ai volti nascosti dietro sciarpe e passamontagna di chi impugnava striscioni e vessilli nazisti. Le riprese televisive saranno incrociate con i dati dei biglietti elettronici ma si è già visto che si tratta di ragazzi giovanissimi che occupavano la zona in basso a sinistra della curva sud, quella del gruppo fascista «Tradizione e distinzione». Gli investigatori hanno spiegato che la partita non è stata interrotta proprio per evitare che il palpabile clima di violenza degenerasse. «Entrare in curva e rimuovere quello striscione - ha detto il prefetto di Roma, Achille Serra - avrebbe scatenato il caos e non si sa mai quali reazioni avrebbe potuto provocare la sospensione della gara». Serra ha poi aggiunto che nel famigerato decreto Pisanu sulla violenza negli stadi «non c'è alcun obbligo di interruzzione della partita ma solo una valutazione d'ordine pubblico caso per caso». Il ministro dell' Interno, dal canto suo, ha fatto sapere di esser pronto ad intervenire «con tutta la determinazione necessaria» sul caso ma la mancata sospensione di Roma-Livorno, apertamente contestata dalla comunità ebraica di Roma, ha scatenato sdegno e polemiche un po' ovunque.

Carraro (Figc) e Petrucci (Coni) si sono affrettati ad assicurare che non spetta all'arbitro ma al questore fermare il gioco in caso di striscioni xenofobi, dimenticando però che la Fifa ha dato direttive ben precise sul dovere dei direttori di gara di intervenire in prima persona come già accaduto in Olanda lo scorso anno. Carraro ha escluso anche che i giocatori possano fare una richiesta simile «perché altrimenti sarebbe l'anarchia». La Roma si è detta «offesa dalla squallida immagine esibita» dalla curva sud e ha chiesto clemenza al giudice sportivo, «neppure noi sappiamo come difenderci». La squalifica del campo però è scontata (un turno, forse due) perché la tifoseria giallorossa ha precedenti chilometrici in materia e gli striscioni sui forni di Auschwitz vengono srotolati in curva sud dai tempi in cui i tifosi del Livorno (additati erroneamente come causa dell'idiozia romanista e laziale) non se li filava nessuno perché confinati in serie C. Per colpa dei suoi ultras più ottusi, la Roma giocherà le prossime partite lontano da casa, forse a porte chiuse. In attesa che Totti, Tommasi o Spalletti trovino la forza e la voglia per andare sotto la curva a spiegare che così non se ne può più.

I nazisti dell'Olimpico
Svastiche, ritratti di Mussolini e lo striscione dedicato alla giornata della memoria «Lazio-Livorno, stessa iniziale, stesso forno». La domenica più nera della curva sud romanista due mesi dopo la protesta di Marc Zoro

Sdegno e polemiche
La Digos ha sventato un agguato incendiario ai livornesi e studia i filmati dei tifosi romanisti. La comunità ebraica chiede di sospendere le partite ma la Figc e il prefetto dicono che non serve

Viaggio nel ventre nero della sud
Da anni di destra, come la nord, ma nessun gruppo la controlla. E Storace attinge voti
ALESSANDRO MANTOVANI
ROMA
La vecchia storia della curva romanista «di sinistra» è finita parecchi anni fa. Era già finita dal `99 quando un brutale «ricambio generazionale» fece sparire il Commando ultrà curva sud, che nonostante le scissioni e le rotture anche violentissime aveva dominato la scena per vent'anni, erede del movimento ultras degli anni settanta. Da allora la curva sud è sempre diversissima dalla nord laziale perché frammentata in mille gruppi e gruppetti, mentre l'altra è controllata dai soli Irriducibili, ma l'ambiente non è meno di destra. L'una come l'altra sono ormai le vetrine delle destre romane, quella pariolina e quella di periferia, quella malavitosa e quella che occupa le case. Negli ultimi anni, fino a una risposta pesantissima in termini di arresti e diffide, gli ultras neofascisti di fede laziale e romanista hanno scelto le serate dei derby per attaccare insieme le forze dell'ordine. Anche l'odio verso le Bal livornesi accomuna le due sponde da tre anni, da quando cioè il Livorno è tornato in A. E risalgono addirittura al `94 gli incidenti di Brescia nei quali fu ferito un vicequestore, provocati da neofascisti legati all'allora capo di Movimento Politico Maurizio Boccaci che avevano preso parte - con camerati di mezza Italia - alla trasferta romanista in quella città.

L'unica eccezione organizzata alla marea nera, in curva sud, sono i Fedayn, il gruppo del Quadraro. Sono di destra i Boys, gli Ultras Romani, Tradizione e distinzione e tutti gli altri gruppi, peraltro quasi nessuno in buona salute. In genere evitano o almeno limitano l'esposizione di simbologie neofasciste o naziste ma spesso solo per non esporsi ai rigori della legge Mancino (che la questura e la procura non lesinano). Ma al centro della curva, laddove un tempo c'era il Commando ultrà, oggi c'è una specie di palude, una palude piuttosto nera. Per qualche anno ci sono stati gli Asr ultras, che da lì guidavano il tifo, ma poi si sono sciolti. E' un ventre molle, una sorta di vuoto. E lì fioriscono aggregazioni meno stabili, meno organizzate e dunque meno controllabili - come ad esempio quella espone l'ormai famoso striscione «Bisl», che sta per «Basta infami solo lame» - rispetto ai gruppi ultras tradizionali che spesso sopravvivono con il merchandising e le trasferte, come i Boys. Altri non hanno nemmeno lo striscione, a volte sono bande di quartiere più o meno fascistoidi e comandate da gente che fa il saluto romano, grida «duce duce» ma ha più dimestichezza con le rapine o con lo spaccio che con la militanza politica.

Nessun gruppo ultras controlla il centro della curva. E lo striscione «Lazio Livorno stesse iniziali stesso forno» è apparso proprio lì, sia pure un po' spostato alla sinistra di chi guarda, verso la tribuna ossia nel settore occupato da Tdr, che quando è nato era senz'altro il gruppo più politicizzato, quello con i cappellini «Charlemagne» in onore delle Ss: c'erano anche i ragazzi di Boccacci (Base autonoma), oggi confluiti nella Fiamma Tricolore. Nell'area di Tdr è spuntato il «Got mit Uns». «Hanno scritto 'Gott' senza una t, ti pare che possiamo averlo fatto noi? Noi con lo stadio abbiamo chiuso», assicura un dirigente della Fiamma, frequentatore della sud, che tre anni fa sfilava insieme ai capi di Tds nella manifestazione «contro la repressione» organizzata da laziali e romanisti.

La Fiamma tricolore ci ha provato. Ci ha provato anche Forza Nuova. Ma le curve non sono certo un terreno facile. L'unica operazione politica è riuscita un anno fa al gruppo delle «occupazioni non conformi» (Onc) attorno a Casapound: al derby del 7 gennaio, prima in nord e poi in sud, sono apparsi striscioni per il «mutuo sociale» a sostegno della campagna per l'accesso facilitato alla proprietà con la quale gli occupanti di destra vorrebbero far concorrenza al movimento romano per la casa. Quegli striscioni ebbero meno eco del saluto romano di Paolo Di Canio a fine partita, eppure davano visibilità al settore più dinamico della destra radicale a Roma.

Lo sa bene Francesco Storace, capo della destra sociale di An, che ha messo in lista per la regione il candidato «Gerri» delle Onc (800 voti). E che, per la prima volta quest'anno, ha usato le curve come bacino elettorale: gli ultras laziali e romanisti hanno esposto inauditi striscioni elettorali per tale Giulio Gargano, ex Udc candidato con Storace, presentato da un giorno all'altro come il difensore degli ultras dalle questure. Ha preso una valanga di preferenze, trentamila. Poi però ha mollato Storace. E ancora prima gli ultras.

LISTE
Tutti i fasci di Fi
Rauti e la Fiamma con Forza Italia
A. CO.
Non è per difendere a tutti i costi i ragazzi neri delle curve e i loro infamissimi striscioni, ma come si fa a non chiedersi perché l'unanime scandalo che li bersaglia magicamente si dissolva quando dallo stadio si passa all'emiciclo della camera dei deputati. Silvio Berlusconi ha arruolato da poco Pino Rauti, già fondatore di Ordine Nuovo, poi effimero segretario del Msi anti-Fiuggi. Entusiasta del Cavaliere il nerissimo Pino contesta solo le sue posizioni pro-Israele. Posizione per molti versi comprensibile, ma dati i suoi trascorsi e i suoi numerosi scritti è lecito chiedersi se a dettarla non sia anche un certo antisemitismo, mai dissimulato. Non vuol mandare ai forni i tifosi della Lazio e del Livorno. In compenso, ove mai la Cdl vincesse le elezioni, avrebbe voce in capitolo e qualche potere di ricatto sulle scelte di governo. E' un po' peggio dell'inalberare striscioni, per quanto criminosi, ma nessuno se ne scandalizza troppo. Passi poi per Alessandra Mussolini, che sembra considera il fascismo una questione di famiglia, «no, il nonno non me lo tocchi», c'è da chiedersi però se nella sua Alternativa sociale, pur depurata dell'impresentabile Adriano Tilgher, figurino personaggi molto migliori di quelli che affollano la curva. Quanto a nazismo e antisemitismo orgogliosamente sbandierato nessuno è secondo a Maurizio Boccacci, già leader dei naziskin locali, oggi figura di spicco nella Fiamma tricolore di Luca Romagnoli (sino a qualche tempo fa considerato l'«erede» di Pino Rauti, dal quale si è poi affrancato per questioni più di potere che d'ideologia).

L'accordo tra Forza Italia e il movimento di Romagnoli e Boccacci non è ancora stretto. Arcore vorrebbe accorpare tutti gli eredi di Salò in un unico cartello, impresa ardua data la proverbiale litigiosità dei suddetti eredi. Sotto banco proseguono però ben avviate trattative per far posto ai nazisti nelle liste azzurre (otto per Romagnoli, solo due per donna Alessandra secondo le quotazioni di ieri, ma la partita è ancora tutta aperta). Certo, Arcore eserciterà il suo potere di veto, filtrerà le candidature secondo i criteri della massima presentabilità e il semaforo verde a uno come Boccacci non lo darà mai. Ma si tratta di un trucchetto e nulla più. I nazisti, oltre che allo stadio, si accingono a comparire nel partito azzurro.


LA POLITICA
Condanne e scuse An: gli imbecilli stanno ovunque
Gli «imbecilli» sono «da tutte e due le parti» fa notare il ministro Landolfi (An) e questa secondo l'agenzia di stampa che ne dà notizia dovrebbe essere una «dura condanna». Sullo stesso livello di «durezza» il commento di un altro ministro di An, Francesco Storace: «E' ovvio che gli striscioni non hanno fatto piacere nemmeno a me». Il responsabile della Salute precisa poi che «quello che più mi preoccupa è che c'è stato il rischio di un agguato al pullman del Livorno». Anche l'affermazione del leader di An, Gianfranco Fini, secondo il quale la politica deve stare fuori dagli stadi, non è piaciuta a Rifondazione comunista. Secondo Paolo Ferrero: «Fini fa una grande confusione, quella vista all'Olimpico non è politica ma nazismo. Piuttosto prenda atto del fallimento delle politiche repressive del suo governo». Ma c'è anche chi come il leghista Matteo Salvini ne approfitta per battere sul tasto lùmbard: «Roma si conferma culla di inciviltà e capitale dell'intolleranza». Il presidente della Regione Lazio Marrazzo, intanto, ha scritto ai rappresentanti della comunità ebraica per censurare «gli inqualificabili atti di nazismo e antisemitismo». E il presidente della provincia di Roma Gasbarra ha chiesto ai giocatori della Roma di scendere in campo alla prossima occasione con una maglietta di condanna «al nazismo, al fascismo e all'intolleranza». Per il Ds Leoni «non ci può essere nessuna tolleranza, ma le forze dell'ordine hanno oggi strumenti repressivi più deboli perché la Cdl ha ridimensionato i reati di opinione».

Diversa la preoccupazione del senatore Andreotti: «Sono solo dei ragazzacci che espongono una volta la svastica e una volta la falce e martello. L'errore è che diamo loro troppa importanza. Una squalifica - dice il senatore, romanista - significherebbe mettere il calcio nelle loro mani».

Il dibattito su Indymedia
Le foto dello striscione nazista in curva sud hanno scatenato il dibattito sul sito italiano di Indymedia, frequentato da tifosi romanisti che non ne possono più dei fascisti in curva. C'è chi si indigna, chi invoca l'antifascismo militante, chi addirittura puntuali denunce alla polizia (e su questo scatta la «censura»). Ci sono i fascisti che rispondono, tanto l'anonimato è garantito, anche questi dopo un po' «censurati». Ma c'è anche chi prova a ragionare: «Penso che le denunce della comunità ebraica & Co. non facciano che rafforzare la situazione. Secondo me i `fascisti' non esistono (ce ne sono pochi) e quelli che vengono denominati così non sono altro che ragazzi che inneggiano al fascismo perché fanno i `ribelli' e i 'bastian contrari' (rispetto alla ovvia morale antifascista del paese). Sono semplicemente ignoranti riguardo a questo buio periodo e non hanno idea di cosa dicono». Uno che si firma «ex alcolista» sostiene che «i calciatori stessi avrebbero dovuto fermarsi e pretendere la rimozione di quegli striscioni compresi accessori nazisti, è vero che il doping a cui sono sottoposti potrebbe dare fastidi agli occhi con alterazione della visione». Un altro, che si firma «antifascista»: «Da anni An è in calo a Roma, il Msi-Ft non conta niente, ma l'Olimpico è sempre più infestato da simili merde».


AGGREDITI PERCHÉ STACCANO MANIFESTI
Due giovani di 23 e 26 anni, militanti del Prc, sono stati aggrediti sabato notte a Roma. Dieci punti di sutura all'uno, sette all'altro, occhi neri e teste tappezzate di cerotti, sono le ultime vittime di una serie di aggressioni che si ripetono ormai con cadenza settimanale nella capitale da parte di gruppi dell'estrema destra. I due giovani hanno commesso l'imprudenza di staccare dai muri alcuni manifesti appena attacchinati di Casa Pound, centro sociale di estrema destra. D'improvviso l'aggressione ad opera di 7 o 8 persone con bomber, manganelli e mazze. I manifesti erano quelli del «mutuo sociale», che chiede «per gli italiani il diritto alla proprietà di una casa». Su questo punto Casa Pound ha stipulato un accordo con Alternativa sociale di Alessandra Mussolini e Forza Nuova per «includere la questione abitativa nel programma elettorale».

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Titolo Autore Data
ripuliamo la curva sud vecchio fed Tuesday, Feb. 28, 2006 at 3:37 AM
ROMA E' ANTIFASCISTA... sconcertato Wednesday, Feb. 01, 2006 at 7:29 AM
domanda compagna Tuesday, Jan. 31, 2006 at 6:53 PM
Sono della roma e sono di sinistra rael Tuesday, Jan. 31, 2006 at 4:38 PM
zzzzzzzzzzzarro zzzzzzzzzzorro Tuesday, Jan. 31, 2006 at 4:32 PM
eccolo qui il nazi-storico asas Tuesday, Jan. 31, 2006 at 4:27 PM
manfiesto cacconi merde Tuesday, Jan. 31, 2006 at 3:47 PM
Pinocchiu alice Tuesday, Jan. 31, 2006 at 3:43 PM
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