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destra radicale: articolo interessante
by vladimir Thursday, Feb. 23, 2006 at 11:17 AM mail:

destra radicale: articolo interessante che troverete sul numero in uscita oggi di "Umanità Nova" - settimanale anarchico

BAZAR DI VOTI E LISTE.
LE ALLEANZE DEL CAVALIERE: PATTUMIERA NEOFASCISTA

di Pietro Stara

Pur essendosi divise in mille rivoli e gruppi, le varie componenti dell’estrema destra nostrana hanno raggiunto l’accordo elettorale con la CDL. Il fatto che dalle liste elettorali si siano autosospesi i tre dell’ave maria (Fiore, Tilgher e la Mussolini), che avranno avuto i loro risarcimenti per tale umiliazione pubblica, non cambia la sostanza delle cose: i fascisti “democratici” compensano, annullandoli, i “democratici” di stampo fascista (Calderoli, Borghezio…). Nell’altro campo, l’espulsione dell’ “antidemocratico” e comunista Ferrando viene ripagata dalla proposta di Prodi di ingresso governativo dei comunisti “democratici” di Bertinotti. Ora ci si chiede quale sarà il peso specifico reale, in termini di voti e di consensi elettorali, che avrà la pattumiera neo-fascsita di stretta osservanza. La cosa buffa, ma in realtà potrebbe trattarsi in gran parte di personalismi che nella destra radicale la fanno da padroni, è che molte delle scissioni avvenute negli ultimi anni sembra che siano accadute sulla base di differenziazioni sostanziali in merito agli accordi da realizzare con Berlusconi, l’amico e con Fini, il rinnegato. Sembrava, cioè, che soltanto Pino Rauti sostenesse la sacra alleanza anti-comunista, mentre gli altri, fieri e odiati per il loro integerrimo comportamento squadristico, fossero lontani anni luce da tali propositi. A quel punto subentravano però storie personali che impedivano ulteriori accorpamenti di area: ma l’ultima legge elettorale ha consentito che tutti, proprio tutti, i partiti di un certo peso che si rifanno al Repubblica di Salò facessero accordi con la CDL o, come nel caso di Rauti e del suo M.I.S.- Lista Rauti (Movimento Idea Sociale), entrassero direttamente in Forza Italia.
Il partito della destra radicale che ha maggiore consistenza numerica di iscritti e di militanti è il Movimento Sociale – Fiamma Tricolore, il cui segretario è l’eurodeputato Luca Romagnoli, Ricercatore Universitario presso l’Istituto di Geografia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. IL MS-FT ha un buon radicamento nazionale, che copre pressoché tutte le regioni italiane, ma che ha i suoi punti di forza nel Lazio, in Piemonte, nel Veneto, in Basilicata, in Abruzzo ed in Sicilia. Soprattutto nel Lazio e nel Veneto sono entrati a far parte del Movimento Sociale i gruppi di bone-heads storici e politicamente organizzati: il Veneto Fronte Skin-Heads di Piero Puschiavo, attuale segretario regionale del MS-FT Regione Veneto, ed il gruppo ex Base Autonoma, poi Socialismo Nazionale (Maurizo Boccacci), che ruota intorno alla sezione di Acca Larentia a Roma. Su proposta del gruppo romano di Gioventù Nazionale, che raggruppa l’organizzazione giovanile del MS a livello nazionale, circa due anni fa è stato creato un coordinamento “Giovine Italia”, interno sia a GN che al MS-FT, che riunisce i gruppi che si rifanno esplicitamente all’idea del Socialismo Nazionale, ovvero, parafrasando, del Nazional-Socialismo. Attualmente convivono nel MS-FT componenti che vanno dal fascismo nostalgico del ventennio, con tratti fortemente reazionari e di destra a componenti nazional rivoluzionarie che si rifanno esplicitamente alle posizioni “anti-sistema” del fascismo repubblichino e del nazismo. Queste ultime componenti sono le più “vivaci”, per usare un eufemismo, nel condurre le battaglie ideologiche e di piazza. Il MS-FT che conta un deputato al Parlamento Italiano, l’on. Antonio Serena, è stato il primo raggruppamento a raggiungere un accordo elettorale con la CDL.
Nel 1997, quando era segretario del Movimento Sociale Pino Rauti, avvenne una scissione, “a sinistra”, del gruppo di Adriano Tilgher, ex esponente del famigerato drappello di Avanguardia nazionale negli anni sessanta ed implicato, nonché condannato, per la ricostruzione del partito fascista. La scissione che diede vita al Fronte Nazionale, divenuto ad oggi, il Fronte Sociale Nazionale, avvenne da una parte per un vigoroso antiamericanismo ed antiliberismo e dall’altra per una indisponibilità alla compromissione ideologica con gli estimatori del fascismo-regime. Facevano parte dell’allora Fronte Nazionale tutta quella galassia di gruppi che si rifacevano sia alle teorie del nazional-bolscevismo che a quelle del nazional-comunitarismo, poi sfociate nel comunitarismo tout-court. Il Fronte Sociale Nazionale è la componente minoritaria e “laicista” del cartello elettorale che lo vede a fianco di Forza Nuova e di Azione Sociale di Alessandra Mussolini. A parte Brescia e qualche rimasuglio a Genova, il FSN è presente esclusivamente al SUD: oltre a Roma, attualmente sta facendo proseliti in Sicilia, in Puglia e soprattutto in Calabria. A seguito dell’accordo elettorale per le regionali con Forza Nuova e la Mussolini il FsN ha perso dei pezzi (Napoli, Viterbo soprattutto) che hanno dato vita ad un coordinamento nazionale “Comunità di Socialismo Nazionale” legato alla rivista “la Spina nel Fianco, i bollettini “la Tana del Lupo” e “Gerarchia” ed il quotidiano “Rinascita Nazionale”.
Su Forza Nuova non occorre spendere troppe parole, dato che sulla sua storia e sulla storia dei suoi fondatori si sono versati fiumi di inchiostro e i l quadro, ad oggi, di questa formazione è abbastanza chiaro. Dal punto di vista politico essa rappresenta l’ala della destra radicale più vicina al cattolicesimo tradizionale ed anti-conciliare: nei suoi 8 “Punti fermi”, schema programmatico per una fatiscente “ricostruzione nazionale”, ben tre sono di carattere “etico - religioso”, di cui due al primo posto: - 1 Abrogazione delle leggi abortiste; 2 Famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale; 3 (6 in ordine) Ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929. Non mi stupii più di tanto quando vidi tra i vari striscioni nazi-fascisti esposti da alcuni gruppi ultrà romanisti durante la partita Roma – Livorno uno di questi che era sormontato dalla scritta “tradizione cattolica”, al cui centro vi era disegnato un cuore al cui apice era conficcata una croce. Forza Nuova preme, appunto, in questo doppio senso: riaffermare l’identità nazionale attraverso il ripristino di una cultura cattolica tradizionale profondamente intrisa di anti-semitismo, elemento che caratterizza sia i gruppi cattolici tradizionali che quelli pagano-nazionalsocialisti, e di anti-islamismo. È di questi giorni un comunicato dal titolo esemplificativo: “Martirio in Turchia: è ora di reagire”. Forza Nuova è presente su gran parte del territorio nazionale al pari del Movimento Sociale, anche se la sua consistenza reale è difficile da misurare in termini di sedi territoriali e questo perché il movimento suddetto ha sempre avuto una disponibilità di denaro tale da avergli permesso di aprire sedi nuove con pochi militanti, sedi che prive di alcun radicamento sociale e politico hanno avuto, in diversi casi, breve vita. La prassi politica di questa formazione è quella di cercare di radicarsi territorialmente, il più possibile, secondo uno schema tradizionale della militanza, e di costruire alleanze trasversali a tema, su diverse questione politiche e sociali (come ricordato in precedenza soprattutto con alcune organizzazioni tradizionaliste cattoliche). Dal punto di vista internazionale, Forza Nuova è stata tra le promotrici del Fronte Nazionale Europeo, cartello politico che raggruppa diverse formazioni dell’estrema destra europea tutte accomunate dal richiamo al cattolicesimo tradizionale o al cristianesimo anti-islamico e mantiene su scala più vasta i rapporti con l’Internazionale nera “Third Position”, che è ancora ramificata sia in territorio anglosassone che nelle Americhe. Le sedi di Forza Nuova e di Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini sono nella sostanza coincidenti. Il loro accordo con la CDL è passato direttamente da Berlusconi tali e tanti sono i pessimi rapporti con gli ex-camerati di Alleanza nazionale.
Un altro partitino dell’area nato dalla scissione di oltre due anni fa dal Movimento Sociale-Fiamma Tricolore è il già menzionato Movimento Idea Sociale – Lista Rauti di Pino Rauti. Prima che assumesse anche il nome aggiunto di Lista Rauti si chiamava “soltanto” MIS con Rauti: recentemente ha dovuto compiere un “passaggio forzato”, che gli consentisse di entrare in Forza Italia, rompendo con il gruppo facente capo al segretario nazionale Incadorna.
Infine, nel variegato pourpurrì della destra radicale trova spazio per un accordo elettorale il partito del piduista, poliziotto, addetto ai servizi segreti militari e via cantando Gaetano Saya e sua moglie Maria Antonietta, denominato Nuovo Msi – Destra Nazionale. Questo partitucolo dalle velleità neo-golpiste, filo americano e filo –israeliano non piace eccessivamente alle altre componenti d’area per questa sua internità agli apparati di stato, alla massoneria, ai corpi di polizia, ai servizi segreti non deviati, ma sicuramente piace ad altri che probabilmente per antiche e nuove amicizie gli devono qualcosa.
In tutto questo gran bazar della compravendita di voti e di liste sta’ scoppiando una polemica tanto falsa quanto strumentale sugli opposti estremismi: da una parte il trotzkista Ferrando e le sue dichiarazioni su Nassirya e dall’altra i listoni neri alleati della CDL. Premetto e concludo che dal punto di vista teorico alcune di queste questioni, come anarchici, le abbiamo risolte circa 150 anni fa all’interno della Prima Internazionale: non che questo ci abbia portato grande fortuna, ma tant’è!! Quello che noi sosteniamo in maniera molto semplice è che non si possa costruire una società socialista o comunista o dir si voglia se si utilizzano strumenti e metodi incompatibili con la società che si vorrebbe realizzare: la dittatura del partito, le leggi coercitive, i sistemi repressivi etc. Le elezioni e le deleghe sulla nostre esistenze fanno appunto parte di quei metodi che non solo non portano a rappresentare alcun interesse di classe, ma al contrario offrono un burocrate di stato in più al potere: i trotskisti, poi, sono dei maestri nel cosiddetto “entrismo”, e lo fanno talmente bene che dopo alcuni anni non si ricordano più perché sono entrati dove sono entrati e cosa ci fanno a stare lì. Ma sono problemi loro: soltanto non si stupiscano che Rutelli, Bertinotti, D’Alema e soci gli tirino il culo, dal momento che i padroni del vapore sono loro e non il 6,4% del partito che prende il 6%. Ciò che non ci accomuna per nulla nella attuale polemica è invece quello di utilizzare Ferrando e company per portare un attacco contro gli opposti estremismi: se vale ciò che ho detto in precedenza e senza alcuna ambiguità è anche vero che il colpirne uno per triturarci tutti (noi ed altri) non ci piace affatto. Né noi, ma neanche altri compagni di strada, abbiano nulla a che spartire con la paccottiglia nazi-fascista: ma perché spiegarlo?
Si potrebbe, infine, aprire un caloroso dibattito sui rapporti poco collaterali e molto interni tra fascismi e liberalismi e scopriremmo che nulla di nuovo si affaccia sul fronte occidentale: all’uso si sono supportati a vicenda, chi con le mazze e con l’olio di ricino chi con i denari sonanti per pagare mazze, mazzieri, ospedali ed assicurazioni sulla vita e sulla morte di genti inermi. Quand’occorre si servono l’uno dell’altro e poco importa che i filo-Israeliani di Forza Italia entrino in combutta con gli anti-semiti del nazional-fascismo nostrano: in fondo ciò che stringe un vero sodalizio politico è l’idea della proprietà delle genti, dei loro interessi e delle loro volontà. E su questo mi sembra che non esistano grandi differenze tra gli schieramenti. Come andrà a finire non lo si può ancora sapere, poiché il voto non olet, anche quello derivato dalle presumibili e prossime esclusioni di comodo: ciò che i rappresentanti della comunità ebraica romana non hanno capito, o meglio hanno capito benissimo, è che non c’è alcuno che tradisce qualcun altro e che non c’è nessuno che tradisce nessuno.

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