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[post riassuntivo] aggressioni fasciste a Roma
by imc-roma Friday, Feb. 24, 2006 at 10:33 AM mail:

Link ai post sulle aggressioni fasciste a Roma tra gennaio e febbraio.

* 10/1/2006 [tentato assalto al CSOA Forte Prenestino]
* 14/1/2006 [aggrediti 3 ragazzi fuori dal CSA La Torre]
* 22/1/2006 [coltellate fuori dal CS Ricomincio dal Faro]
* 29/1/2006 [aggrediti 2 ragazzi fuori dal circolo PRC a casalbertone]
* 2/2/2006 [aggredito un ragazzo sotto la stazione termini]
* 22/2/2006 [assalto al CSA La Torre il giorno del 26esimo anniversario della morte di Valerio Verbano]

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aggressioni dal 2003 al 2006
by sntifs Friday, Feb. 24, 2006 at 11:09 AM mail:

Aggressioni neofasciste in Italia
2003-2006
Tratto da http://www.ecn.org/antifa

CRONOLOGIA 2003 – da marzo a dicembre
MARZO
22 marzo 2003, Pordenone: a mezzanotte e mezza viene appiccato il fuoco alla tenda della pace che viene completamente distrutta dall’incendio. pag. 59
23 marzo 2003 , Pavia: Provocazione e minacce durante un’assemblea pubblica del collettivo al C. S. A. Barattolo si presenta improvvisamente un nutrito gruppo di boneheads di Forza Nuova . pag. 19
28 marzo 2003 , Pavia: un gruppo di circa 30 naziskin tentano di assalire il centro sociale Barattolo durante un dibattito organizzato dall’Osservatorio Antifascista di Pavia con ospite Saverio Ferrari.
Dopo 20 minuti di assedio, intervallato da cori fascisti, spintoni, pugni, calci …, sopraggiunge un ridicolo manipolo di polizia (in tutto sei agenti). Successivamente due compagni fermi in macchina in mezzo alla strada vengono raggiunti dai nazi che, dopo aver spaccato i vetri e sfondato la portiera dell’auto, li aggrediscono. pag. 19
28 marzo 2003 , Torino tre militanti di Forza Nuova aggrediscono una studentessa di 26 anni “colpevole ” di aver strappato un manifesto; con un coltello le incidono sulla mano una svastica. pag. 10
28 marzo 2003 , Bassano (Vicenza): un gruppo di fasci aggredisce un ragazzo, conosciuto perché rappresentante studentesco. pag. 53
29 marzo 2003, Crema: Una grande svastica disegnata nella notte sulla porta d’ingresso della sede della Cgil di Crema (Cr), gli autori hanno anche rubato la bandiera del sindacato. pag. 18
30 marzo 2003 , Pavia: Aggressione presso la stazione FS di uno studente universitario presente all’assedio del 28 marzo; viene prima colpito alla testa con una bottiglia di vetro e poi preso a pugni e calci. Presente la Digos che interviene in un secondo momento, nessun fermo. pag. 20

APRILE
4 aprile 2003, Bologna : squadrone di AN interrompe il consiglio di zona del quartiere Savena aggredendo i rappresentanti della sinistra per imporre all’ordine del giorno l’istituzione di una giornata della memoria per il popolo Giuliano. pag. 64
5 aprile 2003 , Milano zona Corvetto: Incendiata gastronomia araba, il gesto è stato firmato con svastiche disegnate a pochi metri dalla saracinesca. pag. 26
6 aprile 2003, Bologna: rubata la stella in travertino posta sul cippo in cima al Parco di Monte Sole, per ricordare la Brigata Stella Rossa del comandante “Lupo ”. pag. 64
8 aprile 2003 , Conegliano : in pieno centro, cinque boneheads aggrediscono un gruppo di punk;alcuni feriti sono costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso. pag. 50
12 aprile 2003 , Bologna: quattro boneheads aggrediscono a calci e pugni uno studente. pag. 64
14 aprile 2003 , Bologna stazione: un gruppo di fasci, ultras della Lazio in attesa di andare a Modena, attaccano alcuni compagni del nord est che prontamente li respingono, la polizia interviene con una carica di alleggerimento verso il gruppo di compagni per impedire il protrarsi dello scontro. pag. 65
16 aprile 2003 , Padova: attacco notturno contro la sede di Rifondazione Comunista, i danni e il tentato scasso sono stati firmati con una croce celtica tracciata sull’insegna. pag. 48
17 aprile 2003 , Verona : una macchinata di fasci lancia alcune bottiglie molotov contro l’entrata del c. s. o. a. La Chimica, appiccando il fuoco nel campo vicino e sul vialetto d’entrata. I compagni, immediatamente avvertiti da un ragazzo che ha visto l’accaduto, escono mentre i 3 o 4 balordi stanno scappando. pag. 56
25 aprile 2003 , Roma: danneggiati due circoli di Rifondazione Comunista. Base Autonoma attacchina in tutta la città manifesti di propaganda fascista e di insulto alla Resistenza. pag. 78
25 aprile 2003 , Milano, Sesto San Giovanni : provocazione contro il centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli ” e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e sul territorio. Intorno alle 23. 30 un gruppetto di fascisti è stato visto strappare lo striscione contro la guerra all’Iraq fissato sulla cancellata del Centro e rubare la bandiera rossa esposta. pag. 27
26 Aprile 2003 , Argelato (Bo): due neofascisti aggrediscono un compagno di Rifondazione e un maghrebino.
Il compagno di Rifondazione stà andando a casa quando lungo la strada incontra due boneheads che prima lo insultano poi lo aggrediscono con calci e pugni;in passato la vittima era già stata minacciata con scritte e svastiche disegnate sotto casa.
Il ragazzo maghrebino è stato invece aggredito a San Giorgio di Piano, sempre da un gruppo di boneheads, ha riportato una frattura al braccio ed è stato ricoverato in ospedale. pag. 66
27 aprile 2003 , Bologna: L’ingresso della sede del Comitato per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto è stato imbrattato con dello sterco. Un atto vandalico contro la memoria dell’eccidio. pag. 66
28 aprile 2003 , Bologna: Nella notte è stata disegnata una svastica sulla porta d’ingresso della sede Cgil di Crevalcore.
pag. 67
MAGGIO
3 maggio 2003 , Cesena: imbrattato con svastiche e simboli fascisti il sacrario dei caduti, eretto dopo la seconda guerra mondiale in memoria dell’eccidio in cui 26 civili furono vittime dei nazisti. pag. 63
26 maggio 2003 , Barletta: atti vandalici e danneggiamenti nella sede, inaugurata pochi giorni prima, di Rifondazione Comunista. pag. 84
Maggio 2003 , Latina: serie di aggressioni razziste contro immigrati. pag. 76
GIUGNO
7 giugno 2003 , Bari : subito dopo la manifestazione del Gay Pride, due compagni vengono pestati a sangue da una quindicina di neofascisti di Forza Nuova armati di mazze, catene, crik.
13 giugno 2003 , Bonate Sotto (Bg): un gruppo di fascisti aggredisce quattro punk fermi in strada perché rimasti in panne con l’auto che, successivamente, viene data alle fiamme.
16 giugno 2003 , Gorizia: profanazione di tombe e scritte naziste al cimitero di Cormons, è quinto episodio registrato in poco meno di un anno nel territorio Goriziano.
LUGLIO
1 Luglio 2003, Lucca: Imbrattata con svastiche e frasi come “Gay Rauss ” la vetrina della libreria Baroni, , dove nei giorni precedenti era stato ospitato un incontro con l’associazione “L’Altro Volto-Lucca gay lesbica ”. pag. 72
6 luglio 2003 , Trieste: provocazione di un bonehead che ha gridato più volte’ heil Hitler’, un gruppetto di giovani abituali frequentatori di Cavana reagisce dando il via a uno scontro che si conclude con diversi feriti e otto fermi. pag. 60
11 luglio 2003, Prato: arrestate sei persone per rapine e feroci aggressioni ai danni di mmigrati. pag. 71
16 luglio 2003 , Pisa: scritte filonaziste sulla sede dell’Anpi. pag. 71
19 luglio 2003 , Marghera: una squadraccia neonazista si introduce nell’area esterna della sede regionale e della federazione veneziana di Rifondazione Comunista, imbrattando le pareti con scritte minacciose, svastiche e croci celtiche. pag. 47
AGOSTO
1 agosto 2003 , Bari: alle ore 12: 00, Michele Bellomo, Presidente del Circolo Arcigay “Giovanni Forti ” e Portavoce Nazionale del Bari Pride 2003, aggredito nella sede dell’associazione, mentre era solo e stava lavorando al computer; lo colpiscono ripetutamente al volto ed alla testa usando, sembrerebbe, quale arma il suo stesso computer. A seguito delle ferite si è rivelato necessario un temporaneo ricovero al reparto di Neurologia. pag. 86
5 agosto 2003 , Rimini: bonheads aggrediscono e picchiano un ragazzo italiano scambiato per “negro ”. pag. 63
SETTEMBRE
8 settembre 2003 , Roma: incendiato il palco su cui il Presidente della Repubblica Ciampi doveva tenere il suo discorso per ricordare la firma dell’armistizio e l’inizio della lotta per la liberazione dal nazifascismo. pag. 79
12 settembre 2003 , Trieste: durante il concerto organizzato in piazza Goldoni per protestare contro l’intenzione del comune di erigere un monumento che equipara le vittime del fascismo e del nazismo ai morti fascisti e nazisti, la polizia permette ai nazi di provocare. pag. 61
29 settembre 2003 , Gorizia: quattro neofascisti fanno irruzione in casa Lenassi, spazio occupato da poco, in corso una festa. Riescono a ferire alcuni compagni, prima di scappare. pag. 58
OTTOBRE
6 ottobre 2003, Bologna : volantinaggio di Azione Universitaria con intimidazione. pag. 68
21 ottobre 2003 , Pavia: al termine di un’assemblea alcuni compagni vengono seguiti fin dentro il bar “Giordano ”, parte una rissa, poco dopo arrivano polizia e carabinieri. pag. 20
28 ottobre 2003 , Torino: provocazione fascista al C. S. Gabrio. Alle h 2 una macchina si ferma davanti al centro, un gruppo di fasci scende lanciando pietre e bottiglie contro le persone che sono nel cortile. Prima di dileguarsi a bordo dell’auto, rubano una bandiera legata al cancello. pag. 12
NOVEMBRE
10 novembre 2003 , Tivoli: alcuni membri della Comunità Militante Tiburtina aggrediscono un compagno cinquant’enne, come ritorsione per essere stati allontanati due giorni prima dal corteo romano di solidarietà con la Palestina. pag. 80
10 novembre 2003 , Trieste: irruzione notturna al circolo sloveno S. Pekar;appiccano il fuoco dopo aver accatastato i mobili per favorire il propagarsi delle fiamme. L’incendio ha completamente distrutto un circolo culturale frequentato dalla minoranza slovena della città. pag. 62
22 novembre 2003 , Valdagno: bonehead aggredisce il segretario di Rifondazione Comunista di Recoaro. pag. 53
29 novembre 2003 , Pavia: bonehead aggredisce un compagno del Barattolo mentre camminava in città. pag. 21
DICEMBRE
8 dicembre 2003 , Milano: nazi aggredisce un compagno in zona Lotto. pag. 27
13 dicembre 2003 , Sanremo: intimidazione contro il collettivo studentesco “Spartaco ”. Dopo la chiusura pomeridiana del collettivo, nato solo da un mese, quattro ragazzi si attardano davanti. In breve sopraggiungono due forzanovisti noti in città, urlano insulti, sputano sull’entrata e minacciano di bruciare tutto. pag. 14
18 dicembre 2003 , Genova: bomba incendiaria al Centro Sociale Pinelli. pag. 15
20 dicembre 2003 , Thiene (Vicenza): alle ore 13. 30 è stato occupato un stabile abbandonato e ribattezzato cso la realidad. Alle 18. 30 circa un gruppo di nazisti sbucano da una vietta a ridosso dello stabile. I carabinieri intervengono dopo poco e il gruppo si allontana. Durante la notte la tensione resta alta e si registrano ulteriori episodi di provocazioni. pag. 54
20 dicembre 2003 , Conegliano Veneto: manifestazione neonazista contro il centro sociale appena occupato Rebelde. pag. 51
21 dicembre 2003 , Roma: attentato fascista all’Astra. Dopo le due di notte, al termine dell’iniziativa antiproibizionista del Gica, sono state lanciate due bombe carta nell’atrio del cinema, proprio mentre era gremito di gente appena uscita dalla sala.
Un ragazzo e una ragazza che si trovavano fuori dall’Astra sono stati aggrediti e malmenati per impedire che dessero l’allarme. pag. 80
29 dicembre 2003 , Bernalda, Matera: imbrattata la lapide dei caduti nell’eccidio fascista del 1923;sul monumento è stata disegnata una svastica. pag. 89
30 dicembre 2003 , Genova: attacco fascista al C. S. O. A. Pinelli. Due bottiglie molotov sono state accese vicino al capannone del centro sociale. E’ l’ennesimo tentativo d’incendio, fortunatamente un compagno che stava arrivando in quel momento e ha dato l’allarme, consentendo lo spegnimento del fuoco prima che arrecasse nuovi danni. pag. 15
30 dicembre 2003 , Milano, q. re Barona: devastata la sede dell’Opera Nomadi, allestita da circa un mese. Gravi i danni a locali, arredi, attrezzature, e materiale documentario dell’archivio. L’azione è stata firmata con scritte fasciste, svastiche e croci celtiche. pag. 28
nota: i numeri di pagina si riferiscono alla documentazione estesa contenuta nella versione integrale del dossier a cura del centro sociali Orso di Milano

2004 CRONOLOGIA
GENNAIO
2 gennaio 2004 , Verona: venerdì sera verso l’una e mezza, un gruppo di 16 nazifascisti entra in un’osteria frequentata abitualmente dai compagni, subito parte una rissa e i compagni riescono a cacciare gli aggressori fuori dal locale. pag. 56
27 gennaio 2004 , Crema: Scritte razziste e antisemite per le vie del centro cittadino. pag. 18
29 gennaio 2004 , Roma, q. re Marconi : scritte antisemite e naziste sulle saracinesche di alcuni negozi in via Grimaldi. pag. 81
FEBBRAIO
3 febbraio 2004 , Milano: alcuni nazi aggrediscono sotto casa un compagno skinhead mentre stava tornando dall’O. R. So. , forse dopo un pedinamento, lo hanno picchiato e rubato il portafoglio. Bilancio del pestaggio: alcuni denti rotti, uno zigomo fracassato e diversi punti di sutura al labbro e al volto. pag. 29
8 febbraio 2004, Ferrara: danneggiamenti, scritte xenofobe e simboli nazisti contro una sala usata da cittadini islamici. pag. 70
13 febbraio 2004 , Bologna: un compagno del Tpo trova la sua auto con gomme tagliate, svastiche e celtiche disegnate. pag. 68
MARZO
12-16 marzo 2004 , Pavia: Un ragazzo dei Giovani Comunisti, parte offesa nel processo riguardante l’assalto al C. S. A. Barattolo del 28 marzo 2003, viene tempestato di telefonate minacciose. Tra i testimoni anche il giornalista Merli de “La Provincia Pavese ”, a cui viene passata in diretta una di queste telefonate. pag. 22
13 marzo 2004 , Pavia: Insulti e minacce rivolte da un gruppo di boneheads verso i Corsari che volantinavano in piazza Vittoria. pag. 21
23 marzo 2004, Milano : nella notte viene incendiata la sede del Naga, associazione di volontariato per l’assistenza sociosanitaria e per i diritti degli immigrati. I danni ammontano a circa diecimila euro. pag. 30
16 marzo 2004 , Padova: alcuni bonheads aggrediscono e feriscono cinque compagn@in pieno centro storico e fuggono all’arrivo dei carabinieri. pag. 49
APRILE
2 aprile 2004 , Reggio Emilia: verso mezzanotte alcuni compagni che sostavano davanti al camioncino ambulante dei panini a circa 700 metri dal centro sociale Lab. aq16, vengono riconosciuti e aggrediti da una quindicina di fascisti che, oltre a colpire i ragazzi, danneggiano la loro autovettura. pag. 70
7 aprile 2004 , Milano: intorno alle tre di notte un gruppo di fascisti lancia a più riprese sassi contro le finestre del C. S. Vittoria. pag. 30
10 aprile 2004 , Casalecchio (Bologna): atti vandalici contro la sede dei D. S. pag. 69
11 aprile 2004 , Milano: Domenica sera un gruppo di compagni dell’O. R. So. vengono aggrediti da un gruppo di oltre una decina di bonehead proprio a poche centinaia di metri dal centro sociale. I nazi riescono a infliggere 3 coltellate a un compagno, una sull’interno coscia che ha sfiorato l’arteria femorale. pag. 31
14 aprile 2004, Bari: quindici arresti tra i militanti di Forza Nuova accusati di azioni squadriste e ricostituzione del partito fascista. pag. 87
21 aprile 2004 , Thiene: nella notte è stata imbrattata con scritte razziste la sede della CGIL. pag. 55
24 aprile 2004, Bergamo: una quindicina di neonazisti a passeggio per il centro nel pomeriggio provoca e tenta di aggredire un gruppo di ragazzi e ragazze seduti a un bar, sotto gli occhi compiacenti della digos. I giovani respingono con decisione l’attacco. pag. 41
25 aprile 2004 , Catanzaro: alcuni attivisti di Forza Nuova picchiano due compagni del Comitato 25 aprile, mentre facevano un volantinaggio. pag. 89
25 aprile 2004 , Cermenate (Co): due ragazzi delle scuole superiori vengono aggrediti e picchiati a sangue da 15 bonehead. pag. 17
25 aprile 2004 , Pavia: Mattina, in contemporanea ai comizi conclusivi della manifestazione in memoria della Liberazione, due bonheads espongono una bandiera della Repubblica Sociale Italiana davanti alla chiesa di S. Maria alle Cacce dove si trova un sacrario dedicato ai caduti fascisti. Pomeriggio: gli stessi personaggi presenziano provocatoriamente in piazza della Vittoria, dove Rifondazione Comunista sta tenendo un banchetto. La loro presenza diventa presto molesta e un compagno viene insultato e aggredito. pag. 22
25 aprile 2004 , Pordenone: una ventina di fascistelli scortati e presidiati da un centinaio di sbirri depongono corone a tutti i caduti, caricati gli antifascisti che facevano resistenza passiva. pag. 59
MAGGIO
7 maggio 2004 , Pavia: un ragazzo dei “Folletti Urbani ” si imbatte in tre esponenti di Front Veneto Skinhead – Forza Nuova, vene insultato, minacciato e costretto a fuggire. Il compagno si rifugia in un bar, i boneheads fanno le ronde in macchina attendendo la sua uscita, la situazione si sblocca quando i compagni avvertiti telefonicamente, accorrono in soccorso. pag. 22
14 maggio 2004 , Roma q. re Appio Tuscolano: due militanti di estrema destra aggrediscono accoltellandolo alla natica un ragazzo che si trovava all’esterno della sezione DS di San Giovanni. pag. 82
27 maggio 2004 , Roma: piazza Ragusa, un compagno che attacchinava manifesti elettorali per Nunzio D’Erme viene accoltellato alla pancia. pag. 82
Maggio 2004 , Roma: Un gruppo di fascisti di Forza Nuova proveniente dalla vicina sede di via Nisco aggredisce le famiglie delle case occupate di viale Castrense. pag. 81
GIUGNO
2 giugno 2004 , Vigevano: nella notte è stato appiccato fuoco all’interno del C. S. La Sede; il rogo ha avuto effetti devastanti, sono state distrutte le apparecchiature audio, l’impianto elettrico, addirittura sono saltate le tubature dell’acqua. pag. 23
13 giugno 2004 , Grottammare (Ascoli Piceno): devastata la sede di Rifondazione Comunista. Poco dopo la mezzanotte un gruppo di persone a volto coperto, ha fatto irruzione nella sede spaccando tutto il possibile a colpi di bastone. pag. 75
24 giugno 2004 , Pavia: 3 fascisti aggrediscono un compagno nei pressi di piazza Vittoria. pag. 25
25 giugno 2004 , Pavia: provocazione fascista ai margini di un dibattito sulle nuove destre. pag. 25
Giugno 2004 , Lucca: Una ragazza viene stuprata perché lesbica, gli aggressori appartengono agli ambienti di estrema destra della città. pag. 73
LUGLIO
Luglio 2004 , Roma: Un giovane compagno viene aggredito e picchiato violentemente in piazza Campo dè Fiori. pag. 82
AGOSTO
1 agosto 2004 , Bergamo: nella notte, intorno alle 2 e mezza, un gruppo di compagni si scontra con una squadraccia in città alta. I fascisti che sono circa quindici, non esitano a usare i coltelli ferendo 3 compagni . pag. 43
6 agosto 2004 , Milano un gruppo di circa 20 boneheads provoca e aggredisce gli avventori del Malabestia, un locale in via Ascanio Sforza, sui Navigli;immediatamente dopo si scontrano con alcuni compagni del vicino centro sociale CSOA COX18, accoltellandone sei, di cui tre in punti vitali. pag. 32
14 agosto 2004 , Lucca: Un ragazzo dell’Assemblea Spazi Autogestiti viene aggredito da cinque neonazisti che lo colpiscono alle spalle infierendo poi con calci e pugni alla testa e al volto. Il ragazzo viene ricoverato con 5 fratture al volto e sarà sottoposto a diverse operazioni. pag. 74
16 agosto 2004 , Milano: tentato furto al C. S. Vittoria, arrestati 3 bonehead mentre cercavano di scassinare la porta del centro. pag. 37
17 agosto 2004 , Milano: nella notte viene appiccato un incendio al C. S. Cantiere. pag. 38
17 agosto 2004 , Asti: aggressione contro un compagno del centro sociale appena occupato in città. In tre lo hanno tramortito con un colpo in testa per poi praticare vari tagli sul braccio, incidendo anche una croce uncinata. pag. 13
SETTEMBRE
8 settembre 2004 , Busto Arsizio: devastata la sede dell’Anpi, dopo aver rotto un vetro è stato appiccato fuoco con liquido infiammabile provocando un’esplosione all’interno della sede. Il gesto è stato firmato con scritte e croci celtiche disegnate sul muro esterno. pag. 45
25 settembre 2004, Torino : spaccata una lapide commemorativa di tre partigiani uccisi dai repubblichini nell’ottobre’44, il gesto è stato firmato da adesivi inneggianti al nazismo. Analogi adesivi sono stati attaccati sulle saracinesche della sezione DS di via Colautti, nei paraggi, già oggetto nei mesi scorsi di altre intimidazioni come il danneggiamento della vetrina. pag. 12
25 settembre 2004, Conegliano: due molotov lanciate contro il centro sociale Rebelde;una si è incendiata contro il portone provocando solo pochi danni, l’altra è rimasta inesplosa. pag. 52
OTTOBRE
1 ottobre 2004 , Tivoli: un gruppo di fascisti interrompe con un lancio di bottiglie un incontro al quale partecipavano Heidi Giuliani e Nunzio D’Erme. pag. 82
5 ottobre 2004 , Tivoli: spedizione punitiva nel laboratorio di restauro di un attivista di sinistra ad opera di quattro nazisti locali. Accoltellato gravemente il nipote dell’uomo. pag. 83.
nota: i numeri di pagina si riferiscono alla documentazione estesa contenuta nella versione integrale del dossier a cura del centro sociale Orso di Milano
LISTA DELLE AGGRESSIONI DI MATRICE FASCISTA A PAVIA.
Co.R.S.A.Ri. – C.S.A. Barattolo

ANNO 2001
23 – 24 aprile Ad un giorno dal simbolico 25 aprile, ignoti incendiano con benzina il CSA Barattolo fermandone l’attività per diversi mesi. L’attentato era stato preceduto da scritte nazi-fasciste sui muri esterni. I danni sono stimati per 40 milioni, ma il lavoro dei membri del collettivo lo rimette in piedi in pochi mesi.
28 aprile La grande manifestazione in solidarietà al CSA Barattolo viene accolta in piazza Vittoria da alcuni nazi-skin di Forza Nuova che provocano con il saluto romano.
25 marzo La vetrina di Rifondazione Comunista viene imbrattata per l’ennesima volta con scritte e simboli fascisti
9 maggio All’hotel Moderno si tiene un convegno di Roberto Fiore: fondatore e leader di Forza Nuova, presunto stragista nero fuggito in Inghilterra dove ha costruito l’impero finanziario chiamato “Easy London”. Si radunano circa 200 antifascisti per contestare l’evento. Le minacce rivolte dai Nazi-skin si concretizzeranno in un pestaggio nei giorni seguenti.
11 maggio Un attivista del CSA Barattolo viene minacciato e preso a pugni in un bar del centro. La conseguente azione legale porterà l’aggressore, Marco Rossella, a pagare un’ingente cifra.
ANNO 2002
13 gennaio Ignoti infrangono i vetri della sede del Partito della Rifondazione Comunista. La matrice fascista dell’ignobile gesto è rivendicata da alcuni adesivi di matrice razzista attaccati sulla stessa vetrina.
14 gennaio Un drappello di 4 esponenti di Forza Nuova si presenta in Consiglio comunale convocato per condannare i fatti del 13 gennaio. Fra di loro Luca Oriani entra armato di tira-pugni che fa cadere a terra inavvertitamente; viene fermato e perquisito dalle forze dell’ordine. Sarà condannato per “porto d’armi” (Arresto commutato nel pagamento di euro 560).
15 maggio Un attivista della RAF di Cremona, componente del gruppo musicale ”Oi Streetpunk”, invitato a suonare al CSA Barattolo, viene preso a pugni e calci ed inseguito per le vie del centro. Nessuno interviene in sua difesa. Nonostante i lividi riportati non viene sporta alcuna denuncia.
23 agosto Nella notte prima della festa di Liberazione, organizzata dal PRC a Cura Carpignano, viene dipinta, con chiaro intento intimidatorio, un’enorme croce celtica sulla pedana da ballo.
3 ottobre Un esponente del CSA La Sede di Vigevano viene aggredito in piazza Vittoria da circa 5 esponenti di Forza Nuova. Nonostante le contusioni riportate non viene sporta alcuna denuncia. Nessuno interviene in sua difesa.
3 ottobre Durante un presidio in piazza Italia organizzato dal Pavia Social Forum in difesa della Palestina, un gruppo di circa 10 nazi-skin appartenenti a Forza Nuova passa e provocatoriamente espone una bandiera con una svastica. Marco Rossella viene denunciato dalla Digos e condannato per Apologia del fascismo e condannato a pagare una multa di circa 800 €.
14 ottobre Al CSA Barattolo è in programma, per la serata, un dibattito sull’antifascismo in ricordo del partigiano Cassiera da poco scomparso. Ospite l’Osservatorio democratico di Milano. Nel pomeriggio, mentre all’interno si svolge un laboratorio teatrale, si presentano davanti al CSA una quarantina di teste rasate con tanto di bandiere e vessilli Nazisti provenienti da tutto il nord Italia. L’intento dichiarato è quello di impedire l’iniziativa serale. I teatranti sono costretti a rinchiudersi all’interno. Un attivista del CSA Barattolo viene colpito al basso ventre; il referto medico stabilisce 3 i giorni di prognosi. Anche il consigliere comunale della Lega Nord Centinaio fa la sua comparsa, intrattenendo conversazioni con i neo-fascisti e tentando la mediazione con la polizia. Nessuno interviene in difesa del CSA Barattolo.
16 ottobre Alcuni esponenti del Pavia Social Forum avvistano casualmente alcuni esponenti di Forza Nuova mentre entrano nella sede della Lega Nord. Attendono all’uscita con telecamera e macchina fotografica. Le riprese vengono interrotte non appena i neo-fascisti si accorgono della loro presenza e gli antifascisti vengono aggrediti. Si riscontrano danni all’automobile.
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Nella scuola di musica Audio-shop esponenti di Forza Nuova si presentano per minacciare e intimidire un musicista, colpevole di essere di colore. Alunni e genitori della scuola rimangono terrorizzati dalla scena.
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Uno studente del liceo Foscolo viene aggredito in una via del centro perché indossava una toppa antifascista non gradita ad esponenti di Forza Nuova. La Toppa viene asportata con un coltello dal giubbotto del ragazzo. Nessuno interviene in difesa del ragazzo che non sporge nessuna denuncia.
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Uno studente del liceo Focoso viene minacciato da esponenti di Forza Nuova per aver partecipato ad una corteo cittadino antifascista. Era stato riconosciuto nelle numerose fotografie comparse sulla provincia pavese
ANNO 2003
18 gennaio I nazi-skin organizzano in Piazza Vittoria un volantinaggio per difendere i forzanovisti arrestati a Verona dopo il pestaggio in diretta TV di Adel Smith (Esponente della comunità islamica in Italia).Tensioni e minacce in piazza Vittoria dove si era radunato un gruppo di antifascisti.
19 gennaio Studente universitario presente al presidio del 18 gennaio viene aggredito e preso a calci nelle vie del centro. Nessuno interviene. Non viene sporta alcuna denuncia
20 gennaio Alcuni esponenti del CSA Barattolo vengono minacciati da esponenti di Forza Nuova incontrati al cinema Politeama, in occasione della proiezione del Signore degli Anelli. Un altro ragazzo accorso in loro aiuto viene aggredito da Luca Oriani. L’accaduto viene denunciato ed è in corso un procedimento penale.
2 febbraio Esponenti di Forza Nuova fanno irruzione al CSA Barattolo e minacciano l’unica persona presenta all’interno dei locali, prima di andarsene senza compiere altre prodezze.
2 febbraio Un esponente di Rifondazione Comunista viene minacciato di morte in piazza Vittoria da esponenti di Forza Nuova.
22 febbraio Il CSA Barattolo organizza un’iniziativa in piazza Vittoria. Arriva un nutrito numero di nazi-skin di Forza Nuova che, dopo minuti di provocazione e insulti, sottrae uno striscione appartenente al Centro Sociale. Polizia e Digos, anche se presenti, non intervengono.
23 marzo Durante l’assemblea pubblica del collettivo al CSA Barattolo si presenta un nutrito numero (15) di nazi-skin di Forza Nuova. Minacciano di morte chiunque osi filmarli nuovamente. La maggior parte dei nazi skin porta tirapugni e guanti di pelle.
28 marzo In programma una serata di indagine sull’evoluzione delle nuove destre organizzata dall’osservatorio antifascista pavese; presenti molti esponenti politici della città.
Ore 19:30 – Una telefonata giunge al Barattolo. Si riconosce la voce di Marco Rossella (capo dei nazi-fascisti locali e affiliato di Forza Nuova) che si spaccia per un compagno e chiede se questa sera pensiamo possano esserci degli attacchi fascisti. Ore 19:45 – Un gruppo di neo-fascisti viene avvistato per le strade di Pavia. Ore 22:00 – Fanno scoppiare due bombe carta vicino al Barattolo. Ore 22:05 – Dopo l’azione diversiva un gruppo di 30 neo-fascisti cerca di fare irruzione, armati di spranghe e bastoni. L’intento è chiaro: impedire con un’azione squadrista lo svolgimento del dibattito sulle nuove destre, il cui relatore è Saverio Ferrari dell’Osservatorio Democratico di Milano. Subito i presenti si precipitano per ricacciare fuori i fascisti. Diversi tra i presenti ricevono sputi, spintoni, calci e pugni. Sul posto sono presenti due macchine della Digos: gli agenti sono coinvolti nell’aggressione. Diversi altri tentativi vengono fatti dai nazifascisti per rientrare. Volano pugni e calci attraverso il cancello, degli oggetti vengono lanciati sulle persone che intanto si sono radunate davanti al cancello all’interno del Centro Sociale. Le (poche) forze dell’ordine giunte sul posto vengono anch’esse prese a botte. Ore 22.20 – Dopo aver chiesto più e più volte alle forze dell’ordine di allontanare i neo-fascisti e dopo esserci sentiti rispondere che non sono in numero abbastanza consistente per far fronte alla situazione e che il solo ordine è di “respingere il gruppo”, arriva una macchina di un compagno subito riconosciuto. I neo-fascisti prendono a calci la macchina, spaccano i vetri e, in piena libertà, afferrano al collo una compagna che era all’interno della vettura. Ore 1.30 – Un gruppo di neo-fascisti continua a girare indisturbato per la città.
30 marzo Aggressione presso la stazione FS di uno studente universitario presente all’assedio del 28/4; questo viene colpito alla testa con una bottiglia di vetro, pugni e calci. Trauma cranico e prognosi di parecchi giorni. Presente la Digos che interviene in un secondo momento. Nessun fermo, ma l’accaduto viene denunciato. E’ in corso un procedimento penale
26 luglio A San Martino (Comune del pavese) occupazione da parte di esponenti di Forza Nuova dei locali comunali destinati a biblioteca comunale. L’edificio viene sgomberato e gli occupanti denunciati dalla questura. L’associazione neo-fascista “Orientamento e Tradizione”, impegnata nel promuovere le idee della cultura fascista attraverso dibattiti e altre manifestazioni, espelle il vicesindaco per non aver appoggiato il progetto Forzanovista.
2-3 agosto Festa nazional-popolare nel comune di Ottabiano (Lomellina). Presente anche Roberto Fiore (Leader fondatore del partito Forza Nuova) e numerosi nazi-skin provenienti da tutta Italia.
7 ottobre Marco Rossella di Forza Nuova tenta di aggredire un operaio della Necchi-Compressori già vittima dell’accoltellamento perpetrato da fascisti a Milano, il cui esito era stata la morte di Davide Cesare esponente del Centro Sociale Orso.
18 ottobre In piazza Italia convengono alcune decine di neo-fascisti da tutto il nord Italia, per protestare contro i provvedimenti di custodia cautelare a cui sono soggetti i loro camerati pavesi. Alcune ore dopo due ragazzi vengono aggrediti in corso Cavour perché vestiti in maniera inusuale; anche se ricevono calci e pugni di una certa entità non viene sporta denuncia. Una volante della polizia di passaggio non interviene sui responsabili anche se indicati dai due aggrediti.
21 ottobre Il coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia Mauro Vanetti e altri studenti universitari vengono aggrediti da alcuni neo-fascisti nel bar Giordano (via Beccaria), dopo la presentazione pubblica in Università del libro “Squadristi” di Mimmo Franzinelli. Gli aggressori avevano assistito alla presentazione ponendo domande provocatorie, che ricevevano adeguata risposta dallo stesso autore, per poi seguire Vanetti e alcuni amici fino al bar. La colluttazione finisce con due denunce incrociate tra neo-fascisti e antifascisti.
21 ottobre La vetrina del partito dei Verdi viene interamente ricoperta con manifesti dell’associazione “Orientamento e tradizione” legata a Forza Nuova e al Veneto Fronte Skinheads.
24 novembre Alessandro, militante antifascista e esponente del CSA Barattolo, mentre passeggiava con la sua ragazza in via Isonzo (San Lanfranco), viene minacciato e malmenato da Delio Cornaggia. Questi, noto esponente di FN, viene denunciato; la prima udienza del processo davanti al giudice di pace è fissata per il 24 settembre 2004. Il giorno prima (domenica 23 novembre) Co.R.S.A.Ri. e Rifondazione Comunista avevano tenuto un presidio in piazza, dove veniva ricordata l’aggressione a Mauro Vanetti di circa un mese prima (21 ottobre).
28 novembre Dopo l’udienza in tribunale per i fatti del 20 gennaio 2003 i neo-fascisti seguono, con chiaro intento intimidatorio, la “parte lesa” nel processo fino all’osteria “Sottovento”, strappano manifesti del CSA Barattolo e insultano i compagni. Vengono fermati da una pattuglia della Digos.
14 dicembre Nel locale “Il Tempio” nei pressi di Broni, il solito gruppo dei neo-fascisti pavesi appartenente a Forza Nuova aggredisce Balestrino, il cantante dei Klasse Kriminale che era venuto ad assistere al concerto. L’azione del gruppo porta alla distruzione dei vetri della macchina e a lesioni personali, prima che possano fuggire in auto.
ANNO 2004
13 marzo Insulti e minacce rivolte da un corposo numero di nazi-skin provenienti da tutta Italia, come testimoniano le numerose macchine di neofascisti non pavesi avvistate in città, nei confronti dei Corsari che erano in p.zza Vittoria a volantinare in vista del processo del 16 marzo.
12–16 marzo Mauro dei Giovani Comunisti, parte offesa nel processo riguardante l’assalto al CSA barattolo del 28 marzo 2003,
viene tempestato di telefonate minacciose. Chiaro l’intento intimidatorio rispetto al processo di cui Vanetti è parte offesa. Testimone anche il giornalista Merli de “La Provincia Pavese”, a cui viene passata in diretta una di queste telefonate.
16 marzo Prima parte dell’udienza preliminare del processo per l’assalto al CSA Barattolo del 28 marzo 2003. Accusati di, tra le altre, aggressione ad agenti della polizia e violenza privata e danneggiamento nei confronti di Mauro Vanetti, esponente dei Giovani Comunisti. La seconda parte viene fissata per il 12 maggio.
25 aprile In contemporanea ai comizi conclusivi della manifestazione in ricordo della liberazione, 2 nazi-skin espongono una bandiera dell’Repubblica Sociale Italiana di Salò davanti alla chiesa di S.Maria alle Cacce (dove si trova un sacrario dedicato ai caduti fascisti) e inscenano un presidio. Appresa la notizia parte dell’area anti-fascista pavese insieme a comuni cittadini si mobilitano recandosi sul luogo (dove la digos era già presente) con lo scopo di metter fine al teatrino. In rinforzo ai fascisti sopraggiunge il loro leader Marco Rossella e i tre esibendo il saluto romano intonano canti fascisti. In seguito alle continue pressioni dei manifestanti la polizia interviene caricando di peso i forzanovisti nella volante e conducendoli in questura dove verranno denunciati per apologia del fascismo. Rilasciati, nel pomeriggio gli stessi fascisti presenziano provocatoriamente in piazza della vittoria, dove il PRC sta tenendo un banchetto. La loro presenza diviene presto molesta e un esponente di rifondazione viene prima insultato e infine aggredito.
7 maggio Un militante dei “Folletti Urbani”, dichiarato antifascista, si imbatte in un drappello di 3 esponenti del FVS-FN nei pressi di Viale Matteotti. Alessandro viene insultato e minacciato ed è costretto a fuggire quando questi scendono dalla macchina inchiodatagli davanti; dopo una lunga corsa si rifugia in un bar in P.zza Emanuele Filiberto chiedendo l’appoggio dei cittadini presenti che solidarizzano. I nazi-skin, in atteggiamento minaccioso, fanno la ronda in macchina attendendo l’uscita di Alessandro al di fuori del bar. La situazione si sblocca quando i Compagni, avvertiti telefonicamente, accorrono in suo soccorso.
12 maggio Seconda e ultima parte dell’udienza preliminare del processo riguardante l’assalto del CSA Barattolo del 28 marzo 2003. La piazza antistante il tribunale viene concessa ai nazi-skin e negata all’ampio fronte antifascista. Viene creata una zona rossa all’interno della quale gli antifascisti non possono accedere. 8 degli 11 imputati hanno patteggiato un anno, 1 ha patteggiato tredici mesi e in 2 hanno fatto ricorso al rito abbreviato per quanto riguarda l’aggressione ai poliziotti. Il processo continua per l’aggressione al compagno antifascista sopraggiunto in macchina, per il quale i neo-fascisti hanno tentato vanamente la strada del tentato omicidio.
2-3 giugno Nella notte viene appiccato un incendio doloso al CSA la Sede di Vigevano. Dopo aver versato taniche di benzina nella zona mixer, i soliti ignoti hanno dato fuoco al liquido distruggendo parte dell’impianto audio e facendo scoppiare le tubature dell’acqua che, pur nella gravissima situazione, hanno contribuito a spegnere l’incendio.
24 giugno In Strada Nuova, durante l’orario di pranzo, tre noti neofascisti (Marco Rossella, Luigi Scuro e Paolo Zivoli) aggrediscono Riccardo Bernasconi, militante del CSA Barattolo. I tre, dopo aver chiesto a Bernasconi di fermarsi a parlare, lo seguono, lo raggiungono e lo mandano a terra con un pugno. Dopo l’episodio, accaduto davanti alla Banca Regionale Europea, alcuni cittadini solidarizzano e danno la propria adesione per la denuncia puntualmente presentata.
http://www.ecn.org/barattolo
0382/21293 – 320/2314356


Resto d’Italia dal 2004
Bergamo 20 dicembre 2004
Nella notte fra il 20 e il 21 dicembre, un incendio di natura dolosa ha devastato alcuni locali del csaPacìPaciana di Bergamo. Ingenti i danni alla struttura e alle cose; interamente distrutte le risorse informatiche e multimediali del centro: pc per il montaggio video e audio, telecamere, videoregistratori, server con archivi multimediali, postazioni internet. Sembrerebbe piuttosto chiara la matrice neo-fascista dell’incendio, anche se non sono state trovate ne’ scritte, ne’ altre forme di rivendicazione. Piuttosto strana la presenza di alcune taniche piene di benzina e degli attrezzi utilizzati per scardinare le porte, abbandonati vicino alle strutture: una fuga rocambolesca o un messaggio intimidatorio?
Di certa c’è solo la storia bergamasca degli ultimi mesi: accoltellamenti, agguati, scritte sui muri della città da parte di frange più o meno note dell’estremismo di destra bergamasco, come se mancasse solo l’incendio del csa a completare il cerchio.
Brescia 24 gennaio 2005
Magazzino47 di Brescia , incendiato nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Terzo incendio in Lombardia nel giro di un mese.
Dopo il PaciPaciana a Bergamo e l’O.R.So a Milano e’ ora la volta del Magazzino47 di Brescia (foto), incendiato nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Questo incendio, che ha danneggiato l’enoteca, il bar e parte della libreria e solo grazie all’intervento di un compagno non ha provocato ulteriori danni, segue di pochi giorni l’ennesima provocazione fascista nella città.
Per il 25/01 alle 18 é stato convocato un presidio in piazza della Loggia, confluito in manifestazione e seguito alle 21 da una partecipata assemblea cittadina al centro.
Torino 6 febbraio 2005
Continuano anche in Piemonte gli attacchi a locali, squot e centri sociali antagonisti. Domenica 6 febbraio e’ stata bruciata completamente la Delta House. Qualche ora prima da un’auto vengono lanciati dei mattoni contro il primo piano del csoa Gabrio. Qualche giorno dopo e’ stata trovata sfondata la porta della sede dell’Associazione dei Pari, presso il csoa Gabrio. Una serie di azioni che si sommano a quelle che hanno visto coinvolto il Fenix l’anno scorso e di cui si sospetta la matrice fascista .
E mentre Alleanza Nazionale continua i suoi proclami contro i centri sociali torinesi, non si puo’ non notare come continui l’operazione di pulizia, tra sgomberi ed attentati, per continuare a celebrare la nascente citta’ vetrina.
Roma 12 febbraio 2005
Raid estrema destra alla sede Partito Radicale 12/02 Roma, 16:45 “Questa mattina, verso mezzogiorno, un gruppo di giovani ha compiuto un’azione dimostrativa all’ingresso della sede del Partito, in via di Torre Argentina 76, a Roma”. E’ Marco Cappato, segretario dell’associazione Luca Coscioni, a dare i dettagli dell’episodio: “Il gruppo ha inondato l’ingresso al piano terra con secchi d’acqua misti a detergente, ha gettato per terra risme di volantini e bottiglie di detergente, ed ha occupato il passaggio con uno striscione con la scritta ‘Abroghiamo i radicali liberi, fanno male alla salute’, firmato Rete delle identita’. Dello stesso tenore i volantini, che attaccavano, in particolare, la campagna referendaria dei radicali per abrogare la legge sulla fecondazione assistita”. I giovani, che secondo testimoni oculari avevano volantinato anche nell’adiacente Largo Argentina ed esponevano contrassegni di un centro sociale di estrema destra, si sono subito dileguati. Successivamente sono intervenute le forze dell’ordine che hanno raccolto informazioni sull’accaduto e hanno prelevato il materiale dal marciapiede.
(agenzia)
Milano 9 gennaio 2005
Incendio all’O.r.so
Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio, i soliti ignoti hanno dato fuoco al bar, al magazzino del cs O.r.so, provocando ingenti danni. Nonostante evidenti segni di intrusione (filo spinato tagliato, all’interno e’ stata trovata una mazzetta da 4kg), i carabinieri e la stampa ufficiale parlano di corto circuito.
Bergamo 13 febbraio 2005
I fascisti agiscono indisturbati: ennesimo attacco
Ennesimo attacco fascista questa notte alle ore 5 nei confronti del centro sociale Pacì Paciana di Bergamo.
Questa volta è stato un tentato omicidio, è stata una molotov lanciata da un’auto in corsa verso una macchina parcheggiata nei pressi del centro sociale, dove stava riposando un ragazzo che che è stato svegliato dal rumore del finestrino abbattuto e dalle fiamme che si sprigionavano nell’abitacolo riuscendo comunque a mettersi in salvo.
Dopo gli accoltellamenti, le aggressioni e l’incendio la questura riesce solo a passare ai giornali veline che parlano di una fantomatica “pista interna” per quanto riguarda l’incendio del centro sociale, lasciando agire indisturbati chi come questa volta attacca i centri sociali.
L’automobile è completamente carbonizzata e posta sotto sequestro, il tentativo è stato quello di uccidere; il ragazzo in questione è uno di quelli su cui la digos si accanisce rispetto alla cosiddetta “pista interna”, noi siamo una volta di più determinati a rispondere in maniera netta e precisa contro i fascisti e chi li protegge.

Siracusa 12 febbraio 2005
Fermato dalla polizia di Siracusa un uomo ritenuto autore degli attentati incendiari che per un mese hanno fatto sprofondare la città nel terrore. Si chiama Andrea Acquaviva. E’ un quarantenne, padre di tre figli, che alle amministrative del giugno scorso, pur essendo di Forza Nuova (che poi lo ha espulso) si era presentato come sindaco per la lista Alternativa sociale, il movimento di Alessandra Mussolini. Raccolse 16 voti. Acquaviva sarebbe stato individuato attraverso la comparazione della sua voce con quella che ha rivendicato gli attentati a nome di fantomatici «Nuclei comunisti combattenti». Pare dunque che gli attentati siano stati compiuti per addossarne la responsabilità all’estrema sinistra. Nei mesi scorsi Acquaviva si era intestato alcune iniziative di «bonifica sociale» con una campagna contro le «passeggiatrici». Per questo avrebbe subito due attentati incendiari, uno dei quali distrusse la sua auto. Ora gli inquirenti stanno cercando di fare luce anche su questi attentati. Dopo essere stato interrogato a Siracusa, Acquaviva è stato portato in Procura a Catania per l’interrogatorio.
Bolzano 24 febbraio 2005
Da “VIDEOBOLZANO33”
24-02-2005 09:58 – CRONACA / NERA
Ragazzi italiani aggrediti da neonazisti in via Bari a Bolzano. Due ragazzi di terza media domenica in via Bari a Bolzano, alla fermata dell’autobus sono stati prima insultati pesantemente ( bastardi italiani) e poi aggrediti da un gruppo di cinque ragazzi tedeschi sui 16-17 anni che vestivano di nero e gli accessori tipici del neonazimo ,croci celtiche e spille minacciose varie scarponi .Dopo la provocazione sono seguiti sputi ,spintoni e infine il brutale pestaggio .
Uno è stato buttato per terra con un calcio e poi immobilizzato con uno scarpone piantatogli sulla faccia.
All’intimazione “ voi dovete andarvene da qui”il branco si è
allontananto beffardo .
I ragazzi,ripresisi dallo chock hanno chiamato i genitori. Quello pestato è stato visitato al pronto soccorso poi tutti in Questura a denunciare il fatto.
Parma 26 febbraio 2005
Ieri sera (sabato 26) verso l’una e mezza una squadra di circa 15 naziskin si è schierata in p.le Allende davanti allo Spazio Sociale Mario Lupo, facendo saluti romani e con l’evidente intenzione di portare a termine un “raid”. Alcuni erano a volto coperto, i più no, comunque sconosciuti e certamente non tutti di Parma. All’interno c’era un concerto reggae e parecchie persone, fra cui un discreto numero di compagni che sono intervenuti subito. Dopo aver visto comparire qualche bandiera i nazi hanno aspettato poco ad andarsene. In questo momento lo Spazio Sociale è messo sotto sgombero dalle istituzioni, e contemporaneamente si verificano aggressioni come questa, che non ha precedenti in città.
Treviso 27 febbraio 2005
«Ci sentiamo bersaglio da gente che ci odia» by la tribuna Tuesday, Mar. 01, 2005
«Ci sentiamo bersaglio da gente che ci odia» da La Tribuna di Treviso del 28 febbraio 2005. 28 febbraio 2005. Sconcerto e incredulità: ieri c’era la lezione dei bimbi. «Ora ci sentiamo continuamente bersaglio, ma più di tutto temiamo per i nostri bambini. Possono rimanere vittime di questi attentati razzisti, compiuti da gente che veramente ci odia, in qualsiasi momento, mentre escono da scuola o camminano per la strada. Ma anche la vita di noi adulti non è più sicura qui. Non possiamo fare altro che chiedere aiuto, perché noi siamo dei cittadini deboli. Nei prossimi giorni andremo dagli amministratori di Nervesa per chiedere un sostegno. Chi ha commesso questi atti contro di noi? Non saprei, ma non escludo che in mezzo vi sia anche la politica». Idris Bahaj, 38 anni, marocchino, in Italia dal 1995, non si dà pace. L’attentato dinamitardo alla moschea di Sovilla, messo a segno ieri notte alle 2.15, lo ha sconvolto e terrorizzato. Lui è uno dei responsabili del centro culturale, nonché il primo cittadino extracomunitario della provincia di Treviso a far parte della Croce Rossa. «Ci hanno colpito al cuore – dice il connazionale Ali Abdeslam, 27 anni – Siamo gente a posto, che lavora e che non dà fastidio ai cittadini di Nervesa. Nonostante questo c’è qualcuno che ci vuole tanto male al punto di metterci delle bombe. Bombe che ora potremmo ritrovarci anche dentro casa nostra. Non ci sentiamo più sicuri, siamo senza protezioni».
Ieri pomeriggio, avuta la notizia dell’esplosione, alla moschea di Sovilla si sono ritrovati molti dei marocchini che fanno parte dell’associazione islamica «Pace», che gestisce il luogo di culto. Incredulità e spavento sono stati i sentimenti dominanti per tutti loro. «Mi sono accorto dell’esplosione questa mattina (ieri, ndr) alle 6 – racconta Edda Abdelmashid, 48 anni, presidente dell’associazione – Ero arrivato qui presto per aprire la moschea e prepararla per la preghiera. In mattinata, poi, i genitori avrebbero portato i bambini per la lezione di lingua italiana. Per fortuna che la bomba non è scoppiata con loro dentro». «Anch’io non posso credere a quello che è successo, capirne i motivi – afferma il vicepresidente Boubagba Abdellah, 37 anni – Forse qualcuno è convinto che noi diamo fastidio solo perché ci ritroviamo fra connazionali, perché preghiamo la nostra fede o solo perché siamo venuti a vivere nel Veneto. E’ chiaro, comunque, che hanno raggiunto l’obiettivo di spaventarci: adesso ogni momento è buono per colpirci. Non credo si sia trattato di un episodio isolato, ma di un clima generale di ostilità verso di noi».
A ritrovarsi con una parte dell’auto distrutta da un botto è stato, invece, un altro immigrato, che nulla ha a che fare con le comunità marocchine locali né con il paese di Giavera. Infatti, il titolare della Opel Vectra presa di mira dagli stessi attentatori ieri notte, alle 2.45, è un cingalese, Anura Perera, residente a Padova: la sua auto era parcheggiata in via Longhin solo perché era giunto a far visita a dei connazionali. La «bomba» era, quasi sicuramente, indirizzata ai marocchini che vivono sotto all’appartamento dei suoi amici. «Abito a Padova, ero a Giavera solo per stare assieme a gente della mia stessa nazione – spiega Perera – Poi mi avevano chiesto di dormire da loro. Il botto ci ha svegliati tutti, ma non sentendo altri rumori ci siamo riaddormentati. Non penso che l’ordigno fosse contro di me o i miei amici. Siamo persone che lavorano e ognuno si fa i fatti propri».
Phille Kapila, l’amico che ha la casa in via Longhin, fa il cameriere al Relais Monaco di Ponzano. (m.m.)
Bergamo 1 marzo 2005
NUOVO ATTENTATO FASCISTA CONTRO IL CENTRO SOCIALE PACI PACIANA
Questa notte c’è stato un nuovo attentato fascista a Bergamo contro il centro sociale Paci Paciana: due locali, il bar del capannone concerti e lo spazio dibattiti detto bunker, sono stati danneggiati da bottiglie incendiari. i fascisti sono penetrati nell’area del centro sociale che già era stato colpito da un attentato il 21 dicembre.
Brescia 26 febbraio 2005
Per caso mi ritrovo davanti al banchetto di Fiamma tricolore a brescia, situato proprio vicino all’edicola, dove si vede il palazzo delle poste e telegrafi. Ci saranno stati una decina di “naziskin” e gente normale che volantinavano. Sento dei commenti tra chi volantina, ad esempio mi ricordo “chi è qusto frocio qua?”. attraverso la strada, e successivamente giro a destra per recarmi al teatro grande. Dopo 100 metri, un ragazzo, che evidentemente insieme ad altri 2 o 3 mi ha inseguito, mi ferma da dietro, mi
prende per il giubbotto, guarda velocemente se ho toppe di qualche genere e viste che non ne ho mi tira un pugno in faccia che mi manda a terra. Subito mi prendono a calci. Riesco a rialzarmi dopo un paio di calci e loro in quel momento se ne vanno vanno via (portandosi via il cellulare che mi era caduto a terra). Sto bene, un occhio nero, il setto nasale deviato e qualche livido ma tutto sommato bene.
Bolzano 25 febbraio 2005
Naziskin accusati di omicidio, articolo tratto dall’Alto Adige del 25.06.2004.
Quattro le teste rasate accusate della morte del giovane a seguito di un pestaggio in un bar al bivio Merano-Mendola.
Giovane morto per pestaggio, richiesta giudizio per 4 naziskin. Fabio Tomaselli, 26 anni, di Pergine Valsugana fu ucciso dalle percosse di quattro naziskin. Queste le conclusioni a cui è giunto il Pm bolzanino Benno Baumgartner che ha chiuso l’inchiesta e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio dei quattro per omicidio preterintenzionale. Tomaselli fu trovato morto nella sua auto il 30 novembre scorso, lungo una strada altoatesina e si pensava vittima dell’incidente automobilistico. Amici riferirono che, invece, poco prima di morire, il giovane era stato violentemente percosso con calci e pugni in un locale alla periferia di Bolzano frequentato dai quattro naziskin per i quali ora il magistrato sta chiedendo il rinvio a giudizio. I quattro sono i bolzanini Nicola Turco e Andrea Bonazza, entrambi di 23 anni, mentre gli altri due indagati sono militari di stanza a Bolzano: Antonio Pasquali, catanese di 22 anni, e Riccardo Masia, 23 anni di Cagliari: durante perquisizioni in caserma sarebbero state trovate anche svastiche.
Da “VIDEOBOLZANO33” Ha negato il proprio coinvolgimento diretto nel pestaggio che avrebbe causato la morte di Fabio Tomaselli la notte del 30 novembre scorso. E’ stato interrogato in mattinata dal p.m. Benno Baumgartner, il primo dei tre naziskin accusati di essere responsabili della tragica fine del 26enne perginese, trovato senza vita all’interno della sua vettura uscita di strada sulla provinciale per Appiano. Secondo l’accusa Fabio Tomaselli sarebbe deceduto per una violenta emorragia interna al polmone destro provocata proprio dal pestaggio. Il naziskin, accusato di omicidio preterintenzionale, è un militare di origine meridionale e farebbe parte di un gruppo di teste rasate. Difeso dall’avvocato Flavio Moccia, ha inoltre dichiarato che il pestaggio sarebbe avvenuto all’esterno del “Saugut” un bar al bivio Merano-Mendola. Gli altri due naziskin sono un altro italiano e un meranese di madrelingua tedesca. Da “VIDEOBOLZANO33” Il gup di Bolzano Carla Scheidle ha disposto al prossimo 16 marzo il rinvio dell’udienza preliminare del processo a carico dei 4 naziskin: i bolzanini Nicola Turco e Andrea Bonazza entrambi di 23 anni, e i due militari di stanza a Bolzano, Antonio Pasquali, 22 anni di Catania e Riccardo Masia, 23 anni di Cagliari, accusati di omicidio preterintenzionale per la morte di Fabio Tomaselli, il 26enne perginese trovato senza vita a Frangarto tra le lamiere della sua auto il 30 novembre 2003. In un primo momento sembrava che il decesso fosse dovuto allo schianto
della Fiat Punto, ma successivamente prese piede l’ipotesi che la morte di Tomaselli fosse sopravvenuta in seguito ad un’emorragia interna dopo il pestaggio cui, qualche ora prima, era stato fatto oggetto da parte dai 4 naziskin ubriachi al “Sau Guat” un locale nei pressi del bivio Merano-Mendola. Motivo del rinvio il tentativo di trattativa con le parti civili, la madre e il fratello della vittima, da parte degli avvocati difensori: i bolzanini Paolo Fava e Flavio Moccia, il catanese Nello Pugliese e il bolognese Roberto Gussinelli. Tramite la via del risarcimento economico, che verrà quantificato nei prossimi giorni in un incontro a sei, si cercherà insomma di chiudere il processo in sede preliminare evitando la corte d’assise
Foggia 11 febbraio 2005
nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 2005 è andata a fuoco, a San Giovanni Rotondo, l’automobile dell’assessore alle politiche educative della Provincia di Foggia, Bruno Gorgoglione; sull’incendio, presumibilmente un attentato, sono in corso le indagini delle forze dell’ordine; tale episodio si aggiunge ad altre intimidazioni subite dall’assessore Bruno Gorgoglione, già nei giorni scorsi, infatti, ignoti avevano imbrattato, con frasi offensive, le mura del palazzo dove lo stesso risiede, e, alcune settimane fa, episodio questo grave e preoccupante, era stato appiccato un incendio al portone della sua abitazione; altri gravi episodi d’intimidazione sono avvenuti, contro strutture e uomini politici di sinistra e rappresentanze sindacali, nell’intera provincia di Foggia, in particolare qualche giorno fa due croci celtiche con la scritta «comunisti ebrei» sono apparse sui muri della Camera del lavoro di Foggia e, durante la partita Foggia-Benevento, è comparso uno striscione contro gli omosessuali; a questi episodi, vanno aggiunti i due attentati ai danni d’altrettante sezioni di Rifondazione Comunista a Manfredonia e San Marco in Lamis;
dietro tutto ciò, appare agli interroganti evidente il tentativo di estremisti politici di destra e della delinquenza comune di creare nella provincia di Foggia un clima di tensione e di paura nella speranza vana di intimidire chi lotta, con coerenza e determinazione, a difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori contro ogni forma di criminalità e di violenza -: quali misure e provvedimenti siano stati presi per fermare questo clima di violenza e, affinché nella provincia di Foggia si ristabilisca un clima di civile confronto politico e si fermi una spirale che rischia, se non fermata, di innescare nuove e più gravi violenze nei confronti di uomini e sedi di rappresentanza delle Istituzioni; come sia possibile che un rappresentante delle Istituzioni, un Assessore della Provincia di Foggia, sia oggetto di ripetuti e continui atti d’intimidazione e di violenza senza che sia stato predisposto un piano teso a garantire l’incolumità dello stesso.
Milano 4 marzo 2005
Milano: devastato il centro sociale Vittoria stamattina, alle 6.17, in via Friuli 25 a Milano. Ignoti sono entrati attraverso un buco e hanno distrutto tutto quello che hanno trovato: sedie, tavoli, documenti. Al termine della devastazione il centro e’ stato incendiato. Polizia e pompieri sono stati avvisati dai vicini che hanno visto le fiamme uscire dal tett del centro. (da radio popolare). Stanotte un gruppo di “soliti” ignoti, dopo aver sfondato uno dei muri perimetrali a picconate, è entrato nel Vittoria. Hanno devastato tutto, dal mixer al bar, dall’ufficio all’infoshop, appiccando fuoco e tentando di sfondare anche la porta d’ingresso. Un lavoro da professionisti, che non ha risparmiato assolutamente nulla. E’ chiaro come questa sia la risposta alla campagna, iniziata lo scorso sabato pomeriggio, che denuncia l’ex terrorista dei N.A.R. Lino Guaglianone come anello di giuntura tra la destra radicale ed estrema e quella “ripulita” in doppiopetto. Altrettanto chiaro appare l’assoluto spazio di manovra che questi loschi personaggi hanno avuto, liberi di poter agire indisturbati per tutta la durata dell’azione nell’assoluta certezza che “qualcuno” li avrebbe coperti. Le compagne ed i compagni del centro, come sempre, continueranno a testa alta nella loro pratica politica e sociale. Oggi il centro rimarrà aperto tutto il giorno e confermiamo che il previsto spettacolo teatrale di stasera si terrà. Rilanciamo con ancor più forza la giornata di mobilitazione di domani, ricordando il presidio davanti al Tribunale di Milano in occasione del processo al compagno arrestato e le iniziative territoriali del pomeriggio.
Varese 1 marzo 2005
Martedì 1 marzo, in centro a Varese si è verificata una infame aggressione ai danni di una ragazza di 17 anni identificata come antifascista dalle toppe e spille che aveva sul giubbotto.
Due ragazzi e una ragazza sui venti anni la hanno trascinata con la forza e sequestrata a bordo della loro auto, minacciandola a parole e non solo. Infatti con un coltello rovente hanno tentato di inciderle sulla pancia una svastica e non riuscendo a causa della reazione della ragazza, gliela hanno fatta sul braccio.
Oltre a questo ha riportato altre lesioni su diverse parti del corpo. Mentre la stavano minacciando di portarla via e violentarla, alcuni passanti, richiamati dalle grida di aiuto, sono intervenuti, permettendole la fuga. Solo qualche giorno prima, venerdì 25, in un pub a Morazzone (VA) altri ragazzi, riconosciuti come antifascisti, sono stati attirati in un’imboscata e aggrediti da un gruppo di 8 neofascisti, coperti in volto e armati di spranghe, mazze e bottiglie. Risultato: 5 punti in testa ad uno dei ragazzi antifascisti e 17 punti in faccia ad un cliente del bar intervenuto in sua difesa.
Brescia 4 marzo 2005
Nella serata di venerdì si è verificata una nuova aggressione ad opera di due fascisti contro un compagno dello squatt PCB 52, recentemente sgomberato dalla polizia. “comunista di merda” è stato l’insulto a cui poi sono seguiti pugni e calci. L’aggressione è avvenuta nella zona del tribunale, in corso Cavour. L’ultimo pestaggio fascista si era verificato 9 giorni fa nei pressi
di un banchetto di propaganda della Fiamma Tricolore e Forza Nuova.

Roma 6 marzo 2005
All’alba di domenica, a poca distanza dal csoa Forte Prenestino si è consumata una nuova aggressione nei confronti di un gruppo di giovani frequentatori del cs. Per uno degli aggrediti la situazione si è intuita subito gravissima, essendo evidenti le ferite in varie parti del corpo e la grande quantità di sangue che tingeva di rosso l’asfalto. Il gruppo di amici, che da poco aveva lasciato il Forte, ha incrociato in via Chiovenda gli aggressori i quali dopo poche battute dalle parole sono passati ai fatti.
E’ stata un’aggressione a colpi di coltello e bottiglie inflitta in pochi secondi e dagli esiti potenzialmente mortali. Per fortuna [e solo per questa] l’aggredito si sta riprendendo dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico e a varie suture. Le motivazioni? Uno scambio di battute, forse qualcuna di troppo, nei pressi della macchina al parcheggio, che hanno scatenato la furia omicida di chi, girando armato, non vede l’ora di trovare la giusta occasione per dare prova di se’ e poi dileguarsi nella notte. Intorno alla stessa ora dello scorso 20 febbraio, un episodio simile si verificava fuori dello spa Strike, in via di portonaccio. Anche in quel caso aggressione a colpi di coltello ai danni di un malcapitato frequentatore del centro sociale.
La ricostruzione fatta dagli occupanti ha portato ad accertare una matrice fascista nelle modalità e nelle parole degli aggressori…Noi del forte non sappiamo con certezza se anche in questo caso vi sia lo stesso disegno.
Non ci sono elementi sufficienti per dimostrarlo. Quello che riscontriamo e’ l’evidente imbarbarimento della vita sociale in città. Il disinvolto uso di coltelli dallo stadio nelle vie dei nostri qurtieri lascia intendere che al di là di matrici ideologiche, più o meno rivendicate, l’idea della violenza e della sopraffazione si affermano come dominanti nelle relazioni sociali di quest’epoca. Interpretiamo questa violenza come un riflesso condizionato, una volontà di azzerare la diversità ritenedola nemica, offensiva, come nei peggiori scenari di guerra che quest’inizio di secolo ci sta offrendo. Ecco, noi individuiamo nella guerra globale con le sue estensioni, nell’immaginario collettivo, la vera matrice di questi atti e come andiamo dicendo da ormai troppo tempo siamo contro chi la guerra ce l’ha dentro in iraq come fuori del nostro c.s.o.a.
Milano 15 marzo 2005
questa mattina aggrediti da fasci armati i compagni che affiggevano la lapide per dax all’universita’ statale di milano. due persone in ospedale, abbastanza gravi.
aspettiamo aggiornamenti. Secondo quanto dichiarato a Radio Popolare (edizione delle 13.00) da Luca del centro sociale Cantiere di Milano, questa mattina 3 giovani dichiaratisi di destra hanno fatto irruzione nell’atrio ascensore della statale dove era stata organizzata un’iniziativa in memoria di Dax. I fascisti dotati di tirapugni e moschettoni hanno colpito i giovani presenti. Due militanti dei centri sociali colpiti in volto e con trauma cranico sono stati portati via in ambulanza. Gli aggressori non hanno dichiarato di appartenere ad un gruppo fascista specifico, ma nel resoconto di Luca si dice che prima dell’attacco erano usciti dalla libreria CUSL di Comunione e Liberazione. Inoltre durante la mattinata è stato notato anche il passaggio davanti al luogo dell’iniziativa per Dax di appartenenti al gruppo “Obiettivo studenti”.
Venezia 17 marzo 2005
VENEZIA. UNA BAMBINA AGGREDITA CON SIMBOLI NAZISTI
Molestata perché la sua famiglia fa parte dei testimoni di Geova. Una bambina di undici anni, che con la sua famiglia vive da sei mesi a Scorzè, comune del Veneziano, venerdì mattina, mentre stava andando a scuola, è stata aggredita da un uomo incappucciato. L’aggressore, dopo averle rubato il cellulare, con un pennarello rosso le ha disegnato sulla giacca a vento un triangolo e le ha marchiato il polso con un numero. Non solo: prima di andarsene, le ha aperto lo zaino lasciando un biglietto tra i quaderni. «Smettetela con questa religione». Un avvertimento scritto in stampatello su un post-it giallo: ha voluto lasciare un messaggio chiaro ai genitori, «colpevoli» di far parte dei testimoni di Geova. Molestata perché la sua famiglia fa parte dei testimoni di Geova. Una bambina di undici anni, che con la sua famiglia vive da sei mesi a Scorzè, comune del Veneziano, venerdì mattina, mentre stava andando a scuola, è stata aggredita da un uomo incappucciato. L’aggressore, dopo averle rubato il cellulare, con un pennarello rosso le ha disegnato sulla giacca a vento un triangolo e le ha marchiato il polso con un numero. Non solo: prima di andarsene, le ha aperto lo zaino lasciando un biglietto tra i quaderni. «Smettetela con questa religione». Un avvertimento scritto in stampatello su un post-it giallo: ha voluto lasciare un messaggio chiaro ai genitori, «colpevoli» di far parte dei testimoni di Geova. Erano circa le otto quando è avvenuto l’episodio: la bambina, come ogni mattina, stava andando a scuola a piedi. All’improvviso si è sentita toccare lo zaino e girandosi ha visto un uomo incappucciato che le ha sfilato il cellulare dalla tasca della cartella e le ha sbarrato la strada. Con un pennarello rosso le ha disegnato sulla giacca a vento un triangolo, segno identificativo usato dai nazisti per contraddistinguere i testimoni di Geova. Poi ha scritto un numero sul polso, il 1961, a imitazione dei marchi inflitti agli ebrei nei campi di concentramento. Infine è fuggito.
La bambina, spaventata e in lacrime, è corsa verso la scuola e sulla strada ha incontrato un vigile urbano al quale ha raccontato l’accaduto. Il fatto è stato denunciato dalla famiglia ai carabinieri di Scorzè, che ora stanno indagando. Quella mattina, nel viottolo che porta alla piazza del municipio pare non ci fosse nessun testimone. Oggi i carabinieri ascolteranno anche le maestre e i compagni di scuola della bambina per cercare di chiarire meglio il racconto della piccola. I genitori però non ricordano alcuna minaccia o episodi di intolleranza per la religione predicata. Sull’episodio parla anche il sindaco di Scorzè: «Quello di venerdì è un fatto gravissimo di violenza inaudita che va a ledere le libertà individuali – afferma Clara Caverzan -. Se i fatti verranno accertati, bisogna prendere atto che ci sono troppi segnali di intolleranza nei giovani con simulazioni di idealismi politici che vanno ben oltre a quello che potrebbe essere definito una forma di bullismo».
Catania 19 marzo 2005
Ie

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Aggredito un compagno gutemalteco
by . Friday, Feb. 24, 2006 at 11:14 AM mail:

L'altro ieri ero al Pigneto e mi è stato presentato un ragazzo con il braccio rotto e diverse ferite sul corpo.
Stava tornando a casa, di notte, passando per S. Giovanni, quando è stato avvicinato da due motorini. Ragazzini con teste rasate e simboli fascisti e nazisti lo hanno riconosciuto quale "immigrato" e lo hanno pestato, utilizzando anche un coltello.
Si tratta di un compagno del Guatemala, ospite di chi lo ha conosciuto durante viaggi di solidarietà in Centro America.

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seconda parte
by antifa Friday, Feb. 24, 2006 at 11:20 AM mail:

Catania 19 marzo 2005
Ieri sera , sul treno partito da Catania per la manifestazione nazionale contro la guerra di Roma sono saliti per fare una provocazione dei noti naziskin catanesi di Forza Nuova. Quando alcuni compagni sono andati da loro per invitarli a scendere dal treno è nata una colluttazione durante la quale un compagno è stato colpito da 4 coltellate. Il compagno è stato ricoverato, gli sono stati dati 15 punti di sutura e ora sta bene.
Brescia 2 aprile 2005
la scorsa notte siamo usciti in quattro dal c.s. Magazzino 47. abbiamo percorso in macchina via industriale, via milano, via brigata motorizzata e p.le cesare battisti. arrivati davanti al Liceo Calini siamo stati affiancati da un automobile (berlina o sw, non ricordo, comunque non piccola) di colore scuro da cui un topo di fogna dalla testa rasata ci ha urlato due volte “siete usciti dal centro sociale, eh?” colpendo l’automobile con qualcosa che non ho visto. scappiamo per via trento e via leonardo venendo sempre inseguiti dall’automobile scura (che con tutta probabilità era appostata vicino al Mag47 e da lì ci ha seguito) che ci raggiunge e ci supera all’inizio di via volturno. scendono tre o quattro boneheads, uno armato di chinghia e l’altro di qualcos’altro, col chiaro intento di tirarci fuori dalla macchina e colpirci. E’ solo per il sangue freddo di chi guidava la nostra auto che ha fatto retromarcia mentre i nazi ci venivano incontro a piedi riuscendo a svoltare in via gorizia se siamo riusciti a far perdere le nostre tracce e salvarci. cose di questo genere a brescia non succedevano da molto molto tempo. in lombardia (ma non solo) l’aumento della violenza nazifascista anche nei confronti di chi ha solo un aspetto di sinistra o esce da un centro sociale non può e non deve essere presa sottogamba, la situazione è sempre più grave.
Vigevano 2 aprile 2005
Un altro vile attacco fascista ha caratterizzato la notte di Vigevano tra il 2 e il 3 di aprile, dove una macchinata di compagni antifascisti, giunti al c.s.a La sede per un concerto è stata violentemente attaccata da alcuni neo-nazisti. Questa la dinamica: conclusosi il concerto i compagni si sono avviati verso casa e sono stati prima inseguiti e poi costretti a fermarsi sul ciglio della strada verso Milano, dove le 5 merde hanno tentato di sfondare i finestrini dell’auto a sprangate, non riuscendoci hanno utilizzato un martello colpendo oltretutto il ragazzo alla guida al costato, ferendo altresì una ragazza seduta al suo fianco la quale ha subito lo scoppio del vetro infrantosi su di lei, un’altra ragazza ha subito forti contusioni da arma contundente su gambe e schiena; questo ha causato il trasporto presso l’unità di pronto soccorso di Vigevano e l’intervento immediato di tutti i compagni della sede avvisati prontamente. Gli ingenti danni alla macchina ma soprattutto il modo in cui questi ragazzi sono stati individuati ed aggrediti fa pensare ad un’operazione squadrista programmata e studiata, realizzata probabilmente per “vendicare” ciò che è successo nel pomeriggio di sabato dove un ragazzo vicino alla sede si è scontrato dopo alcune minacce con un esponente piuttosto noto dell’estrema destra Vigevanese. Altro fatto è il tentativo di bloccare l’accesso al centro sociale di Vigevano dove i compagni giunti nel primo pomeriggio presso la struttura hanno trovato un simpatico catenaccio con relativo lucchetto, reso inutilizzabile dalla rottura della chiave nella serratura, a bloccare il cancello principale. Una serie di fatti gravi, questi, che devono portare ad una concreta risposta antifascista. Totale solidarietà alle compagne e ai compagni colpiti da questo vile attacco e un invito a non abbassare mai la guardia contro questa feccia.
Viterbo 8 aprile 2005
Intorno alle ore 01,00 della notte di venerdi 8 aprile alcuni ragazzi che camminavano tranquillamente nel quartiere s.pellegrino a vt venivano brutalmente aggrediti a freddo, senza alcun motivo, da 5 loschi figuri palesemente fascisti (di età non inferiore ai 25 anni e uno più di 30 anni…) I 5 colpivano ripetutamente 2 dei compagni con vari oggetti (chiavi, cinte,ecc..) con tale violenza da provocare lo svenimento di uno di loro (preso a calci ripetutamente anche dopo il suo tracollo) e la frattura del naso più 3 punti alla testa dell’altro. Teniamo a sottolineare che la vile aggressione avviene nell’assenza più totale di provocazione, esclusivamente per colpire i compagni colpevoli di avere un aspetto a loro sgradito. non è più possibile sottostimare queste recrudescenze squadriste bollandole come episodi isolati. Già da diverso tempo assistiamo ad un aumento esponenziale dell’intervento politicizzato e organizzato di gruppi neo fascisti sempre più localmente radicati, appoggiati e foraggiati a diversi livelli dalla destra parlamentare.Destra che ritrova le sue radici nello squadrismo di strada e che da anni prosegue nella sua opera di revisionismo storico, sbandierando insieme alle sinistre i valori di una democrazia divulgata e imposta a suon di bomberepressionecarcere.
Roma 16 aprile 2005
Questa notte intorno alla 01,15 una squadraccia di fascisti ha incendiato la porta della sede del Collettivo Antagonista Primavalle, e le porte di due case occupate confinanti con la sede del collettivo. In una delle case vive una famiglia con una bambina di circa un anno.Nell’altra casa ci vive un compagno.Questa mattina alcuni compagni antagonisti di primavalle hanno fatto una trasmissione a Onda Rossa, nella trasmissione si è parlato del rogo nell’appartamento dei Mattei avvenuto il 16 Aprile del 1973. Alla fine della trasmissione è arrivata una telefonata di minacce molto generica” ti rompo il culo” Questa notte l’incendio. Fortunatamente uno degli occupanti era ancora sveglio ed ha visto il fuoco filtrare da sotto la porta ed ha potuto svegliare tutti gli altri. Senso di vendetta, alzare la tensione in quartiere con l’approssimarsi del 16. Non vorremmo che come nelle ultime settimane a Milano i fascisti abbiAno deciso di innalzare il livello dello scontro, aspettando reazioni che possano dare ancora una volta spazio a teorie tipo opposti estremismi, guerre per bande e via dicendo. Come sempre sapremo rispondere a queste provocazioni con la solita determinazione che ci ha accompagnato nel nostro intervento politico nel territorio. Per sabato 16 Aprile avevamo già indetto un presidio presso la sede del collettivo, questo vigliacca aggressione conferma la necessità di mobilitazioni antifasciste per cui invitiamo tutti i compagni e le strutture di movimento alla mobilitazione per sabato 16 alle ore 16,30 presso la sede del collettivo di Primavalle.
Roma 21 Aprile 2005
Oggi 21 aprile 2005 all’interno della Facoltà di Scienze Politiche di Roma3 si è verificata la seconda aggressione
in 5 mesi da parte degli studenti di Azione Universitaria affiancati da riconoscibili esponenti del Foro 753.
Due studenti di Scienze Politiche, mentre attaccavano un manifesto che invitava alla partecipazione all’iniziativa per il 60° anniversario della Liberazione, hanno subito una violenta aggressione alle spalle. Sono stati colpiti duramente sul viso, agli occhi, sulla nuca; uno degli studenti ha riportato un trauma alla mandibola guaribile in 5 giorni. Tutto questo è avvenuto durante l’ennesima provocazione da parte di Azione Universitaria e del Foro 753 che dalla mattina si erano presentati in massa per un’”iniziativa” dal motto “Scancelliamoli”, sulla carta riferita alle scritte sulle mura interne ed esterne alla Facoltà, in pratica riferita agli studenti del Collettivo. Consideriamo questa una grave azione di chiaro stampo squadrista, perciò riteniamo opportuno che tutta la cittadinanza condanni l’accaduto affinchè tali pericolose espressioni di neofascismo, coperto da finte vesti istituzionali, esca definitivamente fuori da ogni luogo pubblico e dalla storia del nostro paese. Comunicato del Collettivo Scienze Politiche di romatre
Brescia 23 Aprile 2005
Sventata aggressione fascista davanti all’Istituto per geometri Tartaglia di Brescia. I fascisti, una decina erano armati con cacciaviti, taglierini e coltelli. Solo la ferma risposta dei compagni ha fatto indietreggiare la squadraccia neofascista.
I fatti si sono svolti nel seguente modo: alle 12,45 un gruppo di compagni e compagne del CS magazzino 47 ha distribuito un volantino sul 25 aprile in cui si denunciava politicamente la riorganizzazione dei gruppi fascisti e la lunga serie di provocazioni: le aggressioni in varie città della Lombardia, l’attentato incendiario al Magazzino 47 e l’ultimo episodio di 10 giorni fa, quando un giovane fascista della scuola ha cercato di colpire con pugni, calci e con delle cinghiate una ragazza del centro sociale che volantinava davanti alla scuola contro la mostra di armi EXA. Evidentemente avvertiti da qualche studente di estrema destra dell’istituto,verso le 13,20 sono arrivati una decina di fascisti, di un’età tra i 25 e i 45 anni, che si sono avvicinati con cacciaviti, coltelli e taglierini. Erano presenti circa una ventina di antifascisti che si sono compattati ed hanno respinto l’aggressione; gli uomini della DIGOS si sono poi interposti fra gli schieramenti.
Roma 23 Aprile 2005
Mentre l’Europa si avvia sempre più a riconoscere i diritti civili delle persone omosessuali e transessuali, in Italia, una campagna moralizzante, fatta di dichiarazioni incaute e intolleranti nei confronti di ogni persona che si discosti da un supposto ‘ordine naturale e religioso’, produce ancora violenza. Ieri, sabato 23 aprile, a Via del Corso, in pieno centro di Roma, due ragazzi sono stati picchiati dai soliti fascisti di Forza Nuova perché ‘davano scandalo tenendosi per mano’. Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli da tempo denuncia che a Roma gli episodi di intolleranza e di violenza fascista verso persone della comunità gay lesbica e transessuale si ripetono con inquietante frequenza. Il vero scandalo è consentire a queste persone di continuare a esporre liberamente i loro simboli offensivi e razzisti, inneggianti all’odio. E’ tempo che tutti i cittadini reagiscano per dire basta alla violenza e all’intolleranza e che le istituzioni intervengano con decisione: siamo stufi delle generiche condanne di circostanza a cui non seguono mai atti concreti. Il circolo Mario Mieli mette a disposizione gratuitamente il proprio servizio legale ai due ragazzi aggrediti e annuncia che i propri soci, il prossimo 17 maggio, prima giornata mondiale contro l’omofobia, scenderanno in piazza, tutti mano nella mano. Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Capriate (BG) 3 Maggio 2005
Capriate stai camminando lungo l’Adda sono dieci minuti che attraversi il bosco su un sentierino senza incontrare nessuno finalmente arrivi al fiume ti chini sull’acqua chissà a cosa stai pensando non immagini nemmeno ciò che sta per succedere qualcuno improvvisamente ti afferra le mani te le blocca dietro la schiena saranno in quattro forse cinque ti avranno seguito dev’essere più di un quarto d’ora che ti seguono e aspettano il momento giusto per saltarti addosso ti prendono la testa e te la infilano nel fiume non respiri credi di morire non sono i tuoi amici che per scherzo ti mettono la testa sotto l’acqua è un gruppo di teste rasate che vuole farti male e non sai quanto non sai quando ti lasceranno tirare fuori la testa e in tanto non hai più aria e il tempo senza aria passa molto più lentamente credi di morire dio santo credi di morire poi l’aria respiri a pieni polmoni ma non è finita le bestie hanno raccolto qualcosa un sasso o un bastone tu sei sempre chinato e non vedi iniziano a squarciarti la schiena tagli su tagli lungo tutta la schiena e si lamentano tra di loro perché l’oggetto che stanno usando non taglia abbastanza vorrebbero farti più male poi botte e insulti ti avevano già aggredito qualche mese fa chissà se sono ancora loro o dei loro amichetti l’altra volta ti avevano lasciato una ferita da diciassette punti nella gamba con un collo di bottiglia ed erano scappati questa volta è diverso questa volta è peggio questa volta credevi di morire poi se ne vanno lasciandoti lì per terra sanguinante bagnato terrorizzato.fascisti di merda. Questo è quello che è successo ad un ragazzo dei Giovani Comunisti martedì scorso alle tre del pomeriggio.
Roma 20 Maggio 2005
Esplosione la notte scorsa in un centro sociale a Roma. Un ordigno ad alto potenziale ha parzialmente distrutto i locali del centro Astra, che sono stati dichiarati inagibili. La bomba non avrebbe provocato feriti. (Agr) Questa notte, verso l’una, un attentato fascista ha colpito i locali di Astra19 – spazio pubblico autogestito, in via Capraia 19, nel quartiere del Tufello, a Roma. Una carica d’esplosivo, sistemata all’esterno della sede, ha fatto saltare la porta d’ingresso (in acciaio), causando ingenti danni alle strutture interne. Solo il caso ha voluto che all’interno non ci fosse nessuno: solo un’ora prima, infatti, nella sala erano presenti decine di persone che assistevano alla proiezione di un film. Un atto vigliacco e infame che poteva costare la vita a qualcuno. La matrice fascista è indubbia, anche per la coincidenza poco casuale dell’annniversario dell’assassinio di Auro Bruni, avvenuto il 19 maggio del 1991, durante il rogo che distrusse parte del centro sociale Corto Circuito. Lo scenario è però più inquietante. L’attentato è avvenuto in un giorno importante per i movimenti di lotta per la casa della città: ieri il consiglio comunale ha iniziato l’esame della delibera sulle politiche abitative che raccoglie molte delle proposte delle reti che in questi anni si sono battute contro i processi di cartolarizzazione del patrimonio immobiliare, contro gli sfratti e per il diritto all’abitare. Proprio la scorsa settimana, la Roma ribelle aveva esistito al tentativo di sgombero del palazzo occupato di viale Castrense, ottenendo il blocco temporaneo degli sgomberi e la calendarizzazione della delibera in questione. Sempre ieri, una grande assemblea pubblica promossa da Action, aveva messo a confronto i movimenti di lotta per la casa, i comitati di inquilini e le reti antisfratto, con i segretari nazionali di Rifondazione comunista e Verdi. L’incontro ha messo al centro della discussione il tema del diritto alla casa inteso come “bene comune” e sulle sue modalità di difesa e di riconoscimento politico, trovando una sintonia generale nella condanna di ogni iniziativa giudiziaria che mira a trasformare in reato penale (per altro a carattere “associativo”) la lotta per l’affermazione di un diritto garantito dalla Costituzione. Esattamente ciò che sta accadendo in questi giorni a Bologna, dove sono stati arrestati tre attivisti delle reti dei precari, con l’accusa di “attentato all’ordine democratico”, colpevoli soltanto di aver occupato temporaneamente un locale inutilizzato nei pressi dell’università. L’obiettivo è chiaro: colpire il protagonismo dei movimenti sociali e la loro capacità di connettere la radicalità delle lotte all’apertura di spazi di contrattazione sociale e di sperimentazione di nuove politiche pubbliche sul diritto all’abitare. Un obiettivo che vede oggettivamente convergere i poteri forti della città, economici e politici, la speculazione finanziaria e le destre “sociali” e di governo, fascisti vecchi e nuovi. Noi non ci faremo intimidire: da quasi due anni studenti, precari, migranti e senza casa hanno fatto dell’Astra un laboratorio sociale e politico, in prima fila nelle battaglie per il diritto alla casa, per il reddito, per l’accesso ai saperi e alla conoscenza. Riapriremo da subito i nostri spazi al quartiere e alla città, continueremo le nostre attività sociali e culturali, riprenderemo il cammino insieme a chi, ogni giorno, costruisce e afferma nuovi diritti di cittadinanza. Invitiamo tutti i movimenti, le reti, le forze politiche democratiche, le istituzioni municipali e cittadine alla conferenza stampa che si terrà nei locali di Astra19 alle ore 12, in via Capraia 19.
Seriate (MI) 22 Maggio 2005
Domenica notte un compagno del Collettivo Autonomo Antifascista di Seriate è stato brutalmente accoltellato all’addome,con conseguente emoraggia interna(orafuori pericolo). L’agguato,perchè tale è,ha avuto luogo all’esterno di un bar,ritrovo abituale dei compagn* della zona,in un orario in cui la maggior parte di essi,aveva fatto ritorno a casa. 3 nazi-fascisti spuntati da chissà quale fogna,si sono materializzati,individuato l’obiettivo,si sono avvicinati,S. senza farsi intimorire,si è avvicinato anch’esso senza accorgersi che i 3 fasci avevano già l’arma in pugno…il fendente l’ha colpito in pieno addome! Riteniamo che l’attacco a S. non sia stato casuale,ma cercato e voluto,perchè da anni in prima linea nella lotta antifascista anticapitalista. La matrice e la stategia oramai è ben nota,usare la manovalanza fascista e becera con la copertura dei “soliti noti”x annichilire o comunque cancellare tutti i movimenti di lotta e la loro esperienza quasi quarantennale. Questa è la situazione nella ricca e nazi-leghista Lombardia,lo dimostrano gli attacchi ai singoli quanto ai centri sociali o realtà territoriali avvenuti negli ultimi tempi.


Lucca 29 Maggio 2005
buonanotte ragazzi, sono le 2:13 ma vi scrivo lo stesso per dirvi che putroppo questa sera mia sorella, il suo ragazzo (Mc) ed il fratello del suo ragazzo (Ma) sono stati aggrediti da una persona nel pieno centro di Lucca (via S.Paolino per la conosce, a 100mt dai vigili urbani e spesso “controllata” dalle forze dell’ordine). X fortuna i ragazzi (che hanno:El.18anni, Mi.19 e Ma.16anni) si trovavano proprio ad un passo da casa di Mi. e si sono potuti rifugiare correndo nella sua loggia, ma sn stati aggrediti da un individuo armato di coltello perché Ma. indossava una maglietta della Banda Bassotti, acquistata al concerto di questa sera a Marlia dove (con piacere) ho notato alcune dei militanti con le vostre magliette. Per questo ho pensato di scrivervi questa triste triste notizia….Lucca è un posto che soffre veramente di neofascismo, più di molte altre città e questo ennesimo fatto che mi ha toccato personalmente è solo l’ultimo di una lunga serie….è una cosa tristissima.. Proprio in questo momento mio padre è andato a prendere mia sorella..spero tornino presto se volete avere altre informazioni per riportare la notizia
contattatemi, se mia sorella sarà disposta a parlarne potremo dire ancora una volta che a Lucca si sta male D.
postato sull’e-mail del sito infoantifa@ecn.org
Bergamo 1 Giugno 2005
da L’Eco di Bergamo. Rogo doloso al cinema Alba. Un incendio doloso nella notte ha danneggiato la porta d’ingresso del cinema Alba Blobhouse di via Biava a Bergamo. Le fiamme sono partite dallo zerbino in plastica sul quale è stato probabilmente versato liquido infiammabile: il calore ha danneggiato anche la porta. Il cinema ospita questa sera un incontro del gruppo Bergamo antifascista: l’ipotesi di un legame fra il rogo e questo appuntamento potrebbe essere possibile. Tanto che il sindaco di Bergamo, Roberto Bruni, nel pomeriggio ha rilasciato la seguente dichiarazione. «Condanno questo ennesimo atto di violenza vigliacca ed esprimo la preoccupazione mia e dell’intera amministrazione per episodi di questo tipo che cominciano a essere oramai troppo numerosi per una convivenza pacifica in città. Confido che la magistratura faccia piena luce su queste vicende». Tornando al rogo, il calore ha danneggiato anche la porta, rompendo i vetri e deformando gli infissi. Le fiamme sono state segnalate ai vigili del fuoco intorno alle 2.30 del mattino, e sono state spente. Sul posto sono intervenute per le indagini le pattuglie della Digos della Questura. I danni ammontano a circa 1.500 euro, conteggiando anche il muro annerito dal fumo. I responsabili del cinema hanno confermato che l’incontro in programma questa sera alle 21 si terrà regolarmente: interverranno Valerio Marchi (consulente scientifico del Progetto ultrà della Commissione europea sul razzismo), Saverio Ferrari (ricercatore dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre), AntifaUniPd (gruppo antifascista dell’Università di Padova). Il progetto Torretta.Z (centro sociale Pacì Paciana) presenterà la video-inchiesta Istantanea d’altri tempi (in corsa alla rassegna cinematografica Corto Potere).
Roma 3 Giugno 2005
Stanotte alle h 01:45 un branco di fascisti ha assaltato il Forte Prenestino: un ragazzo è stato gravemente ferito. Giovedi’ 2 giugno, notte inoltrata, al forte sta finendo una festa, iniziativa tranquilla. Alle ore 1.45 un branco di circa venti persone armate di bastoni penetrano nel piazzale antistante al forte urlando “duce” e aggredendo chiunque si trovi nei paraggi. Dopo essersi accaniti su motorini e automezzi parcheggiati entrano nel tunnel principale: cinque minuti di delirio e furia, lanci di bottiglie sassi nel tentativo di fare male. La resistenza opposta dai primi occupanti riusciti a fronteggiarli impedisce il peggio, ma nella colluttazione un ragazzo resta a terra. Una pugnalata gli ha trapassato la gola.
Contesto:
per il 4 giugno Forza Nuova ha dichiarato l’intenzione di manifestare nel quartiere di centocelle: corteo e comizio di Roberto Fiore, con la scusa di contrastare l’invasione degli immigrati e salvaguardare i prodotti italiani. Una provocazione vista la coincidenza con la data in cui ricorre la liberazione di Roma dai nazifascisti. Questo intollerabile oltraggio trova la ferma opposizione di una composita rete antifascista che, appoggiata dal municipio locale, indice una manifestazione “gioiosa e colorata” proprio dove i fascisti avrebbero voluto sfilare. Dopo alcuni giorni di pressione la determinazione degli antifascisti impone alla prefettura di recedere l’autorizzazione del corteo di F.N. che era stata rapidamente concessa. Due giorni prima della “gioiosa manifestazione” che festeggia la scacciata dei nazifascisti, eccoli di nuovo, armi alla mano. Dopo la corsa all’ospedale le condizioni del giovane ferito restano gravi, ma fortunatamente e’ fuori pericolo. Resta in osservazione dopo un primo intervento chirurgico. Questo gesto non ci intimidisce, e rende ancora più solida la nostra intenzione di contrastare con ogni mezzo la scellerata strategia della nuova destra, foraggiata da quella vecchia. Per il momento ci limitiamo a chiamare a raccolta tutte le strutture e tutte le individualità antifasciste cittadine oggi, 3 giugno alle ore 19 all’interno del Forte Prenestino, per stabilire collettivamente una risposta adeguata. Una risposta corale per aprire un percorso che ponga fine a queste provocazioni e impedisca che le ideologie alla radice di questo orrore trovino ancora espressione. Non passeranno, MAI. http://www.forteprenestino.net
Assalto neofascista questa notte al Forte Prenestino, ferito alla gola un redattore di Radio Onda Rossa
Alle ore 01.45 di venerdi 3 giugno ignoti neofascisti hanno dato l’assalto, nel quartiere romano di Centocelle, al Centro Sociale Forte Prenestino. Gli aggressori, una ventina in tutto, armati di bastoni e coltelli, sono penetrati all’interno dell’edificio al grido di “DUCE DUCE”, distruggendo cose e aggredendo le persone che incontravano. Alla fine del raid un redattore di Radio Onda Rossa risultava colpito da una ferita d’arma da taglio alla gola in modo grave, sebbene le sue condizioni non sarebbero più critiche. Bernardo è ora ricoverato presso un nosocomio romano.Nell’esprimere la massima solidarietà ai compagn@ del Forte Prenestino ribadiamo la ferma volontà di contrastare, con ogni mezzo necessario, chi, con la violenza squadrista, vorrebbe mettere a tacere la coscienza antifascista della nostra città. La Radio resta impegnata nel realizzare, a partire dalle prossime ore, ogni forma di denuncia di chi ha voluto rispondere, con questo atto, alle mobilitazioni tese a impedire, nell’anniversario della liberazione della città di Roma, agli aderenti a Forza Nuova di reiterare la loro propaganda neofascista e razzista nel quartiere romano di Centocelle. Abbiamo più volte denunciato dai microfoni della radio, in queste ultime settimane, l’escalation di provocazioni e violenze neofasciste: dal tentativo di incendio dell’abitazione di un compagno di Primavalle, alla bomba al centro sociale Astra, alle aggressioni nel quartiere del Pigneto. Facciamo, oggi, appello a tutte le forze antifasciste a mobilitarsi, nelle prossime ore, per dar vita, nella giornata di sabato, a una prima risposta di massa in piazza. A Bernardo giovane generoso e coraggioso, naturalmente, va tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto. La redazione di Radio Onda Rossa
Palermo 3 Giugno 2005
Da una testimonianza raccolta da Radio Onda Rossa, siamo venuti a conoscenza di un altro raid fascista:una ventina di persone, pare appartenenti all’area Forzanovista, si sono scagliate con le “solite” tecniche contro un extracomunitario solo!
L’intervistato racconta che dopo essere stato riempito di calci e colpi senza pieta’, è stato salvato dall’intervento di un gestore di locale pubblico che l’ha tirato dentro sottraendolo all’aggressione. Il fatto è accaduto in una via centrale di Palermo, via Candelai, e pare molto strano che nessun agente si trovasse in quei paraggi per tutto il tempo in cui questi loschi personaggi han potuto girare tranquillamente minacciando le persone presenti e tirando sedie e tavolini del bar, armati di mazze.
Conclude l’intervistato dicendo che la durata dell’aggressione e la presenza del gruppo organizzato per la violenza razzista al primo malcapitato è preoccupante ma, a nostro avviso, lo è ancor di più l’assoluta libertà con cui essi hanno agito, che – ancora una volta – ci induce a pensare a coperture eccellenti.
Venerdì notte a Palermo in Via Candelai, una viuzza del centro
storico dove coesistono abitazioni invivibili per migliaia di extra-comunitari insieme a pub e locali vari frequentati dai giovani palermitani, un gruppo di una ventina di “teste rasate” ha accerchiato due giovani, un nigeriano di 16 anni ed un amico palermitano di 19. Li hanno prima insultati, con particolare riferimento al colore della pelle del primo, e poi picchiati con pugni e bastoni, lasciandolo doloranti a terra; i due ragazzi portati al pronto soccorso sono stati medicati (con una prognosi di 7-8 giorni) e pare non abbiano subito grossi danni fisici. La notizia è riportata nella cronaca di Palermo del Giornale di Sicilia di oggi, domenica 5 Giugno.
dal giornale di sicilia
Un pestaggio da sapore razzista, una notte da incubo per un ragazzo nigeriano e un suo amico palermitano aggrediti nella strada della movida da un gruppo di teste rasate. << Sono stati i naziskin a picchiarci>>, hanno raccontato ai poliziotti giunti in loro soccorso dopo la violenta aggressione in via Candelai, la via del centro storico piena di locali notturni dove ogni sera si radunano centinaia di ragazzi. Un racconto sul quale sono in corso accertamenti, visto il pesante profilo sociale della vicenda, in una città che, comunque e’ stata sempre molto tollerante e in cui i casi di razzismo sono piu’ che rari. Gli agenti vogliono vederci chiaroe individuare gli autori del raid, che potrebbero far parte di un gruppo di estrema destra (ma va’? ndc), comprendere a fondo i motivi del pestaggio. In base alla prima ricostruzione dei fatti compiuta dagli agenti, B.S. di 16 anni, africano residente in citta’, e G.M. di 19, venerdi’ sera hanno raggiunto via Candelai per trascorrere una serata all’insegna dell’allegria. Intorno all’una, pero’, qualcosa non e’ andato giusto. Stando alle dichiarazione dei due, poi finiti all’ospedale per essere medicati (hanno prognosi di 7 e 8 giorni), seulla scena sono comparsi una ventina di giovani, alcuni dei quali armati di bastoni, che li hanno accerchiati. Il gruppo di balordi, forse esaltato da un’abbondante bevuta di alcool, ha prima offeso il giovane nigeriano, lanciando pesanti apprezzamenti sul colore della sua pelle, poi e’ passato alle vie di fatto, colpendo il minorenne e il suo amico con calci, pugni e colpi di bastone. Un pestaggio in piena regola al quale i due sono riusciti a sottrarsi: a nulla sono valsi i tentativi di indurre il branco alla ragione. Nè pare esserci stato qualcuno tra i tanti avventori dei locali che ha mosso un dito per mettere in salco i giovani. Messo a segno il raid, gli aggressori si sono dati alla fuga lasciando i ragazzi per terra feriti e doloranti. Solo dopo qualcuno ha lanciato l’allarme alla centrale operativa della questura, che sul posto ha inviato un paio di volanti. I due giovani hanno subito detto di essere stati accerchiati dai naziskin, di essere stati pesantemente offesi con frasi razziste da un gruppo di teste rasate (esaltati che si ispirano alla ideologia hitleriana). Poi sono stati accompagnatia pronto soccorso per essere medicati. Il ragazzo di colore, tra l’altro ha detto, che uno dei giovani lo aveva gia’ pesantemente offeso per strada alcuni giorni prima e che, venerdi’ sera, spalleggiato dai suoi amici ha architettato il pestaggio. Gli investigatori si sono subito messi al lavoro per ricostruire le varie fasi della movimentata notte in via dei Candelai, hanno chiesto ai due feriti una descrizione dei componenti del gruppo di aggressori nel tentativo di individuarli. Non e’ escluso che nelle prossime ore vengano di nuovo ascoltati. Gia’ ieri mattina i poliziotti hanno inviato le indagini negli ambienti giovanili per dare un volto agli autori del pestaggio. Un appello viene rivolto agli eventuali testimoni: <>, dicono in questura, auspicando, ancora una volta, la collaborazione dei cittadini per fare luce su un caso di cronaca nera (sic!).

Lucca 3 Giugno 2005
da http://www.nonsololucca.splinder.com/
Lucca, venerdì sera, circa mezzanotte. Preso a pugni in mezzo a via del Gonfalone, fuori dai locali, davanti a tanti giovani impauriti, inermi e fermi a guardare. L’ennesimo episodio di violenza della nostra città lo racconta Paolo Gaddini, venticinquenne studente universitario e “colpevole” di lavorare in una comunità di accoglienza di minori immigrati e di “essere di sinistra”. Lo racconta serenamente, ma con la convinzione di chi vuole che questa ennesima violenza diventi veramente l’ultima. Gaddini accusa un coetaneo che verrà subito denunciato e querelato dalla vittima. “Era circa mezzanotte – dice – quando mi sono visto arrivare di fronte minacciosamente l’altro giovane, persona da me conosciuta, che mi ha detto che doveva fare due chiacchere. La mia colpa sarebbe stata quella di essermi schierato apertamente contro i picchiatori di Edoardo Seghi, il giovane dell’Asa pestato il giorno di ferragosto dello scorso anno, e contro gli assaltatori della libreria Baroni, la cui vetrina venne devastata e riempita di scritte omofobe per aver ospitato dibattiti sulla cultura omosessuale”. Fatti che hanno fatto discutere e che hanno mobilitato migliaia di persone in manifestazioni di protesta. “Ha iniziato a parlare – racconta Gaddini – e dopo poco ad offendermi mostrandomi ripetutamente nella tasca destra un lungo coltello che portava con sé. Io, conoscendo già il giovane, ho replicato cercando di parlare di rispetto e di spiegargli che il metodo giusto per il confronto fra le persone è quello del dialogo. Mentre un mio amico mi invitata ad andarmene, che tanto questo tizio non sentiva ragioni, mi ha scagliato due pugni all’altezza dello zigomo e nella mandibola. Sono caduto a terra e non ricordo nulla dei trenta secondo successivi. Mi sono trovato appoggiato ad una automobile coperto dal sangue che mi usciva dalla bocca. Intorno c’erano decine di ragazzi e ragazze, ma nessuno si è preoccupato di venire a vedere come stavo. Ho avvertito il clima di omertà e di connivenza nei confronti di questi picchiatori. Mi sono alzato ed ho raggiunto alcuni amici alla vicina fontana del Gonfalone che mi hanno soccorso. Dopo essermi confrontato con loro, verso le tre sono andato all’ospedale dove mi hanno riscontrato un trauma cranico facciale che, senza complicazioni, guarirà in sette giorni”. Per fortuna la radiografia ha escluso frattura ma ancora una volta qualcuno ha rischiato il peggio. Gaddini non fa parte di alcun gruppo di sinistra ma non nasconde le proprie idee, dicendo a chiare lettere che altri giovani subiscono spessissimo lo stesso trattamento senza denunciarlo. “Dopo i polveroni che le violenze dei giovani di estrema destra hanno alzato – dice – niente sembra essere risolto. Pestaggi di questo genere accadono ogni settimana. chi subisce queste violenze, e spessissimo sono immigrati, deve trovare la forza di denunciarli. Lo voglio dire a tutta Lucca: vorrei che nella mia città le persone potessero avere la possibilità di andare in giro tranquille senza paura di avere un’opinione politica o il colore della pelle diversi. Mi piacerebbe che le persone imparassero a dialogare. Io non ho reagito né ho pensato in nessun momento che la violenza potesse risolvere la situazione. A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente che le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente, rispondere con la violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani. Quello che più mi colpisce – dice ancora Gaddini – è che insieme a questi “picchiatori di professione” ci siano ragazzini adolescenti che li seguono ed imitano sognando un giorno di diventare come loro. Questo è sbagliato e dannoso e io mi appello ai loro genitori: controllateli, fategli capire che sbagliano ad andare in giro con gente che fa della minaccia e della violenza le uniche ideologie”.
Aggredito e picchiato in centro a Lucca, venerdì sera, perchè “amico degli immigrati” e di sinistra. Comunicato de L’Altro Volto – Lucca Gay Lesbica sull’accaduto L’ALTRO VOLTO LUCCA GAY LESBICA
http://www.altrovolto.itinfo@altrovolto.it
Ancora un altro episodio di violenza a Lucca, l’ennesimo di una catena che sembra non spezzarsi mai. Iper nota la matrice politica, iper noti (e sempre gli stessi) i motivi: colpire i “diversi”, per orientamento sessuale, idee politiche (di sinistra), colore della pelle. Il ragazzo che è stato aggredito venerdì sera, è stato punito perchè “amico degli immigrati” e perchè aveva osato condannare l’assalto alla libreria Baroni (dove si era svolta una nostra iniziativa) e il pestaggio, l’anno scorso, di un attivista di sinistra. Violenza gratuita che dilaga, e che proviene, come abbiamo più volte denunciato insieme ad altri, da individui e gruppi legati a formazioni di estrema destra. Sgomenta dover commentare un episodio assolutamente identico a molti altri verificatisi in città nel recente passato, e come in quei casi, si deve registrare l’indifferenza e la passività dei numerosi presenti di fronte all’aggressione. Tutto questo è la riprova del clima di paura (“sotterraneo” ma “palpabile”) che si registra a Lucca; una realtà fatta di piccole e grandi violenze (fisiche e psicologiche) e di intimidazioni. Clima che si è creato anche grazie alla totale indifferenza di certe istituzioni. Troppo facile cercare la scorciatoia della repressione, piazzando telecamere a circuito chiuso per tutta la città: si fa un’operazione di immagine per nascondere il vuoto politico che c’è dietro (zero politiche sociali, nel senso più ampio del termine). Vogliamo fare solo alcuni esempi: dopo i fatti della Baroni, l’unico intervento che il Comune si è sentito in dovere di adottare per prevenire l’omofobia e il razzismo, è stato il posizionare alcuni mega cartelloni con la scritta “Lucca dice no all’intolleranza”, in alcune zone della città. Punto. Certamente, poi, non si contribuisce a creare un clima di dialogo e di reciproco rispetto se un rappresentante del Comune di Lucca, di fronte alla notizia che nella zona di Capannori, prescelta per un concerto da alcuni gruppi giovanili, sono comparse svastiche e scritte inneggianti al nazismo e al fascismo, non trova di meglio che polemizzare con gli organizzatori per le loro idee politiche. A Paolo Gaddini, il giovane aggredito, va tutta la nostra solidarietàè e il nostro affetto. Ci congratuliamo con lui anche per le parole intelligenti e sensate che ha usato (nonostante – immaginiamo – sia molto provato da questa esperienza), per commentare quanto gli è accaduto, cercando di indicare una via d’uscita: “A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente; rispondere con la violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani”. Facciamo nostre le parole di Paolo. Da sempre la nostra azione si sipira a questi valori. Il direttivo de “L’Altro Volto – Lucca Gay Lesbica”
Roma 5 Giugno 2005
Picchiato con bastoni un ragazzo che usciva dal Forte Prenestino la notte tra il 4 e il 5 giugno. Erano in tre, di cui uno a volto coperto. Hanno preso di mira un ragazzo che tornava a casa, appena uscito dal centro sociale, intorno all’una e mezza di notte. Un quarto individuo è uscito da una macchina, all’altezza di piazza dei Gerani. dal Messaggero di Lunedì 6 Giugno 2005
Coppia assalita all’uscita del centro sociale da quattro uomini incappucciati: ventiquattrenne ricoverato
«Quattro sconosciuti mi hanno preso a bastonate, non li ho visti in faccia, ricordo solo che sono scesi da una Fiat Punto. E’ tutto quello che per ora ha raccontato ai carabinieri lo studente di 24 anni aggredito sabato notte in via dei Gerani, a Centocelle, poco lontano dal centro sociale Forte Prenestino. L’aggressione è avvenuto intorno alle due, lo studente era in compagnia di un’amica, quando la Fiat Punto li ha affiancati, dall’auto sono scesi quattro uomini con il volto coperto che hanno circondato il giovane e lo hanno bastonato. I picchiatori non si sono nemmeno avvicinati alla ragazza. Il giovane è stato accompagnato all’ospedale “Figlie di San Camillo” dove è stato medicato per diverse contusioni. La prognosi è di sette giorni. Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia Casilina. Tre giorni fa un altro ragazzo, secondo quanto denunciato dai giovani del centro sociale, era rimasto ferito al volto e a un braccio in seguito ad una aggressione, un raid di una ventina di giovani armati di mazze e bastoni. Il ragazzo era stato ricoverato con una prognosi di sette giorni all’ospedale ”Figlie di San Camillo”.
C’è qualche legame tra le due aggressioni? Per ora i carabinieri che indagano sugli episodi non hanno avuto dai testimoni informazioni che possano essere utili alle indagini. Ieri pomeriggio, qualche ora prima dell’aggressione allo studente, i giovani dei centri sociali avevano manifestato a Centocelle, in piazza San Felice da Cantalice, contro il raid nella sede di Forte Prenestino. Un’altra manifestazione nella stessa zona era stata programmata dai leader di Forza Nuova. Ma per motivi di sicurezza la Questura non ha autorizzato la manifestazione di Forza Nuova.
Forlì 1 Giugno 2005
Se la sono vista brutta due giovani residenti a Forlì, originari di Livorno e di Lecce: C.M. e B.N. I due, di 28 e 27 anni, la notte del primo giugno, hanno subito un’aggressione in piena regola da parte di un naziskin: “grande quanto un armadio” che li ha presi a sberle, inseguendo uno dei due. I motivi dell’aggressione, avvenuta attorno all’una di notte, sembrano casuali, ma non meno gravi. I due ragazzi, erano entrati in un bar di viale Roma per prendere una birra ed un caffè. Il ragazzo nato a Livorno, vissuto per anni a Modena, ricostruisce così l’episodio: “Entrati in questo bar, mentre parlavo con il mio amico, sono stato subito apostrofato: ‘modenese di merda, cosa ci stai a fare a Forlì’...io non ho dato corda, poi il coro dei quattro, cinque esagitati vestiti con magliette con croci runiche e aquile imperiali ha ripreso, ma tutto è precipitato quando ho detto che ero nato a Livorno e allora giù a dirmi: “Bene anche comunista sei e allora vattene subito da Forlì”, stessa scena contro l’amico leccese…ma questa volta non accusato di comunismo …ma sgradito per territorialità. “Ad un certo punto – continua il 27enne – è arrivato un ragazzo, di circa 30 anni, un vero armadio che ha cominciato a urlare e rilasciarci sberle a destra e a manca… appena fuori dal locale…sono scappato. Il mio amico a sua volta è stato aggredito e picchiato”. Al termine dell’episodio i due picchiati sono stati refertati all’ospedale con prognosi di sette e di dieci giorni. La denuncia, per il grave episodio d’intolleranza, è stata inoltrata ai Carabinieri. fonte (corriereromagna.it del 06/06/2005)
Torino 12 Giugno 2005
Questa mattina verso le cinque, sono arrivate tre macchine di fasci. Ci sono stati 2 accoltellamenti a danno di compagni, fortunatamente fuori pericolo. Uno di loro sembra essere stato operato. Queste sono notizie frammentarie, aspettiamo notizie di prima mano.
COMUNICATO
Torino, 12 Giugno 2005 Ore 5 circa del mattino. Una occupante del Barocchio Squat allarmata da forti rumori provenienti dall’esterno sveglia gli altri. Lo scenario che si presenta al primo che accorre e’ quello di 4 auto con una dozzina di persone armate. Da subito lo aggrediscono insieme ad un altro occupante ferendoli con numerose coltellate e colpi di bastone. Durante l’aggressione riescono ad entrare nel cortile e tentano di sfondare la porta di casa; cosa che non gli riesce. A quel punto dal tetto piovono bottiglie e tegole. Il gruppo si allontana precipitosamente ad eccezione di due individui particolarmente
sovreccitati. Questa e’ la piu’ grave aggressione subita dopo innumerevoli altre degli ultimi mesi. Questa volta pero’ non sono stati danneggiati vigliaccamente degli oggetti, ma c’erano alcuni personaggi che col coltello miravano alla pancia. Un salto di qualita’ nelle aggressioni fasciste a Torino. Si organizzano in tanti cercando di emulare le squadracce. Dino ha tre ferite, di cui una all’avambraccio che ha reciso un’arteria. Massimo ne ha tre di cui una profonda a pochi millimetri dall’occhio, una al torace e infine la perforazione del diaframma ha sfiorato l’intestino, operato d’urgenza lui e’ ancora all’ospedale. Perche’ attaccare il Barocchio? Campagna, poco traffico, buio, insomma l’ideale per dei vigliacchi, ma cio’ puo’ capitare a chiunque come gia’ accaduto ad altre case o realta’ torinesi. Cosi’ lo squadrismo sembra riprendere fiato. I mandanti sono da cercarsi in tutto l’apparato istituzionale, dalla sinistra forcaiola che solo due giorni fa, per bocca del deputato DS Nigra, invocava l’esercito per sgomberare gli squatter all’Arsenale Occupato, alla destra, attraverso fenomeni come Agostino Ghiglia, ex picchiatore fascista, organizzatore di concerti naziskin e di marcette contro le occupazioni.
Varese 14 giugno 2006
La Polizia ha arrestato due fascisti, tifosi del varese, di 39 e 32 anni e ne ha denunciati altri due per l’ aggressione avvenuta ieri sera, in centro a Varese, contro un cittadino albanese, che è stato duramente picchiato con pugni, calci e bastoni. Un ispettore della Questura, intervenuto per far cessare il pestaggio, è rimasto lievemente ferito. L’aggressione xenofoba è avvenuta durante una manifestazione di circa 100-150 persone, appartenenti ai gruppi della tifoseria di estrema destra; la manifestazione è stata organizzata dopo l’uccisione in una rissa di un loro amico, anch’egli tifoso di destra, per mano di un coetaneo albanese. Le accuse nei loro confronti sono di lesioni aggravate dall’ uso di armi improprie e da motivi di discriminazione razziale. Sentiamo l’aggiornamento da Varese sugli arresti e sulla presenza fascista in città e provincia di Oscar Bellosi segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Varese.

antefatti: E’ alta la tensione a Besano, in provincia di Varese , dove è stato ucciso l’altra notte a pugnalate il giovane barista Claudio Meggiorin: lunedì pomeriggio, qualcuno ha mandato in frantumi la vetrina della pizzeria che si trova vicino al bar in cui lavorava la vittima e che è gestita da una coppia di albanesi. Non un caso, secondo gli investigatori, visto che per l’omicidio del 23enne sono in carcere due albanesi di 21 e 17 anni. In seguito la Polizia ha arrestato due persone di 39 e 32 anni e ne ha denunciate altre due per l’ aggressione, episodio nel quale è rimasto ferito anche un ispettore della Questura, appena intervenuto. Fra loro ci sono i tre che già erano stati fermati nella notte e condotti in questura. Le accuse nei loro confronti sono di lesioni aggravate dall’ uso di armi improprie e da motivi di discriminazione razziale. Gli arrestati sono due personaggi noti alle forze dell’ ordine, con diversi precedenti, appartenenti alla frangia più estrema del tifo allo stadio. Anche Claudio Meggiorin aveva un passato nella curva. Oscar Bellosi presidente del circolo di rifondazione comunista di Varese.
da Il Resto del Carlino del 14/06/2005 Varese, 13 giugno 2005 – Alcune decine di amici di Claudio Meggiorin, il giovane barista ucciso l’altra notte a Besano hanno dato vita ad un corteo nel centro di Varese urlando slogan contro gli albanesi . Una manifestazione organizzata dagli «ultras» della squadra di calcio varesina a cui apparteneva il giovane assassinato. Lungo il corteo, partito dal Palazzo di Giustizia e diretto verso la stazione, abituale ritrovo degli extracomunitari, ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbe stata una rissa tra una frangia del corteo degli ultras e un gruppo di albanesi con un giovane extracomunitario ferito. Ferito anche un agente delle forze dell’ordine intervenute per far cessare gli incidenti. Entrambi i feriti sono ricoverati all’ospedale di Varese in condizioni non gravi. L’aggressione è costata il fermo a tre giovani. I manifestanti hanno quindi raggiunto il carcere dove sono detenuti i due albanesi fermati per l’omicidio del barista e hanno tenuto un presidio sotto il controllo degli agenti.. Nel pomeriggio a Besano, la cittadina dove è avvenuto il delitto, è stata infranta la vetrina di una pizzeria gestita da un Albanese. Un episodio di intolleranza sul quale sta indagando la Polizia. Sempre a Varese, nel tardo pomeriggio, la Lega Nord ha organizzato una fiaccolata con destinazione Palazzo di Giustizia, alla quale hanno preso parte tra gli altri il ministro del Welfare Roberto Maroni, il presidente della Commissione Bilancio della Camera e segretario della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti, il presidente del Consiglioregionale lombardo, Attilio Fontana e il padre del ragazzo ucciso, Giampaolo Meggiorin. ‘TOLLERANZA ZERO’ «È il momento della severità e della tolleranza zero», ha commentato Roberto Maroni. «Se la legge Bossi Fini venisse applicata rigorosamente, episodi sciagurati come quello dell’altra sera non ci sarebbero o sarebbero di gran lunga inferiori», ha aggiunto il Ministro del Welfare. ‘AGIRE CON SEVERITA’ “Adesso bisogna agire con severità ”. È il Ministro della Giustizia Claudio Castelli a dirlo a poco più di 24 ore dall’arresto di Vladimir Mnela, il ventunenne albanese che sabato sera ha ucciso a colpi di pugnale Claudio Meggiorin. Questa mattina a Radio Padania, Castelli ha cercato di stemperare il desiderio di giustizia fai da te espresso da alcuni ascoltatori ma al contempo, chiede una sentenza inflessibile.
“Il lato positivo nella vicenda del giovane barista ucciso nel Varesotto – afferma il Ministro – è che i presunti assassini sono stati assicurati alla giustizia. Certo, la prima reazione viscerale di tutti è dire ‘basta, adesso mi faccio giustizia d solo’. Questo è umano, lo capisco perfettamente, però poi bisogna fare un bel respiro e ragionare, perché in uno Stato di diritto bisogna seguire le regole, guai a metterle da parte!”.
Da Il Manifesto del 14/6
Rappresaglia dopo l’omicidio di Besano. Pestati immigrato e poliziotto. Ministri leghisti scatenati. Parole durissime contro gli stranieri anche dalla Lega. Castelli monta il caso, Maroni guida la fiaccolata a pochi passi dal corteo punitivo dei fascisti. Un linciaggio. Quindici naziskin si sono dati alla caccia all’albanese in pieno centro a Varese. Ne hanno circondato uno e lo hanno pestato. Per cercare di fermarli è intervenuto un polizziotto in borghese finito anche lui in ospedale. Il ragazzo e l’agente fortunatamente non hanno riportato gravi lesioni. E’ finita così una giornata di forte tensione nel varesotto dopo che sabato scorso un giovane albanese ha accoltellato e ucciso il proprietario di un bar in una rissa scoppiata per futili motivi a Besano, piccolo paese a pochi chilometri dalla Svizzera . Che ieri il clima non fosse buono si era capito subito. Nel pomeriggio proprio a Besano erano stati tirati sassi contro le vetrine di una pizzeria gestita da una coppia di albanesi. Poi, una fiaccolata leghista a Varese, qualche decina di persone e il ministro Maroni, e per finire un corteo di ultrà fascisti da cui si è in seguito staccato il gruppetto di assallitori Il barista ucciso, Claudio Meggiorin, 23 anni, gestiva il locale con la fidanzata, era un tifoso del Varese, in passato era stato un ultrà di estrema destra del gruppo Blood&Honour. Il padre è un conosciuto militante leghista. Quanto basta per trasformare una rissa da bar finita male, nell’ennesimo caso di cronaca nera da spendere nella crociata contro gli stranieri. Ieri sera, a Varese, durissime le parole del ministro del Welfare: «Un balordo straniero e clandestino viene qui a uccidere e siamo noi che dovremmo abbassare i toni…». Ma quando mai…L’occasione è troppo ghiotta per non sollevare l’ennesimo polverone razzista. Già ieri mattina era tornato a buttare benzina sul fuoco il ministro della giustizia Castelli, che fin da subito si era gettato a testa bassa sul caso di Besano. «Bisogna agire con severità – ha ripetuto come se fosse il pm durante l’arringa dai microfoni di Radio Padania – una volta accertata la colpevolezza, bisogna condannare con pene esemplari. Non si capisce perché l’Italia debba diventare un Far West». E poi la solita inqualificabile minaccia. «La prima reazione viscerale è dire basta – ha continuato il ministro – facciamoci giustizia da soli. Poi si ragiona e in uno Stato di diritto non è possibile non seguire le regole». Fedeli alla linea sono scesi in campo anche gli esponenti leghisti locali, dal sindaco di Varese Aldo Fumagalli che ha invocato «un giro di vite» contro i clandestini, al figlio maggiorenne di Bossi che ha reso visita ai parenti del giovane ucciso. La Lega ha continuato a marciarci sopra con l’immancabile stanca fiaccolata «per dire basta alla violenza incontrollata e gratuita degli immigrati irregolari». Davanti a tutti l’illustre cittadino varesino, Bobo Maroni: «Condivido le parole del ministro Castelli, è il momento della tolleranza zero». Il questore di Varese, Giovanni Selmin, che da lì a poco avrà ben altri problemi di ordine pubblico, dice signorsì: «La clandestinità occupa gran parte dell’attività della questura». Per non essere da meno, persino i Ds varesotti hanno chiesto «sicurezza». Dulcis in fundo hanno sfilato gli amici di Claudio, un gruppo di tifosi, saluto romano, teste rasate e coretti di rito: «Albanesi tutti appesi». Tanto rumore certo non poteva che esasperare gli animi con il rischio che davvero alla fine qualcuno trovasse il pretesto per «farsi giustizia da sé». Proprio dal corteo dei naziskin si è staccato il gruppo dei picchiatori alla ricerca della preda ed è avviene il pestaggio del ragazzo albanese. A questo punto sembra del tutto persa la misura di ciò che è effettivamente successo sabato notte. Nel paesino di 2000 anime (50 stranieri: 8 albanesi), Fatjon, 17 anni, da due anni residente a Besano, ha preso la macchina della madre e ha portato in giro Vladimir Mnela, 21 anni, da quattro giorni in Italia. A Besano c’è una sola strada che passa davanti alla chiesa e all’oratorio dove sabato c’era una festa. Dall’altra parte della via c’è il bar di Claudio. Qualche ragazzo in piazza ha insultato i due che continuavano a sgommare. Loro si sono fermati, sono scesi dall’auto ed è scoppiata la rissa. Claudio avrebbe cercato di fermarli ma è stato colpito da due coltellate all’addome che lo hanno ucciso. I due albanesi, subito arrestati dai carabinieri. La madre di Fatjon ieri, intervistata da una tv locale, piangendo ha chiesto scusa ai genitori di Claudio e a tutto il paese.
Besano, paura tra gli immigrati
Dopo il raid dei naziskin ieri due arresti. Appello del prefetto. Ma Pisanu attacca: i clandestini sono una minaccia. «Chiuso per motivi familiari». Pioggia, fiori, tricolori. Pochi passanti scappano veloci. Le auto dei carabinieri continuano a fare la ronda nell’unica strada che attraversa Besano. Due soli locali. Chiusi. Il Bar Lory, dove sabato scorso Vladimir Mnela, 21 anni, albanese, da quattro giorni in Italia, ha accoltellato Claudio Meggiorin; di fianco, la pizzeria gestita da albanesi, sedie per terra e un asse di legno davanti alla vetrina presa a sassate. Sono stati certi amici di Claudio, gli ultrà di estrema destra Blood&Honour. Una reazione razzista. Quasi invocata. Del resto a poco servono le scontate dichiarazioni del prefetto di Varese Alfono Pironti che invita a non fare «facili equazioni fra immigrazione e criminalità», quando proprio il ministro dell’interno Pisanu si fa portavoce della considerazione, infondata, che più di ogni altra mette in moto razzisti di ogni specie. «L’immigrazione – soffia sul fuoco Pisanu – rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza e l’ordine pubblico. La vicenda di Varese deve far riflettere coloro che nelle istituzioni e nelle piazze si oppongono a qualsiasi forma di contrasto anche solo di controllo dell’immigrazione clandestina. Assecondare questa tendenza significa esporre le comunità locali a rischi crescenti di illegalita creando le premesse per manifestazioni di intolleranza, razzismo e xenofobia». E se Pisanu si riferisce alla sua personalissma battaglia in favore dei Cpt, dimentica di dire che non è quello il luogo deputato ad accogliere un «clandestino» che uccide. Se questo è il livello – anche mettendo fra parentesi due tipi come Castelli e Maroni – non ci si può stupire di ciò che è successo lunedì. Un corteo non proprio improvvisato. Un ragazzo albanese assalito mentre aspettava l’autobus. Nel parapiglia ci ha rimesso anche un poliziotto. I due malcapitati hanno riportato traumi alla testa e al torace, se la caveranno in sette giorni. Poche ore dopo l’aggressione i carabinieri hanno arrestato due neonazisti. Giuseppe Fittipaldi, 39 anni, picchiatore da stadio, e Francesco De Napoli, 32 anni: sono stati presi mentre brindavano in un bar. Altri due sono stati denunciati. «Stiamo ancora procedendo ad alcuni fermi», ha assicurato il questore di Varese, Giovanni Selmin. In piazza a Besano, fortunatamente, sono scesi in piazza anche il padre e la madre di Claudio Meggiorin. «Chiedo che questi ragazzi – ha detto la mamma – non facciano apparire mio figlio nella maniera sbagliata. Loro, nel nome di mio figlio, devono fare i bravi, devono far fare il corso alla giustizia». I cittadini di Besano leggono dei tafferugli di Varese sul giornale, ma hanno ancora davanti agli occhi ciò che è successo in paese. Nell’unico bar rimasto aperto tre ragazzi parlano dell’amico morto, ma non hanno in testa «la politica», pensano alla famiglia. Tutti, compreso il sindaco Arnaldo Colombo, assicurano che a rompere la vetrina della pizzeria è stata «gente di fuori». E’ sempre così. La firma, probabilmente, sta scritta sul muro davanti alla chiesa dove giovedì verrà celebrato il funerale: Ultrà Varese B&H 1998, odio il Como. «Spero che non facciano di tutta l’erba un fascio – dice un marocchino che abita sopra il bar di Claudio – qui è sempre stato tranquillo. Ma questa è una brutta storia, ho un po’ paura». E’ terrorizzata Tea, madre di Fetjon, il minorenne albanese di Besano che sabato scorso era con Vladimir Mnela. «Non tornerò mai più a Besano – fa sapere la donna che vive nascosta – non potrò mai sostenere lo sguardo delle persone. Ho chiesto scusa e lo faccio ancora. Ma cosa posso fare? Se mio figlio ha sbagliato deve pagare, ma voglio continuare la mia vita. Chiedo protezione. Perchè gli altri miei figli devono tremare di paura? Questo razzismo è sbagliato. A Lecce un ragazzo ha ucciso un coetaneo e non è successo niente. E allora chiedo: un delitto tra italiani va bene, mentre uno tra albanesi e italiani è diverso?». Per capire perché siano diversi, basta ascoltare un anziano siciliano, immigrato a Besano chissà quanti anni fa: «Gli albanesi sono tutti bastardi – sbotta mentre passeggia con la moglie, che ha l’aria di volere dire di peggio – sono una razza maledetta». E certo nel varesotto ci vuole poco per farsi sputare in faccia razzismo a buon mercato. Nel centro di Varese, dove i naziskin hanno pestato il ragazzo albanese, i commercianti non si fanno pregare e attaccano il loro ritornello preferito. «Sti albanesi sono qui che ciondolano senza far niente – dice una signora dall’aria mite – domenica mi hanno rubato la macchina, chi vuoi che sia stato? I marocchini poi…a uno gli abbiamo fatto credito, e chi l’ha più visto…». Anni di anatemi leghisti hanno lasciato un segno profondo. E molta confusione. Ieri i ministri Castelli e Maroni non hanno speso una parola per stigmatizzare le violenze dei naziskin che a Varese li hanno superati, di poco, a destra passando dalle parole ai fatti. Ha parlato invece dal carcere Vladimir Mnela: «Vorrei chiedere perdono alla famiglia di Claudio, non volevo ucciderlo. Mi hanno offeso e ho avuto come una improvvisa ira, solo dopo ho capito di averlo ucciso».
La resistibile ascesa e le connivenze politiche del gruppo ultrà nazista che ha scatenato la caccia allo straniero per vendicare l’amico Claudio. Blood&Honour, sangue e onore. Tanto per gradire si tratta di un motto delle SS. Il gruppo ultrà di estrema destra del Varese Calcio però l’ha solo copiato da una vasta rete Blood&Honour che nacque in Inghilterra a fine anni Ottanta e che ora vanta camerati in mezzo mondo, dagli Usa alla Svezia, dal Cile alla Slovenia. Chi sono? Neonazisti. Basta dare un’occhiata ai loro siti, pieni zeppi di svastiche e incitazioni razziste e antisemite. Tutto è nato a Londra tra i gruppi di musica dura «against comunism» e del White Noise Club. Nel 1985 il leader della band Skrewdriver, tale Ian Stuart, usò il motto delle SS per titolare una canzone, i fan della band cominciarono a farsi chiamare Blood&Honour. A Varese l’epidemia è arrivata nel 1998 tra una domenica allo stadio Ossola e un sabato ai concerti di band neonazi. In pochi anni il gruppo ha preso il controllo della curva. Nel 2001 costrinsero allo scioglimento il gruppo storico dei Boys. Come? Prima di una partita le due bande si diedero appuntamento nel piazzale davanti allo stadio per una resa dei conti a colpi di bastoni e catene. Il gruppo «si era guadagnato» così una posizione nella miriade di sigle nere e razziste che imperversano in provincia di Varese. Uno spazio difficile da difendere vista la forte concorrenza. A Varese, infatti, la destra estrema agisce quasi indisturbata. Già prima del 2000 si contano diversi episodi preoccupanti. Svastiche sui muri, scritte razziste, attacchi ad attivisti del Prc e a sedi della Cgil, aggressioni a stranieri. Un gruppo con la faccia dipinta col tricolore aggredì un tunisino in stazione e poco dopo a Gallarate – quando la Cgil organizzò una manifestazione per ricordare Ion Cazacu, il rumeno bruciato dal suo datore di lavoro – si presentarono i militanti di Forza nuova con le catene in mano; nella primavera del 1999 una trentina di estremisti salì sul palco di un concerto a Castellanza e sfasciò tutto. E’ in questo clima che i Blood&Honour cominciarono a girare per il centro della città di Roberto Maroni. Non c’è nessuno a Varese che non sappia benissimo chi sono, nomi e cognomi, piccoli screzi e stupide intimidazioni sono faccende di tutti i giorni. Interrotte ogni tanto da episodi più gravi, ancora aggressioni all’Anpi, minacce e lettere intimidatorie al quotidiano locale La prealpina. Anche se a Varese, vista l’abbondanza di soggetti di estrema destra, è sempre difficile puntare il dito contro questo o quel gruppo. Nel maggio 2001 però non ci sono dubbi: due Blood&Honour entrano in un bar e pestano a colpi di crick un cittadino turco dopo una banale lite tra automobilisti usata come pretesto. Nel febbraio 2003, però, un fatto di cronaca spiazza il gruppo neonazi. In una località turistica della Spagna del sud viene ucciso a colpi di coltello Saverio Tibaldi, il fondatore dei Blood&Honour varesini. Vantava una lunga fedina penale, violenze fuori e dentro lo stadio, spaccio e una condanna definitiva per lesioni. La perdita del capo fa sbandare la truppa che perde coesione. Intanto nel 2004 a Varese arriva Forza Nuova, che alla vigilia delle elezioni europee con la Mussolini preferisce tenere un profilo basso e ufficiale: fa banchetti. Il Varese Calcio, sempre nel 2004, va in crisi finanziaria e viene retrocesso in «eccellenza», a mantenere calmi i Blood&Honour probabilmente interviene anche qualcuno dei Giovani Padani e il gruppo sembra accettare la tregua, continuano però a bazzicare indisturbato per le vie del centro senza fare troppi danni. Fino a ieri.


Ai picchiatori i complimenti di TelePadania.
Ma il sindaco di Varese prende le distanze: Lega diversa dagli hooligans Caccia all’albanese, alla tv leghista il fratello di uno degli arrestati. Il conduttore: solo scazzottato un nullafacente, niente di grave VARESE – Stand up in piazza Podestà, ore 14. Davanti alla sede della Lega, sullo sfondo la mostra dei Celti e lo stemma affrescato Virtus et Gloria, il direttore di telePadania , Max Ferrari, intervista Mario Fittipaldi, fratello d’uno degli arrestati per la caccia all’albanese di lunedì. Domanda: «Ieri c’è stata una manifestazione giusta e comprensibile, un po’ muscolare, che è stata molto apprezzata dai cittadini… E’ finita in una scazzottata con uno dei tanti nullafacenti che girano per Varese. Niente di grave. Grave, è che per questo episodio ci siano stati degli arresti. Che ci dici?». Risposta del Fittipaldi, 36 anni, testa rasata e una geografia di cicatrici sulle mani: «Sì, noi speravamo di non incontrare questo albanese. Non doveva passare di lì. Invece è successo. Ma sono stati solo quattro schiaffi, sette giorni di prognosi. Niente, confrontati all’omicidio di Claudio… E’ che di questi albanesi ce n’è in giro molti». Intervistatore: «Sì, troppi». Intervistato: «Il nostro corteo è passato davanti alla Lega Nord, qualcuno ci ha applaudito. Il governo deve darci giustizia. Noi faremmo di più. Ma abbiamo famiglia, non possiamo farci giustizia da soli. Poi, se ci danno l’ergastolo, la famiglia chi la mantiene?...». Intervistatore: «Vi faccio i miei complimenti». Complimenti per la trasmissione. Il giorno dopo i cortei della vendetta, due giorni prima del funerale della rabbia, c’è una Lega di governo che mostra qualche distanza e un’altra, tutta di lotta, che gli albanesi li vorrebbe ancora, e se possibile di più, tutti appesi. Un ministro (Maroni) e i parlamentari della maggioranza lumbarda sono scesi in piazza a reclamare legalità, molto vicini a truci crape pelate e a ultrà del Varese come Vito Lo Russo, noto alla questura per faccende di droga: «La nostra protesta non aveva niente a che fare con quella degli hooligans – precisa adesso il sindaco, Aldo Fumagalli -. La manifestazione forse è uscita un po’ di controllo. Ma le reazioni emotive sono comprensibili. Giovedì, ai funerali, sarà tutto più ordinato. E chi cerca una saldatura fra Lega e ultrà, fa un’operazione disonesta. Le immagini spiegano che le bandiere leghiste stavano in un corteo diverso». E allora perché telePadania si complimenta con gli aggressori dell’albanese? «Non lo so. Ciascuno si assumerà le sue responsabilità». Liaisons dangereuses . Varese è per la Lega di Bossi quel che Avellino fu per la Dc di De Mita. Non solo un forziere di voti al 22%, ma il think tank d’una classe dirigente tutta varesina: da Bossi a Maroni, dalla Giovanna Bianchi del cda Rai al Massimo Ferrario che dirige Raidue, dal Paolo Sassi presidente Inps al Giuseppe Bonomi che pilotava l’Alitalia, senza dire di Gianluigi Paragone (direttore della Padania ), Giancarlo Giorgetti (segretario della Lega lombarda), Max Ferrari, deputati, sindaci… Qui pesca voti il senatore Peruzzotti, quello che voleva prendere le impronte ai piedi degli immigrati. E allora dov’è il confine fra la protesta xenofoba dei lumbard e quella, razzista, dei curvaioli Blood Honour , il gruppo ultrà cui apparteneva l’accoltellato e che lunedì ha trascinato duecento esagitati? Prove tecniche di connessione. Sul sito runico dei tifosi biancorossi, la pagina d’onore dedicata a Meggiorin e a un capocurva ucciso in un’altra rissa du

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terza parte
by antifa Friday, Feb. 24, 2006 at 11:23 AM mail:

Ai picchiatori i complimenti di TelePadania.
Ma il sindaco di Varese prende le distanze: Lega diversa dagli hooligans Caccia all’albanese, alla tv leghista il fratello di uno degli arrestati. Il conduttore: solo scazzottato un nullafacente, niente di grave VARESE – Stand up in piazza Podestà, ore 14. Davanti alla sede della Lega, sullo sfondo la mostra dei Celti e lo stemma affrescato Virtus et Gloria, il direttore di telePadania , Max Ferrari, intervista Mario Fittipaldi, fratello d’uno degli arrestati per la caccia all’albanese di lunedì. Domanda: «Ieri c’è stata una manifestazione giusta e comprensibile, un po’ muscolare, che è stata molto apprezzata dai cittadini… E’ finita in una scazzottata con uno dei tanti nullafacenti che girano per Varese. Niente di grave. Grave, è che per questo episodio ci siano stati degli arresti. Che ci dici?». Risposta del Fittipaldi, 36 anni, testa rasata e una geografia di cicatrici sulle mani: «Sì, noi speravamo di non incontrare questo albanese. Non doveva passare di lì. Invece è successo. Ma sono stati solo quattro schiaffi, sette giorni di prognosi. Niente, confrontati all’omicidio di Claudio… E’ che di questi albanesi ce n’è in giro molti». Intervistatore: «Sì, troppi». Intervistato: «Il nostro corteo è passato davanti alla Lega Nord, qualcuno ci ha applaudito. Il governo deve darci giustizia. Noi faremmo di più. Ma abbiamo famiglia, non possiamo farci giustizia da soli. Poi, se ci danno l’ergastolo, la famiglia chi la mantiene?...». Intervistatore: «Vi faccio i miei complimenti». Complimenti per la trasmissione. Il giorno dopo i cortei della vendetta, due giorni prima del funerale della rabbia, c’è una Lega di governo che mostra qualche distanza e un’altra, tutta di lotta, che gli albanesi li vorrebbe ancora, e se possibile di più, tutti appesi. Un ministro (Maroni) e i parlamentari della maggioranza lumbarda sono scesi in piazza a reclamare legalità, molto vicini a truci crape pelate e a ultrà del Varese come Vito Lo Russo, noto alla questura per faccende di droga: «La nostra protesta non aveva niente a che fare con quella degli hooligans – precisa adesso il sindaco, Aldo Fumagalli -. La manifestazione forse è uscita un po’ di controllo. Ma le reazioni emotive sono comprensibili. Giovedì, ai funerali, sarà tutto più ordinato. E chi cerca una saldatura fra Lega e ultrà, fa un’operazione disonesta. Le immagini spiegano che le bandiere leghiste stavano in un corteo diverso». E allora perché telePadania si complimenta con gli aggressori dell’albanese? «Non lo so. Ciascuno si assumerà le sue responsabilità». Liaisons dangereuses . Varese è per la Lega di Bossi quel che Avellino fu per la Dc di De Mita. Non solo un forziere di voti al 22%, ma il think tank d’una classe dirigente tutta varesina: da Bossi a Maroni, dalla Giovanna Bianchi del cda Rai al Massimo Ferrario che dirige Raidue, dal Paolo Sassi presidente Inps al Giuseppe Bonomi che pilotava l’Alitalia, senza dire di Gianluigi Paragone (direttore della Padania ), Giancarlo Giorgetti (segretario della Lega lombarda), Max Ferrari, deputati, sindaci… Qui pesca voti il senatore Peruzzotti, quello che voleva prendere le impronte ai piedi degli immigrati. E allora dov’è il confine fra la protesta xenofoba dei lumbard e quella, razzista, dei curvaioli Blood Honour , il gruppo ultrà cui apparteneva l’accoltellato e che lunedì ha trascinato duecento esagitati? Prove tecniche di connessione. Sul sito runico dei tifosi biancorossi, la pagina d’onore dedicata a Meggiorin e a un capocurva ucciso in un’altra rissa due anni fa, fioccano i messaggi solidali dei lombardissimi ultrà atalantini («la sudicia mano di un barbaro invasore») e degli Ultras Padani. Dice Andrea Porrini, presidente leghista di circoscrizione: «Noi e loro siamo due cose diverse, anche se non biasimiamo quel che è successo lunedì. Questo albanese assassino va condannato all’ergastolo. I giudici lo sappiano: noi vigileremo. Se non gli danno l’ergastolo, faremo noi vendetta privata». Gli stringe la mano l’ultrà Fittipaldi: «Io ho un locale e da domani appendo un cartello: “Vietato l’ingresso agli albanesi”. Faccio appello agli imprenditori locali: licenziàteli tutti!». Concorda Max Ferrari: «Le mamme albanesi vengono a farci le scuse, adesso! Ma noi non vogliamo fare la fine dei serbi in Kosovo! Si stanno mobilitando da tutta Italia. Vedrete che casino, ai funerali…».
Scriveva Piero Chiara, ed era il 1946 e Bossi era un pupo, che i varesini sono gente di confine affezionata alla frontiera, «perché ce n’è sempre venuta una caratteristica d’internazionalità». Sostiene Enzo Laforgia – preside di scuola e autore del pamphlet “Intolleranze. Cronache di una provincia lombarda 2000-2004” – che Varese non è intollerante più di altre città del Nord, però da qualche anno fa di tutto per sembrarlo. La celebre gazzarra del basket (1979) contro il Maccabi di Tel Aviv, dimenticata a fatica, oggi è quasi una ragazzata: l’imprenditore di Gallarate che dà fuoco all’operaio rumeno (23 marzo 2000), gli skinheads che accoltellano un ragazzo della Sierra Leone (13 agosto 2000), i tifosi che picchiano i calciatori marocchini e camerunesi «indegni» del Varese (6 maggio 2002), gli ultrà che davanti a un indifferente ministro Bossi insultano il cestista nero Carlton Myers (29 dicembre 2003)... E poi la prima legge anti-burqa a Gallarate, la guerra alla moschea, le scritte razziste alle macellerie, i quadri dell’Olocausto distrutti… «Finora non risultano rapporti diretti fra estremisti della Lega e ultrà del Varese – pensa Laforgia – e spero non esistano. C’è la dinamica dei movimenti giovanili, questo sì, molto fluidi, dove non mancano i contatti occasionali». La cosa più preoccupante però, dice Laforgia, è il silenzio della maggioranza silenziosa. L’indifferenza, ancora una volta, dell’ altra Varese. Il centrosinistra non ha scritto una riga di condanna. E i benpensanti, tutti zitti: «Non è indifferenza – difende monsignor Luigi Stucchi, il vicario episcopale che celebrerà i funerali di Meggiorin -. Solo, non si sa come esprimere una reazione». La esprimerà lei, monsignore, nella sua omelia? «Io inviterò a condividere il dolore. Con gli atteggiamenti non si va lontano. La rabbia va controllata. Dirò che la vita non ha colore, né collocazioni di parte. E l’occhio per occhio non risolve niente». Francesco Battistini Corriere.it
Verona 18 luglio 2005
Nelle prime ore di domenica mattina nel pieno centro di Verona una ventina di nazisti (armati di bastoni, catene, cinghie e coltelli) che stavano rincorrendo tre persone colpendole con calci e pugni hanno bloccato una macchina riconoscendo all’interno di essa cinque compagni del Centro Sociale La Chimica. Tra di essi tre donne di cui una minorenne. Questi sono stati estratti a forza e vigliaccamente colpiti. Uno dei nostri compagni è stato ripetutamente accoltellato e ha riportato gravissime lesioni da tentato omicidio. L’altro è stato raggiunto da numerose bastonate e calci che gli hanno causato numerose fratture tra cui quella della mandibola. Anche una delle ragazze è stata violentemente colpita. Si è trattato di una vile aggressione eseguita da estremisti di destra provenienti dalla festa degli ultras. Questo dimostra lo stretto legame tra frange del tifo organizzato dell’Hellas Verona ed estrema destra, come da noi più volte denunciato. Questo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di aggressioni ai danni di militanti del movimento e di immigrati, iniziata con l’omicidio di Dax a Milano ed intensificatasi in modo preoccupante negli ultimi mesi con un’escalation di agguati a mano armata da Brescia a Roma. Diffidiamo chiunque, sia nella stampa locale e nazionale, sia all’interno dei partiti di destra e di estrema destra, dal cercare di far passare quest’ulteriore aggressione come una rissa o un regolamento di conti tra opposti estremismi. Si è trattato di un tentato omicidio perpetrato a freddo.

Roma 25 giugno 2005
Ieri notte 24 giugnio,5 ragazzi e 2 ragazze,all’uscita del concerto della banda bassotti,presso la centrale del tennis(dopo p.zza maresciallo diaz) sono stati aggrediti da una diecina di fascisti che avvicinandosi per chiedere “siete stati al concerto della banda bassotti?vero..(ad alta voce)BASTARDI..” iniziavano a volto coperto,con spranghe di ferro(1)e bottiglie(svariate)a colpirci. Gli aggrediti hanno riportato lesioni e ferite: 5 punti all’arcata sopraccigliare sinistra,1 punto sul cranio, contusioni ematomi sulla schiena bottiglie spaccate sul volto e in testa. Due degli aggrediti riusciti a scappare raggiungendo dei poliziotti in volante hanno tentato di trovare gli aggressori ma non riuscendoci , nonostante le suppliche in preda al panico dei due, gli agenti hanno pensato “bene” di lasciare i ragazzi impauriti e shockati lungo via maresciallo caviglia,ponte Milvio.
ancora pestaggi…nessun responsabile come preannunciato durante la notte , all’uscita di un concerto della Banda Bassotti a Roma, “i coraggiosi propugnatori del rigore ariano”, si sono scatenati contro un gruppo di pischelli/e sulla via del ritorno a casa.
copione, purtroppo, già scritto con la violenza, il pestaggio, la polizia che non vede, non trova, non si “immischia”.
atteggiamento che fa il paio con la decisione da parte del giudice di non confermare l’arresto per i 6 militanti di f.n. fermati dopo i fatti di sabato a 100celle. ma anche con la contestuale decisione di trattenere 2 compagni di torino da ormai 10 giorni. siamo passati così da atteggiamenti di silente connivenza e aperta simpatia da parte di settori dello stato alla ratifica di un duplice codice repressivo, ovviamente a nostre spese. c.s.o.a. Forte Prenestino
Roma 3 Giugno 2005
domenica 3 giugno alle 20:30-23:00 al parco d’aguzzano (via cartesio, tra talenti e san basilio) aggressione fascista. Una ventina di compagni (tra cui molte ragazze) che stavano festeggiando un compleanno sono stati caricati da una trentina di fasci a volto coperto da caschi e sciarpe, armati di mazze chiodate, mazze, catene e bottiglie, tutti di circa 18-20 anni. L’obbiettivo della “retata” fascista era un gruppo di altri 7-8 ragazzi poco lontano, che alla vista del pericolo si sono dileguati. I compagni hanno tentato di dialogare con gli aggressori, spiegandogli che loro non c’entravano niente e che c’erano molte ragazze.
I fascisti hanno risposto con insulti, sputi, bastonate (anche ad una ragazza) e bottigliate. Conclusione della vicenda: 10 feriti all’ospedale, tra cui 4 traumi cranici e una prognosi di 20 giorni. Uno scenario degno di arancia meccanica…
Cuneo 9 luglio 2005
Questa notte un nostro compagno ha subito un aggressione fascista,si tratta dell’ennesimoatto squadristico che avviene nel nostro paese.Per ora le uniche cose di cui siamo certi èche si tratta di fascisti, e che le loro intenzioni erano soprattutto molto serie.Quest’aggressione è maturata in paese che dai fascisti è governato,e che tollera,copree aiuta le squadracce che vanno in giro ad uccidere i compagni (Dax a Milano,il tentativo di uccidere due compagni al Barocchio di Torino ecc…).Quanto è accaduto è sintomatico di un clima che nel nostro paese è diventato molto pesante, fasciti stanno alzando il livello di scontro,sta a noi organizzarci per ricacciarli una volta per tutte nelle fogne da cui sono usciti. Quanto segue è ciò che è accaduto al nostro compagno:
Infoshop Libreria Mondodisotto
Sono le 2 di notte di venerdi 8 luglio,vengo via dall’infoshop vado verso Torino, decido di passare da Cavallermaggiore.
Superato un passaggio a livello un alfa 33 mi si attacca al culo,tempo zero spuntano da 3 a 5 persone su moto di grossa cilindrata (ricordo un Harley e una grossa moto da strada).La cosa diventa seria,questi mi inseguono,mi taglian la strada cercano a tutti i costi di fermarmi.vetroquello in macchina cerca di mandarmi fuori strada,quelli in moto mi si affiancano tirando colpi alle portiere e al parabrezza si va avanti così per 15-20 chilometri.
Arrivo nei dintorni di Casalgrasso,inchiodo(praticamente in mezzo ai campi), esco dalla macchina,riesco a colpirne uno e a scavalcare il muro di una cascina.Questi semplicemente se ne vanno,non toccano neppure la macchina.Tutto senza una parola,lacosa di cui son sicuro è che non sono ragazzini (30-40anni d’età),e,soprattutto,non era una bravata insomma volevano farmi la pelle (e per poco non ci riuscivano), hanno iniziato a fare sul serio appena siamo usciti da Cavallermaggiore,li ho capito le loro intenzioni,sembrava quasi che mi stessero aspettando.
Imola 31 luglio 2005
Come tutti gli anni con l’avvicinarsi della commemorazione della strage di Bologna, inquietanti episodi si succedono con precisione cronometrica. Aveva cominciato pochi giorni fa Cossiga, con la balordaggine che indicava i palestinesi come autori della strage, subito seguito dalla solita canea nera. Ieri sera un episodio ormai classico a Imola; mani ignote hanno distrutto la lapide posta a memoria della strage fascista. Fascista, l’aggettivo che non riescono a digerire; inumerevoli ormai le volte che la destra che chiesto che questa parola fosse tolta dalle lapidi, riuscendo solamente a dimostrare il proprio attaccamento a questa ideologia assassina. Il 2 agosto Bologna si ritroverà ancora in piazza a dimostrare che la memoria non muore, e che i fascisti non vinceranno
Verona 1 agosto 2005
All’alba di domenica mattina c’è stato un attentato incendiario al c.s.o.a. la Chimica. Un attentato premeditato e ben preparato che ha coinvolto più persone fornite di tutto il necessario per distruggere lo spazio. All’alba di domenica mattina c’è stato un attentato incendiario al c.s.o.a. la Chimica. Un attentato premeditato e ben preparato che ha coinvolto più persone fornite di tutto il necessario per distruggere lo spazio. I danni fortunatamente sono stati lievi e non hanno intaccato la struttura e la sua agibilità, anche grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco prontamente allertati da un passante. Un fatto gravissimo, un ulteriore attentato contro il c.s.o.a. la Chimica e le persone che lo fanno vivere. Solo per una fortunata casualità in quel momento non c’era nessuno. È un’azione direttamente collegata al tentato omicidio di compagni e compagne della Chimica in volto S. Luca, che ha origine e trova legittimazione nelle parole di chi ha alimentato e gestito una strategia della tensione con precisi obiettivi: distrarre l’opinione pubblica dal tentato omicidio; riportare alla logica degli opposti estremismi mettendo sullo stesso piano un tentato omicidio con l’occupazione di uno spazio; accreditarsi come i detentori e i fautori della legalità e dell’ordine pubblico. È ormai chiaro che i mandanti morali sono i vari Bussinello, Chiavenato, Caratossidis, Tosi, Tosato, Bricolo, Sboarina, Giacino, Baiona. che con le loro irresponsabili parole hanno sollecitato ad agire al posto delle istituzioni per chiudere fisicamente lo spazio. Invitiamo tutti ad aprire gli occhi e a non cadere nella trappola tesa dagli imprenditori politici della destra di cui Forza Nuova e Lega sono le voci più feroci. La Chimica a loro fa paura perché luogo che produce socialità, aggregazione e politica in relazione con un quartiere per il quale è risorsa. È il momento di rilanciare, di riconoscere le potenzialità di uno spazio come la Chimica e di aprire una vertenza cittadina per uscire dallo stato di precarietà. Infatti, se l’occupazione è uno strumento prezioso per rivendicare diritti di cittadinanza e il diritto allo spazio, come quello che meritano le tante realtà ed associazioni con le quali non siamo in competizione, l’autogestione è una forma di vita sociale alla quale non possiamo rinunciare. A questi attacchi noi rispondiamo continuando a far vivere quotidianamente lo spazio con iniziative sociali, culturali e politiche aperte alla cittadinanza, anche durante il mese di agosto. c.s.o.a. la Chimica
Avellino 29 agosto 2005
Atripalda – Attentato incendiario contro la sezione di Rifondazione Comunista che si trova in via Gramsci ad Atripalda. Ignoti la notte scorsa hanno appiccato il fuoco contro il locale che si trova al piano terra di un palazzo. Le fiamme hanno pesamene danneggiato la sezione propagandosi anche al primo piano dove, fortunatamente, non si sono riscontati gravi danni. Nei pressi della sezione sono state rinvenute anche scritte offensive nei confronti del partito di Bertinotti. Proprio per questa sera ad Atripalda comincia la festa di Liberazione ed i dirigenti provinciali del partito hanno assicurato che la manifestazione si svolgerà comunque. Sull’episodio sono corso indagini congiunte di polizia e carabinieri. Fonte : Caserta News
Roma 5 Settembre 2005
Ci troviamo a scrivere questo comunicato in ritardo rispetto agli eventi accaduti la scorsa settimana. Il motivo e’ che li avevamo ritenuti una bravata di pochi balordi e quindi atti isolati da un contesto piu’ ampio. martedi’ 30 agosto riceviamo la visita di uno di questi balordi, una faccia “conosciuta” nel quartiere, che visibilmente annebbiato dapprima si fa aprire mantenendo un atteggiamento tranquillo, in seguito comincia a minacciare le due persone presenti urlando che il posto era il suo e che ci avrebbe cacciato. Viene quindi fatto uscire senza usargli violenza e vengono avvertite le altre persone (poche) di noi che stavano dormendo. Nel giro di cinque minuti si ripresenta con altri quattro cinque raccattati nella vicina piazza, che provano ad entrare cercando di scavalcare il cancello e danneggiando la rete e che vengono allontanati dal lancio di vari oggetti da parte dei pochi di noi presenti all’interno. Con un giro di chiamate allertiamo allora compagni e amici. Circa un’ora dopo sorprendiamo gli stessi cinque che provano ad avvicinarsi nella parte più oscura sul retro per lanciarci una bottiglia incendiaria. Rincorsi, si danno alla fuga e scappano in macchina ricevendo una bottigliata sulla carrozzeria. Il giorno dopo, all’ora di cena, mentre discutevamo sull’accaduto insieme ad altri compagni, veniamo sorpresi dal lancio di una molotov di piccole dimensioni che cade in giardino vicino alla finestra, producendo due piccole fiammate. Il posto viene presidiato fino alla mattina e non succede nient’altro. Il terzo giorno i balordi ci riprovano e tirano un’altra molotov, questa volta non avvicinandosi, che cade all’esterno e viene prontamente spenta. Cominciamo a smuovere le acque tramite varie conoscenze nel quartiere e riusciamo addirittura a parlare con uno dei primi cinque balordi che ci confessa la sua partecipazione, e conferma che la cosa non e’ piu’ circoscritta a pochi avendo (anche lui) fomentato altre comitive di orientamento fascista della zona. Ci fa da intermediario con questo soggetto un militante di rifondazione comunista della zona. Il giorno dopo il nostro spazio occupato viene presidiato massicciamente da noi e da molti compagni giunti ad aiutarci e passa solo una macchina a gridarci “vi uccido tutti” ricevendo per risposta una sassata. Il giorno dopo scopriamo che anche la sede di rifondazione e’ stata attaccata, anche se lievemente, da questi idioti. Due finestre della loro sede vengono infatti ritrovate infrante. Nella piazza di ritrovo dei primi che hanno provato ad aggredirci compaiono scritte di minacce al posto accompagnate da svastiche e croci celtiche. Essendo questa piazza ritrovo di parecchi fascistelli di zona con collegamenti a varie comitive simili, abbiamo deciso di presidiare il nostro posto ogni notte.
Indirettamente abbiamo ricevuto minacce di guerra sulla cui credibilita’ abbiamo comunque dei dubbi. Continueremo a stare all’erta e invitiamo gli interessati a venirci a trovare per maggiori spiegazioni sull’accaduto. Tutto cio’ si inserisce all’interno del tentativo di attecchimento e infiltrazione nelle borgate di formazioni organizzate di estrema destra ( Forza Nuova,Fronte Nazionale e Base Autonoma),che gia’ forti nella propaganda all’interno degli stadi, tastano il terreno con attacchinaggi massicci nelle periferie,come e’ accaduto ad Acilia e Ostia verso la fine di quest’estate, e con aggressioni fisiche a centri sociali, posti occupati e diversita’ a loro scomode. A tutto cio’ continueremo ad opporre il nostro antifascismo basato sulle pratiche quotidiane antiautoritarie di azione diretta, di autogestione e autorganizzazione dei nostri sogni e passioni. http://www.tmcrew.org/ateneo
Acqui 7 settembre 2005
E’ stata annullata ad Acqui Terme la mostra “Un cristiano contro il nazismo – La testimonianza di Dietrich Bonhoeffer” che avrebbe dovuto proporre dal 23 settembre al 15 ottobre una riflessione sulla vita di Dietrich Bonhoeffer, il teologo tedesco impiccato nel campo di concentramento di Flossebürg il 9 aprile 1945 per aver partecipato ad una congiura contro Hitler e che, nelle sue lettere e nei suoi libri, difese strenuamente, a prezzo della vita, i valori cristiani che ne ispirarono l’intera esistenza.
Una scelta tanto più consapevole se si condìsidera che Bonhoeffer, in due occasioni, già prima che gli eventi in Germania precipitassero si era rifugiato prima in inghilterra quindi negli Stati Uniti, pochi mesi prima dello scoppio della guerra, dopo aver già subito una serie di provvedimenti di polizia: non poteva spostarsi liberamente, non poteva parlare in pubblico, gli era stato ritirato il permesso di abilitazione alla docenza e non poteva scrivere. Era quindi chiaro a lui e ai suoi amici che una volta scoppiata la guerra avrebbe corso seri pericoli. Gli fu quindi trovata una sistemazione in vari istituti universitari americani e lui restò in America per circa un mese, ma gli scrupoli di coscienza per aver abbandonato il suo popolo nel momento del pericolo furono tali che nel giro di poche settimane ritorna nella sua decisione e a ritorno in patria sapendo benissimo a che cosa
andava incontro. La sua figura in parte controversa anche all’interno della chiesa tedesca sua contemporanea, per l’accettazione in linea di principio dell’idea di poter arrivare ad uccidere Hitler in casi estremi, nulla toglie alla limpidezza delle sue posizioni morali: Bonhoeffer è stato uno fra i pochissimi prelati tedeschi a prendere pubblicamente posizione in difesa degli ebrei. Proprio per queste ragioni appare gravissimo l’attentato che ha colpito la tipografia austriaca che stava stampando la versiona italiana della mostra su questo straordinario personaggio. Un fatto che merita non solo una condanna, ma anche una riflessione su come il terrorismo non sia patrimonio di una cultura o una religione, ma sia purtroppo il prodotto spurio di ogni cultura, capace di germinare ovunque sfruttando il peggio di ogni tradizione. Ci auguriamo di poter presto commentare e vedere la mostra nella quale, a ragione, gli attentatori hanno visto un forte e chiaro messaggio contro ogni forma di nazismo, razzismo e intolleranza. http://www.giornal.it/Pagine/Articolo/Articolo.asp?ida=8231
Milano 17 settembre 2005
Scrive lettere ad Hitler, che chiama “Mein Fuhrer”, chiedendogli il comando di un reggimento. Ma poi, nella realtà, deve “accontentarsi” di bruciare volantini e bandiere di una sezione Ds alla periferia di Milano, proprio mentre in città si svolge la Festa nazionale dell’Unità. La polizia ha arrestato questa notte in flagrante Vincenzo C., venditore porta a porta di vent’anni, incensurato, mentre tentava di dar fuoco alla bandiera dei Ds esposta fuori la sezione di Via Bodoni, zona Quarto Oggiaro, già bersaglio di precedenti atti vandalici il 2, il 12 ed il 14 settembre. Proprio il ripetersi di questi eventi ha messo in guardia gli agenti, che in borghese si sono appostati in nottata presso la sezione Ds. Alle 2.30 è arrivato il ragazzo in compagnia della fidanzata, entrambi su due biciclette che sono poi risultate esser state rubate. Il giovane indossava un passamontagna nero con una spilla di un’aquila sullo sfondo di una svastica. Dopo aver strappato il volantino Ds che denunciava i precedenti vandalismi, ha estratto l’accendino per dar fuoco alla bandiera. A quel punto sono intervenuti gli agenti. Nella perquisizione della casa del giovane sono stati trovati alcuni scritti farneticanti, le lettere ad Hitler, disegni di svastiche naziste, bandiere naziste e fasciste (l’aquila che artiglia un fascio littorio, emblema di Salò), foto di Hitler e di Mussolini. Secondo la polizia, pur essendo “un estremista di destra xenofobo”, il giovane non farebbe parte di nessun gruppo organizzato, vivendo piuttosto “in un mondo tutto suo” e che, a parte i recenti episodi, “non sia una persona pericolosa”. I due sono indagati per tentato incendio e per il furto delle bici, anche se il giovane nega di essere il responsabile delle precedenti intimidazioni. da “La Repubblica” – 16 settembre 2005
Brescia 17 Settembre 2005
Ignoti hanno imbrattato la sede della sezione bresciana dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia con scritte naziste e svastiche. Rotta anche un’insegna dell’Associazione nazionale ex deportati. Lino Pedroni, presidente dell’Anpi locale, ha spiegato: “Siamo molto preoccupati per quello che e’ successo, e’ da diversi mesi che si verificano episodi del genere. Non sono semplici atti vandalici”. Il sindaco Paolo Corsini ha espresso “sdegno e riprovazione e la ferma condanna per gli atti compiuti”. (Agr)
Verona 26 Settembre 2005
«Sono stato aggredito da un gruppo di giovani e colpito a calci e pugni». Ha denunciato il fatto il consigliere comunale dei Verdi Giorgio Bertani che nella notte tra sabato e domenica si è fatto visitare al pronto soccorso di Borgo Trento dove gli sono state riscontrate contusioni in varie parti del corpo. L’episodio, come ha raccontato Bertani alla polizia, è avvenuto in corso Portoni Borsari. «Ero in bicicletta e sono uscito da piazzetta Sgarzerie. A quel punto ho sentito una voce: “Sta arrivando l’amico degli zingari”. Ho notato che erano sei giovani, tra i venti e i trent’anni». Bertani ha riferito di aver tentato di dialogare con loro, ma è stato nuovamente apostrofato con frasi tipo: «Sei amico degli zingari e difendi tutti quelli che rubano». Il gruppo si è avvicinato al consigliere comunale «con fare minaccioso», ha aggiunto Bertani, «e un giovane che era lì è intervenuto in mia difesa. Ma è stato aggredito dal gruppo ed è riuscito a difendersi dopo una scazzottata». Dalla ricostruzione dell’aggressione fatta dal consigliere è emerso che subito dopo gli aggressori si sono scagliati contro di lui. «Ho tentato di chiamare il 113 con il telefonino, ma sono stato colpito ancora e l’apparecchio è caduto a terra». Bertani ha poi dichiarato di non aver più avuto modo di trovare il telefono (di proprietà del Comune) e di aver usato il suo cellulare personale per far arrivare sul posto una Volante della polizia. Ma i ragazzi, sempre secondo il racconto, erano già fuggiti nei vicoli del centro. Bertani ha detto ai poliziotti di aver già visto alcuni aggressori durante volantinaggi a favore di movimenti politici e di essere in grado di riconoscerli se gli venissero mostrate le fotografie. Il sindaco Paolo Zanotto ieri ha chiamato Giorgio Bertani per esprimergli solidarietà. «È un episodio odioso», dice Zanotto, «che merita la condanna per più ragioni: per la violenza e perchè la violenza ha colpito un consigliere comunale, una persona di 70 anni, un uomo che da sempre si batte contro la violenza. Dovrebbe fare una riflessione chi su certi temi usa toni violenti che possono sfociare in fatti come questo». Anche i Verdi hanno fatto sentire la loro voce a sostegno del loro consigliere comunale. Il presidente della Federazione di Verona, Claudio Magagna, in una nota, ha denunciato che «il consigliere comunale Giorgio Bertani, la notte scorsa, è stato vittima di un’aggressione stupida e violenta, da parte di chi vuol che Verona passi alla storia come la città dell’ intolleranza, della violenza, del razzismo e dell’inciviltà». «Ma Verona», ha proseguito Magagna, «non passerà alla storia per questi fili neri, sfilacciati, legati al fascismo vecchio e nuovo e al nazismo, che vorrebbero legare la città all’anacronismo e all’incoltura. Bertani ci mette tanto impegno e tanta determinazione nella sua azione quotidiana, anche in Consiglio comunale perchè queste scelleratezze non abbiano il sopravvento nella cultura sociale di Verona; ed è proprio questa la motivazione essenziale dell’ offesa brutale alla sua persona». Il consiglio comunale di Verona, secondo Magagna, deve «stringersi attorno al suo consigliere verde e dire con voce alta che nessuna violenza, nessuna pressione possono condizionare l’operato dei rappresentanti della città. E dire anche che non sono i tarli del passato o le voci stridule della non-convivenza tra i popoli che possono oscurare Verona. Così il sindaco e la sua giunta». Anche il presidente del consiglio comunale Riccardo Caccia e l’assessore Luciano Guerrini hanno espresso solidarietà a Bertani.


Bassano del Grappa 24 Settembre 2005
sabato 24 settembre è stata svolta a Bassano del grappa, una manifestazione organizzata dall’Officina 26 settembre, per ricordare tutti i compagni morti nell’eccidio del monte grappa. (150 manifestanti circa) Durante il percoso, e precisamente alle 17.05, di fronte al municipio di Bassano del Grappa dove ci eravamo fermati a fare un discorso sulle merde di forza nuova, 12 neofascisti hanno risposto a suon di petardi e lanci di bottiglie e bicchieri di vetro ferendo due persone. Il tutto è successo in pieno centro cittadino di fronte a più di trecento persone…. I neofascisti sono stati allontanati dalle forze dell’ordine senza però venissero loro domandati i documenti. la domanda sorge spontanea…chi è il coglione che va a una manifestazione della fazione opposta avendo a disposizione 12 persone contro 150? quelle persone conoscevano il percorso della sfilata ed erano paraculate da persone che erano presenti alla manifestazione quando invece non dovevano esserci….... la nostra telecamera ha ripreso ogni brutta faccia dei forzanovisti. successivamente la manifestazione è continuata fino alla destinazione preposta senza scontri….....fino a questa sera! una persona facente parte dell’Officina, mentre rientrava dal lavoro verso le 22.40, è stato aggredito verbalmente per poi essere rincorso in macchina da 4 neofascisti. il ragazzo rifugiatosi sotto un’autovettura non è stato notato ed è riuscito a mettersi in sicurezza a casa di amici.
Biella 29 settembre 2005
Un’aggressione brutale a una ragazzina, aggravata da manifestazioni di razzismo. E’ accaduto a Tollegno, vicino a Biella, dove ieri una tredicenne è arrivata a scuola in lacrime, sconvolta. Tra i singhiozzi ha raccontato di essere stata aggredita da tre ragazzi che dopo averla malmenata e insultata con frasi razziste, con una pietra le hanno disegnato una svastica sul braccio, graffiandola. La ragazzina è orfana di padre, morto da qualche tempo, e vive con la madre, di origine marocchina. I carabinieri di Biella hanno già identificato uno degli aggressori e hanno raccolto molti elementi per arrivare anche agli altri due. Secondo gli investigatori l’inquietante vicenda nasce in un contesto di bullismo di paese e non ha i tratti del vero e proprio episodio di razzismo, ma dalla scuola della vittima si invita a non sottovalutare l’episodio. I tre sarebbero ragazzi del posto, di età intorno ai quindici anni, incensurati, che ora rischiano di dover rispondere dell’accusa di lesioni personali lievi e di ingiurie. Il fatto è successo martedì mattina intorno alle 7.45, mentre la giovane studentessa stava andando a scuola a piedi. Arrivata in classe la ragazzina non è riuscita a trattenere le lacrime, gli insegnanti l’hanno convinta a raccontare quel che le era successo e poi hanno chiamato la madre e la polizia municipale. La ragazza ha raccontato di fronte a loro i momenti di terrore che ha vissuto, ma ha anche aggiunto che gli stessi tre ragazzi l’avevano insultata già altre volte, perché immigrata, invitandola ad andarsene. La vicenda è passata ai carabinieri della Compagnia di Biella, che ieri hanno individuato il primo dei tre aggressori e stanno per chiudere il cerchio. Sono riusciti a ricostruire già gran parte dell’accaduto, ma stanno effettuando ancora una serie di verifiche. Benché provata dall’aggressione, la tredicenne, medicata in ospedale per il graffio e qualche livido e dimessa con cinque giorni di prognosi, non ha comunque perso le lezioni. “Gli insegnanti – ha spiegato la preside Maria Tozzi dell’istituto comprensivo Pietro Micca, di cui fa parte la scuola – sono stati molto vicini alla ragazzina, ma sono stati bravi anche nel continuare a farla lavorare subito, senza lasciarla isolata a pensare a quanto accaduto. Io ho visto la ragazza. E’ serena, sta bene e la svastica per fortuna è praticamente sparita dal braccio”. Repubblica (29 settembre 2005)
Roma 2 Ottobre 2005
Ieri notte, come sempre nella ormai invivibile zona del centro tra campo dei fiori e piazza navona a roma, è stato aggredito un immigrato del bangladesh di 26 anni, da 9 estremisti di destra che lo hanno corcato di botte con dei tirapugni in metallo, prima di essere fermati(solo 5 di loro) dai carabinieri. I bastardi gli hanno pure fregato la merce che vendeva. Tutti incensurati i 5 arrestati sono pariolini di buona famiglia(guarda caso) tra i 15 e 17 anni, mentre pestavano il fratello immigrato lo hanno anche apostrofato “negro di merda, europa agli europei” e via dicendo le solite cazzate. Questi gli avvenimenti.
Ivrea 23 Settembre 2005
Nelle ultime due settimane a Ivrea dei ragazzi sono stati aggrediti da alcuni naziskins:
1) Nei pressi di un noto locale “alternativo”, gruppi di giovani legati all’estrema destra hanno incominciato a provocare chiunque si trovasse lì fuori con saluti romani ed inneggiamenti al Duce;
2) Un ragazzo dell’ A.N.P.I è stato aggredito da tre o quattro fascisti; liberatosi dalla loro “stretta”,ha subito un inseguimento nel corso del quale è stato fatto segno del lancio di una chiave inglese.
3) Appena una settimana dopo,il 23 settembre, due ragazzi sono stati aggrediti e picchiati a sangue dai medesimi elementi.
4) Un ragazzo di Ivrea,intervenendo in difesa dei due ragazzi sanguinanti,è stato a sua volta minacciato con un coltello.
Tutte le aggressioni che si sono verificate in provincia di Torino e in tutta Italia, sono state archiviate come atti di teppismo; la ‘sinistra’ di Ivrea ha taciuto su quelli che sembravano atti sporadici e che sono invece una strategia intimidatoria verso coloro che sono o possono sembrare impegnati a sinistra, per il semplice fatto di avere un tono diverso dal solito, come i capelli lunghi o un aspetto da hippyes. Questi aggressori fanno capo e sono servi della variegata galassia neofascista, che negli ultimi anni, grazie al revisionismo e alla politica riformista del centro-sinistra, sta affiorando sempre più con forza; il buon vecchio fascismo nella patria del sole sta tornando alla grande! In tutta Italia gli attacchi verso le varie anime della sinistra continuano e si moltiplicano, spalleggiati da partiti politici come Alleanza Nazionale, Fiamma Tricolore, Alternativa Sociale e Forza Nuova, ai cui vertici ci sono nostalgici del ventennio e persone implicate con il terrorismo nero stragista.
Dobbiamo fare qualcosa, si deve rispondere con fermezza, con proposte politiche serie, agire nel concreto per non fermarsi all’indignazione o alla sottovalutazione di un fenomeno purtroppo in crescita, che solo ottanta anni fa ha portato l’Italia alla rovina. C.s.a. Castellazzo Ivrea A.N.P.I. Giovani

Roma 9 Ottobre 2005
Migliaia di compagni ionici sono andati a Roma domenica 9 Ottobre per manifestare il proprio dissenso alla proposta di cambiamento della legge elettorale. Quando la delegazione avetranese è scesa ad Anagnina, in perfetto stile vigliacco e fascista, è stata attaccato da 25 fascisti all’entrata della metropolitana. Vigliaccamente hanno attaccato 2 compagni della sinistra giovanile che si trovavano defilati rispetto al gruppo e vigliaccamente sono andati in 6 o 7 su un solo uomo. E ancora vigliaccamente mentre il gruppo si rendeva conto dell’accaduto e si precipitava nella zona dell’agguato, sono fuggiti. Tutti i compagni della sinistra giovanile ionica esprimono la loro solidarietà verso i compagni vittima di questo vile attacco.
Roma 12 Ottobre 2005
stanotte verso le 2 e mezza, nei pressi di via appia nuova all’altezza di viale furio camillo, due compagni universitari e due ragazze che stavano rientrando a casa sono stati seguiti da due loschi individui su un motorino, hanno ricevuto pesanti provocazioni e sono stati e bersagliati con delle lattine. al tentativo di risposta di uno dei due compagni il motorino si è fermato e uno dei due aggressori è sceso armato di catena e ha sferrato un colpo violento al compagno che è caduto in terra ferito a una gamba. fortunatamente erano vicino casa, le ragazze sono riuscite a farsi aprire il portone e i quattro hanno potuto mettersi in salvo senza ulteriori rischi. il compagno che ha ricevuto la catenata ha il ginocchio sinistro fasciato e cammina a fatica, è stato medicato da un dottore del condominio stesso. i quattro hanno tutti dichiarato di aver visto sul motorino (uno scarabeo blu o forse nero) degli adesivi da stadio della Roma e uno, chiaramente visibile sullo scudo, della fiamma tricolore.
i due avevano entrambi dei berretti con la visiera piegata, che impedivano di vedere per bene il viso a causa anche del buio, e indossavano jeans e felpe con il cappuccio scure. data la vicinanza del luogo dell’aggressione alla famigerata sezione di acca larenzia, ora sede del gruppo giovanile di fiamma tricolore, e data soprattutto l’immotivatezza e la vigliaccheria con cui è stata perpetrata, crediamo fermamente, e non siamo i soli nel farlo, che l’avvenimento avesse motivazioni politiche.
le due ragazze, ancora impaurite, non intendono uscire di casa da sole la sera. semplicemente ci chiediamo quanto tutto questo sia giusto, e anche quanto avvenimenti come questi debbano passare inosservati. vorremmo organizzare una mobilitazione generale volta a stanare definitivamente i picchiatori neofascisti che si annidano negli angoli remoti dei quartieri di Roma, per avere la certezza che episodi come questi non capitino più, né a noi né ad altri.
Vicenza 14 Ottobre 2005
Vogliamo denunciare pubblicamente un grave fatto avvenuto venerdì 14 ottobre. Quella sera si stava svolgendo un’assemblea pubblica all’interno della nostra sede in preparazione alla manifestazione antifascista del giorno dopo. Al termine di questa iniziativa è arrivata una squadra di fascisti, che ha aggredito la nostra sede. Questi individui hanno tirato numerose scarpate sulla vetrina e hanno cercato di sfondare la porta per aggredire fisicamente i presenti. Per fortuna non ci sono riusciti, perché i presenti sono riusciti a non farli entrare. Si tratta di un vero e proprio attacco squadrista a una sede sindacale sempre in prima linea per la difesa dei diritti dei lavoratori e dei migranti, avvenuto la sera prima dell’apertura della loro sede a Vicenza. E’ inaccettabile che chi, non solo predica, ma anche pratica nei fatti l’odio e l’intolleranza abbia spazi di agibilità politica nella nostra città: la loro sede va chiusa subito! E’ ancora più vergognoso il fatto che il sindaco Enrico Hullweck non solo non abbia condannato un episodio così grave come un’aggressione a un sindacato, ma addirittura abbia partecipato all’inaugurazione della loro sede, provando nostalgia per la sua “giovinezza” da militante dell’estrema destra negli anni ’70. Dopo questo grave episodio chiediamo le dimissioni di Hullweck perché non accettiamo che la nostra città sia amministrata da un amico dei fascisti, che chiude o non concede spazi all’associazionismo locale e che promuove ordinanze di chiusura di spazi come ad esempio quella contro i bivacchi in Campo Marzo e le manifestazioni in centro. Vicenza ha bisogno di essere più accogliente, solidale ed aperta! Rdb/ Cub Vicenza – Sportello Casa – Arca Cub Sportello migranti
Ravenna 19 Ottobre 2005
Un grave episodio di violenza fascista si è verificato mercoledì sera, allo stadio durante la partita Ravenna – Ancona, due compagne della Raf( Rete Antifascista Ravenna) sono state aggredite durante il corso della partita da 7 fascisti appartenenti al gruppo dei Viking. Sono partiti insulti, sputi in faccia, calci, le compagne hanno reagito ma la differenza numerica non era certamente a favore delle due antifasciste. Si è potuto evitare il peggio solo grazie al tempestivo intervento degli Ultras 94 ( apolitici) che si sono mobilitati per sedare la violenza dei Viking nei confronti delle due antifasciste. In curva questo gruppo( Viking), che sulla carta si definisce apolitico ma nei fatti è di chiaro stampo fascista, (non a caso una sua parte, che ne costituisce la matrice politico organizzativa,è composta da tutti gli esponenti di Forza Nuova Ravenna), fin dall’inizio del campionato ha provocato e minacciato i compagni della Raf che si recano in curva, cercando di negare loro l’accesso attraverso intimidazioni e atti violenti,fino ad arrivare all’aggressione di mercoledì sera. Questa vicenda conferma le iniziali denuncie che da subito i compagni antifascisti della Raf avevano fatto per il crescente aumento della presenza fascista in curva, la presenza costante di FN e il pericolo che un accrescimento delle loro fila sarebbe stato causa di gravi conseguenze e pericolo sia per la normale vita di una curva che per quei giovani politicamente schierati a sinistra ( anche se non “portano” la politica allo stadio). L’agibilità che viene lasciata a questi fascisti di fare la loro politica in curva e utilizzarla come luogo di propaganda e reclutamento di giovani leve è inaccettabile. Le forze dell’ordine che sempre vengono schierate negli stadi, subito pronte a scagliarsi con violenza contro gli ultras anche solo se un tifoso accende un fumogeno, nella serata di mercoledi hanno preferito soprassedere nell’intervenire, lasciando di fatto spazio ai fascisti di agire. Il fascismo ha trovato, nella politica nazionale un terreno fertile in cui prosperare e la curva non fa eccezione anzi sempre più costantemente sta diventando luogo di aggregazione di gruppi di estrema destra. Il problema reale è che questi gruppi non rimangono circoscritto alla curva ma anzi sempre più si espandono fuori dagli stadi. Le attuali misure repressive varate del governo, come la legge Pisanu contro la violenza negli stadi, sono solamente una grave limitazione delle libertà personali, dai biglietti nominativi, all’ aumento delle telecamere fuori e dentro lo stadio all’aumento degli anni per quanto riguarda la diffida. Leggi che di fatto, in caso di partite a rischio militarizzano città e stadi oltre che a reprimere il movimento ultras lasciando impunite le bande fasciste e neo-naziste che adoperano gli stadi per fare la loro sporca e infame politica. È necessario lottare fin da subito contro lo stato di polizia, la repressione, per far cadere le leggi Pisanu sulla violenza negli stadi e spazzare via da ogni luogo la presenza fascista…dalle città, dagli stadi, dalle piazze fino a negarne ogni agibilità politica. rafravenna@interfree.it

Cossato 21 Novembre 2005
Questo pomeriggio nella centralissima Via Martiri di Cossato (secondo comune del biellese) un giovane comunista e militante del collettivo “studentinmovimento” di biella è stato aggredito e malmenato da un gruppo di fascisti pare appartenenti agli ultras della cossatese calcio. Pare inoltre che uno di questi abbia contatti con Forza nuova. I giovani dopo aver atterrato e preso a calci il nostro compagno (e riempito di insulti tipo “rosso di merda” ecc..)si sono dileguati all’arrivo di passanti. La prognosi è di cinque giorni ma fortunatamente nulla di rotto. giovani comunisti/e :: biella gc@yahoo.it
Viadana 22 Novembre 2005
di Andrea Setti e Andrea Costa
Ondata razzista contro i calabresi. Viadana, purtroppo, deve nuovamente registrare l’azione dei soliti ignoti dopo le minacce al sindaco Giovanni Pavesi, reo di aver promosso un gemellaggio con con la Calabria (marzo 2002). Nella notte tra sabato e domenica ignoti hanno tappezzato via Garibaldi di scritte inneggianti al Nazismo e al Fascismo e hanno ‘sfregiato’ l’auto di Stefano Rocchi, noto immobiliarista ed esponente della lista civica ‘Porta Nuova’. «Sul baule ho trovato una scritta, fatta con una vernice spray, che recita testualmente ‘Calabria raus’ — racconta sconvolto Rocchi —. Sarà stato un caso che proprio sulla mia auto, e solo sulla mia, sia stata lasciata una scritta del genere. Certo è che il sospetto che si tratti di un gesto intenzionale c’è tutto, vista la mia appartenenza ad un soggetto politico come la lista civica ‘Porta Nuova’». Un movimento, quello civico, che sostiene la giunta di centrosinistra, che è sempre stato in prima linea per quanto riguarda l’integrazione tra meridionali e viadanesi e che per questo potrebbe aver attirato i malintenzionati. «Oltre alla scritta sulla mia auto i vandali hanno imbrattato i portici della via con svastiche e slogan sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna — prosegue Rocchi —. Ci sono anche i nomi di due persone che presumo essere fascisti militanti e che, secondo i vandali, andrebbero liberati. E’ davvero inaudito che ci siano ancora persone che vanno in giro di notte a sporcare i muri con tali deliri». L’immobiliarista ieri mattina si è presentato presso la caserma dei carabinieri per sporgere denuncia: «Ovviamente è stata presentata per atti vandalici contro ignoti — afferma l’esponente di ‘Porta Nuova’ — e speriamo solamente che la politica in questa faccenda non c’entri nulla. Dispiace che qualche stupido abbia preso di mira i calabresi con una frase veramente offensiva». La palla, dunque, passa ai militari viadanesi che hanno aperto un’inchiesta sull’accaduto. Ieri a Viadana la notizia del raid vandalico si è subito sparsa, del resto via Garibaldi è in una zona centralissima, suscitando grande sgomento.
Genova 5 Novembre 2005:
Ciao, sono un compagno di Genova e volevo mettervi a conoscenza di fatti avvenuti in città tra la fine di ottobre e le prime due settimane di novembre. Domenica 13 novembre i fascisti genovesi hanno organizzato un convegno in difesa dello stragista nero Luigi Ciavardini denominato “l’ora della verità a genova”. Per propagandare l’iniziativa, i due principali gruppi fascisti del capoluogo ligure (divisi tra un gruppetto di naziskin di forza nuova e un gruppetto denominato “comunità militante genovese” non legato a movimenti politici ma vicino al fronte sociale nazionale) hanno chiamato rinforzi tra i fascisti di savona, imperia, la spezia, basso piemonte e toscana, racimolando un buon numero di fascisti (una ventina in tutto). Per circa tre settimane, quasi ogni notte, questi fascisti hanno dissemintato genova di volantini e adesivi, divertendosi a imbrattare con svastiche una sede a.n.p.i., alcune sedi DS, di una sede di Rifondazione, e infrangendo una vetrata di un circolo ARCI. non contenti, hanno poi distrutto una moto appartenente a un militante DS e hanno aggredito e preso a calci una donna sudamericana con il suo bambino nel passeggino. Ubriachi fradici hanno poi cercato la rissa in alcuni pub genovesi da cui sono stati scacciati. Non è la prima volta che a Genova si verificano casi analoghi, puntualmente una volta all’anno i fascisti della città si risvegliano e commettono atti vandalici di ogni tipo, particolarmente odiosi per la loro vigliaccheria. Ringrazio per l’attenzione e saluto complimentandomi per il vostro bellissimo sito. Cordialmente, Rossorosso.
Viterbo 4 Novembre 2005
sabato notte un compagno è stato aggrdito e accoltellato al volto dai fascisti di Vertice Primo. scesi in cinque da una macchina hanno aggredito anche a bastonate un compagno, non alla prima esperienza di aggressione personale. prima di fuggire i fascisti hanno estratto le lame e colpito al volto il ragazzo. i responsabili sono stati identificati e denunciati ma lasciati a piede libero. questo che segue è il comunicato dei compagni del csoa valle faul ed associazione culturale RAPS
Comunicato Stampa
Il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul di Viterbo e l’Associazione culturale RAPS ( Rete Autorganizzata Precari dello Spettacolo) esprimono la rabbia e lo sdegno per l’ennesimo attacco della squadraccia fascista, che ha brutalmente aggredito ed infine accoltellato un nostro concittadino. Finalmente sono stati identificati gli autori di questa vile aggressione, i quali si erano già resi responsabili di altri gravi episodi di violenza. Nel momento in cui, a Viterbo, una importante rappresentazione teatrale riportava alla memoria il valore dell’antifascismo nel nostro territorio, la storia si ripete: un giovane esce dall’osteria e viene accoltellato dai fascisti suoi compaesani. Questi squadristi scrivono la storia recente, fatta anche di molotov, colpi di pistola e ripetute aggressioni ai danni di persone indifese. Immersi, tra l’atro, nell’indifferenza della gran parte delle forze politiche e istituzionali della città, per non parlare di quelli che hanno sostenuto, addirittura in consiglio comunale, le argomentazioni di chi, tempo addietro, rivendicava l’esigenza di uno spazio per ” iniziative culturali” ispirate a “certi ideali”.
Responsabili di incursioni notturne, perpetrate e predeterminate, in gruppo e con intenti criminali, tali di rendere necessarie cure urgenti ospedaliere ai malcapitati di turno. Denunciamo il clima di tolleranza e delle forze di polizia e degli amministratori della cosa pubblica in cui si inseriscono tali gravi episodi. L’intera Società Civile pesa questa violenza come una intimidazione alla propria Libertà. Invitiamo Tutti alla mobilitazione contro la violenza da qualunque parte essa provenga. Assemblea di gestione
CSOA VALLE FAUL Ass. RAPS
Da Il Messaggero.it
Ritorna la violenza politica a Viterbo. Solo che questa volta, per la prima volta, escono fuori dalle tasche degli aggressori anche i coltelli. E’ accaduto sabato notte verso le 4 in via Cardinal La Fontaine, in pieno centro storico. Un viterbese di 30 anni, mentre stava rincasando a piedi da solo, è stato aggredito da un gruppo di cinque giovani neo-fascisti che sono scesi dalla macchina e lo hanno subito circondato. Senza motivo. Cominciandolo a picchiare con pugni, mazze, tirapugni di ferro e sfregiandolo al volto (cinque punti di sutura) con una coltellata prima di andarsene. Il ragazzo, accusato di essere di sinistra, ha subito sporto denuncia prima di essere ricoverato all’ospedale di Belcolle (ne avrà per sette giorni). Le forze dell’ordine hanno già individuato i responsabili dell’aggressione, tutti componenti dell’associazione neo fascista ”Vertice Primo”, denunciando due di loro a piede libero per lesioni personali. Il fatto è stato denunciato pubblicamente ieri, prima che iniziasse lo spettacolo teatrale Sotto assedio di Antonello Ricci, dedicato proprio a fatti di sangue realmente avvenuti nella Viterbo degli anni ’20, prima dell’avvento definitivo del fascismo. Il comitato anti-fascista della Tuscia (Cat), autore tra l’altro di un libro bianco proprio sui fatti di violenza che stanno succedendo con frequenza a Viterbo, stigmatizza l’accaduto. «Purtroppo – dicono dal Cat – è avvenuto il salto di qualità che ci aspettavamo: sono comparsi i coltelli. E’ un fatto gravissimo che la dice lunga su un fenomeno che stiamo denunciando con voce da tempo. Ma le istituzioni continuano a essere sorde di fronte all’allarme che stiamo lanciando, tace anche un pezzo di cento-sinistra viterbese». Re.Vi.
Lucca 23 Novembre 2005
Il suo nome e’ Thair , somalo pestato a sangue in corso Garibaldi alle 18 di sera , la gente non lo soccorre nemmeno.. pestato da due teste rasate , solo per il fatto di un parcheggio auto una rissa due contro uno dove il somalo , ha la peggio pestatto con catene e pugni La gente guarda sta zitta compera i regali per NATALE.. qualcuno chiama il 118 QUESTA E’ LUCCA…
Lucca 10 Dicembre 2005
Sabato 10 dicembre allo SKA SANKARA si stava tenendo una delle iniziative musicali previste dal programma. Alcune persone chiacchieravano tranquillamente alla finestra del primo piano quando, intorno alle 23.00, il vetro alle loro spalle si è frantumato, colpito da un sasso di oltre due Kg. Una persona col volto coperto dal passamontagna è stata vista entrare velocemente in una macchina di colore scuro e allontanarsi a grande velocità. La serata del SANKARA che stava quasi per concludersi ha avuto un brusco finale; ma questo tentato omicidio non è evidentemente stato sufficiente per questi individui, che durante la notte hanno lanciato due molotov contro le finestre con il chiaro intento di bruciare il posto e con il rischio di danneggiare altri stabili vicini e mettere in serio pericolo gli abitanti del quartiere. Le modalità sono chiare le responsabilità precise: sono gli stessi che da anni (e precisamente dall’apertura della sede di Forza Nuova quando ancora non era un partito istituzionale), spadroneggiano sul territorio lucchese con la loro violenza fascista picchiando accoltellando e stuprando; sono gli stessi che tentano di revisionare la storia, che poco tempo fa hanno invitato a Lucca lo stragista Ciavardini dei NAR corresponsabile della strage alla stazione di Bologna. Questa escalation è stata permessa e voluta dal “nostro” sindaco Fazzi, che nonostante le condanne formali ai gesti di violenza ha in realtà supportato le iniziative di FN fornendo loro spazi fisici e soldi pubblici. S.K.A. (Spazio Kollettivo Autogestito)
Sankara.
Livorno 17 Dicembre 2005
Stanotte è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro l’ingresso del nostro Circolo E. Berlinguer di Shangay, fortunatamente con danni limitati per la struttura. E’ un attacco preciso contro il Partito che più di ogni altro rappresenta un argine contro i crescenti rigurgiti fascisti ed autoritari nel nostro paese. E colpisce, in modo particolare, che avvenga in una parte del territorio dove Rifondazione Comunista ha un ampio insediamento di voti ed enorme è il radicamento della sinistra. Coinvolge un Circolo da sempre al centro di iniziative politiche e di solidarietà legate alle istanze ed i problemi del Quartiere e non solo, che hanno raccolto vasto consenso popolare tra gli abitanti. Crediamo che sia il riverbero livornese di un clima pericoloso che da tempo investe l’Italia, e che a Livorno, per la sua storia e per la sua natura di sinistra, si manifesta nel proposito di far diventare la città labronica (ed in essa le forze della sinistra) terreno di incursioni e provocazioni fasciste. Si stanno infatti verificando anche qui episodi, tra loro certamente diversi, ma che hanno in comune il segno: l’apertura della sede di un partito neofascista; la recentissima provocazione da parte di alcuni fascisti in Piazza Venti Settembre; fino agli stessi fatti accaduti domenica scorsa allo Stadio, gli ultimi di una lunga serie. Questo ennesimo fatto ci rafforza nella convinzione di spingere in modo ancora più determinato la nostra lotta e nell’imperativo di chiamare tutte le forze politiche e sociali e le stesse realtà di movimento presenti in città ad affrontare il problema di una forte e determinata vigilanza ed azione antifascista per espellere da Livorno ogni seme di fascismo e razzismo. Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Livorno
Frosinone 27 Dicembre 2005
Da L’Unita’ 28.12.2005
Nella notte di lunedì, esattamente alle 2,30 un boato ha svegliato i residenti di via Arno ad Isola del Liri (Frosinone). Il fragore è stato causato dallo scoppio di un ordigno collocato davanti la sede del Circolo «Rosa Luxemburg» di Rifondazione Comunista. L’esplosione ha provocato seri danni alla saracinesca e alle autovetture circostanti. Lo scoppio è stato talmente forte che è stata sollevata in aria anche una pesante scrivania lunga due metri che si trovava all’interno della sede. Sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia di Sora e gli agenti della Digos della Questura di Frosinone i quali hanno trovato tra i resti di vetro e ferro anche un adesivo raffigurante una svastica sormontata da un’aquila con la scritta «Boia Chi Molla». La stessa svastica che il segretario del Prc di Isola del Liri Angela Mancini ha ritrovato incisa sul cofano della propria auto nella giornata di martedì 27 dicembre. Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Cassino ha aperto un fascicolo contro ignoti. Quella di Isola Liri non è la prima sede del Prc ad essere presa di mira. A Roma e dintorni, negli ultimi mesi, si sono verificati episodi simili che hanno avuto come protagonisti anche sedi dei DS.
Da Il Passaporto.it Un boato ha svegliato, la notte scorsa, i residenti di via Arno ad Isola del Liri (Frosinone). Un ordigno collocato davanti la sede del Circolo “Rosa Luxemburg” di Rifondazione Comunista e’ esploso provocando seri danni alla saracinesca e alle autovetture circostanti. Lo spostamento d’aria ha sollevato in aria anche una pesante scrivaria lunga due metri che si trovava all’interno della sede. Tra i resti di vetro e ferro e’ stato trovato un adesivo raffigurante una svastica sormontata da un’aquila con la scritta “Boia Chi Molla”. La stessa svastica che il segretario del Prc di Isola del Liri Angela Mancini ha ritrovato incisa sul cofano della propria auto sempre nella giornata di ieri. (AGI) (28 dicembre 2005 – ore 16.05)
Bari 2 Gennaio 2005
ieri sera un gruppo di fascistelli baresi, ha assaltato armato di mazze e lame, la taverna del maltese in via nicolai, imbrattando l’esterno e costringendo i gestori del locale a barricarsi all’ interno. questa sera la bari antifascista deve presidiare quel locale, pronta a rispondere A TONO alle provocazioni di questi infami. che tra l’ altro si riuniscono nel vicino pub ” da mike” in via nicolai( solo alcuni falsi skins(5 o 6), probabile luogo di partenza della spedizione) e nel pub “parsifal” in via dante, alle spalle della taverna stessa. r.a.s.h.
Da Repubblica.it Avevano cercato di fare irruzione in un locale frequentato da giovani di sinistra. Denunciato anche un minorenne Bari, 5 naziskin arrestati dopo tentata aggressione BARI – La polizia ha arrestato a Bari cinque giovani naziskin che all’alba avevano tentato un’aggressione in un locale frequentato da giovani di sinistra. Identificato e denunciato alla procura competente anche un sesto componente del gruppo che è risultato minorenne. Secondo la polizia i sei giovani gravitano nell’area che fa capo alla formazione di estrema destra “Forza nuova”. Dalle ricostruzioni della polizia i sei naziskin, armati di spranghe, bastoni e catene e con il volto coperto da passamontagna, avrebbero tentato un’irruzione all’interno del locale “La taverna del maltese”, nel centro di Bari. I gestori del locale, munito di telecamere a circuito chiuso, hanno notato nei monitor il gruppo di naziskin e sono riusciti a bloccare le porte prima dell’irruzione. Gli estremisti di destra rimasti all’esterno hanno dipinto svastiche e scritte sulle saracinesche. Gli agenti, intervenuti subito dopo, sono riusciti a identificare tutti i componenti del commando e a bloccarne cinque con provvedimenti di fermo e di arresto. L’aggressione è avvenuta intorno alle 4 e trenta del mattino quando nel locale c’erano una cinquantina di persone.
(ANSA) – BARI, 3 GEN – Per un’aggressione compiuta poco prima dell’alba a Bari in un locale frequentato da giovani di sinistra, la polizia ha bloccato cinque giovani ‘naziskin’. Un sesto componente del gruppo di aggressori e’ stato identificato e denunciato alla procura competente, dal momento che e’ un minorenne. secondo la polizia, i sei gravitano nell’area che fa capo alla formazione di estrema destra ‘Forza nuova’. (ANSA)
Roma 8 Gennaio 2006
Roma. Sono circa le 4 del pomeriggio. Un compagno (che qui chiamiamo S.F.) sta percorrendo via magnagrecia in direzione San Giovanni in Laterano. Ha appuntamento davanti al Coin con una sua amica dell’università per prendere delle fotocopie.
Proprio lì, all’uscita della metropolitana, gli si parano davanti tre cosiddetti “naziskin”, con al seguito una ragazza, lo incrociano guardandolo. S.F. li evita e prosegue, ma poco dopo si rende conto di essere seguito, e in un attimo, come per magia, davanti al Coin ci sono anche loro. Uno di questi comincia, fingendo di parlare con gli altri, a sfotterlo ad alta voce: “aho, ma è vero che da ‘ste parti è pieno de zecche?” gli risponde quello affianco “avoja, è pieno de ‘ste merde, poi nun sai quanto me stanno sulle palle i punkabbestia… so i peggio…” perfino la ragazza “bisognerebbe fa piazza pulita co na pistola… bum! con un colpo alla testa”... e così via, sempre ridendo sguaiati e guardandolo, in attesa di una risposta alle evidenti provocazioni. Il compagno non reagisce, è teso, anche perché si rende conto dell’indifferenza delle altre persone intorno (a quell’ora era pieno di gente di passaggio, nonostante Coin fosse chiuso); inoltre ha paura che anche la persona che sta aspettando possa essere coinvolta. S.F. decide che è il caso di cambiare il luogo dell’appuntamento, chiama l’amica col cellulare, le spiega il problema. Fa per attraversare la strada, per allontanarsi dal gruppaccio ma subito uno di questi gli va incontro e lo ferma. Lo prende per il bavero e si rivolge agli altri: “ah regà, hai visto che ce stanno i punkabbestia?” e ride “fatti un po’ vedere, zozzone…” spulciandogli le spille attaccate alla giubba. Trova in un attimo la spilla con il pugno che rompe la croce uncinata e sbotta “ah, no no… questa proprio no!” e gli tira una testata in pieno volto che gli rompe il setto nasale. S.F. va a terra. Gli altri rimangono a godersi lo spettacolo, il nazi gli molla due, tre calci… finalmente i passanti intorno sembrano svegliarsi dal letargo “ma che state facendo, lasciatelo stare!” “Cristian, arrivano i vigili” fa uno dei nazisti all’aggressore. I quattro si dileguano in un attimo, scendendo le scale della metro antistanti la Coin. S.F. è aiutato da una signora gentile e dai vigili, che gli chiedono se ha bisogno di un’ambulanza. Lui rifiuta e decide di tornare a casa. Telefona ancora all’amica… perde sangue dal naso, le fotocopie possono aspettare. Questo è ciò che ho deciso di raccontare qui su indymedia, sperando in qualcuno che ci desse ascolto. Grazie.
Roma 10 Gennaio 2006
Questa notte, verso le 00.30, un gruppo di fascisti evidentemente reduci dalla commemorazione di Alberto Giaquinto, ha tentato di assaltare nuovamente il csoa forteprenestino. In quel momento erano presenti al forte un gruppo di occupanti in assemblea di gestione. L’assalto non ha avuto conseguenze grazie al fatto che in quel momento il portone del forte era chiuso e al tempestivo intervento dei presenti. Una prima risposta nelle strade del quartiere è stata già data con un’uscita volta a chiarire che non ci facciamo intimorire, nè chiudere nel nostro centro sociale. Una nuova risposta, visibile e determinata intendiamo darla oggi ripulendo il quartiere dalle tracce lasciate dall’adunata fascista. c.s.o.a. Forte Prenestino


Roma 14 gennaio 2006
Nella notte tra il 13 e 14 gennaio, intorno alle 03.30, dopo aver partecipato ad una iniziativa tre ragazzi ed una ragazza usciti dal centro sociale La Torre sono stati aggrediti nei pressi di un chiosco di panini distante qualche centinaio di metri. Le ferite riportate dai quattro ragazzi hanno richiesto cure ospedaliere. La ricostruzione dei fatti ci conduce ad affermare che l’aggressione effettuata da parte di una decina di fascisti armati di bastoni e a volto coperto sia stata premeditata, violenta e vigliacca. Il fatto segue di pochi giorni l’attacco subito dal Forte Prenestino, a sua volta solo l’ultimo di una serie di episodi che con sempre maggiore frequenza vedono realtà antagoniste e sociali, migranti e singoli compagni/e, nella città di Roma come in altre parti d’Italia, soggetti dell’attenzione di squadracce fasciste. Fatti che si alimentano di un humus culturale che fa della xenofobia, dell’esclusione sociale, dell’attacco feroce ai diritti delle donne e a quelli dei lavoratori e delle lavoratrici il perno dell’attività politica quotidiana delle destre e delle sinistre riformiste. La campagna elettorale è iniziata. Tra il “toponomastico” sindaco Walter Veltroni e il prefetto sgomberino Achille Serra, si inseriscono le forze della destra radicale e sociale impegnate ad accaparrarsi voti e sedie. E’ evidente che la battaglia che si apre a destra passa anche dall’affermarsi in strada e va a fare il gioco dei democratici pacificatori sociali. Difficile e’ capire chi muove i fili e chi getta benzina sul fuoco, chi in nome di uno pseudo ribellismo anti-sistema manda allo sbaraglio giovani testosteronici, che finiscono per essere gli utili idioti di qualcuno. Con la rabbia nel corpo, ma tutt’altro che sorpresi, continueremo ad agire sul territorio rispondendo alle provocazioni con le modalita’ che ci appartengono. Altre sono le nostre priorita’, come la lotta alla direttiva Bolkenstein e alla precarieta’, il sostegno ai detenuti e alle detenute nella battaglia contro ogni carcere, l’opposizione alle leggi liberticide su CPT, droghe e liberta’ individuali, l’impegno al fianco degli imputati nei processi di Genova 2001.
Le ferite si rimarginano, la determinazione resta intatta. Centro Sociale Autogestito La Torre Roma
Roma 21 Gennaio 2006
Hanno ag

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quarta parte
by antifa Friday, Feb. 24, 2006 at 11:27 AM mail:

Roma 21 Gennaio 2006
Hanno aggredito Lazio.net. Un vile pestaggio ad un laziale, ad un padre di famiglia, ad un amico che negli anni coi suoi contributi e il suo impegno ha fatto grande anche questo sito. Un’imboscata in piena regola, sotto casa di Roberto. Erano come al solito con i caschi sul volto, erano in quattro e lui da solo. Lo hanno picchiato. Questo episodio, gravissimo, giunge al termine di una serie di intimidazioni subite da Lazio.net che combatte da sempre la propria solitaria battaglia per un calcio pulito, per una Lazio figlia dell’ideale olimpico, lontana da episodi di intollerenza, violenza, xenofobia, razzismo, fascismo. Intimidazioni palesi via radio, via Internet. E spesso attorno il silenzio dei Don Abbondi dell’emittenza radio-televisiva privata e dei tanti ostaggi di una teppaglia che non ha neppure la dignità di mostrarsi a volto scoperto. Non abbiamo paura di chi tende agguati, di chi per picchiare un uomo si fa forte del branco. Né abbiamo paura di chi usa la Lazio per questioni che con la Lazio nulla hanno a che fare. Andremo avanti con ogni mezzo necessario perché gli autori di questa aggressione, ed eventualmente i loro mandanti, vengano smascherati ed assicurati alla giustizia. Da questo momento la voce di Lazio.net, dei suoi lettori, delle sue migliaia di utenti da tutto il mondo sarà ancora più forte e chiara. Non abbandoneremo per il timore di atti ritorsivi. Non abbasseremo la saracinesca come hanno fatto altri. Alle logiche mafiose rispondiamo con il nostro orgoglio e la nostra perserveranza che non si piega. E ora picchiateci tutti, come avete fatto con Roberto. Uno di noi. A lui, alla sua famiglia, il nostro affetto. Per inviare messaggi di solidarietà a Roberto, scrivete a magazine@lazio.net La redazione di Lazio.net
Roma 22 Gennaio 2006
Due skin antirazzisti di bergamo sono stati accoltellati questa notte fuori dal c.s.o. ricomincio dal faro, nel quartiere della magliana a roma. Erano le 3.30 di notte quando, alla fine del concerto dei duap e degli street justice un gruppo di 5 skins antirazzisti di bergamo, scesi a roma proprio per il concerto, si dirigeva alla propria macchina, poco distante dal centro sociale.
ad un certo punto si fanno avanti prima 2-3 rasati che guardando le toppe sul bomber di uno dei ragazzi gli chiedono: “sharp?” e subito lo accoltellano ad una coscia. Accoltellano poi anche un secondo ragazzo al gluteo, e nel frattempo i nazi sono diventati 20, segno che l’idea di attaccare il pubblico del concerto era ben premeditata e organizzata. quando dal centro sociale iniziano a uscire i compagni, attirati dalle urla, i nazi scappano. ennesimo atto vile dei fascisti, che si somma all’aggressione di ieri a milano .
Bologna 23 gennaio 2006
Questo pomeriggio sono andato in p.zza Maggiore per vedere di persona la situazione, visto che era stata annunciata la presenza di Alessandra Mussolini con la sua cricca di Azione Sociale. Della Mussolini nemmeno l’ ombra, in compenso un gruppetto di signori di Azione Sociale si dava un gran da fare con un megafono e due striscioni all’ inizio di via d’ Azeglio.
La cosa secondo me più grave sono stati i fatti generati dalla presenza del banchetto di Forza Nuova che raccoglieva una trentina di loro a pochi metri da p.zza Maggiore vicino al McDonald. Nessuno che abbia fatto un contro presidio o che comunque li abbia tenuti d’ occhio. Infatti dopo un po’, verso le 16:30 circa, sono stato personalmente testimone di una zuffa-aggressione ai danni di due ragazzi (uno preso particolarmente di mira) per alcuni simboli anti-fascisti che avevano sulla giacca.
La “gang” di Forza Nuova è partita all’ attacco con almeno 4 persone sul malcapitato, proprio di fronte all’ ingresso di Zara, davanti anche ad un guardiasala (coloro che controllano le uscite e l’ antitaccheggio nei negozi) restato assolutamente impassibile. Strattoni, insulti, qualche pugno in viso (tanto che è stata chiamata l’ ambulanza a medicare il ragazzo) a 30 mt dal banchetto di Forza Nuova e ad opera di alcuni di loro. Mentre il ragazzo era strattonato da questi, sono arrivati altri esagitati su alcuni scooter che senza nemmeno preoccuparsi di capire quello che stava succedendo, si sono diretti velocemente sul malcapitato sfogando anch’ essi la loro “frustrazione quotidiana” a suon di calci e pugni. Tanto veloci sono arrivati tanto veloci se la sono filata, la cosa strana è che, pur essendo piena di polizia la zona, il banchetto è andato avanti indisturbato per un’altra ora ed il ragazzo solo dopo circa 30 min. è stato soccorso da ambulanza e polizia. La cosa che trovo disgustosa è la semplicità, la non curanza e l’ impunità con il quale almeno 5-6 persone hanno alzato le mani ad un ragazzo in pieno orario di shopping sull’ ingresso di un negozio affollato come Zara. Ero a pochissimi metri dalla scena ed ho visto benissimo gli occhi eccitati dal momento di violenza di uno di loro nello scendere dallo scooter per unirsi alla festa a base di calci e pugni contro il ragazzo.
Personalmente mi aspettavo un presidio da parte di qualcuno di noi per monitorare e documentare il comportamento di questi tizi di Forza Nuova che, dopo quello che ho visto oggi con i miei occhi, mi sento di definire persone molto pericolose.
Occhi aperti e antenne dritte per monitorare i prossimi loro banchetti.
Bologna 21 Gennaio 2006
si segnalano aggressioni fasciste in risposta al divieto al corteo della fiamma tricolore a milano. è appena giunta la notizia che questo pomeriggio un gruppo di 5 bonheads sono saliti alla fermata della mm di duomo e dopo aver provocato un gruppo di donne rom hanno aggredito un ragazzo che aveva il “manifesto”in tasca. il ragazzo in questo momenti è all’ospedale.
i bonhead sono scesi in porta venezia. la digos, giunta sul posto, ha commentato che era la terza aggressione di questo genere in due giorni. ntanto la città è militarizata dalle forze dell’ordine in difesa dei luoghi che aggregano la destra estrema,i loro negozi come ad esempio in piaza maciachini o piazza aspromonte,le loro agenzie di viagio come in via garigliano o le loro librerie in via pollaiuolo
Torino 21 Gennaio 2006
IERI SERA INTORNO ALLA MEZZANOTTE IGNOTI HANNO LANCIATO UN SASSO DI GROSSE DIMENSIONI CONTRO LA VETRATA DEL CIRCOLO ANTONIO GRAMSCI DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA DI MIRAFIORI SUD INFRANGENDOLA MENTRE LUCA CASSANO,COORDINATORE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA DECIMA CIRCOSCRIZIONE LAVORAVA ALL’INTERNO. L’AZIONE, VISTE LE DIMENSIONI DEL SASSO E L’IMPOSSIBILITA’ DI TROVARNE DI SIMILI NELLE IMMEDIATE VICINANZE DEL CIRCOLO, SEMBREREBBE PREMEDITATA E POTEVA AVERE CONSEGUENZE BEN PIU’ GRAVI VISTO CHE FINO A POCHI MINUTI PRIMA DELL’ACCADUTO LUCA CASSANO ERA A NEANCHE UN METRO DALLA VETRATA CHE ROMPENDOSI HA INVASO DI SCHEGGE I LOCALI. IL CIRCOLO ANTONIO GRAMSCI DI MIRAFIORI SUD, CONDANNA CON FERMEZZA QUESTA INTIMIDAZIONE PERPETRATA ALLA VIGILIA DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE CHE CI VEDRA’ IMPEGNATI AL FIANCO DELLE FORZE DEMOCRATICHE DEL PAESE A DIFESA DI QUEI VALORI CHE OGGI COME NON MAI VANNO TUTELATI QUOTIDIANAMENTE DALL’OPERA DI CHI VORREBBE RIPORTARE IL PAESE INDIETRO DI 60 ANNI. IL CIRCOLO ANTONIO GRAMSCI DI MIRAFIORI SUD
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA rifondazione.mirafiorisud@virgilio.it
Roma 28 Gennaio 2006
Nella notte tra il 28 e il 29 gennaio, un gruppo di 7-8 persone ha aggredito due compagni. Gli aggressori fascisti, armati di mazze, hanno pestato i due e poi li hanno lasciati sanguinanti a terra. Questa è la prima aggressione fascista a casalbertone, dopo un periodo in cui i fascisti hanno iniziato sistematicamente ad attacchinare manifesti nel quartiere.
Verona 31 gennaio 2006
Domenica mattina alle 3 e mezza il csoa la chimica ha subito un’altro attentato incendiario (non rivendicato ma la cui matrice è inequivocabilmente fascista) con il lancio di una bottiglia incendiaria; fortunatamente all’interno c’erano ancora dei compagni che sono subito intervenuti a spegnere l’incendio.
Roma 2 Febbraio 2006
Poco fa sotto la metropolitana di Termini un naziskin ha aggredito un compagno di 19 anni, rompendogli il naso e il labbro inferiore a pugni, prima che la vigilanza del metrò intervenisse a dividere i due. Non è stata chiamata la polizia, né nessuno si è mosso in alcun senso per prestare soccorso all’aggredito. La dinamica, secondo il compagno, è sempre la stessa: camminava in direzione del passaggio con tessera, ha incrociato il solito pelato del cazzo col bomber e la faccia da assassino che usciva in direzione opposta, questo l’ha squadrato da capo a piedi, ha notato la toppa con la scritta “antifascismo militante” e le due bandiere, si è avvicinato mentre lui faceva il biglietto e gli ha mollato un pugno in faccia, poi un altro, così gratuitamente, e con una freddezza tale da far apparire il tutto quasi ordinaria amministrazione, dato che sembra che l’infame non abbia detto una sola parola durante l’aggressione. Due vigilantes del servizio d’ordine della metro A sono intervenuti per bloccare l’aggressore, a cui non sono stati chiesti documenti e che è stato lasciato libero di proseguire di lì a poco nonostante quello che aveva fatto.
Inoltre non è stato prestato nessun aiuto al compagno ferito che perdeva sangue dal labbro e che era visibilmente spaventato. Dagli ultimi post che mi è capitato di leggere su indymedia la frequenza di questi eventi sembra aver raggiunto livelli spaventosi.
A questo punto viene da chiedersi che senso abbia continuare a cianciare di antifascismo se i risultati poi sono sempre questi.

Milano 4 Febbraio 2006
Da Il Corriere della Sera Rossi e neri. Studenti contro studenti. Sale la tensione politica nelle scuole. Un quindicenne del magistrale Agnesi è stato aggredito sabato mattina da alcuni simpatizzanti di Forza Nuova. Frattura scomposta al naso in seguito a una violenta testata. Il motivo: aver stracciato un volantino che invitava alla manifestazione organizzata per sabato 11 febbraio dal gruppo di estrema destra. Via Bazzi, succursale dell’Agnesi: intorno alle 12 di sabato mattina cinque «skinhead» di Forza Nuova «sui 20-21 anni» (dicono i testimoni) sono entrati a scuola scavalcando i cancelli. Un blitz di pochi minuti: il tempo di distribuire i volantini e memorizzare il volto di quel «rosso» con la cresta colorata e tre piercing che aveva strappato l’invito al corteo. Così, al termine delle lezioni, gli «skinhead» («capelli cortissimi, anfibi e giubbotti di pelle») hanno aspettato il giovane a trecento metri dalla scuola. Racconta la madre: «Si sono nascosti sotto il ponte della ferrovia. Gli hanno dato un manifestino e gli hanno detto: “Facci vedere come fai a sputare sui nostri volantini”. La risposta: “Posso anche non essere d’accordo e stracciarlo». Quindi la testata. Lo studente è stato trasportato al San Paolo, dove oggi sarà operato al setto nasale. «Ora è terrorizzato e teme ritorsioni», aggiunge il padre che ha sporto denuncia al posto di polizia del San Paolo e che nei prossimi giorni si rivolgerà al commissariato di zona. Anche il preside dell’istituto, Giovanni Gaglio, farà denuncia contro ignoti per l’incursione nel cortile. «Mi auguro che questo – dice Gaglio – non sia un segnale di imbarbarimento del clima studentesco». Il preside si prepara a chiedere alla Provincia l’installazione di telecamere all’ingresso della scuola, l’automazione dei cancelli e un videocitofono. «Mi rivolgerò alle volanti – aggiunge – per avere un’intensificazione del servizio di ronda». Anche l’assessore provinciale all’Istruzione, Sandro Barzaghi, è preoccupato. Prima il Parini, con lo scontro tra «disobbedienti» e giovani di destra, ora l’Agnesi. «La situazione è grave – dice l’assessore – non vorrei che si tornasse indietro di trent’anni». Barzaghi parlerà oggi con il questore, Paolo Scarpis. «Gli chiederò di garantire sicurezza ai ragazzi dell’Agnesi e di evitare rappresaglie». Un gruppo di genitori dell’istituto si è rivolto «alle autorità competenti» per far luce sul «gravissimo episodio». Annachiara Sacchi
Fonte L’Unità
«NON SONO D’ACCORDO e quindi posso stracciarlo». Il volantino di Forza Nuova va in mille pezzi, ma lui, un ragazzo di 15 anni viene circondato dal gruppetto di militanti neofascisti e colpito da una testata. Adesso dovrà finire sotto i ferri per un delicato intervento chirurgico: gli hanno spappolato mezzo naso. A denunciare l’episodio sono i genitori degli alunni dell’istituto magistrale Agnesi di Milano, che hanno chiesto l’intervento delle autorità per far luce sul «gravissimo episodio». «Avevano capelli cortissimi, anfibi e giubbotti di pelli, sui 20-21 anni» racconta la madre del ragazzo pestato. È sabato, verso mezzogiorno. Il gruppo di estremisti neri scavalca i cancelli, entra nella scuola – la sede è quella della succursale dell’Agnesi, in via Bazzi – per per distribuire volantini relativi ad una manifestazione organizzata da FN per sabato prossimo. Alcuni studenti, evitando «qualsiasi forma di contrapposizione», per dimostrare «la loro contrarietà» però quei volantino li stracciano. Loro se la legano al dito. E fuori aspettano. Le lezioni finiscono, gli studenti escono e il commando entra in azione per la missione punitiva. Puntano uno dei ragazzi, lo prendono da parte poco lontano, lo circondano. Gli mettono in mano un altro volantino: «Dài, facci vedere come fai a sputarci sopra adesso… ». Lui risponde: «Posso anche non essere d’accordo e quindi posso stracciarlo». È in questo momento che uno degli aggressori si avvicina e gli sistema una violenta tastata. Trasportato al San Paolo e poi dimesso, il giovane, ieri sera è tornato in ospedale perchè oggi dovrà essere operato al setto nasale. La madre parlando del figlio ha spiegato che, pur essendo «un po’ punk, ha la cresta colorata, tre piercing e si veste con pantaloni con tasconi e casacche colorate», è comunque «un ragazzo tranquillo». «A scuola va bene e come passatempo si diverte a fare il giocoliere – ha aggiunto -. Ha fatto anche spettacoli alle feste di compleanno per bambini». «È molto spaventato e teme che ci possano essere ritorsioni», ha aggiunto la signora che ha già sporto denuncia al posto di polizia del San Paolo e che nei prossimi giorni si rivolgerà anche al commissariato di zona. Il ragazzino e la sua famiglia hanno ricevuto telefonate di solidarietà, tra le quali anche quella dell’assessore provinciale all’istruzione Barzaghi.
Valsusa 8 Febbraio 2006
Da Il Corriere della Sera TORINO – Due bombe carta contro il centro sociale Takuma di Avigliana, in provincia di Torino: l’episodio si e’ verificato nella serata di ieri. Danneggiati alcuni vetri dello stabile ma nessun ferito. Nel cortile e’ stato trovato un volantino con la scritta: “Mussolini batte nel nostro cuore. Nuovo Partito Fascista”. (Agr)
Bergamo 12 Febbraio 2006
Nei giorni scorsi la sede del Partito della Rifondazione Comunista della Val Cavallina nel comune di Borgo di Terzo (Bg) ha subito un atto intimidatorio di stampo fascista, il simbolo del partito apposto all’esterno è stato imbrattato con vernice nera.
Questo episodio non è isolato, ma rientra all’interno di una serie di piccole e grandi provocazioni da tempo in atto nei confronti dei comunisti e delle amministrazioni democratiche della valle. In precedenza sono stati imbrattati sempre con vernice nera i cartelli posti dal comune di Luzzana all’inizio del territorio comunale che lo qualificavano come “comune per la pace” e la corona d’alloro posta al monumento dei 13 partigiani fucilati dai nazi-fascisti in piazza tredici martiri a Lovere (BG) nell’alto Sebino è stata bruciata da ignoti.
Marino 10 Febbraio 2006
La scorsa notte ignoti (carogne fasciste) hanno lanciato 3 (una l’hanno lasciata in terra piena) bottiglie molotov contro il centro sociale I’pò di Marino. i danni fortunatamente non sono stati ingenti ma questo non diminuisce la gravità del fatto.
Come gravi sembrano essere queste continue aggressioni a spazi sociali e militanti non solo ai castelli ma in tutta roma e non solo. Casualmente fenomeni che si sono verificati più intensamente in questo periodo di campagna elettorale.

Roma 4 Febbraio 2006
La notte fra sabato 4 e domenica 5 febbraio, dopo una serata al Castro occupato, con 1000 pensieri in testa, tornando verso casa, nella zona di San Giovanni, un compagno Guatemalteco viene aggredito all’ improvviso da quattro ragazzi fra i 20 e 23 anni. Il tempo di vedere un paio di svastiche su i loro abiti e viene colpito due volte (forse con una bottiglia) perdendo così l’equilibrio. Dopo viene accoltellato prima da uno di loro due volte al braccio sinistro, e una terza coltellata al petto da un secondo. Cade per terra perdendo i sensi e quando si riprende chiede aiuto a delle machine che passano vicino. Nessuno si ferma. Passano ore prima che arriva al pronto soccorso dove viene medicato e ricoverato. La ferita al petto richiede punti di sutura. In seguito alle ferite riportate al braccio, subisce un intervento di ricostruzione di due tendini estensori.
Le sue condizione comunque sono buone. Questo non è un attacco isolato ma l’ennesimo caso di agressione squadristica di merda.
Vigevano 11 Febbraio 2006
la notte tra il 10 e l’11 febbraio è stato nuovamente appiccato il fuoco al c.s.a. la sede di vigevano (PV) a 19 mesi di distanza dal primo incendio. la matrice è assolutamente politica, lo conferma la scritta “siamo tornati” lasciata all’interno della struttura.
ci troviamo di nuovo a denunciare la presenza neo-fascista che si insinua giorno dopo giorno nella realtà vigevanese e non solo.
Roma 13 Febbraio 2006
Nella notte tra sabato e domenica, verso le 03.00 di notte, si è verificata una nuova aggressione fascista, a danno di due studenti fuorisede, i quali presentavano un look “alternativo”(orecchini, piercing, spillette ecc.). I due stavano aspettando il 40 notturno, nei pressi del Verano,di ritorno da San Lorenzo. Uno dei tre fasci si è avvicinato ad uno dei due malcapitati studenti, urlando << Siete compagni, Siete compagni!?!>>, e lo ha colpito con con una bottiglia di birra sulla testa. Un altro fascista, armato di spranga, ha provato a colpire l’altro studente che fortunatamente è riuscito a fuggire. I tre criminali fascisti sono poi scappati via…allo studente ferito sono stati dati 7 punti e 10 giorni di prognosi. Quest’ennesima aggressione conferma quanto già sapevamo: i fascisti sono ignobili e vigliacchi e aggrediscono anche se non fai politica attiva ma ti vesti in modo “alternativo”.
E ora che qualcuno faccia qualcosa,per tutelare l’incolumità di compagni/e e non solo, anche dei tanti giovani “alternativi”,dei migranti,dei più deboli.
Viterbo 17 febbraio 2006
‘Compagni di merda… tagliatevi i capelli’. Ancora un episodio di violenza politica, ieri notte, al centro della città.
Ad essere aggrediti sono stati cinque studenti universitari. Quattro ragazzi e una ragazza. Appena usciti dal cinema Genio, dopo aver visto il film Munich, i cinque universitari, a piazza del Comune all’altezza di via Cavour, hanno incrociato un gruppo di una decina di ragazzi sotto i vent’anni. Erano più o meno le una e un quarto di notte. Prima c’è stata una semplice spallata e poi sono iniziate le provocazioni, le intimidazioni e, infine, le botte a colpi di casco. “Quando li abbiamo incrociati uno di loro ha dato una spallata a uno di noi – spiega uno dei ragazzi aggrediti, studente di 24 anni -. Abbiamo subito capito che c’era qualcosa che non andava e abbiamo tirato diritto verso piazza della Morte, senza discussioni. In un primo momento il gruppo è andato oltre dicendo frasi del tipo “Ci sono le zecche… (termine spregiativo con cui i ragazzi di destra indicano quelli di sinistra, ndr)” “Compagni di merda”, “Ma guarda che capelli lunghi, ma perché non li tagliate”. Poi uno ha dato un calcio alle strutture per i lavori di restauro della chiesa di Sant’Angelo. Noi ci siamo girati per il rumore e poi abbiamo proseguito. Tempo pochi secondi e ci siamo accorti che ci seguivano. Che mi venivano dietro me ne sono reso conto dall’ombra. Un ragazzo mi si è affiancato. Quando mi sono voltato mi ha apostrofato minaccioso dicendo “Che c’è da guarda’...”. Io ho chiesto se c’era qualche problema”.
Fin qui l’intimidazione, poi arrivano le botte. “Il ragazzo mi ha sferrato un calcio alla caviglia sinistra. Ho perso l’equilibrio e sono caduto. Gli altri brandivano i caschi dei motorini tenendoli dalla cinghia. E a quel punto mi è stato sferrato un colpo con un casco sulla testa. Mi hanno tirato addosso altri caschi. Ho tentato di difendermi, prendendo su uno. Ma mi hanno intimato di posarlo. In quel momento è intervenuto un mio amico che mi ha tirato via. Io mi sono divincolato e sono andato verso il più vicino degli aggressori per difendermi. Mi hanno scagliato un altro casco sulla testa. Lì per lì non mi sono reso bene conto di cosa accadesse. Siamo corsi via, mentre ci tiravano i caschi, verso piazza della Morte. Per fortuna abbiamo trovato un bar aperto a piazza San Carluccio”. Gli studenti universitari hanno avuto abbastanza sangue freddo e hanno chiamato le forze dell’ordine, polizia e carabinieri. Vista la mossa, gli aggressori, presumibilmente ragazzi della destra neofascista, se la sono data a gambe gridando “Via, via… hanno chiamato la polizia”. Le forze dell’ordine sono arrivate in un paio di minuti, ma non sono riuscite a trovare gli aggressori che erano scappati nelle vie del centro storico. Una storia da arancia meccanica al centro della città.
“Quei ragazzi non li conosciamo – afferma il ragazzo aggredito -. Non li abbiamo mai visti. Noi non non siamo militanti di nessun partito. Abbiamo, forse, solo il “torto” di portare la barba o i capelli lunghi”. Insomma, un gruppo di ragazzi vestiti normalmente ma che danno l’idea di essere di sinistra, per i capelli o la barba, bastano a far scatenare la violenza di quella che appare come una ronda di neofascisti. Contro gli aggressori è stata presentata denuncia per percosse e lesioni. tusciaweb
Palermo 21 gennaio 2006 •
Questa notte, intorno alle 23.45, un oggetto contundente è stato scagliato contro le finestre nel laboratorio in Via a. Boito 7. Quello che inizialmente si pensava essere un proiettile da arma da fuoco (a causa del foro prodotto sul vetro della finestra) si è
rivelato poi essere una non meno pericolosa biglia di ferro, del peso di qualche centinaio di grammi, scagliata probabilmente da una fionda. E’ da notare come la finestra contro la quale il colpo e’ stato diretto fosse quella della stanza dove, visibilmente, erano presenti piu’ persone. Si tratta dell’ennesima delle aggressioni, nei confronti del laboratorio, che si ripetono con drammatica periodicita’ e alle quali continueremo a rispondere con le nostre proposte politiche e continuando il nostro lavoro.
Riccione 21 gennaio 2006
La sede devastata per la seconda volta in meno di un mese e la bocciatura annunciata – da quasi tutta la maggioranza – del registro per il riconoscimento delle unioni civili. Il movimento omosessuale accusa il colpo, ma rilancia immediatamente e per voce del presidente dell’Arcigay di Riccione Davide Piccioni annuncia: “Con grande rammarico dico che boicotteremo il turismo omosessuale, questa non è più una città gay friendly. Non lo è nelle istituzioni che promettono, promettono e poi non mantengono mai nulla. E non lo sotto il punto di vista dell’ordine pubblico perché non è possibile subire atti intimidatori come quello della devastazione della nostra sede ogni volta che si parla di registro per le unioni civili”.I fatti. Sabato mattina, alcuni operai al lavoro vicino alla sede dell’Arcigay (a fianco della biblioteca comunale) notano due buchi piuttosto grandi nella vetrata della porta d’ingresso e segnalano l’episodio. Probabilmente nella notte tra sabato e domenica gli autori dei buchi, non contenti, tornano e prendono a sassate la porta (vetro con maglia metallica all’interno) e la sfondano, quindi gettano sassi e immondizia in quantità in segno di sfregio verso gli omosessuali. A nulla servono le inferriate montate alla finestra dall’amministrazione comunale un mese fa dopo i primi atti vandalici. “Siamo stufi, questi atti di inciviltà devono finire. Chiediamo all’amministrazione di prendere posizione e di condannare ogni tipo di violenza nei nostri confronti. L’amministrazione, con il suo silenzio come la volta precedente, rischia di rendersi complice degli squilibrati”.I gay spiegano inoltre di non sentirsi al sicuro, di subire discriminazioni sul posto di lavoro e di subire continuamente il “sessismo”, forma di razzismo basata sulle diversità sessuali. “Con grande rammarico, se la situazione non dovesse cambiare, saremo costretti a disincentivare, con tutti i mezzi a nostra disposizione, gli omosessuali a venire in vacanza a Riccione, trattandosi di un posto diventato pericoloso e dove non sono ben accetti. Perderemo così una grossa fetta di turismo anche di fascia medio alta; cosa diranno i commercianti e gli operatori turistici?”.In serata alcuni circoli gay italiani erano già stati informati della situazione riccionese. L’Arcigay è poi tornato sulla questione del registro per le unioni civili. “Chiediamo di dare un segno forte e tangibile nel prossimo Consiglio comunale approvando il registro delle unioni civili”. Molto probabilmente però, ed è cosa nota ai gay, il registro – durante la seduta del Consiglio comunale di giovedì sera – non sarà approvato. In maggioranza non è infatti stato trovato un accordo nonostante le promesse fatte ai gay da parte del sindaco Daniele Imola e attraverso i giornali da parte del segretario della Quercia Fabio Galli. “Al di là della posizione della Margherita, anche all’interno dei Ds non si troverebbe l’accordo sul registro. Approveremo comunque un ordine del giorno per chiedere al Governo di legiferare sulle unioni civili. Si tratta di un atto simbolico, ma del resto anche il registro in termini di risultati non sarebbe andato oltre l’effetto simbolico”. Enea Abati (Corriere Romagna)
Riccione, devastata la sede Arcigay. Devastata, per la seconda volta, la sede dell’associazione Arcigay ‘Alan Mathison Turing’ di Riccione. L’edificio era stato distrutto il 14 dicembre scorso. ‘’Un atto gravissimo di incivilta’‘’ ha detto il presidente del circolo, Davide Piccioni, che chiede un formale atto di condanna a tutte le forze politiche. ‘’la volta scorsa – spiega – ci espressero solidarieta’ soltanto Pdci e Prc, mentre il sindaco minimizzo’ l’episodio’’ e ‘’non una parola di condanna arrivo’ da Ds, Verdi, Rosa nel pugno e da chi tradizionalmente e’ sensibile ai diritti delle persone omosessuali’’. (Agr)
Roma 22 febbraio 2006
Assalto al centro sociale la Torre dopo il corteo per ricordare Valerio Verbano ucciso lo stesso giorno del 1980. In cinquanta armata di spranghe e bastoni tentano l’assalto al centro sociale, una macchina viene incendiata.

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