Top cento, i migliori (?) artisti italiani contemporanei secondo Flash Art....
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Gallerie Galere: i nomi degli schiavi di corte:
Sul numero di Flash Art di Febbraio Marzo compaiono due graduatorie assolutamente inquietanti e raccapriccanti, inquietanti per la loro genesi morfologica e socioculturale. Mi riferisco a due autoritarie (assolutamente non autorevoli) graduatorie sui migliori (?) cento giovani artisti italiani. Le due top cento mirano ad individuare gli eredi del mercato di Mauro zio Catenella. Mauro zio Catenellan viene ovviamente, presentato come presunto ciclone, certo ragionando sulla sommersione dell'arte contemporanea scartata di produzione, la metafora si presenta in maniera puntale, peccato constatare che la definizione autoritaria del "ciclone economico transnazionale e privatizzato" presume di essere qualitativa.
Sul nefasto ed infelice numero non può non passare inosservato che tali graduatorie scientifiche, sono redatte da osservatori sistemici, che non possiamo assolutamente definire sopra le parti: critici e galleristi della mia generazione, c'è anche tra i galleristi Letta Guadagnona, mia collega ai tempi dell'Accademia di Belle Arti, quando sognava di fare l'artista prima di comprendere che i soldi si fanno da gallerista. Tra i curatori spiccano nomi assolutamente non sopra le parti, si potrebbe benissimo parlare (ma lungi da me farlo) di conflitto d'interesse, penso ad Helen Konta hova o a Gina la politi-ca, ma spiccano di luce propria in tal senso anche i nomi lustri di Bonodi e dello stesso Mauro zio Catenellan (penso abbia votato Piero Gola Profonda, suo erede naturale dello sberleffo grosso e grasso all'Alvaro Vitali), per non parlare della beata Alice o della brutta critica italiana da Nuova York. Giovani, miei coetanei dato che le vecchie guardie vengono dichiarate poco attente al nuovo ed al sommerso (?). Nuovi, ma in tutto e per tutto, figli di quella mentalità speculativa "made Don Benito Ulivo e Collant", i quali a questo punto risultano essere semplicemente omessi per età anagrafica. Insomma come può un giovane artista sommerso e scartato di produzione sperare di uscire dalla penombra dei media specialistici e raccontare dalle luci della ribaltà trash un disagio comunicazionale ed artistico più che secolare? Non un artista militante a pugno chiuso o con un quadro nel pugno nelle deleterie top 100 e nessun dibattito serio sul senso del fare arte oggi proposto.
Tutti questi importanti (?) e autoritari critici e galleristi italiani sono stati interpellati da Flash Art per indicare, attraverso un sondaggio troppo semplice e schematico, palesemente incompleto e poco minuzioso, gli artisti italiani più significativi. Le due nefaste graduatorie (quella dei critici e appunto quella dei galleristi) scaturite, contemplano una 186 e l'altra 242 giovani artisti italiani, dove sono tutti gli altri? Terribile che questa sia la graduatoria dell'arte di oggi più seria, completa e attendibile.
A questo sondaggio sono state invitate le seguenti gallerie/galere tutte operanti con giovani artisti d'allevamento geneticamente modificati:
1000eventi, 404, AndreA Arte, Alfonso Artiaco, Artopia, Artra, Antonio Battaglia, Biagiotti, Paolo Bonzano, Byblos, Studio Cannaviello, Carbone.to, Le Case d'Arte, Ciocca, Antonio Colombo, Continua, Raffaella Cortese, Guido Costa, Massimo De Carlo, Alessandro De March, Umberto Di Marino, Paolo Erbetta, Estro, The Flat-Massimo Carasi, Monica De Cardenas, Fonti, Enrico Fornello, Guidi & Schoen, Image, In Arco, Galleria Klerkx, La Giarina, Federico Luger, Cesare Manzo, Marella, Maze, Francesca Minini, Massimo Minini, Monitor, Studio Morra, Neon, Franco Noero, Pack, Francesco Pantaleone, Fabio Paris, Alberto Peola, Perugi, Placentia, Poggiali e Forconi, Nicola Ricci, San Salvatore, Mimmo Scognamiglio, Sergio Tossi, Tucci Russo, T293, Daniele Ugolini, ViaFarini, Zero...
Non mi pronuncio sulle galere/rie napoletane, per non subire poi fastidiosi effetti collaterali, mi limito a dire che c'è da rimpiangere Lucio Amelio proprio come qualcuno davanti al Berlusklan rimpiange giustamente la vecchia Dc.
Il problema? Flash Art non ascolta la voce degli artisti sommersi scartati di produzione. Evidentemente non sono un buon affare speculatorio a brevissimo termine! La difesa di un fare artistico serio ed etico, è questione che deve potere riguardare non solo una serie di addetti ai lavori, neanche troppo sopra le parti (l'arte non può essere ancora nell'anno zero sei un affare di famiglia o di famiglie). Quando si comincerà a rilevare che critici e galleristi costituiscono solo una sovrastruttura di nicchia sistemica? Quand'è che riviste specialistiche come Flash Art (che rimane comunque quello che di più attendibile c'è in Italia) cominceranno a rendere visibili mappature di artisti sommersi che resistono localmente alle speculazioni del mercato globale? Sarebbe un ottimo servizio non trovate? Mappature di artisti sommersi cui rivolgersi direttamente per vedere una mostra personale o organizzarsi la propria collettiva a domicilio. I sogni degli artisti sommersi e scartati di produzione vanno tutelati, in virtù del fatto che i sogni d'artista non si oppongono mai completamente al reale ed il reale può naturalmente contenere i loro sogni.
Da una ex miniera del sulcis Iglesiente nel sud ovest della Sardegna, Mimmo Di Caterino.
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