Frank Luntz e Giancarlo Politi, affinità elettive?
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Assonanze curiose si rimandano in analogia, microsistemi e macrosistemi sono strutturati con la stessa configurazione. Sondaggi dalle pagine di Flash Art, volte ad individuare l'erede dello tsunami del catinello del mercato globale Catenello Cattenella e sondaggi Berlusconiani venduti all'eletterotato Forza italiota per le prossime governative. I sondaggi Berlusclowniani da chi sono curati? FRANK LUNTZ. Frank Luntz, sondaggista americano che da buon repubblicano ri-pubblichino ha collaborato in passato con l'ex sindaco New Yorkese Rudolph Giuliani e con Bush padre. Frank Luntz ha un modo di sondare il sondaggio poco oggettivo, non troppo distante dai galleristi politi-ani. Frank Luntz proprio come i galleristi ed i curatori delle top cento politi-ane non lavora oggettivamente su dati reali, Luntz intercetta i desideri degli elettori, i galleristi ed i curatori intercettano i desideri degli investitori.
Nascono allora slogan tecnici, come:
Pensioni più alte per tutti.
Libri gratis per tutti.
L'erede dello tsunami di mercato Cattelan.
Insomma il desiderio viene intercettato prima che prenda forma politica od artistica, per mutare elettori utenti ribelli in filo governativi (inconsapevolmente). Frank Luntz e Politi non sono così lontani nel loro vendere sogni. Nonostante ciò il sommerso non lo si può nascondere sotto il tappettino della retorica ufficiale, non bastano per fare questo beceri sondaggi di matrice neoliberista. L'arte sommersa ascolta e parla direttamente al proprio pubblico senza intermediari o mediazioni americane (vero Andrea Bellini?), gli scarti di produzione artistica sanno che la vera arte ha bisogno di umiltà. Il neoliberismo muove Politi come una marionetta, Politi muove il sistema dell'arte come una marionetta, il sistema dell'arte muove curatori, galleristi e troppi artisti come marionette, Frank Luntz cerca di muovere democratiche elezioni come un marionettista al soldo dei Berlus-cloni. Tutto questo può sommergere ma non cancellare gli scarti di produzione artistica, privi di discariche galleristico fieristiche dell'arte dove vendere i propri lavori. Certo riflettere sul fatto che a Napoli stiano reclamando alla Regione Campania, studi pubblici per i loro artisti, le gallerie associate che gestiscono il Pan; sul serio rischia di mandare gli artisti etici onesti e sani di mente in crisi depressiva patologica. Nonostante tutto l'arte sommersa localmente lotta globalmente per non soccombere sotto il peso delle cronache Belliniane del mercato new yorkese e dell'impossibile concorrenza mercantile con le gallerie galere private transnazionali. Il sommerso vive, oramai da cinquanta anni, vive di economia privata attraverso il dialogo, dialogo che precede il marketing e le decisioni imposte dall'alto da Politi o da Frank Luntz. Il sommerso e lo scarto di produzione artistica vive in un iper spazio dove non è possibile auto legittimarsi privi della moltitudine, nella stessa moltitudine però non si può non accettare la propria relatività. P.A.AFF. 15-4-6 ORE 17 BINARIO 16 NAPOLI CENTRALE.
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