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condannati 3 compagni per l'operazione cervantes
by tribunali e carceri salteranno in aria Wednesday, Mar. 01, 2006 at 10:39 AM mail:

Anarchici, 3 condanne e 6 assoluzioni per pacchi bomba in Lazio

ROMA (Reuters) - Tre condanne e sei assoluzioni oggi a Roma nel processo a 9 membri di un gruppo anarco-insurrezionalista, accusati di una serie di attentati compiuti con pacchi bomba tra Viterbo e Roma nel 2003 e 2004.

La prima Corte di assise di Roma, che ha escluso per tutti e 9 gli imputati il reato di associazione sovversiva, ha condannato a 9 anni Marco F. -- per l'attentato alla caserma dei carabinieri di viale Libia a Roma con un pacco bomba nel 2003, in cui perse tre dita il maresciallo Stefano Sindona --, a 6 anni Simone D.M. e a 3 anni Massimo L., considerato il leader del gruppo insurrezionalista nel viterbese.

Nessuno degli imputati era presente in aula.

La pubblica accusa aveva chiesto 9 condanne. La richiesta di pena più grave, 16 anni e mezzo, riguardava F.. Dodici anni di carcere erano stati chiesti per L., che insieme allo stesso F. partecipò agli incidenti di Roma in occasione della Conferenza intergovernativa Ue del 4 ottobre 2004.

Per Danilo C.,Valentina S., Stefano e Simone del M., Claudia C., David S. e Sergio M. S. erano state chieste pene tra i 5 e i 10 anni di carcere.


***

PACCHI BOMBA: DIFESA AMAREGGIATA,CONDANNE INCOMPRENSIBILI
Contro Marco F., Simone D.M. e Massimo L. "non c'era alcuna prova per poter emettere una sentenza di condanna". I difensori dei tre imputati hanno lasciato l'aula bunker del Foro Italico senza fare alcuna dichiarazione, visibilmente amareggiati, rimandando ogni considerazione agli interventi espressi in sede di discussione dopo la requisitoria della procura. "Sarebbe stato meglio se la corte avesse sancito l'esistenza di un'associazione eversiva - e' il solo commento -. La decisione della corte, se da un lato ha smontato l'impianto accusatorio, dall'altro ha chiamato in causa tre persone estranee ai fatti e sulla base di elementi inesistenti. Insomma e' stata una sentenza politica". E' risultata incomprensibile ed eccessiva, in particolare, la condanna a 3 anni inflitta a Massimo L., ritenuto responsabile della devastazione e del saccheggio di un punto Mc Donald's a piazza Sonnino, a Roma. "Se fosse stato giudicato da un tribunale monocratico, competente per quel reato, se la sarebbe cavata con pochi mesi di reclusione", spiegano i difensori. Il risultato, intanto, e' che per questa inchiesta della procura di Roma, sostanzialmente smantellata dalla corte d'assise, sono finiti in carcere tutti e gli imputati, compresi, ovviamente, i sei assolti. La prima ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Guglielmo Muntoni, e applicata nei confronti di S., F., S. e Simone D. M., risale al 26 luglio 2004. La seconda, firmata dallo stesso giudice a carico di L., C., S., C. e Stefano D. M., e' del 18 maggio 2005.

ROMA, CONDANNATI TRE ANARCHICI, 6 ASSOLTI
Con tre condanne e sei assoluzioni si e' chiuso davanti alla prima corte d'assise di Roma il processo contro nove presunti anarco-insurrezionalisti accusati dalla procura degli attentati avvenuti tra il 2003 e il 2004 nella capitale e a Viterbo. La pena piu' alta e' stata inflitta a Marco F., condannato a nove anni di reclusione per attentato con finalita' di terrorismo in relazione al plico esplosivo che il 4 novembre del 2003 feri' gravemente ad una mano ed al volto il maresciallo Stefano Sindona, in servizio presso la caserma dei carabinieri di viale Libia. Tra gli altri condannati figurano anche Simone d. M. (sei anni) per l'ordigno esplosivo al tribunale di Viterbo (19 gennaio 2004) e Massimo L. (tre anni) per l'assalto ad un ristorante McDonald's a piazza Sonnino a Roma durante una manifestazione dell'area antagonista del 13 febbraio 1999.

[...] A tutti e tre i condannati la Corte ha inflitto, quali pene accessorie, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale per la durata della pena inflitta. A F., inoltre, è stato un anno di libertà vigilata e il risarcimento di 50 mila euro per risarcimento danni al maresciallo Sindona. I tre condannati poi dovranno risarcire anche il ministero dell'Interno, il ministero di Grazia e giustizia e il ministero della Difesa costituitisi parte civile nel processo. Soddisfazione espressa dai carabinieri dei Ros che hanno portato avanti le indagini.

Alla lettura della sentenza non hanno partecipato gli imputati e neppure i loro compagni che nel corso del processo avevano affollato l'aula della Prima Corte d'Assise. I loro avvocati hanno spiegato questa assenza in relazione al loro mancato riconoscimento dell'autorità che li stava giudicando. C'era, invece, il maresciallo dei carabinieri Stefano Sindona: "Penso che la sentenza sia stata giusta, almeno nel senso che i giudici hanno condannato il responsabile dell'attentato fatto nei miei confronti". "La mia vita da quel giorno non è più la stessa - ha detto lasciando l'aula -. Quell'episodio mi ha segnato per sempre. L'importante è che il responsabile sia stato punito".

Repubblica online


***

Tutti assolti dall'accusa di associazione sovversiva Roma
Processo pacchi-bomba: 3 condanne Sei invece gli imputati assolti. Nove anni per Marco F., sei a Simone D. M. e tre per Massimo L.

ROMA - Una sentenza che farà discutere. Tre condanne a pene varianti da nove anni a tre anni di reclusione e sei assoluzioni sono state decise nel pomeriggio dalla Corte di Assise di Roma a conclusione del processo contro nove presunti appartenenti al movimento anarchico-insurrezionalista coinvolti nelle indagini sui pacchi bomba al Tribunale e alla Questura di Viterbo tra il 2003 e il 2004 e quello recapitato alla caserma dei carabinieri in viale Libia, a Roma (2004).
I giudici hanno condannato a nove anni di reclusione, oltre ad un anno di libertà vigilata, Marco F.; sei anni di reclusione sono stati inflitti a Simone D. M.(anche 2.000 euro di multa) e tre anni di carcere sono stati decisi per Massimo L. Tutti e nove gli imputati sono stati assolti dall'accusa di associazione sovversiva.

Corriere.it


***

ROMA: PACCHI BOMBA, TRE CONDANNE E SEI ASSOLUZIONI
(AGE) ROMA - Tre condanne a pene varianti da nove anni a tre anni di reclusione e sei assoluzioni sono state decise nel pomeriggio dalla Corte di Assise di Roma a conclusione del processo contro nove presunti appartenenti al movimento anarchico-insurrezionalista coinvolti nelle indagini sui pacchi bomba al Tribunale e alla Questura di Viterbo tra il 2003 e il 2004 e quello recapitato alla caserma dei carabinieri in viale Libia, a Roma (2004). I giudici hanno condannato a nove anni di reclusione, oltre ad un anno di libertà vigilata, Marco F.; sei anni di reclusione sono stati inflitti a Simone D. M. (anche 2.000 euro di multa) e tre anni di carcere sono stati decisi per Massimo L. Tutti e nove gli imputati sono stati assolti dall' accusa di associazione sovversiva. La prima Corte di Assise presieduta da Francesco Amato, ha assolto David S., Sergio M. S., Danilo C., Valentina S., Claudia C. e Stefano D. M.. Per tutti gli imputati è stata disposta la remissione in libertà. La sentenza è stata emessa dopo circa sei ore e mezzo di camera di consiglio, gli episodi per i quali sono stati condannati i tre imputati riguardano il ferimento del maresciallo Stefano Sindona, il quale nell'esplosione del pacco bomba recapitato nella caserma di Viale Libia, perse alcune falangi della mano destra. Per questo episodio è stato condannato Marco F.. La pena inflitta a Simone D. M. fa, invece, riferimento all'attentato compiuto al Tribunale di Viterbo, mentre Massimo L. è stato riconosciuto responsabile della devastazione del mc Donald di piazza Sonnino a Roma (1999). La Corte ha condannato i tre imputati anche al pagamento delle spese processuali e di costituzione in giudizio delle parti lese. In particolare, al maresciallo Sindona è stata riconosciuta una provvisionale di 50 mila euro, mentre l' ammontare complessivo del risarcimento sarà deciso in sede civile. Inoltre, è stata disposta la liquidazione nella misura di diecimila euro per le spese di giustizia sostenute dalla presidenza del Consiglio, il ministero dell'Interno e il ministero della Giustizia. (AGE) RED-CENT



***

Processo pacchi bomba: non fu associazione sovversiva

E’ questo il principio stabilito dalla I Corte di Assise di Roma, che oggi ha condannato tre presunti anarchici a pene che vanno dai nove ai tre anni di reclusione e ha assolto, anche se con la formula dubitativa, altri sei imputati

ROMA - Non ci sono elementi per sostenere che dietro il fenomeno dei pacchi bomba recapitati tra il 2003 ed il 2004, e attribuiti ad ambienti anarco-insurrezionalisti, ci sia stata un’associazione di carattere sovversivo. E’ questo il principio stabilito dalla I Corte di Assise di Roma, che oggi ha condannato tre presunti anarchici a pene che vanno dai nove ai tre anni di reclusione e ha assolto, anche se con la formula dubitativa, altri sei imputati. Sconfessando l’ impianto accusatorio della procura, i giudici hanno dichiarato per tutti l’insussistenza del reato associativo.
Le pene sono state inflitte a Marco F. (nove anni di reclusione più un anno di libertà vigilata), Simone D. M. (sei anni più duemila euro di multa) e Massimo L. (tre anni). Il primo è stato riconosciuto responsabile del pacco bomba esploso il 4 novembre 2003 nella caserma dei carabinieri di viale Libia, a Roma, nel quale il maresciallo Stefano Sindona perse due falangi della mano destra. Per quell’episodio F. dovrà versare al militare una provvisionale di 50 mila euro, mentre l’entità del risarcimento sarà stabilita in sede civile. D. M. è stato condannato per l’attentato al tribunale di Viterbo (gennaio 2004), mentre la pena inflitta a L., considerato uno degli elementi di spicco della galassia anarchica, fa riferimento alla devastazione del McDonald’s di piazza Sonnino, a Roma, durante una manifestazione davanti all’ambasciata americana nel 1999. Tutti e tre, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di costituzione di parte civile, nella misura di diecimila euro, della Presidenza del Consiglio, del Viminale e del Ministero della giustizia.
Le assoluzioni hanno riguardato David S., Sergio M. S., Danilo C., Valentina S., Claudia C. e Stefano D. M. Tutti e nove gli imputati finirono in carcere in due tranche, tra il novembre 2004 e l’ estate 2005. Per molti di loro la detenzione è proseguita a lungo presso il domicilio. I rappresentanti dell’ accusa avevano chiesto la condanna di tutti gli imputati a pene varianti da 16 anni e sei mesi a cinque anni di reclusione, proprio sulla base del riconoscimento del reato associativo. Nessuno degli imputati era presente in aula perchè, hanno riferito i loro legali, non hanno voluto riconoscere l’autorità che li ha giudicati.
Quella pronunciata oggi è stata l’ultima sentenza del presidente della prima corte di assise Francesco Amato. Prossimamente il magistrato, che ha celebrato importanti processi come quello per la morte di Marta Russo, andrà in pensione.

La Gazzetta del Mezzogiorno
Martedì, 28 Febbraio 2006 - 09:17


Questa sera è stata emessa la sentenza di primo grado nei riguardi dei 9 compagni processati a Roma.
L'associazione non è stata riconosciuta, 3 compagni però sono stati condannati pesantemente, mentre gli altri sono stati assolti.
Tombolino, accusato di aver inviato il pacco che esplose nelle mani dello sbirro Sindona, è stato condannato a 9 anni per attentato con finalità di terrorismo, Simone a 6 anni per lo stesso reato ma accusato della bomba al tribunale di Viterbo, Massimo a 3 anni per il danneggiamento di un McDonald's. A Massimo non è stata riconosciuta l'aggravante di terrorismo richiesta dall'accusa e sono stati revocati gli arresti domiciliari, come agli altri compagni assolti.
Simone e Tombolino restano invece ai domiciliari.
Un forte abbraccio va ai compagni ancora ristretti e a quelli che non lo sono più. Se il tribunale può permettersi di decidere sulla loro sorte, altrettanto sapremo fare noi compagni nei riguardi dei nostri nemici. Un invito diretto ai compagni per continuare a tenere duro, e agli aguzzini perché non si sentano mai al sicuro.

CroceNeraAnarchica



***

IL SOLITO COPIONE

Oggi, 28/2/2006

La Corte di Assise di Roma ha condannato i compagni

Marco Ferruzzi ad anni 9
Simone del Moro ad anni 6
Massimo Leonardi ad anni 3

Assolti gli altri 4 compagni e le due compagne.

La sentenza è solo ed esclusivamente politica, dettata dall'alto; richiesta e dal clima elettorale e dalla necessità di non sbugiardare in toto il boia Vitello e la sbirraglia di supporto, grazie a giudici vili.
Vili perché pur riconoscendo l'inconsistenza dell'impianto accusatorio, al punto di far cadere l'accusa di associazione sovversiva, non hanno avuto il coraggio di riconoscere l'inesistenza di prove rispetto ai reati specifici, nonostante durante il processo si sia assistito a digos che smentivano i ros, carabinieri che nella stessa testimonianza davano diverse versioni per lo stesso episodio, senza contare gli innumerevoli non ricordo.
Ma, si sa, gli anarchici, i rivoluzionari sono colpevoli a prescindere e quindi condannati.

E allora si usa il solito copione già scritto in altre sentenze, vedi il processo Marini.

Copione che lascia aperta la strada ad ulteriori sviluppi giudiziari preannunciati/richiesti dal ministro Pisanu.

In ogni caso nessun lamento.

Onore e dignità a tutti i compagni caduti combattendo contro lo Stato e il
Capitale.

Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo

Martedì, 28 Febbraio 2006 - 09:40


fonte:Anarcotico

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un po di rispetto se ne siete capaci Thursday, Mar. 02, 2006 at 4:10 PM
Comitato contro la repressione? Paolo Wednesday, Mar. 01, 2006 at 1:45 PM
Complimenti Uno Wednesday, Mar. 01, 2006 at 1:44 PM
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