Caos e Anarchia !
1- L’anarchia non è ordine, come qualcuno potrebbe sostenere. Innanzitutto perché l’ordine NON ESISTE. Non esiste nel senso che l’ordine non è altro che un’astrazione che l’uomo rileva sulla realtà caotica della natura. La natura E’ caotica. E' caotica innanzitutto perché l’ordine esiste solo partendo dal disordine, e ciò che è ordine da un punto di vista non lo è dall’altro; ordinare è disordinare. La natura sì dà infinite possibilità, non mai possibilità ordinate. Questo significa anzitutto che dare ordine è imporre autorità. Nel momento in cui io ri-ordino, io distruggo una realtà per imporre la mia visione… che può essere utile, ma non già mai VERA. Se mi seguite, quello che intendo è che se un ordine non esiste, e se ordinare non è altro che imporre una visione pre-ordinata dalle mie limitate possibilità, e se l’ordine - in quanto unico possibile - è altamente autoritario, io sostengo che ordinare, anzi, l’ordine stesso, non è affatto compatibile con l’anarchia. Perché ordinare vuol dire impedire agli altri di vedere le cose a modo loro. Artaudianamente quando io dichiaro l’ordine, io impongo un giudizio definitorio, che si sottrae alla trasformazione, alla ri-caoticizzazione, ad un nuovo possibile giudizio. Questo non và, nel giudizio definitorio. Il giudizio di dio! Facciamola finita col giudizio di dio. Coll’ordine precostituito. Facciamo caos. Ecco perché anarchia è caos: perché è lotta contro l’ordine precostituito. Ed è per lo stesso motivo che l’anarchia ha bisogno di dis-ordine, di eliminare il giudizio definitorio, per sostituirlo con le infinite possibilità insite nella natura, quindi nell’uomo, quindi del caos. L'anarchia è caos perché l’anarchia è possibilità, è libertà, è responsabilità, anche, è esplosione, che distrugge - l’ordine, e lo scaraventa da tutte le parti.
2- Senza caos non ci può essere conoscenza. Senza la caoticizzazione della verità non ci può essere effettiva conoscenza. Ossia: senza l’apertura continua e ostinata verso l’infinita possibilità fuori, non ci può essere che l’infimo dentro, la morte, il residuo, l’immobilità ostinata ordinata e volgarmente autoritaria. Cosa vuol dire tutto ciò? Che solo attraverso la spinta sempre continua e imperterrita della propria coscienza verso nuove e inesplorate prospettive ci può essere la possibilità dell’infinito fuori. Questo, se è significativo da una prospettiva individuale, individualista, lo è forse ancora di più se ad essere analizzata è l’intera società, unione, aggregazione di individui. Il singolo può – FORSE - ad un certo punto creare ordine intorno a sé, non foss’altro che per riposare le propria membra, stanche per aver lottato contro il precedente ordine. Ma ciò che non si può mai fermare è la prospettiva del gruppo. Non gruppo inteso come realtà sovraindividuale, ma come aggregazione spontanea di individui unici. Proprio in quanto aggregazione (non somma) di individui unici, l’unione non può mai soffermarsi, ma deve sempre essere un continuo, non crescere, ma cambiare. Non crescere, giacché qui non si hanno prospettive progressiste della conoscenza. La conoscenza non progredisce, la conoscenza cambia. Questo è, credo, uno degli aspetti più importanti e rilevanti di tutta la prospettiva anarchica; anarchia è anzitutto uccisione del giudizio unico vero e definitorio. Anarchia è dadaismo, decostruzione, provocazione, denigrazione, distruzione, ricostruzione e di nuovo distruzione. Solo nel rapporto dialettico costruzione/decostruzione ci può essere spazio per noi unici. L’anarchico che non si diverte a distruggere è un falso anarchico. Anarchia è cancellare l’altrui prospettiva, per, non imporre, ma proporre, vivere la propria. Anarchia è sorpresa, è esplorazione, è ricerca; l’anarchia è curiosa e priva di tabù come un animale, come un bambino. Anarchico è l’animale, il bambino. Ecco, qui si spiega e mostra l’incompatibilità tra anarchismo e comunismo. Qui si mostra perché il comunismo non può che essere infimo dentro, al pari di religione, fascismo e ogni altra forma di autoritarismo. E’ schernendo e distruggendo le verità che l’uomo crea anarchia. Che crea caos. Quando vi è una sola certezza, non ve ne è nessuna. Giacché la verità è la morte, la fine della vita: la vita è ricerca. E la ricerca può avvenire solo nel caos. Questa non vuole essere una prospettiva utile solo a dare uno spazio alla libertà, alla fantasia, a dare agibilità alle possibilità. Qui non si tratta di nascondere una scomoda o fastidiosa o malvoluta verità. Non si tratta di chiudere gli occhi davanti alla realtà per poter continuare a giocare. La realtà è che non vi è nessuna verità scritta nel mondo. Le verità, le leggi sono lette (male) dagli uomini, che le trovano dove queste non ci sono. Nessuna verità non può essere messa in discussione. Tutte le certezze sono pronte per cadere. Non cadranno, certo che no, ma sono ugualmente pronte per cadere. A noi sta scalpellare le fondamenta di ogni possibile nuova e vecchia certezza, per dare agibilità alla nostra anarchia, al nostro caos: a noi sta di diffondere il caos da cui nasce la conoscenza e la consapevolezza, a discapito dell’immobile e mortifera verità, ultima e definitoria. Ecco perché senza caos non ci può essere conoscenza; perché senza caos non ci può essere ricerca. Senza un caos da cui partire nessuna conoscenza si può elevare. Sarebbe come cercare di creare ordine senza disordine. Dall’ordine non si può creare ordine. Un unico ordine non è nessun ordine, un’unica conoscenza non è conoscenza. La conoscenza è solo in prospettiva del caos. Senza l’infinito fuori non ci può essere conoscenza. Senza caos non c’è possibilità di conoscenza. O caos o verità, o verità o conoscenza, o verità o vita, o verità o anarchia.
3- Avere conoscenza di come è il mondo IN VERITA’, sarebbe utile tanto quanto costruire una cartina, rappresentante il mondo, grande quanto il mondo. Noi siamo accecati dalla prospettiva che vede nella scienza un continuo progresso, destinato a conoscere sempre più a fondo la realtà, il mondo. Noi crediamo nella scienza come si crede ad una religione. Prima o poi la scienza ci darà tutte LE risposte. Se c’è una malattia prima o poi la scienza la curerà. Se in un luogo manca l’acqua prima o poi qualche cervellone troverà un mezzo per portarcela. Se siamo tristi, prima o poi si inventerà la pillola della felicità… Ecco, è a questo tipo di prospettiva che noi oggi dobbiamo soprattutto opporci. E’ lo scienziato il nemico da combattere. Lui è il nuovo prete. Al giorno d’oggi sono sempre meno (anche se ancora troppi) quelli che ascoltano i preti, e magari credono anche a quello che sentono. Chi invece non crede allo scienziato, alla scienza?! Se lo dice lo scienziato, allora E’ VERO! Ed ecco qui il giudizio di dio, il giudizio definitorio. Hanno inventato i microbi, e ci hanno messo dentro dio.
- Lei delira signor Artaud,
Lei è pazzo
- Non deliro.
Non sono pazzo.
Dico che hanno reinventato i microbi per
Imporre una nuova idea di dio.
Ecco il nuovo dio da combattere. Noi, nuovi Caini, dobbiamo farci strada fino al cielo e far precipitare quel dio vigliacco, che vuole uccidere il nostro caos. Noi dobbiamo lottare con il nostro caos, dobbiamo liberare le nostre infinite possibilità, e farle vibrare forte per togliere voce a quell’assordante moltitudine, che continuamente ci grida contro le sue assurde VERITA’. Nessuna verità potrà fermarci. Nessun dio potrà impedirci di vivere, e vivendo contaminare altri viventi, affinché si avvedano dell’infinità possibilità che è dentro di loro, affinché la facciano finita col giudizio di dio, e come noi inizino a creare CHAOS! Ecco allora cos’è la conoscenza: LA CONOSCENZA E’ CAOS! La conoscenza è anarchaos, anarchia + caos! L'anarchia è caos. L'anarchia è anarchaos!
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