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[EFFETTO FLUSSI] - Post dinamico
by (((i))) Tuesday, Mar. 14, 2006 at 10:15 PM mail:

Post dedicato a raccogliere i contributi e commenti alla feature EFFETTO FLUSSI

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decreto flussi 2006
by su melting pot Wednesday, Mar. 15, 2006 at 12:31 AM mail:

Flussi 2006 - Il prezzo dell'ipocrisia!
Diretta radiofonica dagli uffici postali d'Italia

http://www.meltingpot.org/articolo6902.html

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Il Poste sul fiume Kwai
by ((i)) Wednesday, Mar. 15, 2006 at 12:22 PM mail:

Quasi mezzo milione di migranti in fila alle Poste per un permesso di soggiorno, per solo 170.000 posti disponibili, sono la Caporetto di ogni principio civile e di ogni etica pubblica. Trecentotrentamila sono stati quelli che hanno versato inutilmente la tassa per la spedizione di un’assicurata. Le domande presentate dopo le 14.44 sono destinate a essere respinte: i lavoratori continueranno a rimanere invisibili, precari, ricattati e magari a essere picchiati, mentre chi sarà accolto ufficialmente, dovrà sobbarcarsi un viaggio nel proprio Paese, giusto per ritirare il permesso di soggiorno... I datori di lavoro, che avrebbero dovuto spedire le buste, salvo casi rarissimi non si sono visti. Una o due notti all’addiaccio le hanno passate soprattutto i lavoratori, come profughi davanti agli uffici postali in un terra che continua a servirsi di loro per tutto, dalla raccolta dei pomodori alla pulizia degli animali, dall’assistenza agli anziani all’edilizia e che, a norma di legge, deve loro sola una cosa: la riconoscenza.

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la posizione dei ministri leghisti
by da la repubblica Wednesday, Mar. 15, 2006 at 4:03 PM mail:

I ministri Castelli e Maroni attaccano dopo le code alle poste
"Non era una sanatoria, via chi ha fatto domanda irregolare"
Immigrazione, Lega contro Pisanu
"Ora espellere tutti i clandestini"


Immigrati in coda alla posta
ROMA - "Sono in attesa della risposta". E' tutt'altro che chiusa la polemica tra la Lega e il ministro degli Interni Giuseppe Pisanu sull'immigrazione. Ieri, in occasione delle lunghe file alle poste per presentare le domande di assunzione di lavoratori extracomunitari, il ministro della Giustizia Roberto Castelli aveva attaccato il collega del Viminale. "In fila davanti agli uffici postali - aveva accusato il guardasigilli - c'erano anche molti clandestini".

Oggi Castelli è tornato a pungolare Pisanu. "Sono in attesa della risposta", ha ribadito. "Era del tutto ovvio", ha aggiunto, che tra gli immigrati in coda "la stragrande maggioranza erano clandestini". "Sono ancora una persona ingenua - ha proseguito il ministro della Giustizia - Mi hanno insegnato che le leggi vanno rispettate. Alla tenera età di 60 anni sono ancora convinto che se si fa una legge poi bisogna anche farla rispettare. Invece sembra che le persone più sofisticate pensino che si possano anche scrivere le leggi e poi non farle rispettare".

A dare manforte a Castelli è intervenuto anche il ministro del Welfare Roberto Maroni. "Il ministero degli Interni - ha sottolineato l'esponente leghista - ha l'obbligo di procedere con le espulsioni" degli extracomunitari presenti in Italia clandestinamente che ieri hanno presentato la domanda per il permesso di soggiorno. "Strumentali", invece, secondo Maroni, le polemiche sollevate dal centrosinistra per l'inciviltà delle code.

"Il vero scandalo - ha tagliato corto il ministro - è che siano stati indotte a mettersi in fila persone che non hanno alcuna speranza di vedere accolta la loro domanda. E' stata una messa in scena fatta ad arte da alcune associazioni per ottenere ciò che non è possibile ottenere, cioè una nuova sanatoria". "Spero almeno - ha concluso Maroni - che la presentazione di queste domande consenta al ministero degli Interni di procedere con le espulsioni previste dalla legge Bossi-Fini. Questo sarà alla fine il risultato, se c'è la notizia di un reato non vedo come si possa fare finta di non vederlo. Se si tratta di irregolari devono essere espulsi, questo dice la legge".

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Veronesi: legge ingiusta e disumana
by dal Corriere della Sera Wednesday, Mar. 15, 2006 at 4:04 PM mail:

Altin, Anna e gli altri: la coda dove nessuno fa il furbo La mia lunga notte davanti alle Poste Davanti a un ufficio postale di Prato, aspettando il timbro che cambia la vita

Ore 12.15 (lunedì). Ho bisogno, e il bisogno semplifica le cose. Ho bisogno di assumere una persona che vive in Etiopia e siccome il decreto che domani permetterà di presentare la domanda prevede pochissimi posti, ho deciso che passerò la notte davanti all'ufficio postale: verso le otto di stasera — diciotto ore e mezzo prima, maledizione —, mi piazzerò lì con la mia bella busta, e sarò il primo. Non sono mai stato il primo di una coda, penso, mentre vado sul posto a dare un'occhiata, giusto per vedere se si sa già come verrà organizzata tutta la faccenda.
E per fortuna che ci vado: c’è già un gruppo di albanesi con una lista in mano, arrivata al numero 12. Guardo l’orologio: mezzogiorno e venti. Più di ventisei ore prima. Com’è possibile? Chiedo al ragazzo con la lista in mano e lui mi dice che è qui davanti da ieri mattina. Poi mi incoraggia a mettermi in lista e io, un po’ imbambolato, scrivo un 13 e ci metto vicino il mio nome; ma non sono affatto preparato, in realtà, per passare qui davanti anche tutto il pomeriggio; e in più col 13 non sarà facile rientrare nella quota: dicono che i posti disponibili per Prato siano solo 180, gli sportelli abilitati nei vari uffici postali della città sono venti, perciò potrei avere davanti dodici per venti, oh no, duecentoquaranta persone. Ma la mazzata vera arriva quando parlo con Marco Brachi, il direttore, che conosco perché i nostri figli giocano insieme a pallanuoto, e scopro che ogni persona potrà presentare cinque domande. Macome? Ho consultato decine di siti Internet e questa cosa non c’era scritta.
Cinque per dodici sessanta, per venti milleduecento: ho chiuso. Rimango impalato sul marciapiede e devo avere davvero una faccia molto affranta, perché il ragazzo albanese mi viene vicino emi indica il numero 3 della sua lista, dove c’è scritto «Anna »: «Vai da lei» mi dice, indicando una macchina parcheggiata. E io ci vado, vado da questa signora coi capelli bianchi che sta leggendo seduta al volante di una Peugeot, ma non so perché lo faccio. Poi, però d’un tratto, lo so. Busso al finestrino, lei apre lo sportello e io le chiedo se per caso ha ancora posto per una domanda da presentare. Lei mi dice di sì e il mio problema è risolto. Esultante, le annuncio che stanotte potrà dormire tranquilla a casa sua, perché la veglia qui davanti la farò io. «Oh, no—fa lei— ci ho già dormito la notte scorsa e ci dormirò di nuovo. Ho il piumone». Allora le dico che adesso ho un po’ da fare coi figli, ma dopo le cinque tornerò e resterò qua tutta la notte con lei. Lei sorride di nuovo, mi dice di non preoccuparmi e si rimette a leggere. Preghiere, mi sembra.
Ore 0.30. Ed eccoci qui. La lista è arrivata a 127 nomi, ma qua davanti siamo solo una ventina. Brachi si è preso a cuore la faccenda ed è venuto a dirci che domattina alle sette e mezza farà un appello e cancellerà dalla lista quelli che non ci saranno. È venuto anche il figlio di Anna, Alessandro, che vuole fare la nottata anche se cammina con la stampella perché si è distrutto un ginocchio. Poi c’è il gruppo degli albanesi, capitanati da Altin, il ragazzo che stamattina mi ha dato quella dritta fantastica; ci sono delle ragazze filippine, un romeno che sembra Vincent Kassel, un pakistano, un marocchino dinoccolato, una peruviana, due cinesi. C’è la luna piena. Una toilette chimica è stata installata nella piazzetta. Ogni mezz’ora passano i volontari della Protezione civile che distribuiscono bevande calde, acqua, coperte, passano due ragazzi di Rifondazione coi succhi di frutta, passa perfino l’assessore per controllare di persona e si sta quasi bene. Poi, una donna rincasa proprio qui accanto e ringhia alle ragazze albanesi sedute per terra: «Oh, io dormo qui sopra. Vediamo di non fare casino».
Ore 4.30. Mi sveglio col gelo nelle ossa. Ho dormito un paio d’ore, in macchina anch’io, come Anna dorme nella sua. Alessandro invece è rimasto seduto davanti all’ufficio postale, stoico, appoggiato alla sua stampella. Ora mi sembra dura arrivare alle due e mezza di pomeriggio. Mi metto a parlare con Altin e capisco che se puta caso decidesse di fare il terrorista sarebbero pasticci: ha curato ogni dettaglio. È qui da due giorni. Ha parcheggiato la macchina qua davanti una settimana fa. Ha tutto doppio, domande, buste, cedole, nel caso qualcosa s’inceppi durante la ricezione. «È il bisogno» dice, sorridendo. Già.
Ore 6.15. L’alba. I camion della nettezza urbana, gli uccellini, il cielo che schiarisce. Altin ha reclutato Anna per fare le prove della consegna: prima lui fa l’impiegata e Anna deve fare il gesto di consegnargli buste e cedole, che lui fa il gesto d’infilare nella macchinetta. Poi il contrario. Sulla ricevuta l’orologio delle poste segnerà l’ora al millesimo di secondo, spiega, e lui si sta allenando a limare al massimo i tempi.
Ore 13.40. Ci siamo. Brachi fa entrare i primi sessanta e li sistema in coda nel labirinto di nastri. Ha organizzato tutto alla perfezione e tutto è filato liscio. Alle sette ha aggiornato la lista, poi ha distribuito i numeri e nessuno ha nemmeno potuto provare a fare il furbo. Ora passa lungo la coda e cambia i soldi a chi ne ha bisogno, così che tutti li abbiano contati e non si perda tempo a fare i resti. Manca quasi un’ora e tutto è già pronto. Io sono rimasto fuori e la separazione da Anna è stata quasi toccante.
Ore 14.20. Attraverso il vetro tempestato di riflessi, vedo che gli sportelli a disposizione sono quattro, perciò essere primi o quarti non faceva differenza. Anna, Altin, il suo amico e una ragazza disabile sono già davanti alle impiegate, ma bisogna aspettare l’ora precisa.
Ore 14.38. Anna esce, sorridente. Mi dà la mia ricevuta e io guardo subito l’ora: 14.31 minuti, 36 secondi, 987 millesimi. Ce l’ho fatta di sicuro. L’abbraccio, ma ecco che esce Altin, rosso in viso, l’aria disperata. 14.32 e rotti, per lui, perché l’impiegata si è incasinata e Altin è piombato nella disperazione. «Non ce la farò — ripete — con 32 non ce la farò mai!». Cerco di farlo ragionare: come possono essergli passate davanti centottanta persone in due minuti? Ma lui comincia a sbrodolare che per gli albanesi la quota è minore, scuote il capo, non si dà pace. Lo abbraccio, gli ripeto che ce l’ha fatta, può stare tranquillo e alla fine si calma un po’. «Sì — ammette— ho speranza». Poi mi chiede che ora ho spuntato io e non ho il coraggio di dirgli che gli ho dato quasi un minuto, non lo reggerebbe. «Eee, 14.34— dico —. Ma ho speranza anch’io». Chi non ce l’ha di sicuro è la massa di cento e più persone che si snoda nella fila e impegnerà l’ufficio postale nelle prossime due ore con la consegna di domande del tutto inutili. Perché questa legge è assurda, assurda. E se puta caso Altin rimanesse davvero fuori, sarebbe anche disumana.
Sandro Veronesi
15 marzo 2006

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Immigrati, internet e...
by Giancarlo Mola Wednesday, Mar. 15, 2006 at 9:18 PM mail:


Ieri sera, poco dopo essersi stropicciato le orecchie, il presidente del Consiglio ha detto testualmente:

"Poi mi piacerebbe che il professore dicesse come si potevano organizzare diversamente questi 170 mila immigrati clandestini che arrivano portando un contratto di lavoro. Abbiamo cercato di farlo attraverso Internet. Ma così sono arrivate solo 17 mila domande. Se tutti i datori di lavoro avessero usato le nuove tecnologie, non ci sarebbero state queste file".

Non è vero, le domande via Internet potevano essere presentate - come risulta dal sito del ministero dell'Interno - solo dalle "associazioni di categoria interessate alle attività stagionali" (cioè una piccola parte del totale). Nessuno gliel'ha fatto notare. Peccato.

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Code alle poste
by io Thursday, Mar. 16, 2006 at 5:44 AM mail: no

Se stavano a casa loro invece di venire qui a fregarci il lavoro, di code non ne facevano.
FUORI GLI IMMIGRATI DAL MIO PAESE LAVORO AGLI ITALIANI

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suggerimento......
by Bastardo dentro Thursday, Mar. 16, 2006 at 7:06 AM mail:

Suggerirei una cosa.....
Dal momento che il vostro sito è controllato, avrei un suggerimento da dare ai nostri politici:
Al lavoratore immigrato quando viene ingaggiato per lavoro
nel mio paese perchè non gli viene data
1- la trasferta che deve essere a carico del datore di
lavoro
2- biglietti andata e ritorno sempre a carico del datore
di lavoro per il periodo di ferie da farsi ogni 90 gg.?

Ne avremo vantaggio noi Italiani.

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Suggerimento
by ((i)) Thursday, Mar. 16, 2006 at 8:20 AM mail:

Dato che buona parte di questi clandestini stanno chiusi in casa 24 ore su 24 a fare da mangiare e a pulire il culo a un esercito di ottuagenari non autosufficienti, affetti da Alzheimer e altre patologie invalidanti, e che aiutano centinaia di migliaia di famiglie italiane che, a proprie spese, si accollano completamente il costo dell'assistenza ai propri cari, suggerisco che:
1. Lo Stato si accolli il costo dell'assistenza, gia' riscosso con una vita di lavoro e di tasse corrisposte da parte di chi ora ne ha bisogno, e lo eroghi in modo serio e adeguato (non come certi uffici postali, diciamo, dove la gente in fila e' stata penalizzata dagli impiegati piu' lenti e imprecisi);
2. Nessuna la dia piu' a questa gente, in modo che, quando saranno vecchi, non abbiano piu' nessuno che si interessi e si prenda cura di loro;
3. Che, vecchi, siano lasciati morire senza un minimo di assistenza e di pulizia da parte di nessuno se non dei propri camerati, vedremo forse cosi' la Lega e la Forza Nuova adoperate nel migliore dei modi, per nettare gli sfinteri e preparare le pappine agli "amici" decrepiti e bisognosi. Vedremo quanti... Ci sara' la fila!
Capisco che fascisti e xenofobi defecati dalla nostra Societa' possano stupirsi che gran parte degli Italiani preferisca avere in casa romene, filippine e moldave oneste e serie lavoratrici, civili al punto da dare una Lezione a tutti mettendosi in fila per 48 e piu' ore davanti alle poste senza fiatare, piuttosto che i Sacchi Pieni di Merda che hanno scritto gli ultimi commenti e i loro amici, ma e' proprio cosi'.

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fascista!!!
by lina Thursday, Mar. 16, 2006 at 10:21 AM mail:

Se vuoi smerdare il culo a qualche vecchio/a, se vuoi pulire il cesso di qualche borghese schiavista, se vuoi lavorare (sottopagato e sfruttato) in qualche fabbrica spaccandoti la schiena per 12 ore al giorno...c'è posto anche per te e nessuno ti frega il lavoro...se invece vuoi che la società italiana migliori...togliti dalle palle che di stronzi ce ne sono già abbastanza!!!Baci

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chiarimento
by lina Thursday, Mar. 16, 2006 at 10:40 AM mail:

P.S. Il consiglio è rivolto a quella mente illuminata e lungimirante che si è firmata "io" e a tutti/e coloro che manifestano e condividono una tale "ricchezza di doti intellettuali"...baci

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testimonianza
by segreteria telefonica Thursday, Mar. 16, 2006 at 11:00 AM mail:

audio: wav file (70.5 kibibytes)

Questo post contiene allegato un file audio di 70 KB a testimonianza di quello che è successo davanti a un ufficio postale qualsiasi di un certo Paese.

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Castelli di carte
by ((i)) Thursday, Mar. 16, 2006 at 1:55 PM mail:

Quella del Ministro Castelli di rimpatriare operai, contadini e badanti tagliati fuori dalla lotteria dei flussi è una levata d'ingegno degna d'un genio.

La mente sopraffina dell'uomo acclamato a Genova Bolzaneto nel 2001 - riconosciuto, tra gli altri, dal giornalista Lorenzo Guadagnucci, che ne ha scritto nel libro "Noi della Diaz" -, deve aver pensato che in Italia si starebbe meglio espellendo tutti i clandestini che lavorano seriamente e duramente.

Queste persone oneste, serie e umili, danno dell'immigrazione un'immagine troppo positiva, in un Paese della cui Costituzione sopravvive solo il pezzettino dell'articolo 1 in cui si legge che l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.

La Lega non vuole gli immigrati in fila alle Poste, come ogni altro cittadino, perché, per raggranellare voti tra le fasce più retrograde della popolazione, ha bisogno invece di tanti immigrato brutti, cattivi e delinquenti da servire all'opinione pubblica come spauracchio, come il Babau del 2006.

Ecco quindi spiegato come la montagnosa mente di Castelli abbia potuto partorito il classico topolino. Adesso che abbbiamo i nomi dei migranti che lavorano e che sappiamo dove stanno, andiamo a prenderli e rimandiamoli al loro Paese. Potremo così tenerci solo quelli che non si sono messi in fila, i delinquenti, con i quali, deve aver pensato il Ministro Castelli, gli Italiani evidentemente si trovano bene, se nel 2001 se li sono votati e eletti come rappresentanti, tra i quali il Ministro è primo inter pares.

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per berluskoni le file non c'erano
by soupe à l'oignon Thursday, Mar. 16, 2006 at 3:12 PM mail:


a dire il vero, caro giancarlo, ha detto pure che le file non c'erano. quindi, visto che, parole sue, "il presidente del consiglio non può mentire", le file che hai visto ieri sono la solita menzogna dei giornalisti comunisti ....


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Poca ipocrisia...
by Valentina Thursday, Mar. 16, 2006 at 5:53 PM mail:

Ho letto qualcosa riguardo a questo argomento...Si parla di code interminabili...ora strazianti nell'attesa..capisco perfettamente il disagio ma non condivido l'idea pacifista che ho letto in alcuni commenti..Pensare ad aitare nobilita l'animo certo ma è questa domanda che pongo: Pechè non cercare prima di dare aiuto...assistenza..alle famiglie italiane costrette a condizioni di vita umilianti, senza una casa??Diamo istruzione, sostegno, alle famiglia del nostro paese per cercare di migliorarlo, di renderlo forte e in grado di sostenersi. risolviamo prima il problema interno al nostro paese, e forse saremo in grado di aiutare nel migliore dei modi anche gli altri, sempre che con umiltà accettino quello che siamo in grado di offrire loro.
Buona vita a tutti

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Ti ricordi ?
by keoma Thursday, Mar. 16, 2006 at 6:21 PM mail:

Ti ricordi quando gli albanesi, i rumeni, i magrebini ecc. ecc. ERANO GLI ITALIANI ?

Ti ricordi che anche adesso ci sono altrettanti italiani all'estero che in Italia ?

Cosi', tanto per dare una ripassatina alla storia sociale di questo Paese .........

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Bossi-Fini, una legge criminogena
by rossodisera Thursday, Mar. 16, 2006 at 6:22 PM mail:

Bossi-Fini, una legge criminogena. Pisanu, un ministro che la applica anche troppo

L’iscrizione del ministro Pisanu nel registro degli indagati del tribunale dei ministri è formalmente un atto dovuto, dopo l’esposto che i parlamentari dell’Unione — tra cui tutti quelli del Prc — hanno presentato a luglio. Ma a ben vedere quell’esposto era contro ignoti. Non si facevano speculazioni politiche (come ha sottolineato Elettra Deiana è stato depositato in tempi non sospetti) né si accusava direttamente il ministro. E tuttavia la magistratura ha ritenuto di dover iscrivere anche Pisanu.

Ovviamente la magistratura farà il suo lavoro e noi, che siamo garantisti, consideriamo penalmente innocente il ministro.

Ma politicamente no. Politicamente il ministro non solo ha sostenuto la legge più razzista del mondo occidentale in materia di immigrazione, ma ha compiuto una serie di atti che insieme denotano una vera e propria strategia. Una «politica razzista» ha sostenuto Pietro Folena.

I Cpt furono istituiti con la legge Turco-Napolitano. Fu un errore grave che verrà corretto con la prossima legislatura, come prevede il programma dell’Unione. Ma la responsabilità politica di ciò che è avvenuto nel Cpt di Lampedusa, le deportazioni dei migranti in Libia dove venivano cacciati nel deserto, le umiliazioni che i migranti hanno subito in questi giorni facendo la fila alle poste è responsabilità politica (e sottolineiamo: politica) del ministro. Alla quale si aggiunge la chicca del Cpt di Bari costruito e riempito in fretta e furia per la campagna elettorale di Pisanu (candidato al senato in Puglia). La legge Bossi-Fini è una legge criminogena che induce l’immigrazione clandestina invece che combatterla. Ma il ministro, nella sua applicazione, è andato oltre e ci ha messo pure del suo.

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Ma che c'entra il pacifismo?
by lina Thursday, Mar. 16, 2006 at 6:55 PM mail:

Cara Valentina, il tuo commento è molto garbato, ma, se mi permetti anche un po'confuso...Io invece di fronte al "pressappochismo" sfrontato mi innervosisco e non riesco ad essere garbata!...Se non altro, a differenza di qualcuno, hai avuto l'ardire di ammettere di aver "letto qualcosa al riguardo"...ebbene sì, leggi di più!!! (è un consiglio disinteressato)Io lo faccio da "qualche" anno, ma non perchè il "pensare di aiutare nobilita l'animo" (banale!)o perchè "ho idee pacifiste" (ma che c'entra?)ma per lavoro e puro interesse (=passione)personale...inoltre non è mai bello parlare di "assistenza"...perchè in Italia si scivola subito nell'"assistenzialismo" ed oggi è una delle ultime cose di cui abbiamo bisogno...proviamo a parlare di autodeterminazione, cooperazione o collaborazione...non è un consiglio, ma una modesta osservazione...
Il mio non vuole essere un attacco personale nei tuoi confronti (per rimanere in tema di pacifismo!!!), te lo dimostro dedicandoti questa bella considerazione di H.M.Enzensberger "Quanto più tenecemente una civiltà si difende da una minaccia esterna, quanto più si chiude in se stessa, tanto meno alla fine ha da difendere"...Baci

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Keoma sempre prona
by il pugnettista Thursday, Mar. 16, 2006 at 7:16 PM mail:

premesso che non capisco che cazzo significhi post dinamico vorrei spendere una parola per il qualunquismo di Keoma che ancora ci mena il pisello con sta storia degli italiani immigrati....
ma porco cazzo la finite di tirare fuori sta cagata si o no?!?! ma che cazzo avete la tessera gold dell'ANPI e se sparate cagate vi abbuonano la tassa annuale?!?!
la differenza principale tra adesso e 50, 60, 70, 80 anni fa è che prima si andava in società/nazioni in sviluppo industriale e con una agricultura forte e centrale, mentre oggi il baricentro è spostato sui servizi
prima erano tutti poco evoluti ossia la differenza tra il cittadino di estrazione media o medio bassa degli stati uniti o della germania era, al limite, paragonabile all'italiano di estrazione media. non c'era come oggi una differenza cosi abissale.
quindi le condizioni sono diverse. che si aiutino sti qui a casa loro senza farli venire qui che sennò accade quello che non si può evitare
tutto il resto sono cagate

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sui flussi
by Sergio Briguglio Thursday, Mar. 16, 2006 at 9:47 PM mail:



Condivido le critiche. Con una precisazione: l'anno scorso, la data utile per la spedizione delle domande era il giorno successivo alla pubblicazione in G.U. del decreto-flussi. Un criterio, per la definizione della graduatoria, basato sul minuto di spedizione finiva almeno per premiare i soggetti piu' determinati nel procurarsi per tempo l'informazione (la G.U. appare sul sito in serata e la spedizione era consentita dalle 8 del giorno dopo). Quest'anno la data e' stata fissata al settimo giorno successivo alla pubblicazione. La cosa e' in se' positiva, dato che consente a tutti di ottenere l'informazione. Ma crea i problemi evidenziati. Il meccanismo del sorteggio sarebbe molto piu' efficace ed equo.
La vera soluzione sta pero' nell'abbandonare l'ipocrisia delle quote e delle chiamate "dall'estero", consentendo ai lavoratori stranieri di entrare in Italia a cercare lavoro alla luce del sole, a condizione che siano in grado di provvedere al proprio sostentamento e depositino impronte digitali, copia del passaporto e una somma per la copertura delle spese di rimpatrio. Chi trova lavoro, stabilizza la propria posizione. Chi non lo trova, salvo che debba o che possa essere accolto per altre ragioni, e’ rimpatriato senza oneri per lo Stato, senza difficolta’ (identita’ e nazionalita’ sono rilevabili dall’accoppiata impronte-passaporto) e, quindi, senza necessita’ di detenzione o di sanzioni. Una proposta simile e’ contenuta nel programma dell’Unione. C’e’ da augurarsi che chi l’ha fatta inserire abbia poi, in caso di vittoria alle elezioni, la forza di farla approvare.


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valentina e pugnettista
by ((i)) Thursday, Mar. 16, 2006 at 9:57 PM mail:

valentina e pugnettista, trascurate che quella italiana e' una societa' vecchia e decrepita.

lo stato sociale, tanto per capirsi, non regge la coda di vecchi idioti che, per dirne una, raggiunta una certa eta' si lavano i denti con l'adesivo per la dentiera, quindi hanno la bocca impastata e bevono dodici litri di acqua al giorno, quindi lasciano l'acqua aperta e allagano l'edificio, poi pisciano in angolo del salotto, cagano sulle scale e via cosi' per il resto degli anni che restano loro da vivere, in un momento qualsiasi del giorno e della notte, quando spesso non dormono.

chi li ha in casa se li tiene, perche' il famoso stato sociale non ce la fa, nonostante gli effetti dei tagli tatcheriani alla spesa sociale - a vantaggio dell'apparato burocratico e militare - si facciano sentire sui servizi sociali in modo ancora solo marginale.

quindi, o tu che hai in casa il vecchio demente smetti, per esempio, di lavorare e te lo curi giorno e notte per non si sa quanto, o costringi i tuoi figli a farlo per te, rinunciando quindi a dare loro un futuro di studio e preparazione alla vita. o magari vai a raccontare in giro che hai visto dio, la madonna o tutt'e due, molli tutto, prendi i voti e, agli altri, ci pensera' nostro signore...

i pomodori pelati alla lidl a 20 centesimi la lattina chi credete che li abbia raccolti? un laureato della bocconi o in scienze della comunicazione?

chi credete che abbia munto il latte fresco che trovate al billa a 60 centesimi? qualche consulente globale di banca mediolanum o un'allegra famigliola di sikh indiani, che abita in un vecchio casello lungo la ferrovia con le lenzuola al vento e che, tra parentesi, le vacche le tratta anche meglio dei padani, dato che per loro sono sacre?

chi lavora nei cantieri? avete mai visto un architetto o un ingegnere, cazzuola alla mano, dare le malte?

prima c'era la figura dello sponsor: invece che avere lo schiavo, pagato in nero (quando pagato, perche' tanto, anche senza pagarlo, quello, dopo aver lavorato, non puo' fare altro che andare in cerca di un altro lavoro, se no il padrone chiama i carabinieri e lo fa rinchiudere), s'andava in questura a firmare che quello straniero lo conoscevi e aveva un lavoro, punto e basta, autonomo o dipendente, comunque in bianco, coi contributi, le tasse e tutto il resto del necessaire. adesso, invece, la legge questo non lo permette: pensavamo che fosse stata abolita, ma nell'italia del 2006 ci ritroviamo con la schiavitu' ripristinata de facto per legge e non e' possibile fare altrimenti!

se lo sponsor funzionava? con quel sistema almeno, in teoria, se si fermava qualche straniero senza permesso, c'era la probabilita' che fosse proprio uno di quei galeotti di cui le sue patrie galere si erano disfatte con evidente piacere.

oggi, invece, con il sistema attuale, si ha la certezza che i migranti rimasti senza permesso di soggiorno, sono lavoratori.

secondo qualcuno bisognerebbe rimandarli tutti al proprio paese, secondo altri dovremmo solo ringraziare chi ci troviamo davanti, e il dibattito e' congelato su un presidente del consiglio col cancro che dice che ci vuole il nucleare, e voi gli andate ancora dietro quando grida ai comunisti pensando di essere furbi, mentre l'esercito degli stati uniti ha ricominciato a scaricare le proprie scorie atomiche in iraq.

credevate di essere di destra ma vi state rendendo conto che siccome quella cosa che avete nel culo ve l'ha messa qualcuno che sta evidentemente ancora piu' a destra di voi, ce l'avete nel culo e vi ritrovate a sinistra: meglio tardi che mai.

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a parte il fatto che so' maschio
by keoma Thursday, Mar. 16, 2006 at 9:57 PM mail:

A parte il fatto che so' maschio e romano e prono te ce metto a te, berluskoniano de sta ceppa ....

Siamo in espansione sui servizi ? E infatti dove cazzo lavorano la stragrande maggioranza degli immigrati ? Fanno i badanti, i camerieri ecc. ecc. ecc.

E comunque, ammesso che fosse giusto "fermare" l' immigrazione, cosa che invece è solo una gran kazzata propagandistica ( durante Berluska sono aumentati sia i regolari che i clandestini), me spieghi come cazzo fai ?

Costruisci muri, metti i vopos coi fucili spianati ( alla faccia di tutte le kazzate che ci hanno raccontato su quello di Berlino ) ? Fai i blocchi navali ? Butti bombe atomiche sul Mediterraneo ?

Senza contare che a breve turchi e curdi, rumeni, polacchi, bulgari ecc. ecc. non saranno nemmeno piu' extracomunitari e quindi non potranno nemmeno piu' essere considerati clandestini.

E allora che ti inventi ? La globalizzazione vi piace quando vi pare .... le merci che circolano liberamente ..... i capitali pure ..... e le persone no !

Non solo siete fuori dalla storia, ma pure dalla realta' attuale dei fatti.


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I carabinieri fanno un blitz sugli immigrati in fila
by il messaggero Friday, Mar. 17, 2006 at 4:25 PM mail:

Venerdì 17 Marzo 2006



Immigrati in coda: blitz dei carabinieri col foglio di via

ROMA Erano in fila alle Poste. Cento clandestini sono stati bloccati dai Carabinieri mentre presentavano la domanda per il permesso di soggiorno al posto dei loro datori di lavoro, denunciati ed espulsi dall’Italia con il foglio di via. Le persone che volevano assumerli rischiano a loro volta una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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LA GIOVANE ITALIA
by Fabio Selleri Sunday, Mar. 19, 2006 at 6:39 PM mail:



Fra le tante sciocchezze che ho sentito durante il famoso duello televisivo con Prodi, ritengo vadano denunciate le seguenti affermazioni:
- i datori di lavoro avrebbero dovuto spedire le domande di permesso di soggiorno per gli extracomunitari per via telematica (falso: non esisteva una simile procedura);
- le domande presentate sono state 470.000 a fronte di 170.000 posti per extracomunitari più 170.000 per neocomunitari (falso: questa domanda era solo per 170.000 extracomunitari; le domande relative alle quote 2006 dei neocomunitari sono state spedite ai primi di marzo e non fanno parte delle 470.000).
Saluti
Fabio Selleri

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Il bisogno di raccontare balle è più forte di lui
by Vittorio Sunday, Mar. 19, 2006 at 6:46 PM mail:

Il bisogno di raccontare balle è più forte di lui.

Non ce la fa proprio e non cambierà alla verde età di ormai quasi (settembre) 70 anni.

Pare che sia divertente, a me pare deprimente.

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Anna e Bouna, africani e il razzismo del "no, tu no"
by Giovanni Maria Bellu Sunday, Mar. 19, 2006 at 9:52 PM mail: glialtrinoi@repubblica.it


Secondo il rapporto annuale dell'Unar (l'Ufficio antidiscriminazioni razziali del ministero delle Pari opportunità) il 16 per cento delle denunce giunte al numero verde 800.90.10.10 riguarda "trasporto pubblico", "spazi pubblici", "erogazione di servizi da parte di pubblici esercizi". Si tratta dei luoghi dove la nostra idea dello straniero s'incontra con la nostra idea del diritto e dove l'atto discriminatorio si mimetizza. Al punto che spesso non è percepito come tale dal suo autore: chi grida "sporco negro" è perfettamente consapevole di pronunciare un ingiustificabile insulto razzista, chi dice "no tu no" ha, o ritiene di avere, delle ragioni. Infatti, il "no tu no" non è gridato ma esposto, illustrato, anche con modi corretti e cortesi.

E' la zona grigia dove l'intolleranza può prendere le sembianze del senso comune e dove il luogo comune assume un valore normativo. Tra i casi segnalati all'Unar due chiariscono bene il problema.

Primo caso, l'assicurazione. Anna, una signora di nazionalità italiana deve assicurare la sua automobile. Prende contatto con una compagnia e rapidamente si raggiunge un accordo sul costo della polizza, settecento euro. Arriva il momento della stipula e l'assicuratore prende nota dei dati anagrafici. Quando arriva al luogo di nascita, s'interrompe: "Kenya?". Sì, conferma la signora. Che poi spiega d'essere nata là, nell'Africa centro-orientale, ma di avere la cittadinanza italiana. Imbarazzato, l'assicuratore - che evidentemente applica, o ritiene di applicare, disposizioni superiori - comunica che l'accordo raggiunto non vale più. Il prezzo aumenta di quasi il cinquanta per cento: non più settecento ma mille euro.
La signora fa presente che, per stabilire il rischio, sarebbe opportuno prendere in considerazione il suo curriculum da guidatrice anziché la latitudine dei suoi natali: "Ho la patente da tre anni ma non ho mai avuto un incidente". Niente da fare: mille euro, prendere o lasciare.

Secondo caso, la discoteca. Bouna, ivoriano, e due suoi connazionali si presentano al cancello di una discoteca all'aperto. Hanno saputo che l'ingresso è gratuito e questo, naturalmente, è stato un motivo in più per scegliere proprio quel locale. Ma ecco la sorpresa: "Dovete pagare quindici euro a testa", dice uno dei guardiani. Strano: non solo il volantino pubblicitario parla chiaramente di "free entrance" ma tutti gli altri ragazzi entrano liberamente. Bouna, benché già l'abbia intuita, chiede una spiegazione. Ed è quella che temeva: "L'ingresso gratuito è per gli italiani".

In questo caso, i gestori del locale erano così convinti di esercitare un loro diritto che non hanno cambiato atteggiamento nemmeno quando le vittime della discriminazione si sono rivolte ai carabinieri. La verità era l'esatto contrario: un caso manifesto, spiega l'Unar, di quella che la legge definisce "discriminazione diretta". I ragazzi ivoriani non solo avevano diritto ad entrare gratis, come tutti gli altri, ma avrebbero anche potuto chiedere tutela giurisdizionale agendo in sede civile per ottenere il risarcimento del danno subito.

Accade raramente. Il più delle volte le vittime delle discriminazioni lasciano perdere. Come se - per i modi formalmente corretti del loro manifestarsi - queste discriminazione vengano avvertite "tollerabili". Non è un caso che la segnalazione di entrambe le vicende sia giunta al numero verde dell'Unar non direttamente dalle vittime ma dai loro partner italiani: il marito di Anna e la giovane compagna di Bouna.

(glialtrinoi@repubblica.it)

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e gli albergatori protestano per i ritardi
by alice Sunday, Mar. 19, 2006 at 11:03 PM mail:

Sta per iniziare la stagione estiva e gli albergatori veneti rischiano di non avere manodopera extracomunitaria da sottopagare..


Lago di Garda
La stagione è alle porte, gli immigrati hanno appena consegnato il loro kit alle Poste sperando di trovare un futuro in Italia e gli alberghi temono di non poter ricevere i turisti perché non riusciranno ad avere personale a sufficienza. Il grido d’allarme è della Federalberghi Veneto che dice: «Senza extracomunitari, senza lavoratori stagionali a sole quattro settimane dall’inizio della stagione estiva, le nostre strutture ricettive sono a rischio». Per Marco Michielli, il presidente, c’è poco da essere ottimisti e lo spiega con un esempio che non lascia scampo: «Nel 2005 l’apertura dei termini per la presentazione delle domande per l’assunzione dei lavoratori stranieri era avvenuta il 3 febbraio e le imprese hanno potuto usufruirne solo a fine agosto, a stagione oramai conclusa». «Cosa succederà», si domanda, «quest’anno considerando che i termini si sono aperti solo il 14 marzo?». E soprattutto, cosa succederà agli alberghi del Lago di Garda che le porte, invece, dovranno aprirle il 1 aprile? Non succederà quasi nulla, rassicurano dal lago. Le preoccupazioni della Federalberghi per quel che riguarda la nostra zona vengono stemperate da Giuseppe Lorenzini, presidente dell’Unione gardesana albergatori veronesi che conta circa 330 iscritti. «Il problema c’è», dice, «è serio e lo abbiamo già affrontato in diverse occasioni, ma fortunatamente a noi ci tocca poco o relativamente poco perché nelle nostre strutture lavorano soprattutto italiani oppure stranieri già in regola con il permesso di soggiorno». «Diverso», aggiunge, «è il discorso degli alberghi che sorgono in località marittime come Jesolo, Caorle o addirittura a Venezia, là sì che si pone un problema serio perché molti dei lavoratori impiegati sono i cosiddetti stagionali stabiliti dal decreto flussi del governo». Decreto sul quale sia la Federalberghi Veneto, sia la Federalberghi nazionale hanno più volte chiesto di trovare una sorta di «scorciatoia» o di una «corsia preferenziale». «C’è bisogno di una soluzione», sottolinea Lorenzini, «i lavoratori stagionali nel nostro settore sono oramai indispensabili e ogni anno come categoria ci troviamo ad affrontare sempre la stessa e difficile trafila burocratica per riprendere in servizio personale che ha già lavorato nelle nostre strutture».«Perché come albergatori», si domanda, «non potremmo semplicemente trasmettere alla autorità competenti i nominativi delle persone che già conosciamo e di cui abbiamo bisogno?». Lo scorso agosto, tra le ipotesi avanzate dalla Federalberghi Veneto all’assessore regionale alle politiche dei Flussi migratori, Oscar De Bona, ce n’era una che prevedeva che entro ottobre di ogni anno le imprese comunicassero alle Direzioni provinciali del lavoro, o agli sportelli unici, la lista dei lavoratori che intendevano assumere per la stagione successiva e quindi di fissare, entro dicembre, le quote per l’anno successivo. Proposta sulla quale è calato il silenzio e che Lorenzini si augura venga invece presa in considerazione perché ragionevole e funzionale. Ragionevole anche per gli alberghi del Lago di Garda, nonostante non abbiano moltissimi lavoratori stranieri. «Ogni stagione negli alberghi sono circa quattrocento», dice il presidente dell’Unione gardesana, che prevede però che negli esercizi pubblici siano almeno il triplo, «lavorano da aprile a ottobre e poi tornano a casa, provengono soprattutto da Ucraina, Moldavia e Russia, lavorano in cucina come aiutanti o in sala». Dati confermati anche da Ivan De Beni, presidente degli albergatori di Bardolino, associazione che conta circa una sessantina di iscritti. «Qui però», dice, «ci sono anche molti nordafricani, la maggior parte dei quali già in regola col permesso di soggiorno per cui quelli che dobbiamo regolarizzare seconda la normativa legata al decreto flussi sono un numero davvero esiguo». «Molti», prosegue, «sono quelli che si presentano direttamente all’albergo e devo dire che quest’anno sono stati davvero tanti, in genere vengono impiegati nei lavori cosiddetti di fatica, come facchini, lavapiatti o per le pulizie». «È più difficile, invece, che vengano impiegati alla reception, dove abbiamo già il nostro personale specializzato»

http://www.gardanotizie.it/articolo.asp?contatore=63573&tipo=al_no

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LA LEGGE DEL PIU' FURBO
by Luigi Bontempi Tuesday, Mar. 21, 2006 at 6:05 PM mail:



Ho trascorso 21 ore di coda per la presentazione di una domanda di assunzione di un extracomunitario. Ho potuto notare che il 95% di quelli che attendevano l'apertura degli uffici postali erano extracomunitari da vari anni in Italia e lavoranti in nero.

In pratica si usano le quote decise dal governo come regolarizzazione. Aggirando in tal modo la legge, significa bloccare l'immigrazione legale e non dare alternativa a chi questa legge vuole rispettarla. Sono 3 anni che tento di assumere una colf( ne ho bisogno per mia madre molto anziana) ma per questo fatto non sono mai riuscito ad entrare nelle quote. A questo punto mi conviene far venire l'extracomunitario in Italia con visto turistico, assumerlo in nero ed aspettare una eventuale sanatoria o i prossimi flussi.

Non vi dico quanto mi sia stata faticosa l'attesa al freddo per 21 ore e senza dormire. Il nostro "Napoleone" nel confronto con Prodi ha avuto la spudorataggine di affermare che i datori di lavoro potevano spedire la domanda via internet, stando comodamente a casa. E' una fandonia e penso che anche su tante altre cose il nostro Napoleone dica sciocche inesattezze.



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Per lo stalliere Mangano nessuna fila ....
by Vittorio Tuesday, Mar. 21, 2006 at 6:09 PM mail:

Ma quando lui dovette assumere uno stalliere per i cavalli, non fece nessuna fila.

Amici degli amici gliene procurarono subito uno, un vero uomo di fiducia.

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Decreto flussi 2006 - Enorme sproporzione tra le domande di assunzione e le quote stabilit
by alice Saturday, Apr. 01, 2006 at 1:24 PM mail:


Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni dell'avvocato Di Siena, inviateci via mail, come contributo alla riflessione sul sistema delle quote annuali.

Argomentando dalle parole del Vicepresidente del Consiglio, On.le Gianfranco Fini, in occasione di un incontro pubblico a Treviso, secondo cui, a fronte della enorme valanga di richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari (ben oltre le quote stabilite) “ se il mondo del lavoro, Confindustria e le Camere di Commercio dicono che occorrono più lavoratori, a questa domanda ovviamente dobbiamo rispondere con i permessi “. “ Ma sono i datori di lavoro e non noi – ha concluso – a dover stabilire quante siano le richieste “ (Ansa – Treviso 17 marzo), aggiungo alcune mie personali considerazioni come segue.

Nei giorni scorsi sono state presentate circa 500.000 domande per l’ ingresso in Italia per motivo di lavoro stagionale e non stagionale di lavoratori extracomunitari.
Tali domande di assunzione per lavoro sono adesso al vaglio delle Autorità preposte al fine:
. di accertare se il datore di lavoro (tranne che per le badanti) abbia la capacità economica/finanziaria di provvedere all’ assunzione
. di accertare se le condizioni di lavoro proposte siano conformi alle retribuzioni previste a sensi dei rispettivi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e non vi sono ostacoli previsti dalla legislazione del lavoro per provvedere alla loro assunzione.

I datori di lavoro hanno assunto l’impegno di provvedere/impegnarsi per la abitazione dei nuovi lavoratori assunti nonché l’impegno, nei confronti dello Stato, al pagamento delle spese di viaggio per il rientro del lavoratore nel Paese di provenienza.
Poiché di tali 500.000 domande di assunzione ne verranno scelte 170.000 (tranne 3.000 ingressi riservati per motivi di lavoro autonomo) che siano conformi ai requisiti richiesti e che risultino spedite per prime, ne deriva che moltissimi datori di lavoro rimarranno senza la autorizzazione all’ assunzione.
Da tanto premesso, occorre fare alcune considerazioni (con riferimento agli ingressi per motivi di lavoro stagionale e non stagionale).
Tutti i datori di lavoro, nel momento in cui hanno presentato la domanda di assunzione, hanno valutato la convenienza economica/funzionale di tale assunzione per la loro azienda o per la propria conduzione familiare (lavoro domestico o di assistenza alla persona).
Se le domande di assunzione sono in regola con i criteri e parametri giuridici ed economici richiesti dal Decreto flussi 2006, ne deriva che una esclusione delle stesse comporterà per gli esclusi il mancato soddisfacimento delle proprie esigenze aziendali o familiari (lavoro domestico o di assistenza alla persona).
A questo punto occorre valutare se l’ accoglimento di tutte le domande di assunzione spedite ed in regola con le norme del Decreto flussi 2006 (prendiamo in considerazione quelle per lavoro subordinato e facciamo una ipotesi di 350.000 domande), comporterebbe un grave sconvolgimento della vita economica nazionale e delle relazioni sociali
Escludiamo un grave sconvolgimento della vita economica nazionale in quanto l’assunzione è stata richiesta da datori di lavoro che agiscono nel nostro sistema economico ed a cui hanno fatto riferimento, compresa la capacità di assorbimento, allorché hanno presentato la domanda di assunzione.

Non è ipotizzabile una minaccia per le relazioni sociali in quanto i lavoratori assunti dovranno abitare in alloggi conformi ai requisiti prescritti.
Quindi, se non vi sono pericoli per l’economia nazionale e per la vita sociale, ne deriva che la mancata ammissione delle richieste di assunzione in regola col Decreto flussi 2006, dovuta esclusivamente a motivi “ orari “ (non sono state presentate tra le prime), determina un grave pregiudizio per i datori di lavoro che, ad es., avevano confidato su tale assunzione per costituire, allargare o continuare nella loro attività aziendale o per esigenze di carattere personale.(Si verrebbe, in ogni caso, a violare il precetto costituzionale secondo cui “L’iniziativa economica privata è libera” né sussistono i limiti di cui all’ art. 41 Costituzione secondo cui “ Non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana “.

Se le considerazioni sucitate sono condivise si invitano le rappresentanze/associazioni di categoria dei datori di lavoro nonché le rappresentanze diplomatiche e consolari estere in Italia, ad attivarsi presso le Autorità italiane preposte al fenomeno immigratorio affinché venga provveduto nel senso di concedere l’autorizzazione a tutte le domande di assunzione presentate e che sono in regola con le norme e prescrizioni di cui al Decreto Flussi 2006.

Avv. Gianfranco Di Siena
Milano

tratto da http://meltingpot.org/articolo7021.html


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lavoro ...
by sempre io Wednesday, Apr. 05, 2006 at 5:39 PM mail:

TEOREMA:
Se hanno fatto la fila 500.000. "migranti"BASTARDI per 179000 posti di lavoro vuole dire che il lavoro in questo Paese di merda c'è.
Corollario:
E se c'è il lavoro per loro come mai non esce per noi?

DIMOSTRAZIONE
Gli Italiani sono delle teste di minkia colossali
NON HANNO VOGLIA DI FARE UN CAZZO.

CONCLUSIONE....
APPUNTO.

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[Pisa][Video] 170.000 - La lunga notte del decreto flussi
by ::rmC - Rebeldía media crew Saturday, Apr. 08, 2006 at 12:21 PM mail: rebeldia(at)inventati.org


il nuovo video della Rebeldía Media Crew

170.000
la lunga notte del decreto flussi


Il 14 marzo, alle 14.30, le Poste aprono per accogliere le domande di "assunzione a distanza" di manodopera extracomunitaria. Solo le prime 170.000 verranno accolte.
In teoria dovrebbero essere i datori di lavoro a fare la fila.
In teoria.

Cronaca pisana di una notte d'attesa e di una legge razzista.


In attesa della pubblicazione su NGV...

Scarica con Emule [consigliato :-) ]:
ed2k://%7Cfile%7C%5BDiVX%20-%20Pisa%20-%20Ita%5D%20170000%20-%20La%20lunga%20notte%20del%20decreto%20flussi%20-%20http://www.rebeldia.net.avi%7C112025962%7CF724199EB161D2EF848150F90A851DE4%7Ch=TL6ATV3LZ6GIDZPMZRHGLIBEMU5LFMQ4%7C/
[se non riesci a ricostruire il link, trovalo su http://www.rebeldia.net]

Scarica da Inventati [sconsigliato :-I ]
http://www.inventati.org/rebeldia/upload/170000.avi




I primi migranti hanno iniziato a fare la fila di fronte ai cinque uffici postali abilitati di Pisa fin dalle 13:30 del 13 marzo, quindi 24 ore prima che la posta fosse autorizzata a ricevere le domande del decreto flussi. A sera, intorno alle 22:30 erano ovviamente in molti di più a sopportare il freddo di questa fine d’inverno e il disagio di dover trascorrere una notte fuori, in alcuni casi senza nemmeno un riparo.

Abbiamo fatto il giro di tutti gli uffici postali portando acqua, tè caldo e qualcosa da mangiare che sono stati accolti dai migranti con piacere data la temperatura che non permetteva di dormire e la noia data dal tempo che sembrava non passare. Alcuni dei migranti in fila ricevevano visite dai loro amici, a prova di una solidarietà all’interno della loro comunità ma anche perché in molti casi anche loro avevano dovuto affrontare la lunga notte dei flussi perseguendo la speranza di una regolarizzazione difficile, impossibile, da avere se non in quella particolare giornata in un anno intero.

Gli altri soli in fila parlavano, ci raccontavano di essere in fila già da ore per portare la domanda per sé o per un parente, che speravano di rientrare nelle quote quest’anno, essendo tra i primi, ma che sapevano che era difficile, l’avevano provato per anni senza rientrarvi. Una signora rumena raccontava di fare la fila per qualche ora e poi un’amica l’avrebbe sostituita in coda perché doveva andare a vedere come stava la signora per cui faceva la badante, e che già prima si era fatta sostituire per andare a prepararle la cena. Era lì in fila per regolarizzare un lavoro che già svolgeva e che anche senza contratto non si sentiva di disattendere, nemmeno in quella notte.

Ovviamente erano tutti ansiosi, nessuno voleva perdere il posto nella coda e per questo a tutti gli uffici postali si sono autorganizzati facendo delle liste e, per permettersi di rinfrancarsi dal freddo e dalla fame, facevano l’appello ogni 2 o 3 ore. Liste che speravano venissero rispettate anche all’apertura delle poste, infatti altre volte non era successo creando momenti di panico e disordini all’apertura. Si contavano su una mano i datori di lavoro che erano in fila. In realtà per la legge, ma anche secondo le dichiarazioni del Ministro Pisanu, avremmo dovuto trovare solo datori di lavoro a fare la fila, dato che i migranti “oggetto” di richiesta per lavoro sarebbero dovuti essere tutti nei loro paesi. Ma in realtà solo migranti irregolari e clandestini erano in fila a sfidare le pattuglie della polizia che spesso passavano davanti alle poste e che il giorno dopo presidiavano le poste, ma a sfidare soprattutto il pericolo dell’espulsione.

Al mattino presto abbiamo fatto ancora il giro degli uffici postali a portare una colazione calda. Oramai erano tutti in fila, avevano smesso di fare appelli e le ansie e la frenesia aumentavano. Tutti avevano stretti in mano i moduli riempiti, li guardavano in continuazione alla ricerca del minimo errore che avrebbe voluto dire l’esclusione dalle quote: la marca da bollo nel posto sbagliato, il colore della penna, la cancellatura potevano essere fatali.

Chiedevano rassicurazione facendo vedere i moduli ai rappresentanti delle associazioni che erano lì per dare supporto, a volte li abbiamo ricompilati, altre volte completati perché mancavano dati, altre ancora, come nel caso di un gruppo delle Filippine, fatti ex-novo, ma spesso solo rassicurati che andava tutto bene. Non era facile la compilazione delle richieste, molte e minuziose le regole sostanziali e formali da rispettare, con delle indicazioni che sono giunte in ritardo dal ministero, e nemmeno precise.

Gli uffici postali si sono aperti al pubblico al solito orario, ma i migranti dovevano continuare ad aspettare fino alle 14:30.

Finalmente arriva il momento a Pisa come in tutta Italia, sì perché dei 500mila migranti di fronte alle poste, solo 170mila verranno accolte, per cui è veramente una lotteria che finisce per dipendere anche da quanto veloce è il dipendente delle poste che riceve e invia la domanda. Ma mentre i primi della fila hanno buoni motivi per sperare, gli altri già si sentono di venir rifiutati alcuni per la prima volta ma più spesso alla seconda o terza.

Alle poste centrali di Pisa fanno entrare i primi venti, gli altri si accalcano per la paura di non entrare e una signora sviene, quando arriva il 118 si è già ripresa, ma firma per rimanere: andarsene significava perdere il posto in fila, non presentare la domanda e perdere qualsiasi speranza di uscire dall’irregolarità e dall’invisibilità.

La prima della fila riesce a presentare la domanda, dopo 24 ore di sacrificio, come diceva lei, e dalla stanchezza, ma anche dalla felicità e da una speranza che forse si realizzerà, si mette a piangere, come se avesse già vinto quella lotteria. In 30 minuti, il tempo in cui sono state presentate tutte le domande, si è esaurita l’ansia accumulata da queste persone nelle ultime 30 ore. Dopodiché tutti sarebbero tornati lavoro in cantiere, a fare le pulizie a preparare il pranzo alle famiglie e agli anziani di Pisa.

Ai cinque uffici postali di Pisa sono state presentate 441 domande. Di queste ci vorranno ancora mesi prima di sapere quante sono state accettate. La lunga notte dei flussi è terminata, ma c’è ancora da aspettare per sapere se quel lavoro che i migranti svolgono in Italia da più o meno tempo permetterà loro di regolarizzarsi.

Ciò a cui abbiamo assistito in questi giorni davanti alle poste crediamo sia la cartina tornasole di come la legislazione sull'immigrazione in Italia sia espressamente razzista. La violenza psicologica a cui i migranti sono stati sottoposti in questa settimana è assolutamente inaudita, costretti ad attese, notte e giorno, davanti alle poste. Immagini che richiamano una schedatura da campo di concentramento. I migranti diventano oggetto di una vera lotteria per raggiungere un permesso di soggiorno che in molti casi non otterranno, pur avendone i requisiti.

Rebeldía, Mezclar e Africa Insieme hanno svolto in questi giorni attività di assistenza e sostegno, visto che nessun altro ente o associazione ha ritenuto di dover intervenire a sostegno di coloro che attendevano al freddo l'apertura degli uffici postali.


Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía - Pisa

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