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Un movimento senza pace, molti «no» al corteo di Roma
by l'unità Friday, Mar. 17, 2006 at 8:37 PM mail:

dall'unità on line

17.03.2006

di Anna Tarquini

Sarà il corteo per la pace, ma all’appuntamento il popolo della Pace arriva diviso. Alla manifestazione che sabato pomeriggio sfila per le strade di Roma per il terzo anniversario della guerra in Iraq, non ci saranno i Ds, non ci sarà la Margherita, non ci sarà la Cgil e nemmeno la Tavola per la pace. Fino all’ultimo Rifondazione ha lanciato appelli perché tutta l’Unione scendesse in piazza compatta, ma ha ottenuto solo sporadiche adesioni e a titolo personale come quelle di Fulvia Bandoli, Gloria Buffo, e Giorgio Mele. «Capisco le preoccupazioni dopo i gravi incidenti di Milano - ha chiarito la Buffo - ma l’impegno pacifista va mantenuto e il tema della guerra è scomparso dalla campagna elettorale». «È un’iniziativa che si presta a strumentalizzazioni pericolose - ha fatto invece sapere ieri il responsabile esteri dei Ds Luciano Vecchi - . Da tempo abbiamo comunicato ai promotori la decisione di non aderire, non si tratta di un orientamento maturato nelle ultime ore. La piattaforma, pur contenendo ovviamente alcuni punti condivisibili, non esprime a nostro giudizio una posizione nel complesso equilibrata, ad esempio nei confronti del terrorismo. Perciò, quest'anno come già è avvenuto per l'analoga manifestazione dell'anno scorso, non parteciperemo». No anche del sindacato che parteciperà solo con una delegazione alle iniziative della Provincia e all’appuntamento, nel pomeriggio, al teatro Eliseo.

Sulla manifestazione grava l’incognita provocatori. E il timore che quanto accaduto sabato scorso a Milano possa ripetersi è tutt’altro che infondato. Basta leggere gli appelli che in queste ore si rincorrono sulla rete. Per questo Prc, Pdci e Verdi che invece saranno alla manifestazione si rivolgono al movimento perché vi sia una particolare attenzione nell’isolare i violenti. Questa è anche la ragione che ha spinto e spingerà molti a non partecipare al corteo. Anche i Ds che ieri sono tornati sulla questione dei candidati di Bertinotti: «Caruso deve scegliere da che parte stare» - ha detto Fassino. «Sbagliatissimo - ha incalzato Marco Rizzo, europarlamentare del Pdci - . Capisco il rischio di provocazioni, ma abbiamo sempre votato tutti insieme contro il rifinanziamento della missione in Iraq. Perché cambiare posizione?». «I No-global sono una ricchezza per l'Unione, così come tutti i movimenti che si battono sui temi ambientali, acqua, i rifiuti, ed in Campania ce ne sono tanti: la risorsa della partecipazione, è un valore aggiunto per l'Unione, e per questo Francesco Caruso è candidato con noi insieme con tanti altri». Ha risposto il deputato e dirigente nazionale del Prc, Franco Giordano. Caruso, invece, ha preferito glissare. Nessuna risposta al leader della Quercia: «Spero che contro la violenza della guerra in Iraq e delle torture prendano la parola e si mobilitino tutte le forze sinceramente democratiche. Sarà una grande mobilitazione - sostiene - contro la violenza. Più polemico Casarini, leader dei Disobbedienti: «I Ds non vengono alla manifestazione? Non mi meraviglio e non m'importa. Tanto ormai s'è capito che tra elezioni e politica c'è un abisso. Siamo in campagna elettorale e camminano tutti sulle uova».

Il corteo partirà da piazza Esedra per raggiungere piazza Navona. Un percorso lungo che si concluderà con gli interventi sul palco di Giuliana Sgrena e dei familiari dei soldati inviati in Iraq. E alla vigilia della manifestazione, il comitato organizzatore «18 marzo 2006» respinge ogni tentativo di delegittimazione del variegato popolo che sfilerà a Roma. «Il diritto dei movimenti sociali a essere soggetti autonomi nella scena politica - ha detto - non può essere sacrificato all'altare di nessun gioco partitico e di schieramento, e non può essere strumentalizzato da alcuno»

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