IL NUOVO CHE AVANZA
Mi chiedo, se in questi anni, l’opposizione alla legge 30, sia servita a qualcosa: riconoscimento delle sue tipologie contrattuali in accordi sindacali; uso delle medesime, negli enti locali cosiddetti di centro sinistra; avallo, da parte dei centri per l’impiego, gestiti da democratici assessorati al lavoro. Ed è proprio dai centri per l’ impiego, che passano forme di lavoro precario, tanto, che spesso non esiste neanche la certezza contrattuale. La concorrenza fra agenzie private di somministrazione lavoro e servizi pubblici per l’impiego, non ha causato altro, che lo scadimento di questi ultimi, causando la mercificazione della forza lavoro: se voglio che un’azienda si rivolga a me, devo necessariamente assecondarne le “esigenze”. E sappiamo quali esse siano. In realtà non c’è mai stato un controllo sul proprio operato, preferendo spesso adagiarsi sulla propria autoreferenzialità di perspicaci e valenti amministratori, portando il proprio “verbo” in convegni e tavole rotonde, osservando la pagliuzza…..ecc. La realtà è molto diversa: incapacità gestionali, incompetenze dirigenziali, ritardi incolmabili, scarsa sensibilizzazione, personale impreparato, scelte politiche suicide, predilezione degli elementi quantitativi, fondi utilizzati non si sa con quali criteri. E non oso aggiungerci il clientelismo. Si è tanto parlato di riforma del collocamento, quello pubblico sicuramente non è migliorato e dubito possa accadere, se non si attuano delle scelte coraggiose, che vadano oltre le banalità di tanti discorsi reiterati nel corso degli anni. Solo chi opera nell’ambito di certe strutture, nonostante le magnificenze esposte, sa che molte delle promesse non sono state implementate, prima fra tutte, quella prevista dai decreti 181/00 e 297/02, i quali prevedevano la convocazione dei disoccupati per offerte lavorative o formative. Amen.
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