Telecom Italia impone il canone per il cavo ma non garantisce la funzionalità
Il cavo telefonico è proprietà di Telecom Italia che impone a tutti gli utenti un identico canone-base, ma la capacità dei singoli collegamenti al cavo Telecom è variabile. In molti casi consente un traffico digitale ADSL di 20MB/s con tutte le relative opzioni per servizi gratuiti e a pagamento. In altri casi non concede velocità superiori a 649KB/s con tutte le limitazioni ADSL del caso. In altri ancora il collegamento ADSL non è possibile e il limite è quello analogico di 64KB/s. Inutile cercare altri fornitori perchè il cavo telefonico è comunque sempre quello di Telecom, con tutti i suoi limiti tecnici fino a quando Telecom deciderà di adeguare il cavo all'alta velocità che publicizza. Il fatto è che tutti gli utenti pagano uno stesso canone per cavi che in realtà hanno capacità molto diverse. Logica e correttezza commerciale vorrebbero che il canone telefonico fosse imposto in misura direttamente proporzionale alla specifica del cavo e alla potenzialità del singolo collegamento. Oppure che a tutti gli utenti sia garantita un'identica capacità del cavo che è oggetto del singolo contratto telefonico. Publicizzare genericamente l'ADSL a 20MB/s con tutti i prodotti e servizi collegati, ben sapendo che una parte considerevole degli utenti non è in grado di utilizzarla a causa delle carenze strutturali della rete Telecom, è indubbiamente una pubblicità ingannevole. Senza tralasciare che l'inefficienza tecnica del cavo Telecom impedisce un corretto svolgimento del mercato perchè inibisce la possibilità/utilità di cambiare fornitore telefonico. La cosa è sistematicamente trascurata dagli organismi di controllo e ovviamente dalla stampa nazionale che ospita la pubblicità di Telecom, perchè è comprensibile che il possibile effetto sul canone-base di una moltitudine di utenti avrebbe ricadute economiche molto negative sui bilanci di Telecom Italia.
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